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giovedì 9 aprile 2015

IMU AGRICOLA: COLDIRETTI E-R, BENE RENZI ORA PALLA PASSA AI SINDACI

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

E’ positivo l’impegno del presidente del Consiglio Matteo Renzi ad intervenire sull’Imu sui terreni agricoli e ci auguriamo che esca estesa e rafforzata la scelta equa e coraggiosa di esentare le imprese agricole professionali riconoscendo il ruolo economico e di presidio territoriale di chi lavora e vive di agricoltura. E’ quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna in riferimento alla conversazione su twitter sugli interventi previsti nel Def e nel Piano nazionale riforme del presidente del Consiglio. Facciamo anche appello a tutti i sindaci – ha detto Coldiretti regionale – affinché venga ridotta al minimo l’aliquota da applicare quest’anno ai terreni agricoli nei comuni interessati.

COLDIRETTI: CON EXPO IN ARRIVO 8 MILIONI DI TURISTI STRANIERI, SI STIMANO 5,4 MLD DI EURO DI INCASSI, CON UN TERZO DEL BUDGET DESTINATO ALLA TAVOLA MADE IN ITALY

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Coldiretti ha elaborato i dati stimati di arrivo dei turisti stranieri in occasione di EXPO Milano 2015, con le previsioni di spesa che riguarderanno sia l’alloggio che i trasporti, ma ovviamente anche l’agroalimentare made in Italy e tutto il sistema della ristorazione.

Con l’Expo sono in arrivo in Italia 8 milioni di stranieri in piu’, per un totale di 59 milioni di arrivi, che generano una spesa aggiuntiva stimata in 5,4 miliardi. E’ quanto emerge dalla prima analisi Coldiretti sull’impatto economico dell’arrivo dei turisti stranieri per l’Expo 2015 in occasione della presentazione del “Terminal del Gusto” che, nel porto di Civitavecchia, in località denominata Calata Principe Tommaso di Savoia, darà nuova vita agli antichi mercati Traianei ed avrà il compito di accogliere i turisti croceristi e passeggeri in transito sui traghetti per le isole maggiori. L’agroalimentare Made in Italy si afferma - sottolinea la Coldiretti - come il vero motore della presenza dei turisti stranieri in Italia per l’Expo che si traduce in occasioni per mangiare fuori, ma anche nell’acquisto di souvenir del gusto. La spesa media per arrivo è stimata in 675 euro ed è destinata per un terzo (32 per cento) all’acquisto di prodotti alimentari o ai pasti consumati in ristoranti, trattorie o pizzerie. Nel dettaglio - precisa la Coldiretti - il 18 per cento delle spese sostenute da turisti stranieri nel corso del soggiorno in Italia per l’Expo sono riconducibili ai pasti consumati in ristoranti, pizzerie, bar, caffè e rosticcerie per un totale di oltre un miliardo di euro ai quali vanno aggiunti 750 milioni di euro riconducibili all’agroalimentare per acquisti in supermercati e negozi di prodotti tipici locali che pesano per il 14 per cento. L’acquisto di prodotti tipici come ricordo della permanenza in Italia per l’Expo è favorita - sottolinea la Coldiretti - dalle molteplici occasioni di valorizzazione dei prodotti locali avviate lungo tutta la penisola, con percorsi enogastronomici, città del gusto, mercati degli agricoltori di Campagna Amica, feste e sagre di ogni tipo. L'Italia è l’unico paese al mondo che - precisa la Coldiretti - puo' contare anche sulla leadership europea nella produzione biologica e nell'offerta di prodotti tipici con ben 269 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario, 4813 specialità regionale e 415 vini di alta qualità, ma anche una presenza di residui chimici nei cibi di appena lo 0,6 per cento, dieci volte inferiore alla media dei Paesi extracomunitari e meno della metà della UE. Tra le altre voci di spesa significative ci sono quelle per l’alloggio e i trasporti che - stima la Coldiretti - assorbono il 25 per cento del budget disponibile per un totale stimato in 1,35 miliardi, anche per effetto dei rincari che si sono verificati attorno all’area espositiva e quelle nell’acquisto di abiti, calzature ed altri oggetti di manifattura per un importo di oltre 1,3 miliardi, pari al 24 per cento. Piu’ contenute le spese per attività culturali, ricreative e di intrattenimento svolte durante il soggiorno in Italia per una cifra che supera i 900 milioni (17 per cento) Particolarmente significativa - continua la Coldiretti - è la distribuzione geografica della spesa condizionata dalle destinazioni che sono molteplici per la stragrande maggioranza degli arrivi. Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli sono tra le tappe irrinunciabili, ma non manca la richiesta di percorsi alternativi alla scoperta delle produzioni alimentari tipiche, dalle campagne toscane a quelle piemontesi, dall’Emilia alla Puglia fino in Sicilia dove il buon cibo viene abbinato al mare. “L’ Expo avrà veramente successo solo se sapremo create le condizioni per prolungare il soggiorno dei visitatori stranieri al di fuori della area espositiva di Milano con nuove attrazioni lungo tutta la Penisola nelle città e nelle campagne”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’Italia puo’ contare su un sistema di quasi ventunmila agriturismi, quasi diecimila fattorie e mercati degli agricoltori dove poter acquistare prodotti genuini direttamente dal produttore, ma anche su iniziative ad hoc per lasciare della permanenza in Italia un ricordo indimenticabile”.





