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venerdì 31 gennaio 2014

LETTA: CON COLLEGATO AGRICOLTURA PIÙ COMPETITIVITÀ E MENO BUROCRAZIA PER IL SETTORE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Con il Collegato Agricoltura alla Legge di Stabilità che abbiamo approvato oggi in Consiglio dei Ministri, daremo ancora più competitività a un settore cruciale soprattutto in vista dell’Expo 2015, i cui temi sono strettamente legati all’agricoltura e alla terra. Il 2014 deve essere l’anno in cui la preparazione dell’Expo e l’agroalimentare italiano producono la sinergia necessaria al loro reciproco successo”. Così il Presidente del Consiglio e Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ad interim, Enrico Letta, commenta il Collegato Agricoltura della Legge di Stabilità, approvato oggi in Consiglio dei Ministri e illustrato in Conferenza Stampa alla presenza dei Sottosegretari, Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione  

Di seguito i punti principali del Collegato.  

Sostegno al Made in Italy

Tra le principali novità introdotte c’è la creazione di un marchio per il Made in Italy agroalimentare, che contribuirà a rendere più semplice per i consumatori di tutto il mondo il riconoscimento dei prodotti autenticamente italiani. Il marchio sarà privato, facoltativo e in linea con la normativa europea e potrà dare un decisivo contributo alla lotta alla contraffazione e all’Italian sounding, che producono un danno all’export italiano di circa 60 miliardi di euro. Con lo stesso provvedimento si istituisce un credito di imposta per le aziende che investano in infrastrutture logistiche e distributive all’estero per i prodotti italiani. L’obiettivo è colmare uno dei principali gap che frena le esportazioni del Made in Italy, ovvero l’assenza di forti piattaforme distributive italiane fuori dai confini nazionali.  

Semplificazione

Sul fronte della semplificazione si interviene sui controlli, attraverso un rafforzamento del coordinamento delle attività degli organi di vigilanza, il divieto della duplicazione degli accertamenti e l’interscambio di dati informatici tra gli organi stessi. Con queste misure si garantisce l’efficacia del controllo, aumentando il numero di aziende che verranno controllate, evitando sovrapposizioni e andando incontro alle esigenze produttive delle imprese. Grazie alle norme del collegato sarà possibile aprire un’attività agricola in tempi più rapidi, considerato che il termine per il silenzio assenso per i procedimenti amministrativi è stato tagliato di due terzi, passando da 180 a 60 giorni, con una piccola rivoluzione per le start-up agricole. Sono previste anche ulteriori diposizioni di abbattimento del carico burocratico per specifiche esigenze delle aziende agricole e per il settore biologico.  

Competitività

Al fine di aumentare la competitività del comparto agroalimentare italiano nel suo complesso sono fissati interventi di sostegno su vari fronti. Per il ricambio generazionale e l’imprenditoria giovanile si completa l’intervento iniziato con il decreto “Destinazione Italia” di dicembre 2013. L’obiettivo è sostenere le piccole e micro imprese condotte da under 40 attraverso mutui agevolati che consentano investimenti nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, alleviando i problemi di accesso al credito. Sono previsti finanziamenti per l’innovazione tecnologica nel settore primario, sostegno all’agricoltura sociale e ai prodotti a filiera corta, oltre all’allineamento dell’ordinamento nazionale agli orientamenti comunitari in materia di gestione del rischio in agricoltura e di regolazione dei mercati. In particolare per il sostegno al reddito degli agricoltori, si dovranno recepire gli strumenti previsti dalla Politica agricola comune 2014-2020 quali i fondi di mutualità e lo strumento per la stabilizzazione dei redditi.  

Riorganizzazione

In linea con gli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica e di spending review, si prevede una delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il riordino risponderà a criteri di efficienza, di valorizzazione delle professionalità e prevede la destinazione del 50% dei risparmi di spesa generati per il finanziamento di politiche a favore del settore agroalimentare. In particolare si prevede la riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), anche attraverso possibilità di concentrare delle attività sul Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; la razionalizzazione del Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (CRA), che assorbirà anche le funzioni dell’Istituto nazionale di economia agraria (INEA) che viene soppresso; il potenziamento dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ISMEA, al quale vengono demandate le funzioni di ISA s.p.a, che viene soppressa. Con l’obiettivo ulteriore di razionalizzare la normativa in materia agroalimentare e pesca, il collegato contiene una disposizione che delega il Governo ad adottare decreti per aggiornare la normativa, abrogando quella obsoleta, organizzando le disposizioni per settori omogenei o per materie, coordinando le norme e risolvendo eventuali incongruenze e antinomie.

COLLEGATO ALLA LEGGE DI STABILITÀ, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “NORME IMPORTANTI PER LA SEMPLIFICAZIONE, SI È AVVIATO UN PERCORSO DI RILANCIO DELL’AGRICOLTURA”

Fonte: Confagricoltura

“Un testo legislativo importante, che affronta finalmente la semplificazione in agricoltura, ma che andrà perfezionato nel suo iter parlamentare. Si avvia un percorso di rilancio dell’agricoltura e ringraziamo il premier e ministro per le Politiche agricole, Letta, e l’on. De Girolamo, già ministro, per il lavoro svolto”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi, in relazione all’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del disegno di legge collegato alla legge di Stabilità, in tema di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore agricolo, agroalimentare e della pesca. Il presidente di Confagricoltura pone in evidenza come, nel collegato, si tocchino temi già ripresi in varie proposte legislative. Valuta positivamente la regolamentazione dei contratti di rete in agricoltura, sottolinea però la carenza di disposizioni sull’organizzazione dei produttori e dell’offerta dei prodotti, anch’essi affrontati in vari Ddl parlamentari. Ricorda come viene finalmente regolamentato l’allacciamento alla rete del gas delle aziende e dei privati. Sono insufficienti, ad avviso di Mario Guidi, le risorse dedicate a materie specifiche ed all’insediamento dei giovani (prevedendosi solo finanziamenti per l’imprenditoria femminile). Sono previste misure per due importanti comparti, riso e pomodoro, ma dovranno essere previsti interventi anche per altre produzioni di grande rilevanza per il nostro Paese. Il presidente di Confagricoltura, infine, esprime apprezzamento per la previsione di un credito di imposta per iniziative di internazionalizzazione ed export per le aziende agricole e le PMI agroalimentari: “Così si rilancia il made in Italy agroalimentare.”

MALTEMPO, CONFAGRICOLTURA: CAMPAGNE ALLAGATE IN PROVINCIA DI ROMA E NEL LAZIO. DANNI CONSISTENTI A COLTURE E ALLEVAMENTI

Fonte: Confagricoltura  

Il presidente di Confagricoltura Roma Giansanti: “Roma è il comune agricolo più grande d’Europa e vogliamo più attenzione”

Le violenti precipitazioni che si sono abbattute sul Lazio e in particolare sulla provincia di Roma nelle ultime ore hanno provocato danni ingenti all’agricoltura. Da una prima analisi di Confagricoltura i danni riguardano soprattutto le colture, ma anche i fabbricati, le attrezzature, i macchinari, le scorte di foraggio e i mangimi. I terreni agricoli intorno alla Capitale, in particolare nelle zone di Maccarese, Fiumicino e Valle del Sole, ma anche della Giustiniana, di Prima Porta e Tiberina, sono completamente sott’acqua e la pioggia non accenna a diminuire. Straripato il fiume Arrone ed è critico il livello delle acque del Sacco. C’è forte preoccupazione soprattutto per i numerosi allevamenti delle aree coinvolte. Problemi anche in Ciociaria a causa dell’esondazione del fiume Aniene e nella provincia di Latina, dove si registrano allagamenti alle colture orticole lungo tutto il litorale pontino. Situazione di allerta nelle province di Viterbo, lungo la Valle del Tevere e nella Valle dei Calanchi, dove è caduta una frana, e di Frosinone. Continua a piovere e si temono smottamenti e straripamenti. “La crescita edilizia incontrollata della città – denuncia il presidente di Confagricoltura Roma e componente della giunta nazionale Massimiliano Giansanti – si ripercuote inevitabilmente sulle campagne che, in caso di piogge prolungate e violente come in questi giorni, diventano bacino di raccolta delle acque, nonostante gli sforzi sostenuti dal Consorzio di bonifica”. Giansanti ricorda che Roma è il più grande comune agricolo d’Europa. “Il nostro settore, come ho recentemente sottolineato anche al sindaco Marino, ha bisogno di maggiore attenzione”.

PARTE IN DELAWARE E A NEW YORK LA PRIMA PRESENTAZIONE UFFICIALE DELLA PERA ABATE FETEL, REGINA PER DUE GIORNI DEL MADE IN ITALY ORTOFRUTTICOLO

Fonte: Cso - Centro Servizi Ortofrutticoli

Il Cso, nell'ambito del Progetto Sapori d'Europa ha organizzato il 29 e il 30 gennaio due eventi di presentazione della Pera Abate Fetel dell'Emilia Romagna che metteranno in contatto, per la prima volta, la Regina italiana delle Pere con importatori, chef, giornalisti e operatori del mercato americano. La prima presentazione è avvenuta a Wilmington, in Delaware, nella sede centrale di SHOPRITE una importante catena distributiva e alla presenza di importanti istituzioni governative. Federico Milanese, responsabile internazionalizzazione di Cso ha presentato nel dettaglio i requisiti di una pera unica, del tutto sconosciuta ai consumatori americani ed ha proposto il prodotto evidenziando i valori unici dell'Abate Fetel soprattutto in un ottica di utilizzo, non solo come prodotto tal quale ma trasformata in una delle tante specialità gastronomiche che caratterizzano il nostro Made in Italy. Alla presentazione ha fatto seguito un intervento del responsabile acquisti della catena che ha presentato il protocollo fornitori, evidenziando le modalità di gestione del prodotto e le richieste della catena. "E' stata una occasione unica- dichiara Federico Milanese- per creare un confronto ed uno scambio tra i nostri più importanti produttori ed una catena distributiva presente in sei Stati americani. Questa opportunità - continua Milanese- è nata grazie all'accordo tra Delaware e Regione Emilia Romagna, siglato a Macfrut a settembre e ritengo che sia stata una occasione irripetibile per le imprese italiane presenti." Ma il tour Usa della Pera Abate non si è fermato in Delaware. Il 30 gennaio infatti il CSO ha organizzato, in collaborazione con Fruitecom, un evento straordinario di presentazione, nel pieno centro della Grande Mela, presso il Ristorante Ai Fiori, dove, lo chef stellato PJ Calapa' ha interpretato per la prima volta una serie di ricette italiane a base di Pera Abate per proporle ad una selezione di partner commerciali provenienti da tutti gli States. “Lo sforzo organizzativo messo in campo dal CSO e dai partner in USA – dichiara Paolo Bruni Presidente del Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara - ha creato una occasione unica per le aziende italiane presenti (Alegra, Apofruit, e Peraitalia) nell’ambito del progetto Sapori d’Europa, finanziato da UE, Stato Italiano e CSO. Il Progetto chiude l’attività a fine febbraio ma – rimarca Bruni – è in fase di valutazione a Bruxelles per un nuovo triennio di attività e l’auspicio è quello di riuscire a proseguire in un percorso di promozione che sarà sempre più strategico per la nostra ortofrutta”.

giovedì 30 gennaio 2014

ALLUVIONE: BENE REGIONE, MA OCCORRE ACCELERARE SU CAUSE DISASTRO

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna

E’ necessario costituire e rendere operativa al più presto la commissione scientifica per individuare le ragioni di quanto è successo nella rottura dell’argine del Secchia. Lo chiede alla Regione Emilia Romagna Coldiretti regionale, preoccupata dal maltempo e dalla pioggia che continua a flagellare l’Emilia, il modenese in modo particolare. “Esprimiamo apprezzamento per i solleciti interventi delle istituzioni regionali, che consentono di far fronte alle prime immediate esigenze dei cittadini e delle imprese delle zone alluvionate– ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – e ribadiamo la richiesta una norma speciale che consenta un intervento in deroga al decreto sulle calamità naturali, privo di risorse, per approvare uno stanziamento ad hoc per ripristinare strutture, attrezzature, frutteti, vigneti e colture distrutte o danneggiate. Tuttavia, la particolarità della rottura dell’argine, avvenuta su un tratto rettilineo, ha diffuso il timore che la stessa situazione possa avvenire in altri punti. Di fronte ad un simile disastro – ha detto ancora Tonello – è necessario accelerare la ricerca della cause anche per verificare eventuali responsabilità e mancanze, , in modo che si possano predisporre tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza gli argini, salvaguardare le imprese e i territori e ridare un minimo di tranquillità ai cittadini che qui vivono e lavorano”.

