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mercoledì 27 maggio 2015

VENDITA DIRETTA DI CAMPAGNA AMICA: + 20% PER LE AZIENDE

Fonte: Coldiretti Emilia-Romagna

CAMPAGNA AMICA IN CATTEDRA ALL’UNIVERSITÀ DI AGRARIA DI BOLOGNA

Vendita diretta come innovazione e opportunità per i giovani che scelgono l’agricoltura. È questo, in sintesi, il senso dell’intervento di Campagna Amica, la più grande rete di vendita diretta europea promossa da Coldiretti, al Trafoon Training workshop promosso dal dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna, che si svolgerà il 28 e 29 maggio nell’aula magna dello stesso dipartimento. Al workshop che fa parte del progetto “Trafoon”, iniziativa europea nata nel 2013 per supportare le Pmi attive nel campo del food business, Raffaella Cantagalli, referente di Campagna Amica, porterà l’esperienza degli oltre diecimila punti di vendita diretta dei produttori agricoli di Coldiretti. Si tratta della più vasta rete di aziende agricole e mercati dove acquistare lungo tutta la Penisola prodotti alimentari a chilometri zero con una azione di sostegno alle realtà territoriali ed un impegno contro inquinamento ambientale a causa dei trasporti. È un percorso reso possibile – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – dal grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana dove una impresa su tre è nata negli ultimi dieci anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità. Non è un caso che la vendita diretta sia una delle attività più diffuse proprio in aziende giovani in quanto, secondo una indagine di Coldiretti/Ixé, consente di aumentare del 20% il fatturato aziendale, assicurando quindi un maggior reddito per gli imprenditori. Al workshop dell’Università di Bologna Campagna Amica porterà l’esperienza di una azienda associata, la “Valentina Funghi” di Bologna, con la titolare Valentina Borghi che illustrerà l’esempio di una impresa che è aperta a tutto il mercato italiano con i suoi prodotti biologici, ma che non rinuncia ad una presenza nei mercati di Campagna Amica nel territorio bolognese in quanto occasione di un rapporto immediato con il consumatore che diventa anche banco di prova e di promozione delle proprie innovazioni.

MIPAAF: VIA LIBERA DELLA CE A 4 PSR E RETE RURALE NAZIONALE

Fonte: MIPAAF

OK DA COMMISSIONE UE AI PRIMI 4 PSR E AL PROGRAMMA DELLA RETE RURALE NAZIONALE

Il Ministero delle politiche agricole comunica che la Commissione europea ha dato il via libera ufficiale ai primi cinque programmi di Sviluppo rurale. Sono stati approvati il programma della Rete Rurale Nazionale (59,7 milioni di Fondi comunitari) e i programmi regionali di sviluppo rurale (PSR) del Veneto (510 milioni), Emilia Romagna (513 milioni), Toscana (414 milioni) e Provincia Autonoma di Bolzano (158 milioni). Le risorse comunitarie rese così disponibili ammontano, per l’intera programmazione 2014-2020, a oltre 1,64 miliardi di euro di fondi Feasr, che salgono a circa 3,8 miliardi tenendo conto del cofinanziamento nazionale. “Il via libera della Commissione è una buona notizia per i nostri agricoltori – ha spiegato il Ministro Martina – che avranno a disposizione risorse per investire su strumenti innovativi per la produzione e per l’ammodernamento delle aziende. Con i fondi destinati alla rete rurale saranno possibili investimenti per migliorare le attività di supporto alle imprese”. I programmi approvati oggi dalla Commissione Ue coprono circa il 18% delle risorse messe complessivamente a disposizione dell’Italia fino al 2020, che ammontano a circa 21 miliardi grazie al cofinanziamento nazionale.

IL PSR DELL'EMILIA-ROMAGNA E' TRA I PRIMI A PARTIRE

Fonte: Giunta Regionale Emilia-Romagna

Bologna - La Commissione europea ha approvato formalmente il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dell’Emilia-Romagna, dopo il via libera tecnico arrivato l’8 maggio. “Una notizia che aspettavamo, dopo essere stata la prima Regione italiana a ricevere la ‘comfort letter’ della Direzione agricoltura Ue – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli - è la conferma che il nostro Psr è tra i primi a partire in Italia e in Europa, insieme a quelli di Paesi come la Germania, il Regno Unito e la Spagna. Il riconoscimento del buon lavoro svolto dai Servizi della Regione per la competitività, l’innovazione, la sostenibilità, lo sviluppo del territorio rurale emiliano-romagnolo.” Il via libera, arrivato dopo l’approvazione del Quadro finanziario pluriennale della Ue, riguarda anche altri 23 Programmi, tra regionali e nazionali. Per quanto riguarda l’Italia hanno ricevuto l’ok anche quelli della Provincia autonoma di Bolzano, delle Regioni Toscana e Veneto e della Rete rurale nazionale. A questo punto dei 118 Programmi di sviluppo rurale europei ne restano ancora da approvare 67, circa la metà di quelli presentati.

lunedì 25 maggio 2015

CRISI: IL CROLLO DELLA PLV AGRICOLA IN EMILIA-ROMAGNA IMPONE UNA SVOLTA

Fonte: Coldiretti Emilia-Romagna

PIÙ SUSSIDIARIETÀ PER RIDURRE I COSTI BUROCRATICI DELLE AZIENDE

"Il sostanzioso calo di quasi il 5 per cento della produzione lorda vendibile, abbinato al calo dell'8 per cento dei redditi delle imprese agricole sono segnali evidenti della necessità di una svolta per il settore agricolo dell'Emilia Romagna". È quanto ha detto il presidente di Coldiretti Regionale, Mauro Tonello, in merito alla presentazione del rapporto agroalimentare regionale. "È vero che il 2014 è stato un anno particolare sul piano meteorologico, che ha penalizzato le colture – ha detto Tonello – ma produrre in perdita per gli imprenditori agricoli sta diventando quasi strutturale. Come dimostra il buon andamento delle esportazioni ci troviamo nel paradosso che le nostre produzioni sono più valorizzate all'estero che al mercato interno. Dobbiamo potenziare la distintività delle nostre produzioni, rendendo trasparente l'origine di tutti i prodotti agricoli e intervenendo in tutti gli spazi possibili per ridurre i costi delle aziende. In particolare – ha specificato Tonello – dobbiamo ridurre la burocrazia che oggi impegna l'imprenditore fino a un terzo del suo lavoro aziendale. Chiediamo perciò alla Regione di accelerare sul fronte della sburocratizzazione e semplificazione delle pratiche burocratiche applicando la sussidiarietà dando più spazio ai centri di assistenza agricoli nello svolgimento delle pratiche per le aziende".

PUBBLICATO IL NUMERO DI "AGRICOLTURA" DI MAGGIO

Fonte: redazione "Agricoltura"

Bologna - Le linee-guida del Psr 2014-2020, che due settimane fa avuto il via libera da Bruxelles ed ora entra nella fase operativa; gli interventi e incentivi messi a disposizione dal nuovo Piano forestale regionale; la nascita di un maxi-polo per il rilancio della pericoltura: sono i principali argomenti di cui si occupa il numero 5 (maggio)/2015 di “Agricoltura”, il mensile della Regione Emilia-Romagna in distribuzione. In sommario, tra gli altri, un servizio sul funzionamento di Heracles, il “naso elettronico” adottato da Coop Italia per scoprire l’origine dei prodotti, smascherando eventuali truffe; l’utilizzo delle alte temperature per debellare il pidocchio rosso negli allevamenti di ovaiole e tutte le novità in mostra a Fieravicola 2015. Lo speciale del mese è dedicato alle strategie per aiutare la suinicoltura ad uscire dalla crisi. Infine si affronta il tema della viticoltura di precisione, illustrando il progetto Vintage. “Agricoltura” di maggio esce in abbinamento con il Supplemento “Agriturismo: nuove prospettive ed opportunità di sviluppo”. Agricoltura di maggio è consultabile on line al sito www.agricoltura.regione.emilia-romagna.it, anche nella versione sfogliabile.