LE SPESE DEI TURISTI STRANIERI IN ITALIA PER L’EXPO
Voce di spesa
Milioni di euro
%
Pasti consumati in ristoranti, trattorie e pizzerie
1000
18
Acquisti alimentari in supermercati e negozi di prodotti tipici locali
750
14 
Alloggio e trasporti
1350
25
Abiti, calzature e altri oggetti di manifattura
1300
24
Attività culturali, ricreative e di intrattenimento
900
17
Altro
100
Totale
5400
100

ARPA EMILIA - ROMAGNA: TEMPERATURE MINIME DELLA MATTINA DEL 9 APRILE E PREVISIONI PER IL 10

Fonte: Arpa-Simc, Area Agrometeoorlogia Territorio e Clima

Questa mattina, giovedì 9 aprile, le temperature minime registrate in pianura dai sensori della rete regionale si sono avvicinate ma non sono scese a valori inferiori allo zero. Al suolo si è comunque verificata localmente ancora la presenza di brina.

Previsione per venerdì 10 aprile:
Le temperature sono in progressivo aumento, per domani mattina non sono quindi attese temperature inferiori allo zero; permanendo comunque una situazione di stabilità atmosferica e assenza di nuvole, non si possono escludere lievissime locali brinate al suolo in aree topograficamente depresse.

mercoledì 8 aprile 2015

ARPA EMILIA - ROMAGNA: TEMPERATURE MINIME DELLA MATTINA DELL'8 APRILE E PREVISIONI PER IL 9

Fonte: Arpa-Simc, Area Agrometeoorlogia Territorio e Clima

Nonostante l'arrivo di aria più mite in quota, le condizioni di assenza di nuovolosità e di vento presenti la scorsa notte hanno favorito la diminuzione delle temperature alle quote più basse (perdita di calore radiativo). Come ieri mattina le minime sono scese al di sotto dello zero in vaste aree di pianura. Le temperature, sia in quota, sia le massime giornaliere sono in progressivo aumento, ma a causa delle le condizioni di stabilità previste per la prossima notte, non è possibile escludere ancora gelate per la mattina di domani, giovedì 9 aprile.

martedì 7 aprile 2015

SALUTE, CONFAGRICOLTURA: “PER CURARE GLI ANIMALI GLI ANTIBIOTICI SONO INDISPENSABILI, MA IL LORO UTILIZZO VA RAZIONALIZZATO E RIDOTTO AL MINIMO APPLICANDO LE BUONE PRASSI DI ALLEVAMENTO E LE MISURE DI BIOSICUREZZA E DI PROFILASSI VACCINALE”