mercoledì 29 gennaio 2014

OPERAZIONE ICQRF E GDF DI PESARO CONTRO FALSO BIO DA ASIA ED EST EUROPA: SEQUESTRI PREVENTIVI PER 35 MILIONI DI EURO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Si chiama VERTICAL BIO l’operazione con cui l’Ispettorato Repressione Frodi (ICQRF) e la Guardia di Finanza di Pesaro, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato (in totale circa 150 uomini impiegati in diverse regioni d’Italia), hanno disarticolato stamane un’associazione per delinquere di carattere internazionale composta da diversi soggetti tra cui operatori inseriti nel settore dei prodotti da agricoltura biologica i quali, avvalendosi di un sistema collaudato di frode, importavano da Paesi terzi (Moldavia, Ucraina, India, ecc.) granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all’alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino), falsamente certificate come “bio”, per poi rivenderle nell’ambito della Comunità europea a ignare aziende. L’attività si colloca nel quadro delle azioni di controllo promosse a tutela del made in Italy e della leale concorrenza, attuate per assicurare un adeguato livello qualitativo e di sicurezza delle derrate alimentari, garantendo i consumatori e gli operatori onesti. Nel corso delle indagini durate circa due anni sono stati utilizzati complessi metodi di investigazione tra cui intercettazioni telefoniche e analisi chimico-fisiche dei prodotti nonché ricostruzioni documentali. Tali strumenti hanno consentito di accertare che i responsabili di tale frode - capeggiati da un ultrasettantenne emiliano, chiamato dagli affiliati con il nome in codice di “maestro Joda” - hanno commercializzato prodotti dichiarati come biologici, mentre in realtà in alcuni casi erano stati ottenuti con il contributo di organismi geneticamente modificati (OGM) ovvero contaminati con principi attivi chimici vietati in agricoltura biologica (tra cui un diserbante come il glyphosate e brachizzanti come il clormequat). L’illecito in questione prevedeva addirittura che le società italiane coinvolte controllassero da un punto di vista tecnico e finanziario le realtà imprenditoriali operanti nei suddetti Paesi terzi sia gestendo i metodi di coltivazione dei prodotti che la certificazione biologica rilasciata dagli organismi di controllo preposti. Pertanto, gli esiti investigativi hanno portato all’esecuzione, in data odierna, di 9 ordinanze di misure cautelari degli arresti domiciliari e alla notifica di 4 misure interdittive del divieto di esercitare attività d’impresa nei confronti dei soggetti appartenenti all’associazione per delinquere. Contestualmente, sono stati eseguiti sequestri preventivi per “equivalente” per un ammontare complessivo di circa 35 milioni di euro corrispondenti all’illecito profitto derivante dall’attività fraudolenta; i sequestri sono stati eseguiti sui beni mobili, immobili, partecipazioni societarie e conti correnti riconducibili a 20 dei soggetti indagati, nonché sui beni aziendali di 6 società. L’accusa contestata è di associazione a delinquere finalizzata alla frode nell’esercizio del commercio, aggravata dalla transnazionalità del reato commesso a danno di un prodotto di qualità regolamentata. L’attività di polizia giudiziaria è stata delegata e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Pesaro, Dr.ssa Silvia Cecchi

martedì 28 gennaio 2014

ACQUA, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “UTILIZZARE LE RISORSE PAC PER RIORDINARE LA RETE IRRIGUA NAZIONALE”

Fonte: Confagricoltura

“L’acqua rappresenta per il settore agricolo forse il più importante fattore di competitività. Il settore primario non ‘consuma’ questa preziosa risorsa ma l’impiega nell'uso irriguo per poi re-immetterla nel ciclo idrologico naturale”. Lo ha detto il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, Mario Guidi, dando inizio ai lavori dell’incontro sul piano irriguo, che si è tenuto oggi in Confagricoltura con i rappresentanti del ministero per le Politiche agricole, dell’Inea, dell’Anbi, dei Consorzi di bonifica e delle Autorità di bacino. “All’indomani dell’accordo in Conferenza Stato-Regioni, che prevede il piano nazionale delle acque per l’irrigazione, i prossimi mesi saranno cruciali per capire come saranno destinate le risorse – ha proseguito Guidi -. Il nostro obiettivo è quello di creare strumenti moderni d’irrigazione delle colture. Realizzare macrostrutture, se le aziende non potranno utilizzare l’acqua è inutile, oltre che costoso. Vogliamo contribuire all’impiego delle risorse idriche ed è per questo che Confagricoltura ha avviato questa consultazione con chi a vario titolo agisce sull’acqua”. “Occorre creare sinergie con i piani di sviluppo rurale. La programmazione della spesa della nuova Pac – ha osservato Guidi – dovrà costruire un modello di agricoltura in grado di affrontare il 2021. I trecento milioni di euro destinati al piano irriguo nazionale sono una cifra troppo importante, che dovrà essere ben utilizzata, perché l’irrigazione e la qualità del servizio irriguo costituiscono fattori di sviluppo fondamentali per le nostre imprese”. Per il presidente di Confagricoltura due sono i nodi principali da sciogliere. Il primo riguarda la coesistenza tra i 21 piani di sviluppo rurale e lo specifico piano irriguo nazionale, il secondo riguarda l’accordo di partnerariato, in cui convergeranno gli specifici programmi operativi dei diversi fondi e alcuni spunti riguardano proprio la gestione del territorio e l’acqua. “In tale quadro è necessario trovare soluzioni che permettano un’efficiente irrigazione pur contribuendo al risparmio idrico ed energetico”. “E’ necessario – conclude Guidi - rendere più moderne le reti di adduzione e distribuzione, ristrutturandole per ridurre le perdite di distribuzione, razionalizzare e ridurre i consumi. E’ opportuno incentivare quanto più possibile la creazione di bacini artificiali aziendali, non sufficientemente presenti. Ciò permetterà, qualora ce ne fosse il bisogno, di effettuare irrigazioni di soccorso nei periodi siccitosi, utilizzando acque accumulate nelle stagioni piovose. Infine, serve una gestione sostenibile e integrata del suolo, promuovendo opportune pratiche conservative e attuando uno specifico e organico piano di protezione e di difesa dell’assetto idrogeologico”.

GOVERNO, GUIDI (CONFAGRICOLTURA) SCRIVE AL PREMIER LETTA: “ORA UN DIVERSO ASSETTO PER CREARE IL MINISTERO DELL’AGROALIMENTARE ITALIANO”

Fonte: Confagricoltura

L’agricoltura non è una cenerentola dell’economia ed il suo ministero di riferimento va ripensato. Ancor più in questo momento in cui l’Europa guarda lontano per il settore primario, con una riforma della Pac fissata al 2020 e che già si interroga sul dopo”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi che ha deciso di scrivere al presidente del Consiglio Enrico Letta nel momento in cui ha assunto l’interim del dicastero di via XX Settembre. Guidi ha ricordato come il ministero dell’Agricoltura abbia visto, dal 2009 ad oggi, cinque diversi ministri, addirittura con cicli di vita politica sempre più brevi; come sia sotto i riflettori delle indagini della magistratura da almeno tre anni; come i vertici apicali delle strutture abbiano subito un continuo turnover e si sia ancora lontani da un assetto coerente; come le società di servizio siano o commissariate o in scadenza o, comunque, da ripensare. “Sia chiaro – ha detto - che non intendo esprimere giudizi sulle persone ma contribuire anche con un diverso assetto al rilancio della politica economica; è indubbio che la situazione del ministero è sempre più problematica e le difficoltà non nascono ora e tantomeno ne è responsabile l’ultima guida politica”. “Non occorre fare riflessioni particolarmente sofisticate per cogliere che il modello non funziona più, non riesce ad essere interlocutore degli altri ministeri, fa fatica a operare in Europa – ha proseguito il presidente di Confagricoltura -. E questo mentre si avvia un nuovo periodo di programmazione comunitaria che assicura al nostro Paese risorse importanti, cogestite con le Regioni”. Guidi si richiama a quanto detto dal premier, alle ‘novità di sistema’ che ritiene indispensabili. “In questo senso – ha evidenziato - serve una scelta coraggiosa relativa a questo settore, ad una visione moderna e integrata fra tutti i soggetti che possono rafforzarne la capacità produttiva e di presenza sui mercati mondiali. Una opportunità che vorremmo fosse colta e portata avanti”. Confagricoltura aveva già evidenziato alle forze politiche, nella fase pre-elettorale di un anno fa, un diverso modo di impostare il governo di uno dei settori che può fare da asse portante della ripresa italiana. Con il ministero che faccia da hub, da “snodo”, permettendo di condividere le conoscenze, favorire la collaborazione tra imprese, coordinare i progetti territoriali, allocare correttamente le risorse sui fattori strategici, tagliare drasticamente la burocrazia. Ed anche le Regioni dovrebbero essere al servizio di questa strategia di maggiore efficienza. Tutto ciò – ha concluso Guidi – “dopo un anno è ancor più urgente, a patto che si colga l’importanza dell’ agricoltura e dell’agroalimentare italiano”.

POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA IL NUOVO CONTRATTO D’AREA SCOMMETTE SULLA CAPACITA’ DELLA FILIERA DI PROGRAMMARE E CONTROLLARE LA QUANTITA’ DELLA MATERIA PRIMA RAFFORZATO IL RUOLO DELL’OI DISTRETTO DEL POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA

Fonte: Distretto del Pomodoro da Industria - Nord Italia

L’Oi Distretto del pomodoro da industria del Nord Italia commenta il nuovo contratto d’area con cui si è stabilito il prezzo medio di riferimento del pomodoro per il 2014 a 92 euro per tonnellata. “Pur non essendo la determinazione del prezzo una delle competenze affidate all’OI Distretto Pomodoro – le parole del presidente Pier Luigi Ferrari – mi sento di esprimere grande apprezzamento per un accordo che consente di programmare con largo anticipo la prossima campagna, anche alla luce delle tante difficoltà incontrate lo scorso anno. Le parti sono riuscite a rispettare l’impegno che si erano date in merito ad una contrattazione in tempi rapidi per raggiungere un accordo unitario con entrambe le rappresentanze industriali, Aiipa e Confapindustriale. Esprimo soddisfazione perché dai dati raccolti dall’OI, nonostante la problematica congiuntura economica, emerge che è stato ad oggi regolarmente pagato il 98,27% del pomodoro 2013”. Il Contratto Quadro ha introdotto una sostanziale novità: verrà riconosciuto ai produttori un premio di 1,00 €/t qualora la produzione complessiva delle OP associate all’OI sia mantenuta nei limiti di 2.400.000 t nella campagna 2014. Si scommette così sulla capacità di autoregolazione dell’intera filiera per mantenere un quantitativo di produzione in equilibrio con la capacità di assorbimento dei mercati. Le parti si sono inoltre impegnate a sottoscrivere e a depositare presso l’O.I. i singoli contratti entro il 7 febbraio, in modo che l’OI ne verifichi la conformità con il Contratto Quadro. Si valorizza e si rafforza ulteriormente il ruolo dell’Oi Pomodoro da Industria del Nord Italia attribuendole un compito importante nella raccolta dei dati relativi alle quantità contrattate, alle superfici effettive, alle quantità consegnate e ai prodotti finiti ottenuti, nonché per la verifica del mantenimento degli impegni presi in contrattazione. La filiera ha chiesto inoltre alla OI di implementare un sistema di rilevazione della qualità della materia prima in ingresso negli stabilimenti di trasformazione con l’obiettivo di ottenere una valutazione qualitativa omogenea del prodotto.