venerdì 22 maggio 2015

CONFAGRICOLTURA: FAVOREVOLI AD UNA TRACCIABILITA' DIGITALE

Fonte: Confagricoltura nazionale

PROGETTO CISCO/BARILLA: FAVOREVOLI AD UNA TRACCIABILITA’ DIGITALE. LAVORIAMO PER UN’AGRICOLTURA 3.0 CHE CONIUGHI TECNOLOGIA AVANZATA E SOSTENIBILITA’

“Il nuovo sistema di tracciabilità fruibile su tablet e smartphone, semplicemente fotografando il QR Code, presentato da Barilla in occasione di Expo, su un’edizione limitata di Pasta e Sugo al basilico - va incontro alla sentita esigenza dei consumatori, ma anche della filiera agroalimentare, di informazioni esaustive sui prodotti in vendita. Abbiamo sempre sostenuto che le informazioni sulla provenienza dei prodotti e dei loro ingredienti vanno comunicate al consumatore finale”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, commentando il progetto “Safety for food”, intrapreso da Barilla, in collaborazione con Cisco, CTO Penelope e NNT Data. “La sicurezza alimentare (ovvero la tracciabilità e rintracciabilità in caso di necessità per bloccare i problemi sul nascere) deve coniugarsi all’informazione – ha proseguito il presidente Guidi - rispondendo alle richieste dei consumatori di sapere da dove vengono le materie prime del prodotto, quali sono le sue caratteristiche e la sua conformità ai criteri di sostenibilità ambientale. C’è tutta una mole di notizie utili che solo parzialmente possono essere divulgate in etichetta; da ciò la necessità di utilizzare le tecnologie e la rete web per un approccio innovativo e multimediale al ‘safety for food’”. “Va bene informare, ma bisogna stare attenti a come lo si fa - ha messo in guardia il presidente di Confagricoltura -. Si pensi all’opinabile iniziativa delle ‘etichette a semaforo’ inglesi. In nome della lotta all’obesità si sono demonizzati prodotti naturali e salubri come il latte e suoi derivati, la frutta ricca di zuccheri e i suoi succhi. Non è così che si fa informazione ed educazione alimentare corretta”. Guidi ha quindi evidenziato come l’iniziativa di Barilla si inserisca in un quadro più composito in cui l’innovazione gioca un ruolo decisivo, dal campo alla tavola. “Stiamo lavorando – ha detto - per la diffusione delle innovazioni in campagna, per concretizzare un’agricoltura 3.0. Già esiste un’agricoltura 2.0; basti pensare alle moderne stalle di produzione di latte, dove ogni fase del processo, dalla gestione igienico sanitaria dell’animale a quella di mungitura, sono controllate da potenti computer, gestite da personale qualificato con grado di scolarizzazione digitale avanzato; per non dimenticare come la conduzione di un trattore sia svolta da computer, da satelliti che integrano informazioni provenienti direttamente dal campo, fornite da nuovi strumenti di analisi. L’irrigazione stessa ormai è diventata selettiva, permettendo di lavorare lo stesso appezzamento con maggiori o minori dosi d’acqua e in maniera modulare”. “La nuova rivoluzione a cui siamo chiamati in campagna è – ha concluso il presidente di Confagricoltura - quella di unire tecnologie innovative all’utilizzo razionale delle risorse; ad esempio, con l’uso avanzato e sinergico dei satelliti, dei droni e delle sonde di misurazione dell’umidità e dello stadio vegetativo si potranno sconfiggere le fitopatologie al loro sorgere, seminare in modo corretto, evitando di passare più volte sullo stesso solco, irrorare la giusta quantità di fertilizzante a seconda dello stadio di crescita della pianta, nonché di recuperare il biocida nello stesso momento che lo si sta diffondendo. Con un’attenzione costante e continuativa alla sostenibilità, riducendo drasticamente l’impatto ambientale”.

ETICHETTA ORIGINE: NO DELLA COLDIRETTI

Fonte: Coldiretti Emilia-Romagna

La Commissione Europea va contro gli interessi del 96,5% dei consumatori italiani che ritiene necessario che l’origine degli alimenti debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta. E’ quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel commentare i risultati dei rapporti della Commissione Europea secondo cui, per talune categorie di prodotti alimentari, sarebbe meglio optare per una indicazione volontaria dell’origine, piuttosto che su un obbligo a livello comunitario. Un parere che – sottolinea Coldiretti regionale – riguarda latte, prodotti caseari e altri prodotti trasformati, ma anche le carni di coniglio e di cavallo che sono stato peraltro oggetto recentemente di uno scandalo di dimensioni continentali proprio per la mancanza di tracciabilità. La Commissione Europea – commenta Coldiretti Emilia Romagna – ancora una volta si schiera a difesa degli interessi delle grandi lobbies industriali con pareri in netta contraddizione con gli interessi dei cittadini europei espressi attraverso Eurobarometro e di quelli italiani che hanno risposto numerosi alla consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015. Si tratta – spiega ancora Coldiretti regionale – di una iniziativa promossa sulla base del regolamento comunitario nr.1169 del 2011 entrato in vigore il 13 dicembre del 2014 che consente ai singoli Stati Membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. Non è un caso che secondo la consultazione pubblica on line del Ministero l’89 per cento dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, l’87% per le carni trasformate, l’83% per la frutta e verdura trasformata, l’81% per la pasta e il 78% per il latte a lunga conservazione. L’indicazione della Commissione Europea – continua Coldiretti – anche contraddittoria rispetto al percorso intrapreso fino ad ora che ha portato per ultimo all’entrata in vigore del Regolamento Ue 1337/2013 dal primo aprile 2015 è arrivato in Europa l’obbligo per gli operatori di indicare in etichetta il luogo di allevamento e di macellazione delle carni di maiale, capra e pecora. Un piccolo passo avanti del cammino iniziato a livello comunitario dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. “Siamo certi che il Parlamento Europeo saprà smascherare i pesanti condizionamenti delle relazioni della Commissione per testimoniare in aula i reali interessi dei cittadini”, ha affermato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello nel sottolineare che “in un difficile momento di crisi bisogna portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per dare a tutti la possibilità di fare scelte di acquisto consapevoli e sostenere l’agricoltura e il lavoro delle imprese agricole del territorio”.

NUOVA LINEA DI CREDITO PER LE IMPRESE AGROALIMENTARI

Fonte: MIPAAF

LA BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI PRESENTA AD EXPO LINEA DI CREDITO DEDICATA A IMPRESE AGRICOLE ITALIANE

 Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si svolta oggi ad Expo, alla presenza del Ministro Maurizio Martina, del vice presidente della Banca Europea degli Investimenti Dario Scannapieco, del Consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina e del Presidente di Ismea Ezio Castiglione, la conferenza stampa ‘Diamo credito all’agricoltura italiana’. Durante l’iniziativa la Banca Europea degli Investimenti ha presentato la linea di credito dedicata alle imprese agroalimentari per un totale di 400 milioni di euro, che potranno attivare 800 milioni di investimenti grazie alle risorse provenienti dagli istituti di credito italiani. La Banca Europea degli Investimenti, poi in collaborazione con il Mipaaf e attraverso ISMEA, avvierà a breve un ulteriore progetto dedicato ai giovani agricoltori di età compresa tra i 18 e i 40 anni, nel quale si prevede il finanziamento di piani di sviluppo di società agricole, start-up, microimprese e coltivatori diretti. Durante la conferenza stampa la Bei e Intesa Sanpaolo hanno siglato l'accordo per rendere operativa la prima parte del programma collegata al piano di credito da 400 milioni di euro. Di questi, infatti, 150 milioni saranno gestiti da Intesa Sanpaolo che potrà così finanziarie nei prossimi 18 mesi progetti nel settore fino a 300 milioni di euro. “Presentare un progetto di questo tipo in Expo rende ancora più evidente il lavoro che si sta facendo a Milano per il sistema agroalimentare italiano e le ricadute concrete di questi sei mesi espositivi. E’ giusto dare credito e sostegno a questo settore - ha commentato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina - che ha dimostrato non solo di tenere durante la crisi, ma di poter essere uno dei motori della ripresa. Bisogna fare squadra per le piccole e medie imprese e lavorare anche attraverso una specializzazione all’interno del mondo bancario che sappia entrare meglio in relazione con i piani d’investimento del settore. La tendenza si sta invertendo è un salto di qualità è possibile. L’intervento della Bei dimostra come l’agricoltura italiana sia un settore strategico nel quale si può e si deve investire. Si tratta di un'azione importante soprattutto se si considera che nel 2014 sono stati erogati 2 miliardi di euro di finanziamenti bancari all'agricoltura in Italia. Dobbiamo continuare a lavorare sulla leva generazionale e per questo puntiamo a dare strumenti veri agli under 40 che decidono di investire le loro energie e competenze nel settore primario. Il 2015 può rappresentare un anno di svolta e anche questo nuovo strumento aiuterà a consolidare la crescita e il sostegno a progetti che guardano al mondo. Nei primi 3 mesi abbiamo esportato oltre 8,7 miliardi di euro di agroalimentare italiano. L'obiettivo di 50 miliardi di euro entro il 2020 è alla nostra portata”.

