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mercoledì 31 luglio 2013

PESCA, DE GIROLAMO INCONTRA ORGANIZZAZIONI PROFESSIONALI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“È necessario avere una visione strategica delle prospettive del settore al di là delle emergenze e dello stato di crisi che è in atto da tempo. Dobbiamo valorizzare il pescato italiano confrontandoci in modo intelligente con il mercato e favorendo la corretta informazione dei consumatori. È inoltre fondamentale non sottovalutare la questione del ricambio generazionale e quindi mettere in opera tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per favorire una redditività adeguata che consenta ai giovani di intraprendere questa importante attività. Inoltre dobbiamo proseguire il dialogo con gli altri Ministeri competenti per rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali che riguardano il comparto, il quale ha anche la necessità di aprirsi a una semplificazione normativa che ne faciliti il rilancio”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, che oggi ha ricevuto i rappresentanti delle organizzazioni Professionali della pesca e dell’acquacoltura. Al centro dell’incontro sono state le principali problematiche e sfide che il comparto dovrà affrontare anche alla luce delle recenti decisioni in ambito comunitario. Le organizzazioni di categoria hanno sottoposto al Ministro De Girolamo alcune questioni da trattare con priorità. Il Ministro ha proposto alle organizzazioni un tavolo permanente di consultazione che consenta di mantenere sempre aperto un dialogo e di avere contezza delle proposte e delle aspettative degli operatori.

COLDIRETTI: AL PUNTO CAMPAGNA AMICA DELL’AZIENDA CASTELLINA DI FERRARA, VENERDI’ 2 AGOSTO LA FESTA DEL MELONE FERRARESE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Inizia il ciclo di appuntamenti presso il Punto Campagna Amica di Ferrara dedicati ai prodotti di stagione ed agli incontri con i produttori della filiera agricola italiana. Si comincia da venerdì 2 agosto con il melone e si continuerà durante l’estate, tra degustazioni, musica e cultura agricola.

Dedicate a tutti quelli che rimarranno in città anche in queste calde serate estive e che amano i prodotti della nostra terra e conoscerne le caratteristiche, vedere in faccia i produttori e naturalmente assaggiare le cose buone delle filiere agricoleitaliane: sono le serate in allegria che propone il Punto Campagna Amica della cooperativa Orto Amico a Ferrara in via Canapa 72, presso l’azienda Castellina. Primo appuntamento della serie di agosto con il melone dell’azienda agricola Val Testa di Vito Di Domenico, che a Bando d’Argenta coltiva ottimi meloni, oltre che altre orticole, che si possono trovare nei punti vendita di Orto Amico, sia in via Canapa, sia in Via Garibaldi. La serata dedicata è quella di venerdì, a partire dalle 19,30, tra gli accoglienti gazebo dell’azienda, con visto sul laghetto e sui campi dai quali provengono una parte delle verdure e della frutta venduta direttamente dal campo alla tavola. Non mancheranno assaggi e degustazioni di melone, musica e giochi per i più piccoli, oltre che appunto la possibilità di conoscere il titolare dell’azienda e scoprire con lui i piccoli segreti per scegliere un buon melone e gustarlo al meglio. Le prossime settimane riserveranno altre occasioni di gustare ottimi prodotti della filiera agricola italiana, come vini, pasta, formaggi. L’ingresso è aperto a tutti e gratuito e sarà possibile fare acquisti nel punto vendita.

COLDIRETTI: NO ALLA FIRMA DI QUESTO ACCORDO SUL PREZZO DEL LATTE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Per l’organizzazione agricola è “un cappio al collo” per gli allevatori, ai quali sarebbe riconosciuto un prezzo inferiore ai costi di produzione. L’accordo lombardo è il riferimento per tutto il nord Italia. Gulinelli “così si mettono fuori gioco le imprese zootecniche italiane”.

Coldiretti non firma l’accordo sul prezzo del latte, un vero e proprio “cappio al collo” per gli allevatori italiani. Confagricoltura e Cia hanno deciso di piegarsi alle richieste dell’industria e di accettare la proposta di Galbani a 41,5 centesimi al litro sulla media del periodo. Si tratta di un valore che non permette alle aziende agricole di stare in piedi e quindi la Coldiretti non poteva avallare un’intesa che condanna a morte decine di allevamenti che sono già messi sotto pressione dall’aumento dei costi di gestione mentre le industrie stanno facendo fatturati d’oro sulle spalle degli agricoltori. Secondo la Coldiretti, che è sempre stata disponibile alla trattativa, un prezzo congruo per garantire la vita delle aziende e anche il reddito di tutta la filiera,industria compresa, doveva essere di almeno 43 centesimi al litro. I valori offerti durante gli incontri con le organizzazioni agricole erano uno schiaffo in faccia agli allevatori che ogni giorno sudano e lavorano per garantire il miglior prodotto del mondo ai consumatori e alle stesse aziende di trasformazione. Che le industrie non volessero firmare alcun accordo è stato chiaro fin dalla scadenza di aprile dell’ultima intesa, poi sotto la pressione della Coldiretti e grazie all’intervento delle istituzioni sollecitate dalla stessa Coldiretti hanno accettato di sedersi al tavolo prima in Regione Lombardia, poi al Ministero e infine ancora in Regione. Ma anche in quelle occasioni non hanno mai voluto veramente riconoscere un prezzo in linea con i valori di un mercato che solo per il latte spot ha superato i 46 centesimi al litro. Si tratta di una differenza di oltre 4 centesimi al litro rispetto ai 42 centesimi al litro offerti dall’industria per il periodo compreso fra agosto 2013 e gennaio 2014, senza alcuna considerazione per i mesi di maggio, giugno e luglio di quest’anno per i quali le aziende di trasformazione non hanno voluto intendere ragioni. Se a fronte di condizioni di mercato mondiale del latte così favorevoli, l’Italia non è in grado di valorizzare il proprio latte allora non sarà mai in grado di farlo. “Ma noi non ci stiamo a questa logica della resa – denuncia il presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini -. Per difendere le aziende agricole, per non siglare un accordo che le danneggia, per rispettare il mandato di rappresentanza che ci è stato dato dagli allevatori, la Coldiretti Lombardia ha deciso di non piegarsi alle richieste dell’industria” Vedremo ora le conseguenze dell’accordo, parzialmente sottoscritto, anche nei rapporti con i produttori e le industrie delle altre regioni del nord, per le quali il prezzo lombardo è sempre stato il punto di riferimento. “La mancanza di un prezzo equo, che riconosca i costi di produzione, aumentati enormemente negli ultimi mesi – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – mette a rischio la sopravvivenza anche delle poche stalle ferraresi rimaste, le quali tra l’altro producono solo latte alimentare, pagato ancora meno. E’ a rischio con scelte come queste un’intera filiera e non possiamo che deplorare azioni tese a mettere definitivamente al tappeto le nostre imprese, aprendo ancora di più le porte alle importazioni di prodotto straniero con inganni e rischi per i consumatori”.