lunedì 27 gennaio 2014

PSR 2014-2020, RADDOPPIANO LE RISORSE IN ARRIVO DAL BILANCIO REGIONALE. RABBONI: UNA SCELTA SENZA PRECEDENTI, L'AGRICOLTURA VOLANO DI SVILUPPO PER TUTTO IL TERRITORIO EMILIANO-ROMAGNOLO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Raddoppiano le risorse che la Regione Emilia-Romagna ha scelto di destinare all’agricoltura nei prossimi sette anni: da 106 a 203 milioni di euro, “una cifra – ha sottolineato oggi a Bologna l’assessore regionale Tiberio Rabboni aprendo i lavori del convegno sul nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 a Bologna - che non ha precedenti e che è la dimostrazione tangibile del sostegno che questa Giunta ha deciso di dare all’agricoltura, un settore che, tanto più in questo momento di difficoltà, può essere volano di sviluppo per tutto il territorio regionale”. Proprio grazie alle maggiori risorse in arrivo dal bilancio regionale (oltre alla crescita, ma più contenuta, degli stanziamenti europei), l’agricoltura emiliano-romagnola potrà contare nei prossimi sette anni su un plafond di 1 miliardo 190 milioni di euro, 131 milioni in più rispetto al precedente Psr. E’ la dotazione più elevata tra tutte le regioni del centro nord. Risorse - ha spiegato Rabboni - con le quali l’Assessorato regionale all’agricoltura vuole consolidare e migliorare i risultati già raggiunti con al precedente programmazione “per aumentare e stabilizzare la redditività del comparto e accrescere la capacità di stare sui mercati”. Da qui le priorità del nuovo Psr: sostegno alle reti di impresa, per ridurre i costi e fare sistema; giovani, con una corsia d’accesso privilegiato in tutte le misure; innovazione e trasferimento tecnologico; ambiente. Tra gli obiettivi dei prossimi sette anni anche la montagna, il contrasto al consumo di suolo e il sostegno all’agricoltura periurbana, oltre alla riduzione degli adempimenti burocratici. Il convengo odierna ha concluso l’ampia fase di consultazione per la definizione del nuovo Psr ed è terminato con l'approvazione da parte di tutti gli intervenuti del documento presentato. Oltre 350 i partecipanti in rappresentanza delle associazioni agricole, ma anche del mondo cooperativo e industriale, dei sindacati, delle associazioni ambientaliste e delle Istituzioni. A primavera il Psr passerà all’esame dell’Assemblea legislativa ed entro la fine dell'estate è prevista l’approvazione a Bruxelles.  

Il nuovo Psr e le Province

 “Se il testo del progetto di legge per la trasformazione in enti di secondo grado verrà approvato in tempi brevi, appare ragionevole confermare sulle nuove Province e sulla Città metropolitana le funzioni e il personale tecnico amministrativo in forza nelle attuali amministrazioni provinciali.” Lo ha detto l’assessore Rabboni a proposito dei due progetti di legge di riordino istituzionale approvati dal Governo: quello costituzionale per l’abrogazione delle Province e quello ordinario per la trasformazione da enti elettivi in enti di secondo grado. Nell’attesa - ha aggiunto – “abbiamo deciso di mettere a punto il nuovo Psr assumendo le peculiarità delle singole realtà provinciali anche per quanto riguarda la destinazione delle risorse”. Il confronto con le Province è stato realizzato attraverso un tour da Piacenza a Rimini che si è concluso proprio in questi giorni, allargato anche alle associazioni agricole ed economiche dei singoli territori.

MALTEMPO - RABBONI: COLPITO PESANTEMENTE IL COMPARTO AGRICOLO. PERSI I SEMINATIVI, COMPROMESSA LA PRODUZIONE DEL LAMBRUSCO. SERVONO RISORSE PER RISARCIRE TUTTI I DANNI E PROCEDURE PIÙ SNELLE

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

“Servono risorse per ristorare tutti i danni mobili e immobili, con procedure più snelle rispetto a quelle del terremoto. Si tratta di una tragedia che si è abbattuta su un territorio già duramente provato dal sisma e che ha colpito in modo particolare il settore agricolo.” Lo ha detto oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni. Una richiesta avanzata dal presidente della Regione Vasco Errani e che Rabboni ha voluto ricordare in apertura del convegno sul nuovo Psr 2014-2020. Frumento, orzo, segale sono andati persi; compromessa la produzione del Lambrusco di Sorbara, in difficoltà anche la frutticoltura e gli allevamenti. Questa la sintetica stima dei danni fatta da Rabboni, che ha sottolineato: “se il terremoto aveva parzialmente risparmiato colture e campi, l’alluvione ha invece pesantemente compromesso un’agricoltura di eccellenza.” E mentre il Governo ha riconosciuto all’Emilia-Romagna 19 milioni di euro per la messa in sicurezza del nodo idraulico Secchia-Panaro, Rabboni - nel fare il punto sulle iniziative in corso - ha ricordato in particolare il decreto con cui Errani ha dato il via alla ricognizione dei danni e del relativo fabbisogno economico e alla costituzione di una Commissione scientifica composta da esperti universitari di comprovata esperienza e competenza per analizzare le cause della rottura dell’argine del fiume Secchia.

COLDIRETTI: ALL’AGRICOLTURA CINQUE MINISTRI IN CINQUE ANNI

Fonte: Coldiretti Ferrara Dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo occorre immediatamente dare al settore un riferimento istituzionale credibile, in un anno determinante per l’agricoltura italiana. Ringraziamo Nunzia De Girolamo per il lavoro svolto con passione ed impegno alla guida del Ministero dell’Agricoltura dove occorre superare al piu’ presto questa fase di incertezza dopo che sono già cambiati alla guida del Dicastero ben 5 Ministri negli ultimi cinque anni. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare l’annuncio di dimissioni da parte del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo. E’ iniziato un anno determinante per l’attuazione della riforma della politica agricola europea (Pac) e per l’appuntamento dell’Expo e l’agricoltura italiana - conclude Moncalvo - ha bisogno subito di un riferimento istituzionale stabile e credibile.

COLDIRETTI: CONTRAFFAZIONI, CI “CASCA” UN ITALIANO SU DUE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Dai dati del bilancio 2013 dei sequestri della Guardia di Finanza oltre 130 milioni di prodotti tolti dal mercato, ma occorre superare lo stallo per la commissione contro italian sounding e falso made in Italy.

Piu’ di un italiano su due (52 per cento) acquista prodotti contraffatti con una netta preferenza per i capi di abbigliamento e gli accessori taroccati delle grandi firme della moda (29 per cento). E’ quanto emerge dai risultati di un sondaggio on line del sito www.coldiretti.it, in occasione del bilancio fatto dalla Guardia di Finanza sui sequestri nel 2013 che hanno consentito di togliere dal mercato oltre 130 milioni di prodotti recanti falsa indicazione d'origine o pericolosi per la salute, con una crescita superiore al 25% rispetto al 2012. Alla luce di ciò “è quanto mai importante – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – superare lo stallo che impedisce l’avvio dei lavori della nuova commissione parlamentare d’indagine sulla contraffazione che estenderà il suo campo d’azione alla fase della commercializzazione dei prodotti contraffatti e quindi al fenomeno dell’Italian sounding e alla tutela tutela del made in italy”. Tra gli articoli contraffatti che tentano gli italiani ci sono anche - sottolinea la Coldiretti - gli oggetti tecnologici (14 per cento) ed i ricambi meccanici (6 per cento) mentre c’è una grande diffidenza nei confronti di medicinali e cosmetici (1 per cento), giocattoli (1 per cento) e alimentari (1 per cento). Si tratta di una debolezza che solo in Italia alimenta un mercato del falso che fattura 6,9 miliardi di euro secondo una ricerca del Ministero dello Sviluppo economico con il Censis, dalla quale si evidenzia che - riferisce la Coldiretti - i settori piu' colpiti sono l'abbigliamento e gli accessori con un giro d'affari del falso di 2,5 miliardi, i cd, dvd e software (1,8 miliardi) e l'alimentare (1,1 miliardi). Nel caso degli alimentari il reato di contraffazione è piu’ grave perché si possono avere anchepericolosi effetti sulla salute e, spesso a differenza degli altri prodotti, la vendita di prodotti taroccati - sottolinea la Coldiretti - avviene all’insaputa dell’acquirente. Ad esserne vittima quest’anno è stato quasi un italiano su cinque (18 per cento) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l’acquisto di alimenti piu’ economici venduti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. Dietro questi prodotti spesso si nascondono, anche, ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma - conclude la Coldiretti - possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri.

venerdì 24 gennaio 2014

COLDIRETTI: DELUDENTE L’ACCORDO AL NORD SUL POMODORO DA INDUSTRIA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Raggiunto in tempo utile per programmare gli investimenti, ma deludenti le modifiche alla griglia di valutazione ed anche il prezzo, pur in aumentorispetto al 2013 non accoglie le aspettative della parte agricola.

E’ stato raggiunto lo scorso 17 gennaio l’accordo per le condizioni contrattuali relative al raccolto 2014 di pomodoro da industria, nell’ambito del Distretto del Nord. Una data che consente alle imprese di poter programmare le proprie attività con tempistiche finalmente ragionevoli. Non si deve infatti dimenticare che lo scorso anno l’accordo era stato siglato gravemente in ritardo il 15 aprile, mentre erano già in corso, nel fango e tra mille difficoltà, i trapianti. L’accordo 2014 prevede una modifica del meccanismo della griglia utilizzata nella valutazione del prodotto, modifica riguardante il valore base cento dei gradi Brix, passato da 5.05 a 5.00. Una modifica che non raggiunge l’obiettivo auspicato di un nuovo sistema di valorizzazione del prodotto, basato sulle caratteristiche dei derivati. Il prezzo indicativo oscillerebbe attorno ai 92 euro per tonnellata, in crescita rispetto alla media dei contratti stipulati nel 2013, segnale importante, ma ritenuto deludente rispetto alle richieste di parte agricola, dopo anni di difficoltà ed un raccolto 2013 che ha fatto segnare i quantitativi più bassi degli ultimi 10 anni. Nel caso che il raccolto dell’area nord non superi l’obiettivo di 2,4 milioni di tonnellate, vi sarà un integrazione del prezzo di 1 euro per tonnellata. L’aspetto più positivo di questo accordo è rappresentato proprio dalle tempistiche, mentre ora si spera che anche nell’area centro-sud siano definite rapidamente le condizioni contrattuali, per permettere alle imprese di poter operare per tempo le proprie scelte.