giovedì 21 maggio 2015

ETICHETTATURA ALIMENTI: MIPAAF DELUSO DALLA COMMISSIONE EUROPEA

Fonte: MIPAAF

Ci aspettavamo molto di più dalla Commissione europea sul fronte dell'indicazione d'origine obbligatoria degli alimenti. Faremo sentire forte la nostra voce nel Consiglio dei Ministri dell'agricoltura Ue, perché riteniamo fondamentale dare informazioni trasparenti al consumatore sulla provenienza delle materie prime. Il rapporto di oggi, purtroppo, non ci soddisfa, ma affronteremo con determinazione la questione tenendo conto delle risposte dei consumatori italiani alla nostra consultazione pubblica. 9 cittadini su 10 ci hanno chiesto di leggere chiaramente l'origine in etichetta. Nell'anno di Expo, mentre l'Italia si candida a guidare il dibattito sullo sviluppo agricolo globale, non possiamo accettare di stare fermi o fare passi indietro su un punto decisivo come quello dell'etichettatura.” Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina sui rapporti pubblicati dalla Commissione europea sull'etichettatura di origine.

OI POMODORO DA INDUSTRIA NORD ITALIA PREOCCUPATA DAL DECRETO LATTE

Fonte: Oi Pomodoro da Industria del Nord Italia

Con meraviglia l’Oi Pomodoro da Industria del Nord Italia ha appreso dell’uscita del D.L. 5/5/2015 dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali”. Il decreto legge - nato dall’esigenza di dover normare con urgenza il settore lattiero caseario uscito dal sistema delle quote latte - ricomprende al comma 7 dell’articolo 3 disposizioni su tutti gli altri settori agricoli fra cui l’ortofrutta, sia fresca che trasformata, con l’estensione delle disposizioni sulle organizzazioni interprofessionali previste per il latte. “Il contenuto solleva molti dubbi e perplessità di varia natura – commenta l’Oi - in particolare per la coerenza dell’articolo 3 al Regolamento Ue 1308/2013 che norma le organizzazioni interprofessionali, ma anche per la coerenza con le competenze regionali in questo campo. Tutto questo potrebbe dare adito quanto meno a contenziosi. Il testo – rileva l’Oi - appare insufficiente e non coerente con lo spirito e le norme comunitarie sulle organizzazioni interprofessionali e non tiene conto delle consultazioni che erano state avviate in precedenza con le Regioni e con le filiere produttive, ma soprattutto con le realtà già esistenti, realmente operanti e già riconosciute ai sensi dello stesso Reg (UE) 1308/2013, come quella dell’OI del pomodoro da industria Nord Italia. Il testo non tiene conto inoltre che le OI, quali organizzazioni di integrazione di filiera, sono realtà basate sulla volontà aggregativa delle filiere produttive e che devono essere rispondenti alla reale organizzazione territoriale delle stesse. Già in passato legislazioni inadeguate avevano di fatto bloccato lo sviluppo di Oi efficaci nel nostro Paese”.


martedì 19 maggio 2015

EXPORT, MARTINA: AGROALIMENTARE SUPERA 8,7 MILIARDI DI EURO IN 3 MESI

Fonte: MIPAAF

I dati dell’Istat ci dicono che l’agroalimentare italiano continua a conquistare il mondo. Da gennaio a marzo abbiamo esportato agroalimentare per più di 8,7 miliardi di euro, con un trend sostanzialmente in linea con l’obiettivo di 36 miliardi di euro che ci siamo dati per il 2015. Expo può essere un ulteriore volano per il Made in Italy, un’occasione che non vogliamo perdere, e per questo il Governo è in campo con un Piano straordinario per l’internazionalizzazione che aiuti le aziende a crescere ancora all’estero. Il 27 maggio a Milano presenteremo il segno unico distintivo per l’agroalimentare italiano, uno strumento che ci aiuterà a fare sistema e comunicare al meglio il Made in Italy fuori dai nostri confini”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, commenta i dati sull’export di marzo resi noti oggi dall’Istat.

lunedì 18 maggio 2015

SALUMI: PARERE POSITIVO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA SULLA FINE DELL'EMBARGO USA

Fonte: Giunta Regionale Emilia-Romagna   

Gli Usa fanno cadere l'embargo sull'importazione di prodotti alimentari italiani di origine animale. Caselli e Venturi: "Risultato importante, frutto di un intenso lavoro di squadra"

Bologna – Gli Stati Uniti hanno deciso la revoca del provvedimento che prevedeva il controllo sistematico di tutte le partite di salumi importate dall’Italia. Inoltre, è stata prevista di nuovo la possibilità per il Ministero della Salute di abilitare nuove aziende italiane all’esportazione negli Usa. Il provvedimento assunto delle autorità americane, notificato al Ministero della salute, rappresenta – come spiegano gli assessori regionali all’agricoltura Simona Caselli e alle politiche per la salute Sergio Venturi – il riconoscimento della qualità dei nostri prodotti e dell’attenzione con la quale i servizi veterinari vigilano su ogni fase del processo di confezionamento dei prodotti. La restrizione sull’import dall’Italia era stato introdotto dalle Autorità americane nel settembre 2013, a causa della mancata equivalenza normativa tra la Unione europea e gli Usa per quanto riguarda la tolleranza di Listeria monocytogenes, patogeno per il quale negli Stati Uniti vige il concetto di “tolleranza zero”. “Il nostro impegno – spiegano gli assessori Caselli e Venturi – è stato quello di creare le condizioni affinchè si potessero superare le ragioni del blocco dell’import dei nostri prodotti. Per questo il Servizio Veterinario della Regione Emilia-Romagna, che è il territorio che vanta sia il maggior numero di impianti abilitati ad esportare negli USA, sia il maggior flusso di prodotti alimentari di origine animale in esportazione verso gli USA, ha intensificato il proprio impegno, in collaborazione con il Ministero, per garantire il rispetto degli standard americani". Una ispezione delle Autorità sanitarie statunitensi, effettuata nel luglio dell’anno scorso, ha consento loro di considerare equivalenti i sistemi di ispezione dei prodotti a base di carne adottati nel nostro Paese e negli Stati Uniti, garantendo quindi il pieno rispetto della stringente normativa USA e assicurando la assoluta sicurezza dei prodotti esportati. "Siamo molto soddisfatti di questo risultato - concludono gli assessori - perché è grande il potenziale di crescita dell'export dei nostri salumi che deriva da questo lavoro”.