ACCORDO LATTE, CONFAGRICOLTURA E CIA: “RAGGIUNTO L’OBIETTIVO DI DARE UN QUADRO DI CERTEZZE AL SETTORE ALLEVATORIALE”

Fonte: Confagricoltura e Cia

“Con senso di responsabilità verso il mondo produttivo le nostre Confederazioni hanno firmato un accordo per la definizione del prezzo del latte per il prossimo semestre (agosto-gennaio) di cui potranno beneficiare anche i non associati e che incrementa il prezzo medio del latte alla stalla di quasi il 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Abbiamo verificato tutte le condizioni in un negoziato, lungo e complesso, che era doveroso portare a conclusione perché l’incertezza, ancor più in questo momento di crisi, non fa bene al settore allevatoriale”. Lo hanno dichiarato in una nota congiunta i presidenti di Confagricoltura e Cia Mario Guidi e Giuseppe Politi. “La sottoscrizione dell’accordo – proseguono i due presidenti - chiude la stagione di pretestuosi acconti, intensifica il rapporto con le aziende della trasformazione ed offre una prospettiva di stabilità, permettendo ai produttori di programmare l’attività in un quadro di certezze. Con la consapevolezza che il riferimento alla quotazione del latte spot, che viene acquistato nel momento del bisogno, non dà una visione corretta del mercato mentre bisogna valutare l’intesa rispetto alle quotazioni contrattate su base tendenziale”. Guidi e Politi infine dicono che “si deve riconoscere il lavoro del ministro Di Girolamo, che ha raccolto le sollecitazioni di tutte le Organizzazioni agricole ed ha favorito il dialogo nella filiera lattiero casearia, portando sul tavolo istituzionale del ministero l’incontro tra produzione e trasformazione, e stimolando la partecipazione di un gruppo come Lactalis importante nel panorama dell’industria nel nostro Paese”.

COLDIRETTI: RIAPERTI I TERMINI PER LA ROTTAMAZIONE DELLE BARCHE DA PESCA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

A metà agosto prevista la pubblicazione dei nuovi bandi con fondi FEP.

Il Ministero delle Politiche agricola ha riaperto i termini per la demolizione (rottamazione) delle barche da pesca. La pubblicazione dei due decreti è prevista per la metà di agosto. Si tratta di due distinti provvedimenti, finanziati con fondi Fep (residui nazionali per il fuori convergenza e fondi regionali per le aree convergenza). Il primo riguarda le regioni Sicilia, Campania, Puglia e Calabria, per una dotazione di 25 milioni di euro. Il secondo impegna fondi per un milione di euro e riguarda le regioni Sardegna, Lazio, Toscana, Liguria, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

martedì 30 luglio 2013

PREZZO DEL LATTE, CONFAGRICOLTURA: “ACCORDO RAGGIUNTO PER IL PROSSIMO SEMESTRE. FINALMENTE SI DANNO CERTEZZE AGLI ALLEVATORI. RESTANO LE PREOCCUPAZIONI PER L’ALTALENA DEI COSTI PRODUTTIVI”

Fonte: Confagricoltura

È stato definito l’accordo per il prezzo del latte della Lombardia per il semestre agosto 2013-gennaio 2014 compreso che prevede il prezzo alla stalla di 0,42 euro/litro + iva. Lo annuncia Confagricoltura. “Quello del latte è un settore chiave dell’economia nazionale – commenta il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli Mario Guidi – che va preservato per mantenere una produzione nazionale essenziale per il consumatore e per le eccellenze casearie del made in Italy. Un ringraziamento va fatto al ministro De Girolamo ed all’assessore Fava per aver contribuito a dare un proficuo impulso al negoziato”. “Le trattative risultano ancor più complicate in un momento congiunturale come quello che stiamo vivendo negli ultimi anni, ma oggi - sottolinea il vicepresidente di Confagricoltura Antonio Piva - si è conferito un corretto prezzo alla produzione di latte italiano, riconoscendo il giusto valore alla qualità del prodotto nazionale rispetto anche al trend delle quotazioni internazionali”. “Sicuramente quanto raggiunto oggi è un risultato che, almeno fino a fine anno, rasserena in parte i produttori di latte italiani, ma – osserva Luigi Barbieri, presidente della Federazione di Prodotto Lattiero Casearia di Confagricoltura - rimangono tutte le preoccupazioni di un mercato instabile e con costi dei mezzi di produzione che, solo ora, per i cereali, tendono a diminuire; non va dimenticato che l’anno scorso c’è stata un’impennata dei costi delle principali materie prime in media dal 20 al 40%, soprattutto per la soia, rimanendo elevati anche nel primo semestre del 2013”.