Fonte: Confagricoltura

“Da anni Confagricoltura sta affrontando il problema del fenomeno dell’antibiotico resistenza con le istituzioni nazionali ed europee e con gli altri componenti della filiera. Va però sottolineato come le carni italiane immesse sul mercato sono sicure e prive di residui di antibiotici, come richiede la vigente normativa, segno anche della professionalità di allevatori e veterinari”. E’ il commento di Confagricoltura alle dichiarazioni del ministro per la Salute Beatrice Lorenzin - nel corso della conferenza stampa sulla ‘Giornata mondiale della salute’ - sulla resistenza agli antibiotici che è un problema mondiale. Ad avviso di Confagricoltura “negli allevamenti l’utilizzo degli antibiotici è indispensabile, ed ormai comporta anche risvolti etici che gli allevatori prendono sempre più in considerazione. Gli antibiotici hanno il fine di curare l’animale garantendone il benessere, ma ne va razionalizzato l’utilizzo con il criterio di ‘quando serve e quanto basta’, titolo del convegno tenuto nei mesi scorsi in sede Confagricoltura su tale tematica per promuovere l’utilizzo razionale degli antimicrobici. In tale occasione si è discusso dell’importanza di limitare l’utilizzo prevenendo l’insorgenza delle malattie applicando le corrette prassi di allevamento, le misure di biosicurezza e di profilassi vaccinale”. Avverte Confagricoltura: “La scelta del trattamento deve portare al miglior risultato terapeutico, con il minore rischio di indurre antibiotico resistenza. I risultati si vedono tanto che, lo stesso ministro, oggi, ha ricordato che, nell’ultimo triennio, si è ridotto del 30% l’uso degli antibiotici per gli animali”. Il mondo agricolo, quindi, si sta impegnando per limitare l’abuso ingiustificato dell’utilizzo di antimicrobici, ma è una goccia in mezzo al mare se non si accende l’attenzione su una razionalizzazione dell’utilizzo degli antibiotici anche in campo umano, sia nelle strutture ospedaliere sia nell’utilizzo tra le mura domestiche, principale fonte dell’insorgenza di antibiotico resistenza come scientificamente dimostrato.

CIA FERRARA: QUALITÀ E SPIRITO GREEN: ARRIVA L’AGRICATERING

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

Ideato e organizzato da Donne in Campo e Cia Nazionale il catering di prodotti agricoli di qualità arriverà presto anche in Emilia-Romagna e a Ferrara

Un patrimonio di sapori agricoli, antiche ricette contadine e soprattutto la creatività e lo spirito di iniziativa delle donne che lavorano in agricoltura. Arriva l’AgriCatering, un progetto promosso dalle imprenditrici agricole di Donne in Campo della Cia per offrire un servizio di catering preparato con prodotti agricoli di stagione. Dal lavoro in campagna alla tavole, dunque, per creare un rapporto diretto fra produttore e consumatore e offrire la qualità dei prodotti freschi, praticamente cucinati appena raccolti e un patrimonio straordinario fatto di tradizioni e valori da rivivere e tramandare. «Attraverso l’AgriCatering – spiega Sofia Trentini, presidente Donne in Campo Emilia-Romagna – le imprenditrici agricole potranno valorizzare le eccellenze produttive locali e tipiche del nostro territorio, prodotte direttamente in azienda e proporle al pubblico attraverso un servizio di ristorazione di alta qualità, dal campo alla tavola. Un progetto nazionale che rappresenta una grande opportunità per le imprenditrici agricole di Ferrara e della nostra regione perché consentirà di integrare il reddito da lavoro agricolo ma anche contribuire alla difesa dell’ambiente, grazie a una filiera cortissima che utilizza le produzioni locali. Tutto grazie alla forte capacità di innovare nel senso della multifunzionalità delle donne che lavorano in agricoltura, – sono “rosa” la maggior parte di agriturismi e fattorie didattiche – un lavoro che deve essere valorizzato perché è un patrimonio culturale ed economico che può fare da motore per l’intero settore agricolo». Secondo i promotori del progetto l’AgriCatering, già partito in Toscana e Basilicata, ha un potenziale economico nazionale davvero interessante, che potrebbe arrivare a 150 milioni di euro l’anno. L’intero servizio è disciplinato da regolamento piuttosto rigido che Donne in Campo hanno voluto per garantire la qualità del servizio al pubblico. Il disciplinare indica innanzitutto che i prodotti agricoli debbano provenire direttamente dall’azienda (singola o associata) e quindi essere coerenti con il territorio di produzione e lo spazio rurale dove vengono prodotti. Inoltre dovranno essere proposte ricette della tradizione del territorio di riferimento, offrendo in particolare quelle legate alle culture rurali e alla biodiversità locale. Grande attenzione anche per l’ambiente grazie a filiere cortissime ed a pietanze che dovranno essere preparate con la minor quantità di combustibile e proposte all’interno di suppellettili lavabili o contenute materiali biodegradabili. Un AgriCatering, dunque, fortemente green. «Anche l’Emilia-Romagna, grazie al lavoro di Donne in Campo e Cia – conclude Sofia Trentini – sarà presto coinvolta nel progetto. Abbiamo già sperimentato con successo il servizio sul Treno Verde che farà tappa in tutta la penisola portando i prodotti italiani d’eccellenza verso Expo. Le imprenditrici agricole nella nostra regione hanno a disposizione un patrimonio di sapori e saperi davvero unici, un potenziale produttivo e culturale che potrà diventare sicuramente un servizio di catering agricolo di eccellenza.»