LA CIA FERRARA PUNTA SULLA BIODIVERSITA' E L'ETICA DELL'AGRICOLTURA

Fonte: Ufficio Stampa CIA Ferrara

Stefano Calderoni commenta la partnership tra Cia Nazionale e il Biodiversity Park di Expo 2015 e ribadisce l’importanza delle scelte a livello territoriale per sostenere biodiversità e promuovere il “Km Etico”

 FERRARA – «Biodiversità, salvaguardia del paesaggio agricolo e una filiera di aziende aggregate che garantiscano qualità e prezzo equo: in sostanza un’agricoltura virtuosa ed economicamente vantaggiosa sia per le aziende che per i consumatori». Secondo Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara, la strada maestra per uscire dalla crisi e innovare il settore agricolo è proprio questa. Una strada che sta percorrendo anche la Cia Nazionale ad Expo 2015 dove è partner del Biodiversity Park, uno spazio di 8.500 mq dedicato alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari italiane, nell’ottica della salvaguardia della biodiversità in agricoltura. «Ogni territorio – spiega Calderoni – ha un “codice genetico”, tracciato dalle diverse specie animali e vegetali che lo rendono unico. Nel settore agroalimentare questa biodiversità è un patrimonio inestimabile di produzioni che, insieme al paesaggio rurale, vanno salvaguardate e valorizzate ad ogni costo. Da diversi mesi stiamo puntando proprio su queste tematiche, in linea con la decisione di Cia Nazionale di aderire al Biodiversity Park di Expo - nato dalla partnership tra BolognaFiere e Expo 2015 S.p.A – una vasta area che per sei mesi racconterà, attraverso incontri, convegni, eventi e spettacoli cosa significa la agro-biodiversità e cosa rappresenta quel patrimonio per il fabbisogno di cibo. Sul territorio ferrarese – continua Calderoni – abbiamo parte di quella agro-biodiversità e vogliamo che ritorni ad essere, dopo la crisi di questi anni, un valore ambientale ed economico forte. L’agricoltura è il punto di forza dell’economia ma servono politiche di aggregazione e filiere più efficaci e la nostra idea di agricoltura a “Km etico” va esattamente in questa direzione. Parliamo di un’operazione complessa, “infrastrutturale” che porterà le aziende ferraresi molto oltre la filiera a “Km 0”. Per noi, infatti, la pratica di vendere direttamente prodotti di un’area territoriale ristretta, anche se ne riconosciamo il valore, è ormai superata, soprattutto perché riguarda solo la vendita diretta, una parte importante ma limitata della produzione agricola. Noi vogliamo sostenere tutte le aziende, anche quelle che non vendono direttamente, che sono circa il 97% del totale. Per loro vogliamo rendere operativa una filiera certamente corta ma non legata a un unico territorio – ribadisce il presidente Cia – perché i produttori potranno vendere anche prodotti che provengono da altre zone, anche lontane, nell’ottica di un vero e proprio scambio di agro-biodiversità. Questo, però, solo ed unicamente attraverso un patto etico: entreranno nella filiera unicamente le aziende aggregate che si impegnano a produrre in termini di sostenibilità, tracciabilità, rispetto dei lavoratori e che proporranno prodotti di qualità a un prezzo equo. Auspichiamo che – conclude Calderoni – i consumatori possano trovare presto sugli scaffali dei supermercati prodotti “Km Etico”, un brand che premi le aziende di cui venga certificato il processo di produzione e si valorizzi letteralmente chi si “comporta bene” perché rispetta il lavoro, il consumatore e la agro-biodiversità.»

SALUMI: PER COLDIRETTI E' VANTAGGIOSA LA FINE DELL'EMBARGO USA

Fonte: Coldiretti Emilia-Romagna

MADE IN ITALY: EMILIA ROMAGNA MAGGIORE BENEFICIARIA FINE EMBARGO NEGLI STATI UNITI, DOVE OGGI I SALUMI TAROCCHI SUPERANO GLI ORIGINALI

Sarà l’Emilia Romagna a trarre i maggiori vantaggi dalla fine dell’embargo per i salumi italiani sul mercato degli Stati Uniti. E’ quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel commentare positivamente l’annuncio del Ministero della Salute sul fatto che le Autorità statunitensi hanno finalmente rimosso le misure che limitavano fortemente l’export dei prodotti a base di carne cruda, operanti dal settembre del 2013. La nostra regione – spiega Coldiretti regionale – esporta più di 600 milioni di euro di salumi, che rappresenta l’11 per cento delle esportazioni agroalimentari regionali e il 46 per cento delle esportazioni di salumi italiani. Con il venir meno delle restrizioni - commenta Coldiretti – sarà più facile esportare salami, pancette, culatello e coppe in Usa dove sul mercato prevalgono le imitazioni dei salumi Made in Italy realizzati negli Stati Uniti o all’estero, dalla coppa uruguaiana alla mortadella bologna Made in Usa, dal salame veneto canadese al “Parma salami” del Messico. In particolare, i prodotti interessati sono prosciutti con stagionatura superiore a 400 giorni e prodotti a base di carne sottoposti ad adeguato trattamento termico, come mortadelle, zamponi, cotechini, coppe ecc., per i quali le misure restrittive consistevano nel blocco di nuove iscrizioni alle liste degli impianti autorizzati ad esportare negli Stati Uniti e nel controllo totale ai punti di ingresso sul mercato americano. Il superamento del blocco consentirà all’Italia di aumentare le esportazioni anche grazie al tasso di cambio favorevole che ha fatto impennare le esportazioni italiane negli Usa del 40 per cento nel primo trimestre del 2015. Se l’abbattimento di questa anacronistica barriera commerciale sarà accompagnato a livello internazionale da una più decisa tutela delle denominazione di origine dei salumi Made in Italy si apriranno – conclude Coldiretti Emilia Romagna – enormi spazi di crescita.

venerdì 15 maggio 2015

SALUMI: PER CONFAGRICOLTURA E' POSITIVA LA FINE DELL'EMBARGO USA

Fonte: Confagricoltura nazionale

Per Confagricoltura POSITIVO L’ALLENTAMENTO DEGLI USA SULL’IMPORT DALL’ITALIA. ORA, ANCHE CON IL TTIP, ELIMINARE LE ALTRE BARRIERE PER IL SETTORE"

 “La rimozione di misure restrittive per gli stabilimenti e la semplificazione dell’accesso dei salumi e degli altri prodotti italiani a base di carne cruda stagionata negli Stati Uniti è commercialmente molto rilevante”. Lo afferma Confagricoltura commentando favorevolmente la decisione delle autorità statunitensi di approvare una nuova lista di impianti autorizzati e di rivedere il provvedimento “100% reinspection”, riducendo le procedure sulle importazioni in Usa dei prodotti della salumeria italiana. Procedure prima eseguite a tappeto su tutti i prodotti, causando disagi, lentezza di accesso e costi maggiori per le aziende esportatrici. Confagricoltura plaude all’importante lavoro portato avanti dal nostro ministro della Salute Beatrice Lorenzin che permette di completare il processo di liberalizzazione delle esportazioni in Usa avviato due anni fa. “La qualità dei nostri prodotti e dei nostri processi e la sinergia tra Istituzioni ed organizzazioni delle imprese italiane hanno consentito – osserva Confagricoltura - di contenere una delle barriere al commercio che dal 2013 gravava sul settore suinicolo nazionale ed in particolare sul comparto dei salumi. Così migliorando il processo di liberalizzazione delle esportazioni in Usa avviato da tempo e che ora deve proseguire, anche nell’ambito del negoziato transatlantico USA-UE (TTIP). E’ anche vero che ci sono altre partite aperte che abbiamo già segnalato al governo”. Confagricoltura sottolinea che nonostante le difficili condizioni di accesso al mercato, gli Usa si sono confermati il primo Paese di destinazione extra Ue per le esportazioni dei salumi italiani, con 7.365 tonn di prodotto esportato per un valore di 86,8 milioni di euro. Il mercato Usa è il quinto mercato di destinazione dei nostri salumi ed è quello caratterizzato da maggiore dinamismo tra i cinque top importer dei salumi made in Italy. “Il provvedimento odierno – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - favorirà sicuramente perfomance migliori da parte delle aziende italiane e, indirettamente, per il sistema degli allevamenti suinicoli nazionali costituito da oltre 26 mila unità produttive che gestiscono un patrimonio di oltre 8,6 milioni di capi”.