Ulteriori dati: www.agrestetv.it/documenti/latte.doc

sabato 27 luglio 2013

"AGRICOLTURA", IN DISTRIBUZIONE IL NUMERO DOPPIO DI LUGLIO/AGOSTO. TRA I TEMI APPROFONDITI L'ACCORDO RAGGIUNTO IN EUROPA SULLA NUOVA PAC, UNA PRIMA ANALISI DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA E UN DOSSIER DEDICATO ALL'AGRICOLTURA BIOLOGICA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Si è concluso il lungo e complesso negoziato europeo sulla riforma della Politica agricola comune per il settennato 2014-2020: molte le novità introdotte all’insegna di un’agricoltura più equa, verde e innovativa. Questo l’argomento in primo piano sul numero di luglio/agosto della rivista “Agricoltura”, il mensile della Regione Emilia-Romagna ora in distribuzione. In ambito regionale, focus sul Programma di sviluppo rurale 2007-2013, che si avvia alla conclusione: cresce del 28% il numero delle imprese beneficiarie, con una punta del 76% in montagna; significativa la presenza dei giovani e sempre più consistente il sostegno alle produzioni biologiche e di qualità (Dop, Igp, Qc). Per ampliare la platea delle imprese agricole coinvolte nei processi d’innovazione produttiva e di mercato il prossimo Psr punterà - come sottolineano il presidente della Regione Vasco Errani e l’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni - su reti di impresa, partenariato di innovazione e progetti di filiera. Sul fronte irriguo, l’obiettivo è recuperare 200 milioni di metri cubi d’acqua nei prossimi anni. La Regione ha stanziato 6 milioni di euro per finanziare la sostituzione degli impianti aziendali più obsoleti e promuovere l’acquisto di attrezzature ad alta efficienza; oltre 7 milioni e 700 mila euro di contributi sono destinati alla realizzazione di invasi interaziendali per raccogliere e stoccare acqua da destinare all’irrigazione. Un dossier sul biologico fa il punto sull’andamento del settore, che in Emilia-Romagna è in crescita: aumenta la domanda di prodotti bio e il numero di operatori (+10% nel 2012 rispetto all’anno precedente). Proposta anche un’anteprima delle iniziative in programma per il Sana, il Salone internazione del biologico e del naturale che si svolgerà a Bologna dal 7 al 10 settembre. Lo speciale è dedicato alle antiche varietà di frutta a rischio di estinzione, con la sintesi delle iniziative di tutela messe in campo dalla Regione. Spazio alla tecnologia innovativa: una panoramica delle macchine ad alta automazione per la raccolta di patate e cipolle sintetizza le novità presenti sul mercato. Per la parte economica attenzione puntata sull’andamento della campagna frutticola, promettente per pesche e nettarine ma deludente per le varietà precoci. Nella sezione tecnica, consigli utili per gli agricoltori alle prese con le infezioni causate dalla Monilia del pesco. L’editoriale, a firma dell’assessore Rabboni, è dedicato a Giuseppe Verdi (di cui quest’anno si celebra il bicentenario della nascita a Roncole di Busseto in provincia di Parma) che non fu solo un grande musicista ma anche un appassionato agricoltore. “Agricoltura” è consultabile anche on line all’indirizzo http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/archivio-agricoltura/rivista

AGRINSIEME DIVENTA REGIONALE

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

E’ nato Agrinsieme Emilia-Romagna il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza cooperative agroalimentari. A Ferrara si è costituito ufficialmente lo scorso febbraio

«Un coordinamento forte, rappresentativo e di grande importanza per il settore». Lorenzo Boldrini, coordinatore ferrarese di Agrinsieme ha commentato così la costituzione di Agrinsieme Emilia-Romagna che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare). «I lavori di Agrinsieme a Ferrara sono iniziati ufficialmente lo scorso febbraio – ha continuato Boldrini – e la nostra provincia è stata la prima ad aprire questo importante tavolo di lavoro e confronto, ponendosi delle finalità ben precise e di rilevanza strategica fondamentale per il settore. Insieme ai colleghi di Confagricoltura e delle più importanti cooperative agroalimentari abbiamo stilato una serie di obiettivi comuni per andare oltre la logica della frammentazione, pur mantenendo intatte le singole identità e il rapporto diretto con gli associati. Credo che la nascita di un rapporto interassociativo a livello regionale – ha continuato il coordinatore – non possa che rafforzare e ampliare il raggio delle azioni che andremo a rendere presto operative nella nostra provincia. Parliamo innanzitutto di un sensibile miglioramento nei rapporti di collaborazione e di rete tra imprese agricole e i diversi attori della filiera agroalimentare, dell’industria e della distribuzione. Un punto determinante per il comparto che va, tra l’altro, nella stessa direzione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale – presentato nei giorni scorsi da Tiberio Rabboni, assessore regionale all’Agricoltura, e che sarà operativo dal 2014 - fortemente orientato a incentivare, con misure e azioni mirate, l’aggregazione tra imprese per favorire i rapporti con i mercati. Sia a livello regionale che nel ferrarese – spiega Boldrini – si punterà inoltre: sulla semplificazione della burocrazia a livello dell’intero sistema, cercando di migliorare anche il meccanismo di Agea, l’ente governativo che eroga i fondi della Pac; sulle politiche di gestione del suolo e delle acque puntando su un rapporto più equilibrato e sostenibile tra produttività e ambiente e poi su un aggiornamento del quadro normativo del settore agricolo a tutti i livelli, partendo proprio da quello regionale. Un compito importante – conclude Boldrini – che Agrinsieme di Ferrara si impegna ad assolvere mantenendo un rapporto diretto con le istituzioni da un lato e con le realtà produttive associate dall’altro.» A livello regionale Agrinsieme rappresenta oltre 40.000 imprese associate alle diverse associazioni agricole aderenti e impiega 92.000 persone. Il sistema coinvolge le imprese cooperative per un fatturato di 13,6 miliardi di euro, pari al triplo della Plv regionale e rappresenta il 37% del sistema cooperativo nazionale. E’ stato indicato coordinatore di Agrinsieme Emilia-Romagna Antonio Dosi, presidente di Cia Emilia-Romagna che rimarrà in carica, in una logica di forte alternanza tra le diverse anime del coordinamento, un solo anno come lo stesso Lorenzo Boldrini per Agrinsieme Ferrara.