venerdì 3 aprile 2015

ETICHETTATURA, MIPAAF: 9 ITALIANI SU 10 VOGLIONO ORIGINE CHIARA E LEGGIBILE DI OGNI ALIMENTO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali  

MARTINA: OLTRE 26MILA PARTECIPANTI ALLA NOSTRA CONSULTAZIONE PUBBLICA

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è conclusa la consultazione pubblica online tra i cittadini sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari. Sono stati oltre 26.500 i partecipanti che hanno espresso il proprio punto di vista, rispondendo ad un questionario con 11 domande sull'importanza della tracciabilità dei prodotti, della indicazione dell’origine e della trasparenza delle informazioni in etichetta. Oltre il 96% dei consumatori ha dichiarato che è molto importante che sull’etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l’origine dell’alimento e per l’84% è fondamentale ci sia il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione. Per 8 italiani su 10 assume un’importanza decisiva al momento dell’acquisto che il prodotto sia fatto con materie prime italiane e sia trasformato in Italia, a seguire il 54% controlla che sia tipico, il 45% verifica anche la presenza del marchio Dop e Igp, mentre per il 30% conta che il prodotto sia biologico. Per 9 su 10 è importante conoscere l’origine per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, mentre per il 70% è utile per questione etiche, come il rispetto delle normative sul lavoro. Gli italiani quindi vogliono conoscere sempre l’origine delle materie prime in particolare su alcuni prodotti come le carni fresche e il latte fresco (95%), i prodotti lattiero-caseari come yogurt e formaggi (90%), la frutta e verdura fresca tagliata già pronta per l’uso (88%), le carni trasformate come salumi e insaccati, carne in scatola (87%) o il riso (81%). Per quanto riguarda il luogo dove avviene la trasformazione per oltre 18mila persone (70%) è sempre fondamentale che sia indicato in etichetta in modo chiaro, e per l’86% è molto importante avvenga al 100% in Italia. Quasi 22mila persone (82%) hanno poi dichiarato che sono disposte a spendere di più per avere la certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto, con quasi la metà pronta a pagare dal 5 al 20% in più. L'iniziativa fa parte delle misure di 'Campolibero' della Legge Competitività e ha avuto l'obiettivo di coinvolgere la collettività su una questione decisiva come la trasparenza delle informazioni in etichetta sugli alimenti. Un ulteriore effetto della consultazione è allinearsi ai principi generali dell'Unione europea, dove la condivisione dei contenuti delle decisioni pubbliche costituisce da tempo una prassi consolidata. "Abbiamo avuto una partecipazione straordinaria – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – con più di 26mila consumatori e operatori che ci hanno detto cosa vogliono leggere in etichetta. La risposta è stata univoca: l’indicazione chiara dell’origine della materia prima è un dato fondamentale per un’informazione trasparente e per la prevenzione delle frodi. Oggi siamo più forti, perché presenteremo a Bruxelles questi risultati insieme a delle proposte incisive per rendere le norme nazionali sull’etichetta ancora più efficaci, in linea con le nuove disposizioni dell'Unione Europea. Non si è trattato di un questionario puro e semplice, ma di uno strumento di condivisione con i consumatori degli indirizzi politici su una materia che incide sulla vita di ogni giorno. Per noi valorizzare l’origine è un tratto distintivo e l’etichettatura è il mezzo che consente al consumatore di scegliere in modo consapevole". “Allo stesso tempo siamo impegnati per il ripristino dell’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta. Da un lato portiamo avanti una battaglia in Europa per la modifica del Regolamento e l’inserimento di questa informazione come obbligatoria, dall’altro stiamo lavorando con i tecnici della Commissione Ue per poter introdurre una norma nazionale che valga in Italia. La trasparenza e la correttezza delle informazioni al consumatore – ha concluso Martina – quando si parla di cibo è un diritto che dobbiamo assicurare in ogni modo ai cittadini e continueremo a lavorare sempre in questa direzione”.