I primi cinque Paesi importatori di salumi italiani
(elaborazione Confagricoltura su dati ASSICA)
Paese
Q.tà importate (tonnellate)
Variazione 2014/2013
Germania
31.200
+1.3%
Francia
25.240
-3,0%
Regno Unito
13.460
+8,6%
Austria
10.210
+10,8%
USA
7.365
+16,4%

COLDIRETTI: AUMENTANO LE FRODI NEL PESCE (+454%)

Fonte: Coldiretti ImpresaPesca  

Uso di additivi chimici illegali, sostanze conservanti, coloranti: sono molti purtroppo gli inganni e le frodi, anche potenzialmente pericolosi per la salute che riguardano il pesce di importazione e gli acquisti al di fuori dei circuiti legali. In costruzione una rete di imprese della “Pesca Amica” per acquisti diretti e sicuri.

Moltiplicano di oltre cinque volte le frodi nella pesca con il valore dei sequestri dei prodotti ittici effettuati dai carabinieri dei Nas che aumenta del 454 per cento in un anno e sale all’importo record di 31,6 milioni di euro nel 2014. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti Impresapesca in occasione dell’incontro “Le frodi: dal mare alla tavola” organizzato a Slow Fish iniziato a Genova nel “Porto Antico” con la costituzione del Comitato scientifico Ambiente mare e acque interne. Nel 2014 l’attività dei carabinieri dei Nas ha portato alla segnalazione di 77 persone all’autorità giudiziaria e 426 a quella amministrativa, a seguito dell’attività operativa nel settore ittico. Le frodi sono spesso accompagnate all’importazione da Paesi lontani e riguardano tra l’altro - sottolinea Coldiretti Impresapesca - l’uso di additivi chimici illegali per mascherare il grado di deterioramento. E’ il caso dell’utilizzo di sostanze conservanti vietate in Italia come il Cafodos. Una sostanza utilizzata soprattutto per l’acciuga, gli sgombri e i naselli, che sciolta in acqua di mare e ghiaccio allunga nel pesce le caratteristiche esteriori di freschezza (colore canna di fucile, brillantezza, turgidità) mentre all’interno - spiega la Coldiretti Impresapesca- il pesce invecchia e marcisce. Ma c’è anche l'acqua ossigenata (a questo scopo vietata esplicitamente in Italia nel 2010) per rendere più bianche e brillanti le carni dei molluschi cefalopodi (seppie, calamari, totani,) e per ritardare la decomposizione di molti prodotti ittici, o il monossido di carbonio per ringiovanire il tonno proveniente da India eVietnam. E c’è pure l'acido borico usato a bordo dei pescherecci per mantenere il colore rosso dei gamberoni. Per due categorie di prodotti ittici, come icrostacei e i molluschi, è diffuso - spiega la Coldiretti Impresapesca - iltentativo fraudolento di far passare prodotti decongelati come freschi sia sui banchi che nei ristoranti. “Stiamo lavorando per ripetere nella pesca la stessa esperienza positiva che abbiamo realizzato con la vendita dei prodotti agricoli attraverso la rete di Campagna Amica, che può contare già su diecimila riferimenti tra aziende e mercati, con la commercializzazione diretta dal pescatore al consumatore” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Per fare acquisti più sicuri Coldiretti Impresapesca ha elaborato un vademecum che consiglia di controllare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre - conclude la Coldiretti - per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.

CONSIGLI PER SCEGLIERE IL PESCE FRESCO

Acquistarlo, laddove possibile, direttamente dal produttore che garantisce la freschezza del pescato.

Verificare sul bancone l’etichetta di provenienza

Verificare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole.

Per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso.

Meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne.

IL BIOLOGICO ESCE RAFFORZATO CON IL NUOVO PSR DELL'EMILIA-ROMAGNA

Fonte: Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna  

Caselli a Confagricoltura: "Nella precedente programmazione 340 milioni per il bio, una strategia che intendiamo rafforzare con il nuovo Psr"

Bologna – “L’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia per numero degli operatori bio e la prima nel Centro Nord per superfici. Questo risultato é il frutto di scelte già fatte con il precedente Piano di sviluppo rurale con il quale sono state destinate a questo settore 340 milioni di euro, circa il 30% dell’intera programmazione. Si tratta di una strategia che intendiamo rafforzare con il Psr 2014-2020 finanziando sia gli investimenti delle imprese bio che la conversione al bio delle aziende agricole tradizionali”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli a proposito delle dichiarazioni di Confagricoltura Emilia-Romagna che in una nota auspica un forte impegno del nuovo Psr a favore del biologico.

giovedì 14 maggio 2015

AGRUMI: CONFAGRICOLTURA CHIEDE MASSIMA ATTENZIONE SULLE IMPORTAZIONI

Fonte: Confagricoltura Nazionale

AGRUMI: MASSIMA ATTENZIONE SULL’AVVIO DELLA CAMPAGNA DI IMPORTAZIONE. CONTROLLI SERI ED EFFICACI CONTRO LE FITOPATIE IN TUTTI I PUNTI DI ACCESSO.

 “Oggi si chiama Xylella fastidiosa, ieri si chiamava Citrus Tristeza Virus. Sono ormai fin troppo note le vicende relative alle fitopatie che hanno colpito il nostro Paese nel corso degli ultimi anni. Le nostre imprese si trovano ogni giorno a dover affrontare situazioni complesse, che vanno dal mancato reddito, all’incremento delle spese per gli investimenti in nuovi impianti. Senza contare i danni di tipo paesaggistico, ambientale e di immagine complessiva del Paese”. Lo sottolinea Confagricoltura preoccupata per l’ormai imminente campagna di importazione di agrumi dall’altro emisfero. Un conto decisamente troppo salato, secondo Confagricoltura, causato da una gestione dei controlli poco accurata e da una scarsa sensibilità nelle misure messe in atto nel momento in cui si riscontrano le intercettazioni. “In un momento delicato come questo – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - in cui le imprese agrumicole sono ancora alle prese con la gestione dei danni provocati dal cosiddetta “tristezza degli agrumi”, se nel territorio italiano si riscontrasse una nuova malattia, la situazione del settore diventerebbe catastrofica”. “Per questo motivo – dichiara il presidente di Confagricoltura Guidi - abbiamo scritto, in primo luogo, al ministro Martina, chiedendo di attivarsi affinché vengano messi in atto controlli seri ed efficaci in tutti i punti di accesso”. “Dobbiamo alzare il livello di attenzione ed abbassare il livello di tolleranza – aggiunge il presidente della Federazione agrumicola Gerardo Diana – avendo il coraggio di sospendere le importazioni di agrumi che provengano dal Sud-Africa o dal Sud-America o da qualsiasi altro Paese a rischio”, nel momento in cui si riscontra la prima intercettazione (sia che si tratti di Citrus Black spot, sia di Citrus Canker o di Huanglongbing, che è alle porte). Solo così possiamo tutelare il nostro patrimonio agrumicolo, che interessa 130mila ettari di superfici investite e 80mila aziende localizzate nell’Italia meridionale”.

CONFAGRICOLTURA CHIEDE CHE IL PSR DELL'EMILIA-ROMAGNA PUNTI SUL BIOLOGICO

Fonte: Confagricoltura Emilia-Romagna

PARISINI (CONFAGRICOLTURA): “BIO IN NETTA CRESCITA, +17,3% NEL 2014; CHE IL PSR SUPPORTI IL SETTORE ATTRAVERSO RICERCA E FORMAZIONE ORIENTANDOSI SEMPRE PIÙ DALLA LOTTA INTEGRATA VERSO IL BIOLOGICO”

Bologna, 14 maggio 2015 – “Portiamo all’Expo la vera agricoltura biologica dell’Emilia Romagna che è un comparto in netta crescita (+ 17,3 nel 2014). Occorre che il Piano regionale di Sviluppo Rurale supporti il settore attraverso ricerca e formazione, orientandosi sempre più dalla lotta integrata verso il biologico”. E’ il commento di Paolo Parisini, responsabile Sezione Biologica regionale di Confagricoltura, a margine della riunione sul settore biologico svoltasi ieri a Roma. “Il mercato interno, e soprattutto mondiale – prosegue Parisini - continua a chiedere biologico e il problema, oggi, è proprio quello di organizzare meglio la produzione delle materie prime bio che stanno peraltro alla base delle principali produzioni DOP e IGP emiliano romagnole”. Poi rivolge un appello ai produttori biologici dell’Emilia Romagna, invitandoli “a fare sistema e ad unirsi sotto l’egida dell’Associazione dei produttori biologici e biodinamici dell’Emilia Romagna (Pro.B.E.R), l’unica realtà in grado di sostenere in regione lo sviluppo del comparto ed affiancare gli agricoltori nel loro processo di crescita”. E alle Istituzioni regionali dice: “Tra i nodi da affrontare: le difficoltà nel trovare ed utilizzare sementi biologiche, nell’ottica anche della biodiversità e nel mettere in rete le esigenze degli allevatori biologici a rifornirsi di alimenti bio con quelle dei produttori; infine, la morsa burocratica che strangola le aziende biologiche”.