venerdì 26 luglio 2013

DECRETO DEL FARE, AGRINSIEME: “BENE LE NOVITÀ INTRODOTTE PER L’AGRICOLTURA, MA VANNO ELIMINATI I NUOVI ONERI BUROCRATICI PER LE IMPRESE”

Fonte: Confagricoltura

“Apprezziamo le novità per l’agricoltura e le agevolazioni contributive anche per i lavoratori delle cooperative agricole delle zone montane e svantaggiate che dimostrano l’attenzione per il settore. Bene poi aver previsto una tutela più efficace dei diritti delle imprese. Occorre però evitare il pericolo di aumentare gli oneri burocratici a carico delle aziende”. Questo il commento di Agrinsieme (il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative) sul Dl "Del Fare", che la Camera ha approvato oggi e passa al Senato. Ad avviso di Agrinsieme “il rilascio del D.u.r.t. (documento unico di regolarità tributaria) creerebbe difficoltà operative ed applicative nei rapporti economici e rallentamenti nei pagamenti. Si tratta di una disposizione che contrasta con la tendenza in atto di semplificazione amministrativa e fiscale e pure con i principi racchiusi nello ‘statuto della impresa’, laddove si introduce un onere per le aziende, senza una precisa valutazione delle conseguenze”. Agrinsieme invita quindi “il Parlamento ed il Governo, a rivedere questa scelta non potendosi gravare il mondo produttivo, dell’esecuzione di controlli che devono interessare la Pubblica Amministrazione e non altri soggetti”.

Agrinsieme è il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare.

FRUMENTO: FORTE CALO DEI PREZZI DI MERCATO IN ITALIA NONOSTANTE LA MINORE PRODUZIONE

Fonte: Confagricoltura

Si è ormai conclusa la trebbiatura del grano in tutto il Paese e gli agricoltori italiani tirano le somme di un’annata agraria – la 2012-2013 – fortemente segnata dal maltempo. Lo ricorda Confagricoltura, segnalando che il raccolto del frumento tenero del 2013 esce molto ridimensionato da un andamento climatico primaverile freddo e piovoso che in alcune zone del Nord si è protratto anche oltre la metà di giugno. Enrico Gambi, cerealicoltore a Ravenna e presidente della Federazione nazionale cereali alimentari di Confagricoltura, evidenzia che “le semine autunnali del 2012, effettuate regolarmente e in crescita del 2,4% rispetto all’anno precedente, facevano pensare ad un leggero aumento della produzione di frumento tenero. Per come si è sviluppata successivamente la coltura nel 2013, il calo di produzione poteva anche superare il 10% stimato oggi “sotto trebbia”. Meno grano italiano vuol dire, inevitabilmente, più grano importato. “Nonostante la qualità dei prodotti trasformati dall’industria alimentare italiana, quest’anno il pane e la pasta nel nostro Paese saranno ancor meno made in Italy di quanto non siano in un’annata normale” conclude Gambi. A fronte della minore disponibilità di prodotto nazionale e della prospettiva di dover importare oltre il 50% del fabbisogno interno di frumento tenero, prosegue la tendenza al ribasso dei prezzi del mercato italiano, in sintonia con l’andamento dei mercati internazionali che tiene conto della grande abbondanza dei raccolti 2013 in alcuni paesi esportatori “chiave” come la Russia, l’Ucraina, la Francia e la Germania. “Con un raccolto nazionale in calo, il prezzo del frumento tenero dovrebbe aumentare o, quanto meno, tenere nonostante le importazioni di prodotto estero” commenta Massimiliano Giansanti, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura, “ma con un trend del mercato così ribassista si allontana la prospettiva di quotazioni elevate come quelle della passata campagna. Tuttavia, così come i margini elevati della scorsa annata sono andati a beneficio di tutta la filiera, sarebbe auspicabile che anche le perdite subìte quest’anno dai cerealicoltori italiani a causa del maltempo fossero alleviate da prezzi soddisfacenti”.

Ulteriori dati e tabelle: www.agrestetv.it/documenti/frumento.doc

giovedì 25 luglio 2013

RAPPORTO INEA SULL’AGRICOLTURA, CONFAGRICOLTURA: “IL SETTORE PRIMARIO SUBISCE I CONTRACCOLPI DELLA CRISI MA NON SI ARRENDE”