LORENZO BOLDRINI RIELETTO ALLA PRESIDENZA DI CIA FERRARA

Fonte: Redazione di Agreste

http://www.youtube.com/watch?v=FDfTE_7asHU&list=UUZFcHykaCF3pxHjeGg5CPPw&feature=c4-overview 

DE GIROLAMO FIRMA DICHIARAZIONE STATO DI ECCEZIONALE AVVERSITA’ ATMOSFERICA PER LE REGIONI PUGLIA, EMILIA ROMAGNA, TOSCANA E BASILICATA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

È stata firmata dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, la dichiarazione dello stato di eccezionali avversità atmosferiche relative ad alcuni eventi calamitosi che hanno colpito le Regioni Puglia, Emilia Romagna, Toscana e Basilicata. Gli agricoltori che a seguito di tali eventi hanno subito danni alle produzioni agricole, alle strutture aziendali ed alle scorte, potranno così accedere alle provvidenze recate dal Fondo di solidarietà nazionale. Anche gli Enti gestori potranno, sempre con oneri a carico del Fondo, ripristinare le infrastrutture a servizio delle attività agricole, danneggiate dagli stessi eventi. Le domande di intervento potranno essere presentate dai beneficiari alle autorità indicate dalla stessa Regione entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto di declaratoria nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

ALLUVIONE COLDIRETTI, COMMISSARIO UNICO CON TERREMOTO PER SALVARE AGRICOLTURA

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

RAGGIUNTO DOPO 5 GIORNI ALLEVAMENTO CON TREMILA POLLI SOTT’ACQUA

Ridurre i tempi di intervento per le aziende alluvionate della provincia di Modena affidandosi al commissario straordinario per il terremoto. Lo ha chiesto alla Regione Emilia Romagna Coldiretti regionale, per evitare che il sovrapporsi di competenze porti ad una dispersione di risorse e ad un rallentamento di tempi. Poiché i Comuni della zona alluvionata sono anche comuni colpiti dal terremoto – spiega Coldiretti – affidarsi ad un unico commissario che conosca bene la situazione può razionalizzare e rendere più efficaci gli interventi. Secondo Coldiretti gli interventi più urgenti sono sospensione dei pagamenti fiscali, assicurativi e previdenziali nonché di tutti i pagamenti legati a bollette, canoni di affitto e iscrizione alla Camera di Commercio. Coldiretti ritiene inoltre indispensabile una norma speciale per intervenire in deroga al decreto sulle calamità naturali, privo di risorse, per l’introduzione di uno stanziamento ad hoc per ripristinare strutture, attrezzature, frutteti, vigneti e colture distrutte o danneggiate. Intanto anche gli allevamenti sono stati duramente colpiti dall’alluvione. Coldiretti segnala il caso dell’allevamento di polli per la produzione di pulcini di Tonino Conti, che a Bastiglia ha perso per annegamento la stragrande maggioranza degli animali e tutte le attrezzature: incubatoio, motori elettrici e mezzi aziendali usati per la pulizia e l'alimentazione. Pochi gli animali che si sono salvati e di cui bisognerà verificare le condizioni sanitarie. I capi sopravvissuti – comunica Coldiretti – a causa dello stress dovuto alla mancanza della giuste condizioni di temperatura e luce, hanno già smesso di fare le uova e per il prossimo anno non ci sarà produzione. Il centro aziendale, completamente allagato, è stato raggiungibile via terra solo oggi, dopo cinque giorni dall'inizio dell'inondazione. Situazione difficile anche per gli allevamenti di mucche da latte, dove l’allagamento ha creato stress agli animali, con conseguente calo di produzione, e in più l’impossibilità a circolare sulle strade ha determinato la perdita della produzione di latte giornaliera che non è stato possibile avviare alle latterie

giovedì 23 gennaio 2014

ESERCIZIO 2013 TERREMERSE: RIDUZIONE DEL DEBITO E CRESCITA DEL FATTURATO

Fonte: Ufficio Stampa Terremerse

L'esercizio 2013 di Terremerse, volto all’insegna dell’impegno per il miglioramento dei fondamentali della cooperativa per determinare così le condizioni per uno scatto in avanti dal punto di vista delle potenzialità e della qualità dello sviluppo, si chiude con alcuni risultati molto importanti. «Il risultato economico chiuderà con un leggero utile – evidenzia Gilberto Minguzzi, Amministratore Delegato di Terremerse – ma soprattutto voglio sottolineare lo straordinario risultato finanziario determinato dalla riduzione del debito a soli 30 milioni di Euro, contro i 42 dell'esercizio precedente, in un anno che ha visto crescere ancora il nostro fatturato». «Il debito finanziario citato – precisa l’AD - comprende 13 milioni di prestito da soci, in aumento di 1.6 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, quindi ottenendo un duplice risultato: l’aumento della fiducia accordataci dai soci e la diminuzione del debito finanziario nei confronti delle banche». Nel 2013 la Cooperativa ha saputo mettere in atto alcune azioni strutturali di governo del proprio capitale circolante, adottando una politica selettiva nell'affidamento dei clienti e nel recupero dei crediti. Ciò ha portato al contenimento delle potenzialità di espansione quantitativa del fatturato, ma ha dato ottimi risultati dal punto di vista della riscossione dei crediti, in un’annata non certo facile da questo punto di vista. Inoltre, sono state fatte alcune operazioni strutturali per quanto riguarda la provvista finanziaria. Fra queste va citata la cartolarizzazione di un volume significativo di crediti che sono stati liquidati pro-soluto, contribuendo in maniera determinante a fare raggiungere a Terremerse gli importanti risultati citati. Risultati che rendono ora possibile materializzare una politica di ulteriore irrobustimento delle risorse proprie dell'azienda, per sostenere uno slancio rinnovato nella crescita e nella qualificazione. Il rafforzamento del capitale proprio della cooperativa verrà perseguito attraverso il rilancio della capacità di accumulazione dell’azienda, combinato con la ricerca del concorso sia d’istituti finanziari del movimento cooperativo, sia di strumenti finanziari di promozione dello sviluppo di carattere pubblico. La crisi economica e finanziaria che tuttora stringe l'economia del paese in una morsa durissima, ha anche come effetto quello di creare sul mercato, per quelle realtà come Terremerse che hanno potuto attraversare la crisi irrobustendosi, straordinarie opportunità di acquisizioni di aziende e di attività in difficoltà, ma dotate di un proprio avviamento commerciale. È questa una componente del profilo aggressivo che intendiamo dare alla nostra azione strategica nel corso del triennio che verrà. Conclude l’Amministratore Delegato Minguzzi: «In modo particolare i settori di attività su cui punteremo per determinare nuove opportunità di crescita continueranno a essere quello delle agroforniture, per il quale si sono determinate ottime opportunità conseguenti all’accordo commerciale con Apofruit e altre se ne determineranno per le acquisizioni che continueremo a perseguire. C’è poi il settore della lavorazione delle carni, sia destinate al mercato nazionale sia estero, valutando anche l'opportunità di adottare nuove architetture societarie per raggiungere i migliori risultati di mercato e di reddito per la Cooperativa e per i suoi soci. Nel settore cerealicolo intendiamo proseguire con la politica di alleanze che abbiamo costituito in questi anni che ci ha consentito di raggiungere un posizionamento di mercato invidiabile. Nel settore ortofrutticolo porteremo a segno la conclusione del progetto di ristrutturazione interno che abbiamo definito nel corso del 2013 e che ci porterà grandi vantaggi competitivi. Contestualmente avvieremo a concreta realizzazione le nuove opportunità di innovazione e d’integrazione con i mercati in Italia e all'estero che ci derivano dall'accordo di partnership commerciale con Apofruit».

COLDIRETTI: PERICOLO AGROMAFIE PER L’ALIMENTARE ITALIANO.

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Secondo il rapporto Coldiretti/Eurispes sui crimini agroalimentari in Italia il giro d’affari dell’illegalità dal campo alla tavola vale 14 mld e coinvolge 5mila ristoranti.

Si stima che almeno 5mila locali di ristorazione (bar, ristoranti, pizzerie) in Italia siano in mano alla criminalità organizzata attraverso spesso l’intestazione a prestanome che non solo garantiscono profitti diretti, ma che assicurano anche una copertura per riciclare denaro sporco. E’ quanto emerge dal Rapporto “Agromafie” sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti/Eurispes dal quale si evidenzia che il volume d'affari complessivo della criminalità organizzata, dalla camorra alla mafia fino all’ ‘ndrangheta, è salito dal campo alla tavola a circa 14 miliardi di euro nel 2013. In questa opera di infiltrazione – sottolinea la Coldiretti - le mafie stanno approfittando della crisi per penetrare anche nell’imprenditoria legale poiché è peculiarità del moderno crimine organizzato estendere, con approccio imprenditoriale, il proprio controllo dell’economia invadendo i settori che si dimostrano strategici ed emergenti, come è quello agroalimentare. Si tratta di aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché – precisa la Coldiretti - consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone in termini economici e salutistici. Mettendo le mani sul comparto alimentare le mafie hanno infatti la possibilità di affermare il proprio controllo sul territorio. Potendo contare costantemente su una larghissima e immediata disponibilità di capitale e sulla possibilità di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni ed ai controlli, si muovono con maggiore facilità rispetto all’imprenditoria legale. Per raggiungere l’obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, racket estorsivo e abusivismo edilizio, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma - conclude Coldiretti - compromettono in modo gravissimo la qualità e lasicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy

COLDIRETTI: AL VIA LE ISCRIZIONI ALL’OSCAR “GREEN” 2014

Fonte: Coldiretti Ferrara  

E’ già possibile iscriversi all’ottava edizione del concorso Oscar Green, il concorso ideato da Coldiretti Giovani Impresa per le aziende innovative e multifunzionali. Entro il 14 marzo le segnalazioni di partecipazione.

Dopo aver premiato i migliori giovani imprenditori agricoli lo scorso 11 dicembre, è arrivato il momento di guardare alla nuova edizione degli Oscar Green, il concorso ideato da Coldiretti Giovani Impresa per valorizzare e dare spazio all’innovazione in agricoltura. Sono infatti già aperte le iscrizioni per l’ottava edizione, alla quale si potrà partecipare compilando l’apposito modulo disponibile sul sito Oscar Green. Al concorso potranno prender parte gli imprenditori agricoli e agroalimentari singoli o associati, operanti sul territorio nazionale, che abbiano compiuto massimo 40 anni, fatta eccezione nella categoria In filiera, e che abbiano sviluppato all’interno del proprio percorso un’idea innovativa che si rispecchi in una delle seguenti categorie: Stile e cultura d’impresa, Non solo agricoltura, Esportare il Territorio, In filiera, Campagna Amica, Ideando e Paese Amico. Fatta eccezione per le imprese vincitrici, al concorso potranno iscriversi anche quelle aziende che abbiano già preso parte alle edizioni precedenti. Inoltre ciascun candidato potrà iscriversi ad una sola categoria in concorso, pena l’esclusione. Le imprese agricole che intendano partecipare dovranno compilare ed inviare la domanda alla Segreteria Nazionale di Coldiretti Giovani. I moduli di partecipazione dovranno essere inviati telematicamente, scaricando la documentazione disponibile sul sito di Oscar Green, o ancora attraverso le Federazioni Provinciali Coldiretti, che provvederanno al trasferimento. Non è invece previsto l’invio delle domande in forma cartacea. I moduli di partecipazione dovranno essere inviati entro e non oltre il prossimo 14 marzo. Ulteriori informazioni sono disponibili nel regolamento del concorso consultabile sul sito.  

LE CATEGORIE IN CONCORSO:  

“Stile e cultura d’impresa” è il premio Oscar Green assegnato a quelle aziende che si sono distinte per capacità di analisi delmercato, utilizzo delle tecnologie informatiche, abilità progettuale e messa a punto di adeguate strategie di sviluppo. In particolare la categoria premiaquella parte del settore agricolo che è stata in grado di incanalare la cultura d’impresa in progetti e strategie innovative.
 “Non solo agricoltura” è il premio Oscar Green assegnato a quella parte del settore agricolo che può giocare un ruolo importante nelle strategie di adattamento e mitigazione climatica o che ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita e dello sviluppo locale attraverso l’integrazione tra agricoltura, artigianato e servizi.  
“Ideando” è il premio Oscar Green assegnato a tutte quelle imprese innovative che hanno al massimo un anno di vita o che sono ancora in fase di realizzazione. Le aziende prese in considerazione possonoquindi avere i requisiti di una qualsiasi altra categoria.
“Esportare il territorio” è il premio Oscar Green assegnato a quelle aziende che, a partire dal proprio prodotto, hanno saputo proporre il territorio che rappresentano a livello internazionale. La categoria prende in considerazione le imprese in cui il territorio diventa il prodotto, il vero valore aggiunto che rende unico il Made in Italy sui mercati internazionali.  
“In filiera” è il premio Oscar Green assegnato a quelle aziende che sfruttano approcci sinergici per consolidare la posizione dell’impresa agricola all’interno della filiera. In particolare la categoria prende in considerazione quella parte del settore agricolo capace di massimizzare i vantaggi dell’azienda e del consumatore finale, con relativo abbattimento dei costi e promozione della qualità, attraverso la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana.  
“Campagna Amica” è il premio Oscar Green assegnato a tutte le aziende che valorizzano il rapporto con il cittadino consumatore. In particolare la categoria prende in considerazione imprese che abbiano creato punti di vendita diretta, rispondendo alle esigenze di trasparenza del mercato ed agevolando scelte di consumo consapevoli.
“Paese Amico” è un premio Oscar Green speciale, rivolto a tutte le strutture pubbliche (Comuni, Province, scuole, ecc) che si sono impegnate in una collaborazione per l’attuazione del Progetto Coldiretti di una “Filiera Agricola tutta italiana”.