PESCE: PER LA COLDIRETTI IL FALSO MADE IN ITALY E' SERVITO

Fonte: Coldiretti ImpresaPesca  

DA VONGOLE TURCHE A GAMBERI CINESI, NEI PIATTI DEGLI ITALIANI SONO STRANIERI 2 PESCI SU 3: molti dei piatti di pesce consumati in Italia in realtà vengono dall’estero, spacciando per made in Italy quello che non è e taroccando anche le diversespecie sui banchi di vendita. La denuncia di Impresa Pesca Coldiretti a Slow Fish.

Più di due pesci su tre consumati in Italia provengono dall’estero con il rischio evidente che venga spacciato come Made in Italy pesce importato, anche perché al ristorante non è obbligatorio indicare la provenienza. E’ quanto denuncia Coldiretti Impresapesca in occasione dell’incontro “Le frodi: dal mare alla tavola” organizzato a Slow Fish iniziato a Genova nel “Porto Antico” con la costituzione del Comitato scientifico Ambiente mare e acque interne. Dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filetto di brosme spacciato per baccalà, fino all’halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliola, la frode è in agguato sui banchi di vendita dove - sottolinea la Coldiretti Impresapesca - vige l’obbligo dell’etichetta d’origine ma soprattutto al ristorante dove la provenienza di quanto si porta in tavola non deve essere indicata. Tra i trucchi nel piatto più diffusi ci sono anche - continua la Coldiretti - il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, lo squalo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio al posto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o le vongole turche e i gamberetti targatiCina, Argentina o Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa sono vietatissime in quanto pericolosi per la salute. “Coldiretti Impresapesca è impegnata per garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola anche con progetti che riguardano la ristorazione, dove si sta diffondendo la “carta del pesce” per distinguere il prodotto made in Italy mentre enormi passi in avanti sono stati fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Nel 2014 sono stati importati in Italia oltre 731 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 4 per cento rispetto all’anno precedente. Da quest’anno è più facile riconoscere il pesce italiano dall’etichetta grazie all’entrata in vigore dei nuovi regolamenti comunitari il 23 dicembre del 2014 con norme relative all’etichettatura per la messa in commercio dei prodotti ittici (Reg. UE n. 1379/2013) e quelle sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE 1169/2011). Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è, laddovepossibile, di acquistare direttamente dal pescatore o, se da un’attività commerciale, di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Nelle etichette sarà indicata, inoltre, la tecnica di pesca (rete, nasse, strascico, lampara, ecc.) e, su base volontaria, la provenienza esatta di pesci, molluschi e crostacei. Novità – rileva Coldiretti Impresapesca - anche per quanto riguarda le informazioni sul pesce congelato, con l’obbligo di indicata la data di congelamento. Nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”. I prodotti che possono sembrare costituiti da un unico pezzo di pesce – spiega Coldiretti Impresapesca - ma che in realtà sono frutto dell’unione di diverse parti attuata grazie ad altri ingredienti (tra cui additivi ed enzimi alimentari oppure mediante sistemi diversi), dovranno recare l’indicazione “pesce ricomposto”. Le maggiori incombenze per i pescatori - continua impresa pesca Coldiretti - si traducono in maggiori garanzie di identità del pescato o allevato nazionale che consente ai consumatori difare scelte di acquisto piu’ consapevoli in grado di riconoscere e premiare il pesce tricolore.


IL FALSO PESCE MADE IN ITALY
 Nome vero del prodotto
Spacciato per:
Pangasio del Mekong
Cernia
Halibut
Sogliola
Squalo smeriglio
Pesce spada
Filetto di Brosme
Baccalà
Pesce ghiaccio
Bianchetto
Pagro
Dentice rosa
Vongole turche
Gamberetti cinesi
Fonte: Elaborazione Coldiretti Impresa Pesca

martedì 12 maggio 2015

CONSIGLIO EUROPEO AGRICOLTURA: PASSI AVANTI SUL REGOLAMENTO DEL BIOLOGICO

Fonte: Ufficio Stampa Mipaaf

 Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che si è tenuto a Bruxelles il Consiglio europeo dei Ministri dell’agricoltura, a cui ha partecipato il Viceministro Andrea Olivero. Nel corso dei lavori è stata discussa la proposta di compromesso presentata dalla Presidenza Lettone al fine di pervenire ad un accordo in Consiglio (general approach) sulla proposta di regolamento per produzione biologica della Commissione. Durante la discussione in Consiglio sono stati registrati dei progressi ed è obiettivo della delegazione italiana trovare un accordo su un nuovo testo, che tenga conto delle richieste sui limiti delle sostanze non autorizzate e sull’effettuazione dei controlli, nel corso del prossimo Consiglio dei Ministri, previsto per il mese di giugno. “Sono stati compiuti dei progressi - ha commentato il Viceministro Olivero – e cercheremo di raggiungere il consenso su tutto il testo, un provvedimento su cui abbiamo lavorato e contribuito molto nel corso del semestre di Presidenza italiana. Il settore del biologico è per il nostro Paese di rilevante importanza e per tale ragione la nostra attenzione è e continuerà ad essere molto alta su questo dossier. In questo contesto abbiamo sottolineato l’importanza di migliorare il quadro normativo esistente nell’interesse dei produttori assicurando, nel contempo, maggiore trasparenza e fiducia ai consumatori, in linea con le nostre priorità”. Durante il Consiglio sono state anche adottate conclusioni della presidenza sul tema della semplificazione della PAC e la Commissione ha annunciato la propria intenzione di intervenire in alcuni settori specifici. “In questo quadro, guardiamo con grande favore alla volontà della Commissione di semplificare le regole per le Aree di interesse ecologico, soprattutto per i piccoli agricoltori”, ha sottolineato Olivero. Infine, la delegazione italiana ha sostenuto la proposta slovena di chiedere all’ONU di istituire una “giornata mondiale delle api” per sottolineare l’importanza dell’apicultura, proposta che ha raccolto il favore del Consiglio.

COLDIRETTI FERRARA: UN PROGETTO DI CRESCITA PER LE IMPRESE SULLA RESPONSABILITA’ SOCIALE IN COLLABORAZIONE CON LA CCIAA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Lunedì 25 maggio presso la sala conferenza Coldiretti/Unione Agricoltori di Ferrara a Chiesuol del Fosso, alle 21.00 il primo incontro per sensibilizzare le imprese del settore ai temi della responsabilità sociale e delle buone pratiche.