Fonte: Confagricoltura

“Il settore agricolo subisce i contraccolpi della crisi ma non si arrende”. È questa la fotografia dell’agricoltura che emerge, ad avviso di Confagricoltura, dallo scenario del “Rapporto sullo stato dell’agricoltura 2013” dell’Inea, presentato oggi a Roma presso il ministero delle Politiche agricole. “Il settore è in recessione, tanto è vero che, l’anno scorso, si è registrata una caduta della produzione (-3,3%), del valore aggiunto (-4,4%) e della domanda di prodotti alimentari (-3,2%). C’è anche una considerevole riduzione del numero delle imprese (diminuite di 101 mila unità in cinque anni) ma questo – sottolinea Confagricoltura – è fisiologico perché è in atto da tempo una riorganizzazione strutturale del settore che porta ad una dismissione delle microimprese e ad un ampliamento della maglia poderale di quelle che operano sul mercato, anche aumentando le forme societarie di gestione delle aziende agricole”. Ma dal Rapporto Inea emerge pure un’agricoltura che, per controbilanciare la fase recessiva, ha accresciuto le esportazioni (migliora la bilancia alimentare con il saldo negativo che dal -15% del 2007 è sceso al -9% del 2012) ed ha ripreso ad investire (dopo la marcata riduzione degli investimenti del 2008). Accresce poi dell’1% il credito per investimenti agricoli (certo è poco ma è un dato significativo a fronte della forte compressione degli impieghi registrata nel complesso dell’economia, -3,5% in un solo anno). Per questo Confagricoltura ha chiesto misure per lo sviluppo: che favoriscano la propensione all’export delle imprese agricole e gli investimenti per l’introduzione di innovazione, ampliamento, interventi per aggregazione, gestione del rischio di mercato ed ammodernamento; che permettano di essere multifunzionali e di equilibrare i rapporti di filiera; che coniughino business e ambiente (greening) e che facilitino l’accesso dei giovani ed il ricambio generazionale.

POMODORO: SI RIDUCONO DEL 12,8% LE SUPERFICI EFFETTIVE. IL CALO ANNUNCIATO DAL DISTRETTO AD INIZIO CAMPAGNA PER FAVORIRE UN CONTENIMENTO DELLE PRODUZIONI E’ STATO ACCENTUATO DAL MALTEMPO

Fonte: Ufficio Stampa Distretto del Pomodoro da Industria del Nord Italia

Sono in calo del 12,8% (- 4.289 ettari) le superfici effettive coltivate a pomodoro nel Distretto del Pomodoro da Industria del Nord Italia. Il Distretto - l’organizzazione interprofessionale che rappresenta, con le ultime adesioni, oltre il 99 per cento del pomodoro da industria del Nord Italia - ha comunicato ufficialmente i dati sulle superfici effettive coltivate a pomodoro al 30 giugno di quest’anno. Per la campagna 2013 le superfici effettive, coltivate dalle Op associate all’Oi, risultano essere pari a 29.175 ettari, rispetto ai 33.464 del 2012. Diminuito anche il numero dei produttori delle Op (- 217 produttori pari all’11,3% passando dai 1.912 del 2012 ai 1.695 di quest’anno), mentre resta sostanzialmente invariata la dimensione media per produttore (17,21 ettari nel 2013 a fronte dei 17,50 del 2012). Il calo delle superfici effettive, in linea con le previsioni avanzate dal Distretto in occasione della comunicazione di giugno sulle superfici contrattate, è dovuto all’azione programmatoria e di controllo esercitata dal Distretto per regolare la produzione, ma è stato inevitabilmente acuito dalle complesse condizioni climatiche visto il perdurare del maltempo con una primavera particolarmente piovosa, che ha ritardato e reso molto difficili le fasi di preparazione dei terreni e i trapianti, e la distruzione delle coltivazioni su centinaia di ettari coltivati nelle province di Cremona, Mantova e Reggio Emilia causata da una pesante grandinata dei giorni scorsi. Ulteriore elemento di aleatorietà, inoltre, sarà l’andamento climatico di settembre visto lo spostamento in avanti delle raccolte di almeno una quindicina di giorni e le prospettive di una maturazione del 60% del prodotto a settembre, situazione del tutto diversa rispetto agli anni scorsi quando a settembre in campo c’era il 35-40% del prodotto.  

SUPERFICI EFFETTIVE DISTINTE PER REGIONE
Il calo maggiore in termini assoluti ha riguardato l’Emilia Romagna, regione maggiormente vocata alla coltivazione del pomodoro (è qui che si produce il 70,93% del pomodoro del Nord Italia) dove si è passati dai 22.144 ettari di superfici effettive del 2012 ai 20.015 di quest’anno (-2.129 ettari pari al 9,62%). In Lombardia (dove si produce il 19,33% del pomodoro del Nord Italia) il calo è avvenuto dai 6.507 ettari del 2012 ai 5.453 del 2013 (- 1.054 pari a al 16,20%), mentre in Veneto (regione in cui è coltivato il 5,95% del pomodoro del Nord Italia) il calo è stato di 580 ettari (dai 2.259 del 2012 ai 1.679 del 2013 con una variazione percentuale di -25,66%). Infine in Piemonte ( da cui arriva il 3,79% del pomodoro del Nord Italia) si è avuto il calo percentuale più consistente, pari al -31,49%, per il passaggio dai 1.562 ettari del 2012 ai 1.070 del 2013 (- 492 ettari).  

SUPERFICI DISTINTE PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO 
Per quanto concerne la distinzione della tipologia di prodotto nel Distretto del Pomodoro del Nord Italia emerge che il 94,9% delle superfici effettive (27.692 ettari) è coltivato con la tipologia tondo, il 3,4% (978 ettari) con il tondo bio, l’1% (305 ettari) con il lungo, lo 0,5 % (136 ettari) con il lungo bio e lo 0,2% (64 ettari) con il pomodorino. E’ pari invece al 96,2% del totale la produzione integrata (28.061 ettari) e al 3,8% la produzione bio (1.114 ettari).  

LIEVE CRESCITA PERCENTUALE DEL BIOLOGICO 
Dall’analisi delle superfici effettive del Distretto del Pomodoro da Industria del Nord Italia per la campagna 2013 emerge una lieve crescita in termini percentuali delle superfici a biologico che rappresentano il 3,8% delle produzioni totali, rispetto al 3,5% dello scorso anno con la quota destinata a questo tipo di produzione che si è mantenuta sostanzialmente invariata: 1.114 ettari quest’anno, rispetto ai 1.166 dello scorso anno.