mercoledì 22 gennaio 2014

CUN SUINI, TROVATO ACCORDO SU NUOVO REGOLAMENTO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Si è svolta oggi pomeriggio, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, una riunione a cui hanno preso parte le organizzazioni designatrici dei componenti della Commissione unica nazionale - Suini da macello. Oltre ai rappresentanti del Mipaaf e di Borsa Merci Telematica Italiana, erano presenti i rappresentanti di Assica, Coldiretti, Confagricoltura e Cia. Al termine dell’incontro, durante il quale è stata esaminata la proposta avanzata dal Ministero di una riforma del regolamento della CUN - Suini da macello, è stato approvato il nuovo regolamento che entrerà in vigore a partire già dalla prossima riunione della Commissione, che avrà luogo domani 23 gennaio a Mantova. Questo risultato giunge dopo un lungo periodo di stallo, iniziato nello scorso mese di ottobre, in cui il prezzo formulato nell’ambito della CUN proveniva di fatto dalla sola parte allevatoriale, stante l’assenza nelle riunioni della parte dei Macellatori. Uno stallo causato dall’impossibilità di trovare un accordo tra le parti. Il risultato di oggi è stato raggiunto grazie alla mediazione del Mipaaf, ma anche al senso di responsabilità dimostrato dai soggetti interessati che hanno accettato e condiviso la sostanziale riforma del Regolamento. Tale riforma prevede, in particolare: l’impegno delle parti a fissare il prezzo finale del prodotto escludendo l’ipotesi di ‘non quotati’, con l’introduzione di alcuni elementi di flessibilità nella tempistica; la semplificazione di alcune procedure nella definizione della tendenza di mercato e nella formazione del prezzo; il rafforzamento della funzione di mediazione esercitata dalla figura del Segretario (designato dalla BMTI) nella fissazione del prezzo o del range dei prezzi. L’accordo raggiunto oggi agevola la discussione di alcuni temi che saranno trattati nella riunione del Tavolo di filiera, programmata per il prossimo 30 gennaio. La proposta di riforma della CUN, portata avanti dal Ministero, si colloca infatti in una strategia complessiva che sarà illustrata la prossima settimana, mirata a integrare le diverse iniziative in essere in un unico progetto nazionale.

COLDIRETTI: ITALIANI DETECTIVE DELLA SPESA, CAMBIA IL CARRELLO DELLA SPESA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Leggera ripresa nel 2014 solo per i consumi alimentari, ma cambia la composizione del carrello ed il modo di fare spesa.

Nel 2014 si attende una leggera ripresa solo per i consumi alimentari che a differenza degli altri beni invertono la tendenza negativa registrata nel 2013. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, in merito alle previsioni diffuse da Confcommercio, dalla quale si evidenzia una ripresa degli acquisti di prodotti alimentari e bevande dello 0,4 per cento nel 2014 dopo il calo del 3,9 per cento fatto segnare nel 2013, secondo elaborazioni su dati Prometeia, Coop, Nielsen ed Ismea. La previsione per l’anno in corso – sottolinea la Coldiretti - non è tuttavia omogenea per tutti i prodotti alimentari e si stima un aumento degli acquisti per frutta (+0,9 per cento) e pane e cereali (+0,6 per cento) mentre calano quelli di carne (-0,4 per cento) e di bevande alcoliche (-1,3 per cento). La crisi ha dunque modificato il carrello ma ha anche cambiato il modo di fare la spesa. Con la crisi si dice infatti addio al negozio di fiducia e quasi la metà degli italiani (47%) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca dove costa meno, magari aiutati da internet e volantini sui quali è guerra nel pubblicizzare offerte speciali e sconti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Con il 71 per cento dei consumatori che dichiara di confrontare con piu’ attenzione rispetto al passato i prezzi, gli italiani - sottolinea la Coldiretti - sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62 per cento va a caccia delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno. Mai come nel passato - sottolinea la Coldiretti - fare la spesa è diventata una sfida alla ricerca della maggiore convenienza che richiede fatica e tempo, portando gli italiani a fare la spola tra diversi negozi per risparmiare. Da segnalare - conclude la Coldiretti - la tenuta degli acquisti diretti dal produttore al quale si rivolge regolarmente ben il 14 per cento degli italiani, il 45 per cento qualche volta, il 29 per cento raramente e solo il 12 per cento mai.

PSR 2014 - 2020: 1 MILIARDO E 190 MILIONI PER L'AGRICOLTURA EMILIANO-ROMAGNOLA. RADDOPPIANO LE RISORSE REGIONALI. RABBONI: UNA SCELTA STRATEGICA A SOSTEGNO DI UN SETTORE DI ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY. LUNEDÌ 27 GENNAIO A BOLOGNA LA REGIONE CHIAMA A RACCOLTA TUTTO IL MONDO AGRICOLO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Un miliardo 190 milioni di euro per l’agricoltura emiliano-romagnola. Sono le risorse in arrivo grazie al nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 dopo l’accordo Stato-Regioni dei giorni scorsi. Si tratta di 131 milioni in più rispetto al precedente settennato, oltre che del budget più alto tra le Regioni del centro nord. Un aumento determinato da maggiori risorse europee, ma soprattutto dalla crescita del cofinanziamento regionale, che praticamente raddoppia, passando da 106 a 203 milioni di euro nei sette anni. “Si tratta della quota più alta mai destinata da questa regione all’agricoltura – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – l’esito di una scelta strategica della Giunta regionale a sostegno di un’ agricoltura di eccellenza, tra i protagonisti del made in Italy”. “L’obiettivo principale – sottolinea Rabboni – sarà aumentare e stabilizzare la redditività del settore, allargando la platea dei beneficiari. Senza trascurare le iniziative di qualità delle singole aziende, punteremo in particolare sulle reti di impresa. Per ridurre i costi, fare sistema ed essere più competitivi”. Reti di impresa dunque come destinatarie privilegiate dei finanziamenti del nuovo Psr per il trasferimento tecnologico; gli investimenti di filiera “dalla terra alla tavola”; l’ammodernamento delle imprese di un medesimo comparto; la logistica e il mercato. Senza dimenticare cooperative, organismi interprofessionali, organizzazioni di produttori. Su 1 miliardo 190 milioni di euro, le risorse che arrivano dall’Europa ammontano a 513 milioni di euro (il 43% del totale, 29 milioni in più rispetto al Psr 2007-2013), mentre la quota statale è di 474 milioni (il 40% del totale, circa 6 milioni in più). Ulteriori risorse arriveranno al territorio emiliano-romagnolo dai quattro Piani nazionali (per i quali non è previsto cofinanziamento regionale) che rappresentano una delle novità della nuova Pac 2014-202: il Piano per la gestione del rischio contro le calamità naturali e le crisi di mercato che potrà contare su 1 miliardo 640 milioni di euro; il Piano irriguo cui sono destinati 300 milioni di euro; il Piano per la biodiversità animale e quello per la Rete Rurale Nazionale che avranno a disposizione, rispettivamente, 200 e 100 milioni di euro. Il nuovo Programma di sviluppo rurale sarà al centro dell’incontro di lunedì 27 gennaio a Bologna (Sala A, Terza Torre, Viale della Fiera, 8) “Nuovo Psr 2014-2020: il documento strategico.” L’appuntamento chiamerà a raccolta l’intero mondo agricolo e non solo, prima della messa a punto del documento conclusivo che essere approvato da Bruxelles entro l’estate.  

Gli obiettivi del nuovo Psr: competitività, ambiente, innovazione, territorio rurale, giovani e meno burocrazia

Competitività, ambiente, innovazione, salvaguardia del territorio rurale. Ma anche giovani e una riduzione degli adempimenti burocratici. Questi alcuni degli obiettivi del nuovo Psr. Circa il 44% delle risorse saranno indirizzate ad aumentare la competitività del sistema agricolo e agroalimentare emiliano-romagnolo, attraverso il sostegno, come si è detto, alle aggregazioni di imprese e alle diverse forme di agricoltura organizzata. Alle misure di carattere ambientale e all’agricoltura biologica andranno il 38% delle risorse. Rientrano in questo ambito anche gli interventi per la riduzione dei consumi idrici, il contrasto ai fenomeni di dissesto e di erosione del suolo, la lotta al cambiamento climatico, lo sviluppo delle bioneregie. Altro capitolo importante: il trasferimento della conoscenza e dell’innovazione (8% delle risorse) attraverso i Gruppi operativi per l’innovazione che rappresentano una delle novità della nuova programmazione 2014-2020. Anche in questo caso si tratta di vere e proprie reti di impresa tra aziende agricole, centri di ricerca e di assistenza tecnica. Alla salvaguardia del territorio rurale andrà il 7,5% delle risorse, con un’attenzione particolare alla montagna e all’agricoltura periurbana per trasformare – ha spiegato Rabboni – “la contiguità tra città e campagna da elemento di degrado a elemento di vantaggio”. Verranno finanziate l’agricoltura sociale, la vendita diretta, la multifunzionalità delle aziende, oltre a iniziative per valorizzare i prodotti di montagna rispetto a quelli di pianura e a forme di tutoraggio per i giovani che vogliono insediarsi nelle zone appenniniche. Il 2,5% delle risorse del nuovo Psr sarà destinato all’assistenza tecnica. Già al centro del precedente Psr, che aveva destinato agli under 40 ben il 26% del totale (a fronte di un’incidenza reale sul totale degli imprenditori agricoli del 7,8%) i giovani restano dunque una priorità trasversale anche della nuova programmazione, con una corsia privilegiate per tutti gli interventi. Quanto allo snellimento burocratico, Rabboni ha sottolineato come il Sistema informativo agricolo e il Registro unico dei controlli, a regime a giugno, permetteranno di alleggerire gli adempimenti a carico delle aziende. Inoltre la Regione ha messo a punto un meccanismo che permetterà di ridurre la documentazione necessaria per le misure di investimento.

ALLUVIONE: 10 MILA ETTARI AGRICOLI SOTT’ACQUA, 600 AZIENDE ALLAGATE

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna 

E’ salito a 10 mila ettari la superficie agricola allagata dalla rotta del Secchia in provincia di Modena e oltre 600 le aziende agricole coinvolte, con danni ai terreni, alle attrezzature e ai centri aziendali. Il dato è di Coldiretti Emilia Romagna, che ricorda come la superficie agricola dei comuni colpiti (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice sul Panaro, San Prospero e parte di Modena) è in totale di 24 mila ettari. Sott’acqua sono finiti soprattutto seminativi, ma anche un migliaio di ettari di vigneto e altrettanti di frutteto. Secondo Coldiretti sono andati completamente perduti i seminativi più vicini alla zona di rottura dell’argine, mentre nelle altre zone la salvezza delle produzioni dipenderà dalla velocità con cui verrà allontanata l’acqua dalle campagne, in modo da scongiurare l’asfissia delle radici. Anche la sopravvivenza degli alberi da frutta e delle viti di pendono dalla velocità con cui si riuscirà a riportare i terreni all’asciutto. Per salvare i vigneti di Lambrusco Doc e delle pere Igp, secondo Coldiretti, i terreni dovrebbero esser riportati all’asciutto nell’arco di una settimana. “I Consorzi di Bonifica – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – hanno messo a disposizione tutti i loro mezzi e stanno facendo una corsa contro il tempo per cercare di pompare l’acqua via dai campi. Purtroppo c’è da rilevare che l’aumentata impermeabilizzazione del terreno rende tutte le operazioni più lente.”. In provincia di Modena, secondo elaborazioni Coldiretti sui dati Istat, sono stati sottratti all’agricoltura 41 mila ettari negli ultimi 20 anni, in pratica il 20 per cento di tutta la superficie agricola. “Per salvare le imprese di queste zone – ha detto Tonello – è indispensabile dichiarare al più presto lo stato di emergenza per avere risorse ad hoc per interventi immediati per la ripartenza delle imprese messe in ginocchio da due calamità, l’alluvione e il terremoto. Inoltre bisogna cominciare a pensare in termini di prevenzione a partire dal problema delle nutrie. Prive di predatori, questi animali si sono moltiplicati a dismisura e stanno mettendo a rischio la tutela dell’ambiente e la sicurezza di tutti i cittadini, oltre alle attività agricole. Non si può continuare solo a parlarne ma occorrono piani per liberare fiumi e canali dalla loro presenza”.

martedì 21 gennaio 2014

MALTEMPO: E’ NUOVA EMERGENZA IN PROVINCIA DI MODENA A MENO DI DUE ANNI DAL SISMA. LA PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA MODENA EUGENIA BERGAMASCHI: ”DISASTRO ANNUNCIATO”.