Il progetto, organizzato dalla Camera di Commercio di Ferrara, inizierà con il settore agricolo il prossimo 25 maggio nella sala conferenze di Coldiretti/Confagricoltura a Chiesuol del Fosso. Il percorso, totalmente gratuito per le imprese, si svilupperà con un ciclo di incontri di approfondimento in azienda e di formazione che coinvolgerà il maggior numero di imprenditori ferraresi: primo incontro 25 maggio. La Camera di Commercio di Ferrara è capofila del progetto “Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) per gli imprenditori della provincia di Ferrara”, realizzato in partnership con la Provincia di Ferrara, e finalizzato alla promozione ed alla diffusione della cultura e delle pratiche di RSI nel territorio provinciale. Il progetto formativo e di assistenza alle imprese verrà presentato in una serie di incontri suddivisi per settori: Agricoltura, Turismo, Pesca, Terziario e Manufatturiero. Si tratta di 6 incontri che si svolgeranno non solo a Ferrara, ma anche a Comacchio ed a Goro al fine di facilitare la partecipazione delle imprese:

▸ SETTORE AGRICOLTURA: 25 Maggio alle 21,00 - Ferrara
▸ SETTORE TURISMO: 26 Maggio alle 11,00 - Comacchio
▸ SETTORE TURISMO: 28 Maggio ore 11,00 - Ferrara
▸ SETTORE PESCA: 10 giugno ore 16,30 – Goro
▸ SETTORE SERVIZI ALLA PERSONA-VERDE-PULIZIE-RISTORAZIONE: 16 giugno alle 17.30 - Ferrara
▸ SETTORE MANUFATTURIERO: 18 giugno alle 17.30 - Ferrara

Per iscrizioni e maggiori informazioniconsultare la pagina del sito della Camera di Commercio di Ferrara: http://www.fe.camcom.it/urp/progetto-responsabilita-sociale-dimpresa/un-progetto-di-crescita-per-le-imprese-sulla-responsabilita-sociale

ASSEMBLEA PENSIONATI DI CONFAGRICOLTURA FERRARA: GLI OBIETTIVI PER I PROSSIMI 3 ANNI

Fonte: Confagricoltura Ferrara

“Per i prossimi 3 anni sarò alla guida del sindacato pensionati di Confagricoltura a livello regionale: chiedo il supporto di voi tutti per essere all’altezza del compito che sto svolgendo. La vostra presenza così numerosa quest’oggi dimostra l’importanza di questo sindacato per la tutela dei diritti dei pensionati, in un momento in cui il peso del fisco sta portando ad un progressivo e inesorabile impoverimento di tutte le categorie, la nostra compresa” così Carlo Sivieri, Presidente del Sindacato Provinciale (Ferrara) e Regionale (Emilia Romagna) di Confagricoltura, durante l’Assemblea che si è tenuta sabato 9 maggio scorso, presso l’agriturismo “Corte Scanarola” di Ro Ferrarese. All’appuntamento erano presenti circa 120 associati, a cui il Presidente Sivieri si è rivolto con la sua relazione e l’esposizione del bilancio 2014, approvato all’unanimità. Il Presidente ha ricordato i prossimi appuntamenti, primo fra tutti la visita all’EXPO di Milano per i primi di giugno. Ha inoltre annunciato, in veste di Presidente del Sindacato Regionale, che in settembre si terrà l’Assemblea regionale a Ravenna, presso il ristorante La Campaza. Il Presidente Sivieri non ha mancato di ringraziare tutti i presenti, il personale di Confagricoltura Ferrara che collabora con il Sindacato ed in particolare i componenti del Consiglio Direttivo per il supporto e l’impegno profuso nella realizzazione delle numerose iniziative promosse durante l’anno. Al termine del suo discorso, Sivieri ha ceduto la parola al Direttore di Confagricoltura Paolo Cavalcoli, che ha fatto il punto della situazione agricola attuale soffermandosi sui problemi principali di questo periodo. Durante il suo intervento, in Direttore ha parlato di pensioni, spiegando le conseguenze della bocciatura da parte della Consulta alla manovra varata dal Governo Monti, che bloccò la rivalutazione delle pensioni oltre i 1.450 euro lordi mensili; ha proseguito poi sulla questione Imu e Tasi comunicando agli associati l’intenzione del Comune di Ferrara ad aumentare l’Imu sui terreni agricoli. Spazio anche agli aggiornamenti sul tema relativo a Condifesa di Ferrara sottolineando l’incisiva azione svolta dal Consorzio e da Agrinsieme Ferrara, oltre che ad altri temi di cui si sta occupando in questi giorni l’associazione. Alla fine della mattinata si è tenuto il consueto pranzo e la successiva lotteria, il cui intero ricavato è andato alla Fondazione ADO di Ferrara.

lunedì 11 maggio 2015

IMU AGRICOLA, AGRINSIEME: DAL PARLAMENTO PRIMO SEGNALE POSITIVO. ORA IL GOVERNO TROVI UNA SOLUZIONE DEFINITIVA IN TEMPI RAPIDI

Fonte: Confagricoltura

“Un primo importante risultato delle nostre manifestazioni in tutta Italia.” Così Agrinsieme commenta l’approvazione da parte dell’Aula della Camera della mozione in materia di esenzione dall'Imu per i terreni agricoli e l’impegno assunto direttamente dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi”. “L’Imu – sottolinea il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - è una tassa iniqua e inaccettabile, che rischia di vanificare gli sforzi degli agricoltori che, tra mille difficoltà, stanno cercando di lasciarsi alle spalle la crisi. Non è un caso che sia stata definita una “sciocchezza” dallo stesso dal Presidente del Consiglio”. “Per queste ragioni – prosegue Agrinsieme – siamo soddisfatti della mozione del Parlamento che impegna il Governo a superare al più presto, e comunque al massimo nell'ambito del riordino della local tax, le disposizioni in materia di applicazione dell’Imu agricola. Ci attendiamo che il Governo e il Presidente Renzi, in linea con le dichiarazioni rilasciate nelle scorse settimane, proceda senza indugi per arrivare in tempi brevi ad una soluzione strutturale e definitiva del problema.” “Lo scorso anno – conclude Agrinsieme – l’agricoltura italiana ha perso 2 punti di percentuale di valore aggiunto, rispetto al 2013; i prezzi all’origine sono diminuiti del 4,2% e i redditi, in controtendenza con il resto d’Europa, sono crollati dell’11 %. Non possiamo accettare che il carico fiscale delle aziende agricole si sia triplicato a causa dell’Imu.”

IL CONSORZIO DELLA BONIFICA BURANA INFORMA CHE SONO IN SPEDIZIONE GLI AVVISI DI PAGAMENTO – ANNO 2015

Fonte: Ufficio Stampa Consorzio Bonifica Burana


I consorziati che intendono verificare la propria posizione contribuente (immobili oggetto del contributo, importi relativi al beneficio di bonifica e irrigazione, etc) o richiedere l’aggiornamento di intestazione dell’avviso di pagamento (a seguito di vendite, successioni, etc.) possono rivolgersi al Consorzio con le modalità di seguito indicate:

Le sedi di Modena, Mirandola, Bondeno e San Giovanni in Persiceto ricevono nei seguenti orari:
APERTURA AL PUBBLICO
- dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,30

INFORMAZIONI TELEFONICHE 
- ogni Lunedì, Mercoledì e Giovedì pomeriggio dalle 14,30 alle 17,00

Di seguito i recapiti per recarsi nelle sedi o contattarle:
SEDE DI MODENA (C.so Vittorio Emanuele, 107) Tel: 059/416.511
SEDE DI MIRANDOLA (Via Statale Sud, 35) Tel: 0535/20100
SEDE DI BONDENO (Via Vittorio Veneto, 48/50) Tel: 0532/893010
SEDE DI S. GIOVANNI IN PERSICETO (Via Circonvallazione Dante, 44) Tel: 051/6875207


APERTURA STRAORDINARIA DI SPORTELLI SUL TERRITORIO


CASTELFRANCO EMILIA - c/o Biblioteca Comunale “ Sala Don Ferdinando
                                                     Casagrande “ – Piazza della Liberazione, 5
            Il primo venerdì di ogni mese per tutto l’anno dalle 8,30 alle 13,00
            e Martedì 26 maggio dalle 8,30 alle 13,00
                       
VALSAMOGGIA loc. BAZZANO  - c/o Municipio “ Sala 11 Settembre “
                                                                   Via Venturi, 1
                        Sabato 23 maggio dalle 8,30 alle 13,00

FANANO  -  c/o Municipio - Piazza Marconi, 1
                        Mercoledì 27 maggio e 10 giugno dalle 9,30 alle 13,00

MONTESE  - c/o Municipio - Via Panoramica, 60
                        Lunedì 18 maggio e 1 giugno dalle 9,30 alle 13,00

PAVULLO  - c/o Unione dei Comuni del Frignano  - Via Giardini, 15
                        (ex Comunità Montana)
            Mercoledì 20 e 27 maggio dalle 9,00 alle 12,00
            Mercoledì 3 e 10 giugno dalle 9,00 alle 12,00
           
PIEVEPELAGO  -  c/o Biblioteca Comunale - Piazza Vittorio Veneto, 16
                        Lunedì 25 maggio e 8 giugno dalle 9,30 alle 13,00

SESTOLA  - c/o I.A.T. del Cimone Ufficio Turistico – Corso Umberto I, 3
                       Giovedì 4 e 11 giugno dalle 9,30 alle 13,00

POGGIO RUSCO  - c/o container Uffici Comunali – Via Garibaldi, 11
                        Lunedì 18 e 25 maggio dalle 9,00 alle 12,00
                        Lunedì 1 e 8 giugno dalle 9,00 alle 12,00

SERMIDE  - c/o Municipio – Piazza Plebiscito, 1
            Mercoledì 20 e 27 maggio dalle 9,00 alle 12,00
            Mercoledì 3 e 10 giugno dalle 9,00 alle 12,00

Inoltre è sempre attivo il n° verde 800 324464 che fornisce alcune utili informazioni tramite un risponditore automatico.