IL COMMENTO DEL DISTRETTO DEL POMODORO DA INDUSTRIA DEL NORD ITALIA
A margine dell’ultimo comitato di Distretto durante il quale sono stati presentati e analizzati i dati delle superfici effettive il presidente Pier Luigi Ferrari ha ricordato l’impegno profuso dall’Oi.

Tabelle e dati dettagliati: 
www.agrestetv.it/documenti/Superfici_pomodoro_2013.doc

mercoledì 24 luglio 2013

ISTAT, CONFAGRICOLTURA: “IN CALO LE VENDITE AL DETTAGLIO DEGLI ALIMENTARI NEI PRIMI CINQUE MESI. LA PAROLA D’ORDINE DELLE FAMIGLIE È RISPARMIARE”

Fonte: Confagricoltura

“I dati sulle vendite al dettaglio a maggio, diffusi da Istat, sono un preciso segnale del profondo disagio che avvertono le famiglie, che tendono a risparmiare, stando attenti più a far quadrare i conti che alla qualità. Lo dimostra la scelta della spesa a basso costo presso i discount”. Lo sottolinea Confagricoltura facendo presente che le vendite al dettaglio di alimentari sono in aumento nella GDO (+1% a maggio e -0,8% nei 5 mesi), calano in modo evidente nelle imprese operanti su piccole superfici (-2,2% a maggio e -4% nei 5 mesi). L’aumento maggiore si riscontra, per l’appunto, nei discount alimentari (+1,4%). Solo a maggio – osserva Confagricoltura - c’è stata la battuta d’arresto alla flessione delle vendite alimentari (+0,1%); complessivamente nei primi cinque mesi dell’anno sono diminuite dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2012 (ma quelle non alimentari sono diminuite del 3,5%). Ad avviso di Confagricoltura, “la situazione del mercato interno non migliora e sta confermando la validità della scelta delle imprese agricole di incrementare gli sforzi di internazionalizzazione, per compensare la flessione del mercato nazionale. E l’export agroalimentare ora fa da traino a tutto il made in Italy”.

DL FARE, DE GIROLAMO: INTERVENTI IMPORTANTI PER AGRICOLTURA. FONDAMENTALE ATTENZIONE DI GOVERNO E PARLAMENTO SUL SETTORE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Gli interventi contenuti nel provvedimento approvato oggi sono un’importante testimonianza dell’attenzione per il settore agricolo da parte del Governo e del Parlamento. Con la preziosa e fattiva collaborazione delle forze di maggioranza, infatti, siamo riusciti ad ottenere ulteriori miglioramenti a favore del comparto, anche con norme di semplificazione, come ad esempio quelle sul patentino per le macchine agricole. Sul piano della competitività, oltre alla già prevista imposizione fiscale agevolata per il gasolio delle serre, vanno segnalate l’estensione alle aziende agricole dell’agevolazione prevista per le piccole e medie imprese per acquisto o leasing di macchinari e impianti, così come le agevolazioni contributive per i lavoratori delle cooperative agricole delle zone svantaggiate o di montagna. Si tratta di interventi concreti che aumentano la competitività delle singole imprese agricole, strumenti immediatamente operativi che forniscono agli imprenditori una risposta vera alle esigenze del mondo produttivo. Ed è anche un segnale di attenzione importante al mondo cooperativo da parte del Governo, che da molti anni attendeva la norma sui lavoratori delle zone di montagna.” Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha così commentato l’approvazione da parte della Camera dei Deputati del decreto-legge n. 69/13, noto come “DL Fare”. “Grande importanza – ha proseguito il Ministro – hanno anche altri due interventi: il rifinanziamento della legge 499/99, che consente al Mipaaf di poter rispondere con le adeguate risorse alla grande sfida di Expo 2015, e l’inserimento nella cabina di regia per l’attuazione dell’agenda digitale del Ministro delle politiche agricole. In particolare quest’ultima norma ha lo scopo fondamentale, e nel quale credo moltissimo, di favorire l’accesso ad Internet nelle zone rurali”. In particolare il provvedimento contiene diversi interventi a favore del settore agricolo, di seguito elencati. Art.2 – Con emendamento all’art. 2, vengono estesi alle aziende agricole e della pesca previsti per le micro, le piccole e medie imprese, nell’accedere a finanziamenti e ai contributi a tasso agevolato per l'acquisto, anche mediante operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti, beni strumentali d'impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo. Art. 6 – Gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra – La norma dispone l’applicazione al gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni sotto terra di una imposizione fiscale agevolata per il periodo dal 1° agosto 2013 al 31 dicembre 2015, a fronte dell’impegno degli operatori alla progressiva riduzione del consumo di gasolio, per finalità ambientali. Art.6 – Con emendamento al comma 4 vengono inserite disposizioni sui progetti di riconversione del comparto bieticolo-saccarifero, a seguito della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5. Art. 13 – Con emendamento all’art. 13 il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali entra a far parte della cabina di regia istituita per l'attuazione dell'agenda digitale italiana. Inoltre, si dispone che la cabina di regia persegue anche l’obiettivo di favorire l'accesso alla rete internet nelle zone rurali. Art. 32 – L’emendamento chiarisce la normativa relativa alle agevolazioni agevolazioni contributive per i lavoratori agricoli delle zone di montagna o svantaggiate, sancendo ciò che nella prassi è consolidati, ovvero l’applicabilità della legge 67/88 alle cooperative agricole delle zone interessate. Art. 35 – Il provvedimento introduce misure di semplificazione degli adempimenti relativi all'informazione, formazione, valutazione dei rischi e sorveglianza sanitaria per le imprese agricole con particolare riferimento a lavoratori a tempo determinato e stagionali e per le imprese di piccole dimensioni. Art. 41-bis – La misura alleggerisce gli oneri ed i passaggi burocratici per le imprese agricole che, nell'ambito della propria attività o di attività connesse, effettuano opere dalla cui realizzazione derivino materiali da scavo, sancendo che ad esse non si applicano le procedure previste dal decreto ministeriale 10 agosto 2012, n. 161. Art. 41-ter – La norma amplia la gamma degli impianti e delle attività produttive di emissioni in atmosfera scarsamente rilevanti agli effetti dell’inquinamento atmosferico non soggetti ad autorizzazione. Ne deriva quindi l’esclusione dall’obbligo di autorizzazione alle emissioni in atmosfera alcune particolari tipologie di impianti tra i quali: silos per i cereali, impianti di essiccazione di definita tecnologia, le cantine con limitata dimensione della lavorazione di uva, tutto questo tenuto conto dello scarso apporto di emissioni causato da tali impianti. Art. 45 – Omologazione macchine agricole – Grazie alla disposizione introdotta aumentano i soggetti che possono operare l’omologazione delle macchine agricole, con conseguente semplificazione e velocizzazione delle procedure, incremento di occasioni di lavoro e soprattutto risparmio per le aziende, perché l’omologazione presso le strutture estere, ora utilizzate, è più oneroso a causa dei costi di missione. Art. 45-bis – Con il comma 1 in merito al cosiddetto patentino per attrezzature agricole si prevede che, con l’Accordo della Conferenza Stato-Regioni vengano disciplinate le condizioni considerate equivalenti alla specifica abilitazione, per evitare inutili aggravi di professionalità già consolidate. Con il comma 2 si posticipa al 22 marzo 2015 l’entrata in vigore dell’Accordo relativamente ai trattori agricoli o forestali. Art. 46-bis – La legge n. 499 del 1999 prevede il finanziamento delle attività di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e, con l’approvazione dell’emendamento, sono state previste risorse, necessarie per proseguire lo svolgimento delle competenze statali nel settore agricolo e consentire l’attiva partecipazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali all’Expo 2015. Art. 58 – La norma consente al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, per le eccezionali e straordinarie esigenze delle aziende sperimentali connesse allo svolgimento di attività agricole, di assumere operai agricoli esclusivamente per l'esecuzione di lavori di breve durata, stagionali o a carattere saltuario nel rispetto dei limiti temporali e dei vincoli previsti dalla normativa vigente per ciascuna tipologia di contratto.