Fonte: Confagricoltura

L’ondata di acqua e fango che ha colpito la provincia di Modena, domenica 19 gennaio, in seguito alla rottura dell’argine destro del fiume Secchia in località S. Matteo, ha coperto gran parte dei terreni agricoli dei comuni di Bastiglia, Sorbara, Bomporto, San Prospero, Camposanto, San Felice e Medolla, territori che erano già stati colpiti duramente dal Sisma del 20 e 29 maggio 2012. Da una prima analisi di Confagricoltura si stimano danni ingentissimi alle colture, ma anche ai fabbricati e alle attrezzature. Le acque stanno iniziando solo in alcune aree a ritirarsi e al momento non è possibile verificare direttamente i danni e i quantitativi di fango e detriti depositati, in particolare sui cereali. C’è grande preoccupazione anche per le colture arboree, in particolare vite e pero. Ed è grave la situazione per alcuni allevamenti bovini e suini situati nelle aree coinvolte. Dalla prime stime effettuate da Confagricoltura Modena sono state direttamente coinvolte dall’accaduto circa 110 aziende associate, per un totale di circa 2.600 ettari e una decina di allevamenti di suini e di bovini da carne e da latte e di equini, senza contare tutti gli animali di bassa corte. I dati sono tuttavia ancora provvisori a causa dell’avanzare del fronte dell’esondazione. Ad oggi solo poche aziende hanno provveduto a spostare i capi giovani perchè più vulnerabili all’arrivo dell’acqua. Altri allevamenti hanno dovuto attendere impotenti di fronte all’avanzata dell’acqua non riuscendo, a causa dell’interruzione della viabilità, a spostare gli animali. Nella zona sono infatti presenti allevamenti di tori da carne di circa 1.400 capi, allevamenti suinicoli con circa 8.200 capi ad oggi tutt’ora isolati, allevamenti di vacche da latte che contano 400 capi in lattazione ed un maneggio con una decina di cavalli. Molte aziende inoltre segnalano danni a concimi, fitofarmaci, attrezzature e macchine agricole, scorte di foraggi, mangimi, cereali, ed in alcuni casi anche ad acetaie che erano temporaneamente delocalizzate a seguito del terremoto in locali al pian terreno. Si segnalano, inoltre, danni ad alcune cantine tra cui quella di Sorbara, da due giorni coperta da 30 cm d’acqua. “Siamo di fronte ad un disastro annunciato – dice la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi, la cui azienda situata a 200 metri dalla falla del fiume è stata una delle prime ad essere coinvolta -. Da anni denunciamo una forte preoccupazione sulla gestione degli argini e del letto del fiume Secchia, ma i nostri proclami non sono stati ascoltati e ora ci troviamo ad affrontare una situazione drammatica. In primo luogo come cittadina, ma anche come presidente di Confagricoltura Modena, voglio avere risposte da chi in tutti questi anni non ha lavorato per prevenire un incidente di questa portata. I controlli e la manutenzione sono scarsi, superficiali o inesistenti. Dopo le piene il letto del fiume non viene pulito e nutrie e volpi costruiscono le loro tane all’interno dell’argine stesso, rendendolo più debole. Mi chiedo cosa abbia fatto l’Aipo in tutti questi anni. Così oggi ci troviamo ad affrontare una nuova emergenza, a 20 mesi dal terremoto, con nuovi problemi e danni economici ingenti, in un contesto già complicato”. Non più tardi di giovedì 16 gennaio la stessa presidente Bergamaschi aveva ribadito le proprie preoccupazioni all’assessore Regionale Tiberio Rabboni di fronte ad una platea di tecnici impegnati nella discussione del nuovo PSR, sottolineando l’importanza di tutelare il territorio di pianura, anch’esso fragile e vulnerabile al pari di quello della montagna.

MANCATO IMPIEGO DELL’1.3 DICLOROPROPENE NELLA DIFESA DAI NEMATODI DELLE COLTURE ORTICOLE: ASSESSORE CALDERONI E PRESIDENTE FONDAZIONE NAVARRA SCRIVONO AL MINISTERO

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

L’assessore provinciale all’Agricoltura, Stefano Calderoni, e il presidente della fondazione Navarra, Pier Carlo Scaramagli, hanno scritto al ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per chiedere che venga autorizzato l’uso d'emergenza dell’1,3 Dicloropropene. Utilizzo almeno fino a quando saranno definite e diffuse linee tecniche in grado di garantire e salvaguardare le produzioni orticole italiane, in primis la carota. Il fitofarmaco, in sigla 1.3 D, è l’unico finora conosciuto in grado di contrastare in modo efficace l’aggressione dei nematodi, ossia parassiti a forma di piccoli vermi, che infestano le radici delle colture orticole compromettendone la produzione. Il problema è che una direttiva Ue ne ha revocato l’utilizzo. Mentre il Ministero della Salute ha concesso proroghe solo per le coltivazioni di tabacco e fragole, in altri paesi – come Portogallo, Spagna, Francia, Grecia e Cipro – è stato esteso l’uso anche per la carota. “Da qui una situazione di chiaro svantaggio competitivo – dice Stefano Calderoni – per una coltura orticola locale che ha avuto il riconoscimento della certificazione di qualità, coltivata su quasi 1.900 ettari specie nella zona del Delta e che rappresenta una fonte di reddito ed occupazione importante per l’agricoltura provinciale”. La società produttrice dell’1.3 D sta nel frattempo lavorando per ripresentare all’Ue una richiesta di autorizzazione all’impiego della stessa molecola purificata dalle impurità che ne hanno determinato la revoca, ma occorreranno alcuni anni prima che i produttori possano averne la disponibilità. Contestualmente, agli agricoltori vengono oggi proposte soluzioni tecniche che però non costituiscono una soluzione soddisfacente. Le stesse sperimentazioni fatte finora non hanno dato risposte sostitutive all’1.3 D, come risulta dai dati presentati nell’ultimo congresso organizzato nel novembre 2013 a Celano (L’Aquila) dalla Società di nematologia italiana. Da parte sua, la Provincia di Ferrara ha promosso una serie di sperimentazioni in collaborazione con il servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna e con la fondazione Navarra, per trovare soluzioni tecniche affidabili ed in linea con le normative europee. Lo conferma anche il presidente della fondazione Navarra: “Un anno di ricerche sul campo – spiega Scaramagli - non hanno finora dato risposte definitive, anche se stiamo continuando lo studio per individuare un valido sostituto”. In provincia sono 13.301 gli ettari di colture orticole fortemente penalizzati dalla revoca dell’1.3 D, che corrispondono al sette per cento della superficie agricola utile. Fra le più penalizzate risulta la carota, proprio per la scarsa qualità delle radici deformate dall’attacco dei nematodi. Una produzione che, da sola, significa oltre 16mila giornate lavorative all’anno, senza contare la presenza nel Delta di Conserve Italia, fra i più grandi stabilimenti europei per la lavorazione di prodotti della filiera agricola.

DE GIROLAMO: IL PROGETTO CON GOOGLE É MOLTO IMPORTANTE, IL FUTURO É NELLA RETE E NELL’AGROALIMENTARE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Abbiamo fatto una scommessa, noi come Ministero, Google, il mondo dei consorzi e tutti gli attori che hanno dato vita a questo progetto. Una scommessa ambiziosa: creare l’agroalimentare 2.0. È sempre più evidente che new-technology e agroalimentare sono i settori che daranno più occupazione nel futuro. Perché non metterli insieme? Perché non fare un link tra la Silicon Valley e la nostra Food Valley? Ci voleva creatività, tanto lavoro e un po’ di coraggio, che non ci sono mancati. Inoltre, al Ministero, questo progetto non è costato un euro. In Italia abbiamo 261 prodotti a denominazione (Dop, Igp e Stg), attraverso la rete vogliamo dare visibilità a tutti quelli che danno vita a prodotti straordinari che costituiscono, insieme alla cultura, il sogno italiano. Il futuro è nella rete e nell’agroalimentare. Questi due sistemi, messi in connessione, potranno dare accesso a informazioni e svilupperanno grandi opportunità di lavoro”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, partecipando al convegno “Made in Italy: eccellenze in digitale”, nel corso del quale è stato lanciato il progetto del nuovo sito www.google.it/madeinitaly . “Abbiamo raccontato il nostro Paese – ha spiegato il Ministro – creando un vero e proprio museo dell’agroalimentare di qualità, una mostra virtuale e permanente, che ripercorre la loro storia, la loro originalità”. “Crediamo in questo progetto – ha aggiunto il Ministro De Girolamo –, ma questo è solo l’inizio di un’attività che può significare molto per le nostre aziende. Stiamo lavorando per portare internet ad alta velocità nelle zone rurali con un progetto dedicato alla banda larga. I produttori sono tanti, vogliono visibilità e quindi noi li mettiamo in rete, diamo visibilità ai loro prodotti e al loro lavoro. Aprendo queste pagine non c’è solo storia dell’agroalimentare, in quelle pagine noi vediamo la storia del nostro Paese, della nostra terra e della nostra cultura. Non so quali mezzi di comunicazione e quali tecnologie userà mia figlia per comunicare, so però che lo farà attraverso internet e che non rinuncerà alla tradizione e a un bel panino con il Pane di Altamura, il Pecorino Toscano e il Prosciutto di San Daniele. Attraverso queste pagine possiamo stimolare attenzione di chi le consulta in giro per il mondo e ha la curiosità di venire a scoprire il nostro Paese”.

lunedì 20 gennaio 2014

COLDIRETTI: PENSIONATI COLDIRETTI IN ASSEMBLEA NAZIONALE FESTEGGIANO 45 ANNI DI ATTIVITA’ ALL’ERGIFE PALACE DI ROMA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Parteciperanno anche i rappresentanti dei pensionati ferraresi di Coldiretti alla grande assemblea nazionale che si terrà a Roma dal 21 al 23 gennaio sul tema “Generazioni unite per un futuro migliore”.

Federpensionati Coldiretti, la piu’ grande associazione italiana di pensionati del lavoro autonomo si riunisce per l’Assemblea Generale che si terrà a Roma dal 21 al 23 gennaio anche per festeggiare i 45 anni dell’Associazione alla quale aderiscono settecentomila iscritti. Saranno presenti il Segretario Generale Vincenzo Gesmundo e il Presidente confederale Roberto Moncalvo che interverrà in Assemblea mercoledì 22 gennaio alle ore 16,30 all’Ergife Palace Hotel in via Aurelia 619 a Roma alla presenza dei quattrocento delegati, tra i quali non mancheranno i delegati della Coldiretti estense, ovvero il presidente provinciale Alberto Sartori accompagnato da Valeriano Brandola e da Antonina Gardenghi, oltre che dalla responsabile provinciale di Ferrara, Beatrice Tagliaferri. Rapporto tra generazioni con il ruolo dei nonni nel sostegno e la formazione delle famiglie; presidi territorialinelle aree rurali per una maggior fruibilità di servizi socio-sanitari e alla persona; famiglia e livelli essenziali di assistenza a valore aggiunto; iniziative ed esperienze con il ruolo attivo del pensionato quale modello di traino culturale, economico e solidale. Sono questi i principali temi che saranno affrontati nel corso dell’Assemblea durante la quale verranno mostrati gli esempi di alcuni pensionati coltivatori, che racconteranno storie specifiche di impegno, da chi svela i trucchi dell'orto in città a chi collabora con le scuole per insegnare a fare il formaggio fino a chi trasmette la propria manualità per realizzare oggetti di artigianato. “E’ un appuntamento importante, al quale ci siamo avvicinati – sottolinea il Presidente della Federpensionati Coldiretti di Ferrara, Alberto Sartori -, dopo una lunga serie di incontri in tutti i territori e tutte le province, per rifletter sulle maggiori problematiche della categoria, e ci apprestiamo anche ad alcune modifiche statutarie allo scopo di allineare il nostro Statuto a quello di Coldiretti, recentemente aggiornato, mentre l’occasione dei 45 anni di attività sarà uno spunto per ripercorrere il cammino dell’associazione e per ribadire l’impegno nei prossimi anni in campo sociale e previdenziale”. “Pur in presenza della persistente crisi economica, che sembra mettere in discussione i valori del welfare, gli anziani del mondo agricolo meritano maggiore attenzione da parte delle Istituzioni” afferma il Presidente della Federpensionati nazionale, Antonio Mansueto. Con i loro valori di esperienza e di saperi da trasmettere alle nuove generazioni, e lo spirito di solidarietà che li esalta nei momenti di bisogno della collettività, sono una risorsa per la società.