Qui i risultati della consultazione pubblica:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8531

giovedì 2 aprile 2015

OBBLIGO INDICAZIONE D’ORIGINE IN ETICHETTA, OI GRAN SUINO ITALIANO: “CHE TALE OBBLIGO SIA ESTESO IN FUTURO ANCHE AI PRODOTTI DI SALUMERIA”

Fonte: Organizzazione Interprofessionale Gran Suino Italiano

L’Organizzazione Interprofessionale del Gran Suino italiano, impegnata da tempo nel perseguimento delle strategie di valorizzazione delle carni suine d’origine nazionale, plaude all’introduzione dell’obbligo in etichetta del luogo di origine come indicato dal Regolamento europeo 1337/2013 in vigore dal 31 marzo 2015. Pur tuttavia evidenzia l’importanza di tenere alta la guardia sui controlli e sulla tracciabilità dei prodotti lungo la filiera, a garanzia della sicurezza alimentare e della salute dei consumatori. “È imprescindibile che specialmente nella fase iniziale – osservano i vertici dell’Interprofessione suinicola - siano dispiegate tutte le energie necessarie affinché vi sia la certezza dell’autenticità delle informazioni riportate in etichetta. Servono pertanto disciplinari chiari e dettagliati oltre a verifiche costanti da parte delle Autorità per la tutela dei consumatori”. L’Organizzazione interprofessionale ritiene che tale obbligo sia da estendere anche all’etichettatura dei prodotti da salumeria. “E’ altresì improrogabile - conclude l’OI Gran Suino italiano - siglare un patto con la Grande distribuzione per garantire una trasparente e certa tracciabilità e per evitare che cia sia qualcuno incline a spacciare per italiani i prodotti realizzati con carni estere”.

CONSUMI: ARRIVA PASTA DEL CONTADINO, CON FARINA E UOVA MADE IN ITALY

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

La pasta, alimento principe sulle tavole italiane, dal 31 marzo potrà essere acquistata direttamente dal contadino che la produce con farina e uova dell’azienda stessa. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna ricordando che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che, come già avvenuto per il pane, consente agli imprenditori agricoli di produrre e vendere pasta fresca o secca nell’ambito della normale attività agricola. “È un risultato ottenuto grazie all’impegno della nostra organizzazione – ha detto il direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Marco Allaria Olivieri – che avrà una duplice valenza perché risponde alla domanda di quel numero sempre più alto di consumatori che si rivolgono direttamente agli agricoltori per acquistare i prodotti che portano a tavola, avendo la garanzia di acquistare una pasta prodotta con farina e uova aziendali, e all’impresa agricola di produrre al suo interno uno degli alimenti più consumati dagli italiani”. In questo modo – commenta Coldiretti – viene ampliata la gamma di prodotti che i cittadini dell’Emilia Romagna potranno acquistare nei 160 mercati di Campagna Amica, 30 botteghe italiane e 820 aziende agricole che fanno vendita diretta. Gli emiliano romagnoli – ricorda Coldiretti – sono tra i maggiori consumatori di pasta in Italia, con 28 chilogrammi a testa (sono 26 chilogrammi a livello nazionale). Nello stesso provvedimento è stata inserita una buona notizia anche per le aziende agricole di collina e montagna che fanno attività di attività di cura del bosco. La lavorazione del legno per tavole e travi destinate ad attività artigianali di edilizia e falegnameria è considerata anch’essa attività agricola e come tale trattata con lo stesso regime fiscale.