IL COMITATO NAZIONALE VINI HA DELIBERATO IERI 7 MODIFICHE AI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Si è tenuta martedì 23 luglio 2013, la riunione plenaria del Comitato Nazionale Vini DOP ed IGP, che ha espresso 7 pareri concernenti modifiche ai disciplinari di produzione di alcuni vini DOP. Nel dettaglio sono state adottate decisioni sulle istanze di modifica dei disciplinari di produzione provenienti una dalla Regione Emilia Romagna, tre dalla Regine Siciliana, due dalla Regione Veneto ed una dalla Regione Umbria. Per la Regione Emilia Romagna, è stato pronunciato parere positivo in merito alla richiesta di modifica al disciplinare di produzione della DOC dei vini “Reno” che riguarda l’integrazione dell’articolo 6 del disciplinare di produzione con la facoltà da parte del Ministero di modificare i limiti minimi dell’acidità e dell’estratto non riduttore per le tipologie previste dalla DOC. Per la Regione Siciliana, è stata valutata positivamente la richiesta di modifica ai disciplinari di produzione delle DOC dei vini ‘Contessa Entellina’, ‘Eloro’ e ‘Noto’ con la possibilità, per tutte e tre le denominazioni, di essere precedute dal nome geografico ‘Sicilia’, ai sensi dell’articolo 4 comma 6 del DL 61/2010 e come disposto nel disciplinare di produzione della DOC ‘Sicilia’. Per la Regione Veneto, sono stati espressi pareri favorevoli in merito alle richieste di modifica riferite ai disciplinari di produzione dei vini DOC ‘Bardolino’ e ‘Gambellara’. Per entrambe le denominazioni, le modifiche riguardavano l’articolo 8 dei rispettivi disciplinari di produzione. Per la Regione Umbria è stato espresso parere favorevole riguardo alla modifica del disciplinare di produzione dei vini a DOC ‘Torgiano’ relativamente alla variazione della base ampelografia per la tipologia “Bianco”. Infine, il Comitato ha rinviato, a una successiva riunione, l’esame dell’istanza di modifica del disciplinare di produzione dei vini a DOCG ‘Chianti Classico’. La prossima riunione del Comitato Nazionale Vini si svolgerà il 5 settembre 2013 sempre presso la sede del Dicastero.