LORENZO BOLDRINI CONFERMATO PRESIDENTE DI CIA FERRARA

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

Rimarrà alla guida dell’associazione agricola per i prossimi quattro anni. Parola d’ordine del suo programma l’aggregazione a tutti i livelli e poi agricoltura strategica e semplificazione burocratica

Lorenzo Boldrini è stato riconfermato, con un’ampia maggioranza di consensi, presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara, nel corso della VI Assemblea Elettiva. Imprenditore agricolo di Ferrara, titolare di un’azienda condotta con il metodo biologico è laureato in Scienze Agrarie ed ha alle spalle una lunga carriera di insegnamento. Suo il compito di guidare l’associazione per i prossimi quattro anni in un momento davvero cruciale per il settore e le imprese agricole. Nella sua relazione programmatica il presidente ha fatto il punto sui cambiamenti strutturali dell’agricoltura, sulla necessità di aumentare sia la produzione agricola in generale che le produzioni di qualità per sopperire ai fabbisogni di cibo – il titolo dell’Assemblea era, appunto, “Più agricoltura per nutrire il mondo” – ed ha delineato con chiarezza gli obiettivi che dovrà perseguire la Cia nei prossimi anni. «La nostra agricoltura attraversa uno dei periodi più difficili della sua storia – ha detto Boldrini – per una serie di fattori che sono ben noti a tutti: il forte calo della domanda, i bassi prezzi pagati all’origine, l’aumento dei costi di produzione e il difficile accesso al credito. Questa situazione sta facendo fortemente contrarre, se non addirittura annullare, il reddito d’impresa e di conseguenza dello famigliare. Le nostre aziende agricole – ha continuato Boldrini – non sono certo rimaste a guardare ma hanno reagito, ognuna con le proprie forze, per governare la crisi e il cambiamento. Oggi però lo sforzo del singolo imprenditore non è più sufficiente, ma occorre puntare fortemente sull’aggregazione. Uscire dall’isolazionismo ed abbandonare i particolarismi è la nostra grande opportunità per il futuro. Parlo – ha spiegato Boldrini – di aggregazione a tutti i livelli a partire da quello economico e produttivo con le reti d’impresa e di famiglie che consentono di condividere le esigenze gestionali dell’azienda fino all’aggregazione dell’offerta con tutte le strutture e gli organismi che la esplicano, come le OP e agli Organismi Interprofessionali. Aggregazione anche dal punto di vista politico-sindacale per concentrare gli apparati e implementare le interazione con le istituzioni a tutti i livelli, dalle più vicine fino a quelle apparentemente lontane come lo Stato e l’Unione europea. La nostra associazione sarà in prima linea per favorire forme aggregative e si impegnerà altresì per promuovere reali atti di semplificazione nei procedimenti burocratici perché è la burocrazia un altro fattore di criticità che grava ancora troppo sull’impresa agricola. Perseguiremo, inoltre, il concetto di agricoltura strategica, che punta certamente alla valorizzazione dei nostri prodotti di qualità ma è basata sul fondamentale ruolo del settore primario nel valorizzare il territorio, guarda allo sviluppo e al benessere della società ed è parte integrata ed integrante nel nostro vivere quotidiano.» Tra gli ospiti dell’Assemblea di Cia Ferrara anche la senatrice Maria Teresa Bertuzzi; l’assessore all’Agricoltura della Provincia Stefano Calderoni; Carlo Alberto Roncarati e Mauro Giannattasio, rispettivamente presidente e segretario generale della Camera di Commercio di Ferrara; i rappresentanti delle associazioni di categoria Coldiretti e Confagricoltura, Legacoop e Confcooperative e poi il presidente di Cia Puglia Antonio Barile e il presidente regionale Antonio Dosi, candidato alla vicepresidenza nazionale della Cia.

CONTRATTO QUADRO NORD ITALIA POMODORO DA INDUSTRIA 2014, GARAGNANI: “FREDDA È LA RISPOSTA DEL MONDO AGRICOLO. IL PREZZO STABILITO NON OFFRE, ANCORA UNA VOLTA, IL MARGINE NECESSARIO DI GUADAGNO E NON FAVORISCE GLI INVESTIMENTI AUSPICATI PER IL RILANCIO DI UN SETTORE COSÌ IMPORTANTE PER L'ECONOMIA EMILIANO ROMAGNOLA”

Fonte: Confagricoltura Emilia - Romagna

E' stato siglato il Contratto quadro area Nord Italia per il pomodoro da industria, tra le Industrie di Trasformazione e le Organizzazioni di Produttori, che fissa il prezzo a 92€/t. “Fredda è la risposta del mondo agricolo. L'accordo non soddisfa ancora le aspettative dei produttori che lo hanno accolto con poco entusiasmo. L'attuale prezzo non darà certo i margini necessari di guadagno ai coltivatori e non permetterà gli investimenti auspicati per il rilancio di un settore così importante per l'economia emiliano romagnola – dichiara Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna”. “Gli strumenti di valutazione ed i parametri tecnici non sono stati semplificati come da noi più volte richiesto – aggiunge Garagnani - in particolare permane incerto e aleatorio il prezzo reale pagato al produttore.” “Prendiamo atto della nuova formula introdotta che stabilisce una maggiorazione del prezzo da 92 a 93 €/t se la produzione nel distretto del Nord Italia rimarrà entro i 24 milioni di quintali. Ma avremmo certamente preferito che tale premialità non venisse subordinata al quantitativo annuale di produzione: la programmazione delle superfici coltivate dovrebbe essere lo scopo e l'obiettivo principale delle organizzazioni di produttori e non del mondo industriale – conclude con ironia il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna”.

DE GIROLAMO: AUSTRALIA NON APPLICHERÀ MISURE DI SALVAGUARDIA SULLE IMPORTAZIONI DI POMODORI IN SCATOLA DALL’ITALIA

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Sono molto soddisfatta di come si è concluso l’esame della Commissione australiana: è stata accolta la posizione dell’Italia ed è stato premiato il lavoro di squadra portato avanti dal nostro Paese, svolto dal Ministero delle politiche agricole di concerto con gli altri Ministeri competenti. Abbiamo ottenuto un risultato molto importante per uno dei prodotti più rappresentativi del nostro patrimonio agroalimentare come il pomodoro in scatola, evitando l’applicazione di misure di salvaguardia che ne avrebbero limitato l’export”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, sulla conclusione positiva del procedimento da parte della Commissione ‘Productivity Commission’, incaricata dal governo australiano di verificare le condizioni per l’applicazione di una clausola di salvaguardia sulle importazioni di pomodori in scatola provenienti dall’Italia. Un prodotto che vanta un export di 50 milioni di euro e che è pari all’86% delle importazioni complessive di pomodoro da parte australiana. A causa di sollecitazioni degli operatori australiani rispetto all’aumento delle importazioni di prodotto italiano, che avrebbe nuociuto alle produzioni locali, erano state attivate dall’Australia, infatti, nel luglio dell’anno scorso, le procedure relative all’applicazione della clausola di salvaguardia WTO, con relativo aumento dei dazi sui nostri prodotti. La ‘Productivity Commission’ ha invece accertato che non vi è alcun danno al settore produttivo australiano a causa delle importazioni di prodotto dall’Italia e che la diminuzione della produzione locale è, prevalentemente, dovuta a fattori endogeni, in primis uno sfavorevole andamento climatico negli ultimi anni.

MALTEMPO, CONFAGRICOLTURA: PESANTI DANNI NELLE CAMPAGNE IN LIGURIA, VERSILIA E IN PROVINCIA DI MODENA. METTERE IN SICUREZZA IL TERRITORIO

Fonte: Confagricoltura

L'ondata di maltempo abbattutasi con particolare violenza sulla Liguria, sulla Toscana e sull’Emilia Romagna ha causato danni molto ingenti anche all'agricoltura.”. Lo afferma una nota di Confagricoltura, che in queste ore sta monitorando, attraverso le sue sedi territoriali, l'evoluzione della situazione e purtroppo dei danni. Ad Albenga hanno ceduto gli argini del Rio Carenda, allagando tutte le serre delle zone di Baffico, San Giorgio, Prato del Vescovo, Pratogrande e la zona di Campochiesa. Confagricoltura Liguria sottolinea come in più punti della regione siano caduti oltre 330 millimetri di acqua in pochissime ore. A Ponente, nella zona di Ceriana e di Badalucco, movimenti franosi hanno portato via interi uliveti, senza dimenticare i danni alla raccolta delle olive in corso in questi giorni. In Toscana particolarmente colpite sono state la Versilia e la provincia di Lucca, con danni importanti alle serre e alle strutture. Una frana ha colpito il comune di Serravezza e continua a destare preoccupazione il livello del lago di Massaciuccoli, intorno al quale migliaia di ettari di oliveti, vigneti, frutteti e seminativi sono completamente sott’acqua. Particolarmente critica la situazione in provincia di Modena, dove a un anno e mezzo dal sisma, è nuovamente emergenza dopo la rottura di un argine che avrebbe dovuto contenere le acque del fiume Secchia. Centinaia di persone sfollate, strade bloccate, evacuati i comuni di Bastiglia, Bomporto, San Prospero, Medolla. Abitazioni e campi allagati, con gravissimi danni ai vigneti e ai frutteti. L’incapacità di fronteggiare il maltempo, al di là dell’eccezionalità degli eventi, ormai purtroppo sempre più frequenti, dimostra ancora una volta la necessità di mettere in sicurezza il territorio e di avviare il riassetto idrogeologico del nostro Paese, rivalutando il ruolo che le imprese agricole svolgono nella salvaguardia dell’ambiente e nella tutela dell’ecosistema.