AVVISO POSSIBILI GELATE

Fonte: Arpa Emr -Simc, Area Agrometeorologia Territorio e Clima

Nei prossimi giorni è previsto l'arrivo di aria fredda, le temperature caleranno, soprattutto ad inzio settimana. In condizioni di cielo sereno e assenza di vento si potranno verificare gelate alle prime ore del mattino. In base alle attuali previsioni i giorni più probabili per gelate tardive sono lunedì 6 e martedì 7 aprile.

mercoledì 1 aprile 2015

QUOTE LATTE PER TRASFORMAZIONE IN FORMAGGIO DOP, AGRINSIEME EMILIA ROMAGNA: “GRANDE SEGNO DI MATURITÀ DEGLI ALLEVATORI DEL CONSORZIO PARMIGIANO REGGIANO. COMPRESE APPIENO LE POTENZIALITÀ DEL PACCHETTO LATTE”

Fonte: Agrinsieme

Bologna, 1 aprile 2015 – “E’ un grande segno di maturità degli allevatori del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Nel giorno in cui cessa il regime europeo delle quote latte, sono state comprese appieno le potenzialità dello strumento di regolazione dell'offerta varato un anno e mezzo fa dall'Assemblea del Consorzio, ossia il Pacchetto Latte: una delle priorità nella programmazione dell’Ente di tutela che ha ottenuto l’approvazione dei caseifici e dei produttori di latte”. Commenta così Guglielmo Garagnani, coordinatore di Agrinsieme Emilia Romagna - il raggruppamento di Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare con oltre 40mila imprese associate - la notizia che il 98% degli allevatori del Consorzio abbia aderito alle quote latte da destinare alla trasformazione in formaggio Dop, entro la scadenza fissata al 31 marzo 2015. “Per far fronte alla grave crisi di prezzo, è improrogabile – rimarca il coordinatore di Agrinsieme Emilia Romagna - la programmazione e regolazione dell’offerta e l’adesione “in massa” alle quote latte per il Parmigiano Reggiano significa che il mondo degli allevatori, unito, ha fatto proprio l’obiettivo del Pacchetto Latte teso a rafforzare il ruolo dei produttori all’interno della filiera”. “Oggi gli allevatori, il sistema produttivo e il Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, ne escono rafforzati” conclude Garagnani.

ETICHETTATURA, MARTINA: BENE REGOLAMENTO UE. TRACCIABILITÁ E TRASPARENZA FONDAMENTALI PER GARANTIRE SICUREZZA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che scatta da oggi l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di allevamento e macellazione delle carni suine, ovi-caprine e pollame così come indicato nel regolamento europeo 1337/2013. “Da oggi un’etichetta più trasparente per queste carni – ha commentato il Ministro Maurizio Martina - completa un lavoro fatto dall’Italia a Bruxelles fin dal momento in cui abbiamo dovuto affrontare il caso della mucca pazza. Questo regolamento, così come ogni strumento che rende più trasparente l’etichetta, va nella giusta direzione. Per noi l’origine dei prodotti – ha concluso il Ministro - è fondamentale e per questo motivo continueremo un serio impegno sull’origine come tratto distintivo del lavoro delle nostre aziende e per una più forte garanzia per la sicurezza dei consumatori.”

ETICHETTATURA CARNI: DA OGGI OBBLIGATORIA L’INDICAZIONE DELL’ORIGINE PER QUELLE SUINE, AVICOLE E OVINE. CONFAGRICOLTURA: “LA TRASPARENZA È STIMOLO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLE NOSTRE PRODUZIONI DA TUTELARE E VALORIZZARE ANCHE A LIVELLO INTERNAZIONALE”.

Fonte: Confagricoltura

I consumatori di carne di suino, ovino e volatile da oggi possono leggere in etichetta le informazioni relative al luogo in cui l’animale è stato allevato e macellato. In più potranno avere la certezza di acquistare un prodotto interamente italiano se sul prodotto compare la scritta relativa all’origine. Da oggi, infatti, entra in vigore il Regolamento europeo 1337/2013, uno degli atti delegati previsti dal Regolamento 1169/11 sulle informazioni da comunicare al consumatore. L’etichettatura è valida solo per le carni suine, avicole e ovine, e non per i prodotti da essi derivati (prosciutti, salumi, etc.). In particolare, sull’etichetta delle carni verranno riportate le seguenti diciture: “Allevato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo; “Macellato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo. E’ possibile anche inserire il termine “Origine…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo. In pratica soltanto se sarà riportato in etichetta la dicitura “Origine” il consumatore avrà la certezza di acquistare un prodotto interamente italiano. “La trasparenza delle etichette è un nuovo stimolo per il miglioramento della qualità – afferma Confagricoltura –. L’entrata in vigore del Regolamento è un provvedimento importante che accogliamo con favore, poiché va nell’interesse dei produttori e dei consumatori. Ora occorre continuare a lavorare con impegno per favorire la tutela delle nostre produzioni anche a livello internazionale, facendo sì che vi sia omogeneità nelle normative e negli standard qualitativi a garanzia dei diritti dei consumatori e dei produttori. “In Italia – aggiunge Confagricoltura - i protocolli di allevamento, macellazione e commercializzazione sono rigorosi, i controlli sono accurati e il costo del lavoro è oneroso: è necessario che queste specificità vengano conosciute e valorizzate dal mercato, per assicurare un futuro dignitoso alla filiera zootecnica”.