SITO INTERNET
Sul sito web www.consorzioburana.it è sempre attivo il servizio “Contribuenza facile” che consente di fornire informazioni dettagliate ai consorziati su quanto pagano e perché, mostrando gli elementi catastali degli immobili agricoli ed extragricoli oggetto di imposizione.

venerdì 8 maggio 2015

ASPARAGO VERDE DI ALTEDO IGP: E' INIZIATA LA CAMPAGNA

Fonte: ufficio stampa CSO

ASPARAGO VERDE DI ALTEDO IGP: AL VIA LA CAMPAGNA E LE PROMOZIONI SUL TERRITORIO

E’ stagione di asparagi e nel territorio di Altedo in provincia di Bologna e di Mesola in Provincia di Ferrara, le due aree riconosciute in Europa per la produzione dell’IGP, si stanno realizzando importanti iniziative che coinvolgono migliaia di consumatori da tutta Italia. L’Asparago Verde di Altedo IGP ha dato avvio alla campagna di produzione con una buona partenza in termini commerciali e di qualità, si è registrata poi una fase in frenata a causa del clima poco favorevole per le temperature troppo basse. Dall’ultima settimana, invece, la produzione sta presentando caratteristiche qualitative veramente eccellenti grazie alle temperature di questi giorni. “ L’asparago Verde di Altedo IGP – dichiara il Presidente del Consorzio Gianni Cesari – presenta , in questo momento, caratteristiche qualitative veramente eccezionali perché in questi giorni la temperatura è ideale per fare emergere i turioni e riusciamo a commercializzare asparagi nati entro le 24 ore. La domanda è in crescita – prosegue Cesari – e auspichiamo una buona campagna per i nostri produttori.” L’asparago Verde di ALTEDO IGP presenta caratteristiche uniche riconosciute sul mercato nazionale grazie alla varietà utilizzata nel disciplinare di produzione. Si tratta della varietà Eros messa a punto dal Professor Falavigna tanti anni fa proprio utilizzando materiale varietale di Altedo e lavorando quindi per un adattamento ottimale al territorio vocato di Altedo e Mesola. Una campagna con prodotto dalle eccellenti caratteristiche qualitative riconoscibili anche visivamente con turioni la cui freschezza è garantita dalle punte chiuse ed una base di ¾ cm bianchi che sono l’indicatore che il prodotto è nato entro le 24 ore. L’eccellenza dell’Asparago Verde di Altedo IGP sarà presentata ai consumatori nel corso delle iniziative previste nell’ambito delle Sagre di Mesola 9/10 Maggio con degustazioni gratuite, escursioni in battello nel Delta del Po, laboratori per bambini ( www. prolocomesola.it). Per Altedo la Sagra debutta il 14 maggio e prosegue fino al 24 maggio con innumerevoli eventi gastronomici e animazioni. ( www.comunedimalalbergo.bo.it). “ L’Asparago Verde di Altedo IGP – dichiara Paolo Bruni – Presidente di CSO – è una delle eccellenze IGP della Regione Emilia Romagna che il CSO segue da molti anni. Si tratta di uno dei prodotti più straordinari della nostra cultura gastronomica e produttiva e merita la fama internazionale che gli viene riconosciuta grazie soprattutto all’impegno e agli sforzi di promozione messi in atto negli anni dai produttori del territorio .”

IMU: AGRINSIEME FERRARA E' CONTRO L'AUMENTO

Fonte: Confagricoltura Ferrara

AGRINSIEME FERRARA: NON AUMENTATE L’IMU DEI TERRENI AGRICOLI LE AZIENDE SONO AL COLLASSO!

Non aumentate la aliquote Imu dei terreni agricoli! E’ questo l’appello che Agrinsieme Ferrara lancia alle amministrazioni comunali della provincia di Ferrara, dopo che alcune di loro, per riequilibrare bilanci deficitari, hanno annunciato aumenti ad Imu e Tasi che graverebbero pesantemente sulle già precarie condizioni della aziende del settore. In particolare il Comune di Ferrara nei giorni scorsi ha annunciato l’aumento dallo 0,9% all’1,02% dell’aliquota base Imu, che qualora venisse applicata anche ai terreni agricoli, come pare essere nelle intenzioni dell’amministrazione, si tradurrebbe in un aumento addirittura del 13,33%. “La materia fiscale – afferma il coordinatore di Agrinsieme Ferrara Pier Carlo Scaramagli – è stata oggetto di recenti ed innumerevoli modifiche che non hanno tenuto in nessun conto le peculiarità del settore agricolo, la cui componente immobiliare, costituita da terreni e fabbricati agricoli, incide fortemente nel processo produttivo delle imprese. E’ fondamentale non incrementare ulteriormente la pressione fiscale per le aziende agricole, anche considerando che quello agricolo è stato fino ad oggi forse l’unico settore che seppur con notevoli difficoltà, ha retto meglio di altri l’impatto della crisi economica degli ultimi anni in termini occupazionali (ed è ben conosciuto quanto l’occupazione nel settore agricolo rappresenti una quota importante del mercato del lavoro del nostro territorio) perché un inasprimento della tassazione renderebbe impossibile la sopravvivenza economica di molte imprese. Le aziende agricole ferraresi sono oggi messe a dura prova dal continuo aumento dei costi di produzione – prosegue il coordinatore di Agrinsieme Ferrara - dalle disparità di valore nelle filiere, dalle quotazioni all’origine non remunerative e sono fortemente penalizzate dalla burocrazia. Sappiamo perfettamente che il fisco sui terreni quest’anno sarà più pesante, per effetto della rivalutazione della base imponibile dei terreni ai fini delle imposte dirette che è del 15% per il 2014 (oggetto dell’attuale dichiarazione dei redditi) e del 30% per il 2015 (5% per il 2014 e 10% per il 2015 per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali), incrementi che vanno a sommarsi all’usuale rivalutazione prevista dall’art. 50 della legge 662/96, che è dell’80% per il reddito dominicale e del 70% per il reddito agrario. Non bastasse, il commissario alla spending review ha presentato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi un dossier con tagli previsti in tutti i settori, ma quello maggiormente colpito sarà il comparto agricolo, dal quale lo Stato pare voler recuperare 331 milioni nel 2016 e 472 milioni nel 2017 agendo su fattori come, ad esempio, la revisione dell’accisa sul gasolio agricolo, la cancellazione degli sconti sui trasferimenti di terreni a coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, maggiori tassazioni in capo agli agriturismi. In un contesto che si presenta quanto mai fosco, non sarebbe sopportabile anche un aumento dell’Imu. Il settore agricolo non si è mai sottratto ai propri obblighi anzi, si è accollato la propria grossa fetta di sacrifici, ma l’Imu per il settore continua ad essere una tassa iniqua ed estremamente penalizzante per tutte le aziende agricole. Le amministrazioni locali si facciano interpreti della giusta attenzione al comparto dell’agricoltura – conclude Scaramagli - che rappresenta una voce ed una realtà strategica non solo dal punto di vista economico ed occupazionale, ma anche di presidaio del territorio”.