ALLUVIONE: COLDIRETTI, AUMENTA LA CONTA DEI DANNI NELLE CAMPAGNE

Fonte: Coldiretti Emilia - Romagna  

Distrutte le coltivazioni di grano, stalle allagate, impianti fuori uso

Aumenta in campagna la conta dei danni dell’inondazione che da ieri mattina ha colpito la provincia di Modena nella zona di Bastiglia e Bomporto. Lo rende noto Coldiretti Emilia Romagna nell’informare che alla falla nell’argine del fiume Secchia che si è aperta ieri e che tutt’ora rimane aperta, si aggiunge la rottura nelle ultime ore del Canale Naviglio che sta provocando l’allagamento di un’ulteriore porzione del territorio modenese. Al momento sono più di 2.000 gli ettari sommersi – informa Coldiretti: le abitazioni sono sommerse; le coltivazioni di grano e degli altri cereali invernali sono state spazzate via dalla forza dell’acqua, nelle stalle sono impedite le operazioni di mungitura e le vacche sono ferme nell’acqua con conseguenza dannose per la salute; gli impianti fotovoltaici sono fermi come anche le strutture di refrigerazione del vino nelle cantine (cisterne e autoclavi) e quelle per la conservazione della frutta; trattori e attrezzature sono fuori uso; le operazioni colturali tipiche del periodo sono ferme e, anche quando l’acqua si ritirerà, sui campi rimarrà uno strato di melma e detriti che renderà impossibile le lavorazioni per tempi lunghissimi tempi. L’alluvione – sottolinea Coldiretti – ha colpito la culla del Lambrusco di Sorbara DOC e delle Pere dell'Emilia Romagna IGP, una delle zone della provincia dove si ottengono le produzioni di maggior pregio dell'agricoltura locale e regionale. Le strutture della Coldiretti si sono attivate per le richieste di soccorso e il monitoraggio dei danni. Per far fronte a questo nuovo disastro che ha colpito una zona già martoriata dal terremoto, Coldiretti chiede la dichiarazione dello stato di calamità per far fronte agli interventi necessari per sostenere la ripartenza dell'agricoltura di queste zone.

sabato 18 gennaio 2014

AGRICOLTURA. INTESA SUL POMODORO DA INDUSTRIA, LA SODDISFAZIONE DI RABBONI

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

 “Mi congratulo con produttori e industriali per l’innovativo accordo sul pomodoro da industria”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni commenta l’intesa raggiunta ieri sera a Parma tra tutte le organizzazioni dei produttori e le rappresentanze delle imprese private di trasformazione (aggregate in Aiipa e Confapi) e riguardante il contratto quadro 2014 relativo al pomodoro da industria per il Nord Italia. “L’anticipo con cui si è pervenuti all’intesa rispetto agli anni scorsi - sottolinea Rabboni - e la certezza di un prezzo remunerativo per gli agricoltori favoriranno una corretta programmazione delle superfici coltivate a pomodoro, vera e propria eccellenza emiliana, dopo le consistenti riduzioni dell’ultimo biennio. Mi auguro - conclude l’assessore - che le superfici che verranno programmate e coltivate risultino in linea con le effettive potenzialità dell’industria di trasformazione e che quest’ultima possa valorizzare adeguatamente sul piano commerciale in Italia e nel mondo i prodotti lavorati”. L’accordo  

Queste le principali novità dell’intesa.
La prima riguarda l’aumento della remunerazione del pomodoro di oltre il 10% rispetto allo scorso anno, in funzione della qualità stabilita nel capitolato del contratto. Innovazioni rilevanti riguardano l’introduzione di un premio economico in funzione della corretta programmazione da parte dei produttori e il rafforzamento del sistema di controllo sulla qualità per garantire una corretta e omogenea valutazione del pomodoro. Relativamente al capitolato, è stato aggiornato il valore medio di riferimento della scala Brix (uno dei principali elementi che determina il pagamento): posizionato a 5 anziché a 5,05 per avvicinarlo alla media produttiva degli ultimi anni. Infine, per poter programmare la produzione al meglio, è stato stabilito che i singoli contratti dovranno essere depositati all’Oi (Organizzazione interprofessionale, Distretto da pomodoro da industria del Nord Italia) entro venerdì 7 febbraio.

GIOVANI AGRICOLTORI DI CIA FERRARA: BERARDINO GALOTTA CONFERMATO PRESIDENTE

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

Tra le sfide più urgenti dell’imprenditoria giovanile la sostenibilità economica dell’agricoltura e la capacità di fare reddito per investire e differenziarsi

Berardino Gallotta, 39 anni, imprenditore agricolo titolare di un’azienda a Boara, è stato confermato alla guida di Agia, Associazione dei giovani agricoltori di Cia Ferrara. Una decisione presa all’unanimità dall’assemblea che ha espresso la piena fiducia nel lavoro svolto da Gallotta ed ha altresì ribadito la volontà di formare un gruppo di giovani agricoltori forte e propositivo, sia internamente all’associazione che verso l’esterno, nei confronti delle istituzioni e delle altre associazioni agricole. Una sfida importante per il futuro dell’imprenditoria agricola del territorio che Gallotta ha lanciato aderendo al documento programmatico di Agia nazionale - una bozza contenente le linee guida della politica agricola dei giovani agricoltori – che sarà integrato con le istanze raccolte in tutte le province e approvato. «Nel corso di questa assemblea – ha spiegato Gallotta – abbiamo il compito di definire insieme le esigenze dei giovani agricoltori ferraresi e proporle come prioritarie sia a livello regionale e nazionale. Sono davvero molti i provvedimenti urgenti per il rilancio del settore e gli obiettivi di sviluppo da perseguire. Credo però che tutto debba partire da un punto fondamentale: la sostenibilità economica dell’agricoltura che deve essere fonte di reddito, non di rendita. Agia deve dunque partire dal reddito, lottando con più forza perché le imprese agricole siano finalmente considerate imprese a pieno titolo, produttive, remunerative e capaci di investire e differenziarsi. Penso inoltre sarà importante nei prossimi mesi aprire tavoli di confronto con le istituzioni a ogni livello ed anche un sereno dialogo con i giovani delle altre associazioni con i quali abbiamo in comune criticità e voglia di cambiamento. Occorrerà lavorare molto – ha concluso il presidente – per rilanciare l’agricoltura e promuovere il benessere e la crescita del nostro territorio ma credo saranno proprio i giovani agricoltori il motore di un’evoluzione concreta e profonda.» In seguito all’intervento di Gallotta si è aperto un dibattito acceso e costruttivo, nel corso del quale i partecipanti hanno voluto sottolineare e ribadire alcune esigenze del settore: la necessità di rivedere la tassazione, inserendo agevolazioni fiscali ed esenzioni per le imprese giovani; l’urgenza di stabilire nuove regole per consentire ai giovani di accedere più facilmente alla terra; la valorizzazione dell’economia agricola ma anche la volontà di rinnovarsi, differenziando le produzioni in base alle esigenze dei mercati italiani ed esteri e garantendo qualità e salubrità dei prodotti. Il percorso di rinnovamento degli organi elettivi di Cia Ferrara si concluderà lunedì 20 gennaio con la 6ª Assemblea elettiva provinciale nel corso della quale verrà eletto, tra gli altri, il presidente provinciale dell’associazione agricola. Ricandidato il presidente uscente Lorenzo Boldrini che, se dovesse essere rieletto, avrà il compito di guidarla per altri quattro anni.

venerdì 17 gennaio 2014

GOVERNO, CONFAGRICOLTURA: POLITICA RISPETTI TEMPI ED ESIGENZE DELLE IMPRESE. L’AGRICOLTURA HA BISOGNO DI RISPOSTE E CONTINUITA’

Fonte: Confagricoltura

“Il dibattito politico si è di nuovo fermato, ventilando rimpasti e “governi bis”: una fermata che rallenta i ritmi ed i tempi delle decisioni che dovrebbero invece garantire al sistema economico condizioni competitive per agevolare la ripresa. Le conseguenze si avvertono con tutto il loro peso anche nel mondo agricolo: l’agricoltura non può permettersi una nuova fase di stallo e di incertezza.” Questo il commento di Confagricoltura in relazione alle ultime vicende politiche, compreso il caso del ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo. “Il ministro ha riferito in Parlamento la sua posizione e bene ha fatto a ricordare i risultati della sua attività istituzionale – continua Confagricoltura – ci aspettiamo adesso un normale proseguimento delle attività. Siamo, infatti, alla vigilia di importanti scadenze, sia a livello nazionale che europeo. Il 2014 sarà un anno determinante per l’attuazione della riforma politica comunitaria e c’è bisogno di un ministero solido e autorevole che operi a tempo pieno in un clima di fiducia. Di questo – conclude Confagricoltura - hanno bisogno le imprese e l’economia reale, specialmente, come più volte abbiamo ribadito, in un momento cruciale per il Paese”.

COLDIRETTI: VIA LIBERA PER LE RISORSE DELLO SVILUPPO RURALE 2014 – 2020. ARRIVANO NELLE CAMPAGNE OLTRE 20 MLD

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Via libera dalla Conferenza Stato Regioni al riparto delle risorse della programmazione comunitaria per i prossimi sette anni. “Fondamentale ora – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – che si metta mano alla scrittura dei nuovi Piani regionali di Sviluppo Rurale in coerenza con i principi della nuova PAC”.

Il via libera al riparto delle risorse dello sviluppo rurale 2014-2020 da parte della Conferenza Stato Regioni costituisce il primo importante tassello nazionale per l’implementazione della nuova Politica agricola comune dopo l’accordo definitivo del dicembre scorso. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’accordo prevede la ripartizione delle risorse dello sviluppo rurale per i prossimi 7 anni, per un ammontare complessivo di 20,85 miliardi di euro per l’Italia. Di questi 18,6 sono stati attribuiti ai piani di sviluppo rurale delle regioni mentre i restanti 2,2 miliardi per l’attuazione di misure nazionali particolarmente importanti, quali – sottolinea la Coldiretti - la gestione del rischio, la biodiversità animale ed il piano irriguo. Con queste risorse le regioni potranno avviare la nuova programmazione dello sviluppo rurale 2014-2020 e riaprire i bandi per molte misure attese dagli agricoltori: dal primo insediamento dei giovani, all’ammodernamento delle imprese agricole, sino al sostegno e promozione delle filiere corte e dei mercati locali. Il piano nazionale sulla gestione del rischio, con una dotazione di 1,64 miliardi consentirà di continuare nel sostegno contro le avversità atmosferiche, nonché la possibilità di costituire fondi mutualistici in caso di crisi di mercato. La misura nazionale della biodiversità animale con una dotazione di 200 milioni finanzierà le attività relative al miglioramento della biodiversità animale, alla raccolta delle informazioni, all’implementazione ed al coordinamento delle banche dati ed ai controlli utili al sistema selettivo. La misura del piano irriguo, con una dotazione di 300 milioni si occuperà - conclude la Coldiretti - di interventi connessi alle strutture irrigue.

COLDIRETTI: FIRMATO L’ACCORDO PER IL PREZZO DEL LATTE ITALIANO

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Raggiunto l’accordo per le consegne da febbraio a giugno in Lombardia, regione di riferimento anche per la nostra provincia. “Traguardo importante che riconosce le esigenze degli allevatori” commenta Sergio Gulinelli, presidente di Coldiretti Ferrara.

Siglato l’accordo sul prezzo del latte che viene fissato alla stalla pari a 44,5 centesimi al litro per le consegne da primo febbraio a prossimo 30 di giugno. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il prezzo siglato, con un significativo aumento rispetto al prezzo attualmente in vigore di 42 centesimi al litro, rappresenta un traguardo importante che finalmente risponde alle esigenze degli allevatori. L’intesa con Italatte, che fa capo al gruppo Lactalis con i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Cademartori, è stata siglata dalle principali organizzazioni agricole per la Lombardia che rappresenta però - conclude la Coldiretti - un punto di riferimento anche per le altre regioni italiane, visto che produce il 40 per cento circa di tutto il latte italiano.

PROVINCIA DI FERRARA: INDENNITÀ PER I LAVORATORI DEI TERRITORI COLPITI DAL SISMA

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

La Regione Emilia Romagna ha aperto un avviso pubblico per riconoscere un’indennità ai lavoratori che all’epoca del sisma del maggio 2012 erano: subordinati con un’anzianità di servizio inferiore a novanta giornate di lavoro, oppure impossibilitati in tutto o in parte a recarsi al lavoro a causa del terremoto, o infine lavoratori agricoli o autonomi che abbiano dovuto sospendere l’attività per lo stesso motivo. Le domande vanno presentate in viale Aldo Moro a Bologna entro venerdì 14 febbraio 2014 e il bando è scaricabile dal sito della Regione Emilia-Romagna, oppure da quello della Provincia di Ferrara- Servizi per l’impiego all’indirizzo: http://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it/crisi-occupazionale/approfondimenti/indennita-per-i-lavoratori-dei-territori-colpiti-dal-sisma http://www.provincia.fe.it/lavoro?nav=491&news=9ED7E06DD9634460C1257C5B0056F6B5.
Per informazioni è possibile rivolgersi al servizio Lavoro della Regione Emilia-Romagna (Marco Silvani, tel. 051.5273862, fax 051.5273894, msilvagni@regione.emilia.romagna.it e Giulia Ferraresi, tel. 051.5273589, fax 051.5273894, ferraresi@regione.emilia.romagna.it ).
“Con questo provvedimento – sottolinea l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro Caterina Ferri – dopo aver sostenuto le aziende colpite e favorito la ricostruzione, la Regione dà ora risposta anche ai lavoratori autonomi e precari, che hanno subito le conseguenze del sisma”.