CHE COSA INDICANO LE VARIE DICITURE IN ETICHETTA

LO ZUCCHERO ITALIANO ALL’ATTENZIONE DELLE ISTITUZIONI

Fonte: Coprob  

COPROB ha presentato in Commissione Agricoltura del Senato ragioni e valori della filiera bieticolo-saccarifera nazionale, raccogliendo sensibilità e disponibilità per sostenere la continuità della produzione di zucchero

Minerbio, 1 aprile 2015 – COPROB - la prima impresa di produzione di “zucchero italiano 100%” commercializzato con il marchio Italia Zuccheri - ha presentato ieri in audizione davanti alla Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica le difficoltà del settore, ma anche le iniziative necessarie alla continuità della filiera bieticolo saccarifera nazionale. Nel corso dell’audizione è emerso che - a fronte di un’ottima capacità produttiva aziendale e nonostante l’impegno profuso dalla Cooperativa nel ridurre i costi di produzione lungo tutta la propria filiera - il crollo dei prezzi dello zucchero, scesi negli ultimi due anni mediamente di circa il 40% a livello UE, sta penalizzando tutti i produttori comunitari e sta mettendo a rischio la stessa continuità della filiera nazionale. Massima attenzione e sensibilità è stata manifestata da parte dei Senatori intervenuti, che, dopo aver condiviso la strategicità della produzione di zucchero in Italia, hanno sollecitato l’adozione di misure e interventi attesi, almeno in parte, da anni e che corrispondono al rispetto di impegni governativi già assunti e ripetutamente confermati anche dallo stesso Esecutivo in carica. “COPROB – ha ricordato il Presidente Claudio Gallerani – è una impresa cooperativa italiana, forte del sostegno di oltre 5.900 aziende agricole associate attive in Emilia Romagna e in Veneto, che approvvigiona il mercato nazionale e genera benefici a favore di imprese e lavoratori dei nostri territori. Rappresentiamo un valore profondo per la filiera agricola, consentendo di mantenere la rotazione tra colture secondo le migliori pratiche ambientali”. COPROB ha ribadito tra l’altro la massima urgenza per la completa erogazione dei 46 milioni di euro di aiuti nazionali destinati all’intero settore e riferiti alle campagne del 2009 e del 2010, ha chiesto la salvaguardia degli attuali aiuti accoppiati PAC ai bieticoltori anche per il futuro e ha sollecitato l’immediata operatività delle misure agroambientali a sostegno della barbabietola già previste dai Piani di Sviluppo Regionali. Illustrando lo scenario critico comunitario e le sempre maggiori esigenze di competitività del nostro sistema Paese nel contesto internazionale, COPROB ha evidenziato la necessità che le Istituzioni tutte promuovano una politica a favore dell'equilibrio di mercato anche contenendo le importazioni Extra UE e ha chiesto interventi per ridurre quei costi che, come la spesa energetica, penalizzano COPROB e i produttori italiani rispetto ai competitori nord europei. “Grazie a Italia Zuccheri Commerciale, COPROB è in grado di approvvigionare oltre il 20% del mercato nazionale a favore delle imprese alimentari che producono l’eccellenza del Made in Italy – ha proseguito il Vice Presidente di COPROB Giovanni Tamburini. In tal modo contribuiamo a ridurre il pericolo del formarsi di un oligopolio nord europeo, con conseguente rischio per la continuità dell’approvvigionamento e per la disponibilità di prodotto a prezzi competitivi”. Ora COPROB attende, insieme a tutti gli operatori della filiera zucchero, risposte concrete, finalmente operative e risolutive dei problemi più volte evidenziati.