lunedì 22 luglio 2013

LAVORO: FIRMATO ACCORDO TRA ASSOCIAZIONE PISCICOLTORI DI CONFAGRICOLTURA E SINDACATI

Fonte: Confagricoltura

 “Il Protocollo d’intesa firmato tra l’Associazione Piscicoltori di Confagricoltura la Flai-Cgil, la Fai- Cisl e la Uila-Uil è un passo importante per l’acquacoltura italiana”. Questo il commento dell’Api all’accordo firmato tra l’associazione e le sigle sindacali con l’obiettivo di favorire la salvaguardia e lo sviluppo delle imprese di acquacoltura e dei lavoratori occupati. L’accordo tra Api e Flai-Cgil, Fai- Cisl e Uila-Uil prevede di costituire un Tavolo tecnico nazionale per effettuare studi e ricerche sul mercato del lavoro in acquacoltura, con l’obiettivo di favorire la piena e completa applicazione della contrattazione collettiva agricola, nazionale e territoriale, ai rapporti di lavoro tra le imprese del comparto e i rispettivi lavoratori dipendenti, individuando le eventuali specificità contrattuali utili al confronto delle Parti firmatarie i contratti collettivi agricoli, nazionali e territoriali. Promuoverà l’adesione delle imprese associate all’Api e dei lavoratori dipendenti, agli Enti e Organismi bilaterali agricoli previsti dalla contrattazione collettiva nazionale e provinciale di settore. Sono in corso la riforma della Politica comune della pesca (PCP), la revisione dell’Organizzazione comune di mercato (OCM) e la ridefinizione di nuovi strumenti di sostegno europei per la pesca e l’acquacoltura dal 2014 al 2020 (Regolamento FEAMP). E, a livello nazionale, è imminente avviarne le procedure applicative. “Sono misure che incidono sulla operatività e sulla competitività delle imprese di questo importante comparto – osserva l’Associazione Piscicoltori di Confagricoltura – per questo è indispensabile creare e strutturare un confronto per favorire la salvaguardia e lo sviluppo delle imprese di acquacoltura e dei circa 4.000 addetti del settore”. “Abbiamo inteso tracciare un percorso comune con i Sindacati - conclude l’Api di Confagricoltura, che associa il 90% della produzione nazionale di acquacoltura - perché è importante condividere gli obiettivi per superare le difficoltà e rilanciare questa filiera così importante nel contesto agricolo italiano”.

RICERCA IN AGRICOLTURA, DALLA REGIONE 300 MILA EURO CONTRO BATTERIOSI DEL KIWI E VAIOLATURA DEL PESCO. LE DOMANDE ENTRO IL 12 AGOSTO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Nuove risorse dalla Regione per finanziare la ricerca su due delle patologie più gravi che colpiscono la frutticoltura emiliano-romagnola: la batteriosi del kiwi e la vaiolatura delle drupacee, il pesco innanzi tutto. Si tratta di 300 mila euro e finanzieranno un bando rivolto tra l’altro a Università ed enti di ricerca pubblici e privati che scade il 12 agosto. “Le fitopatie purtroppo sono in aumento – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - e la Regione con queste risorse stanziate in assestamento di bilancio conferma il proprio impegno per individuare da un lato tecniche colturali in grado di prevenirne o comunque limitarne la diffusione, dall’altro per approfondire la conoscenza della biologia dell’agente patogeno che le determina. Per quanto riguarda in particolare la batteriosi del kiwi daremo continuità a un precedente progetto di ricerca che si sta avviando a conclusione e che richiede ulteriori approfondimenti.” I progetti che saranno finanziati dovranno avere una durata massima di due anni e prevedere attività dimostrative e indicazioni di immediata trasferibilità alle aziende. Il virus sarka o vaiolatura delle drupacee interessa ormai vaste aree del territorio regionale e al momento l’unica forma di contrasto efficace consiste nel coltivare varietà di piante resistenti. Per quanto riguarda la batteriosi del kiwi già dal 2009 la Regione ha messo a punto forme di contenimento della malattia e previsto un piano di aiuti per gli agricoltori costretti ad estirpare le piante malate.

Info: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/azienda-agricola/temi/ricerca-innovazione/bandi-innovazione

COLDIRETTI: DUE CITTADINI EUROPEI SU TRE CONTRARI AGLI O.G.M., MONSANTO RINUNCIA A NUOVE AUTORIZZAZIONI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Coldiretti esprime la soddisfazione per i provvedimenti del Governo italiano e per l’affermazione della distintività delle produzioni contro una perniciosa omologazione.

La decisione di Monsanto, la multinazionale americana leader dei mezzi tecnici e anche delle sementi modificate geneticamente, di non chiedere nuove autorizzazioni alla coltivazione in Europa, è una scelta obbligata della crescente opposizione della maggioranza dei cittadini europei che in quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai cibi geneticamente modificati e che deve riguardare anche il mais Mon810 nei confronti del quale l’Italia ha approvato un decreto interministeriale che ne vieta la coltivazione nel territorio nazionale per l’impatto negativo sull’ambiente. A livello nazionale l’opposizione agli OGM è ancora maggiore con quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) che si sono detti contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura, con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, secondo i dati Ipr marketing. Con il crescere dell’opposizione degli italiani agli Ogm in agricoltura si riducono ad appena il 10 per cento i favorevoli ma - sottolinea la Coldiretti - diminuiscono anche coloro che non hanno una opinione o non rispondono al 14 per cento. Vale la pena ricordare che – sottolinea della Coldiretti - sono già 8 i Paesi europei (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria) che hanno adottato la clausola di salvaguardia per impedire la contaminazione dei propri terreni. In Europa - continua la Coldiretti - sono rimasti solo cinque Paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA. Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - conclude la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico dellatipicità, della distintività e del Made in Italy. Per questo Coldiretti ha accolto con soddisfazione l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto interministeriale che vieta nel territorio nazionale, a salvaguardia della diversità biologica, la coltivazione di varietà di mais MON810, provenienti da sementi geneticamente modificate, a firma del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. “La difesa della distintività italiana deve essere una priorità della politica perché da essa dipende l’esistenza stessa del Made in Italy che è il nostro petrolio, il nostro futuro, la nostra leva per tornare a crescere nell’alimentare e non” afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare positivamente la firma del decreto che è “l’ unico strumento di cui disponiamo per risolvere definitivamente e rapidamente la questione”. Si tratta - precisa Marini - di un grandioso successo che premia l’impegno degli agricoltori della Coldiretti per affermare un modello di sviluppo sostenibile che ha garantito all’Italia primati nella sicurezza alimentare e nella tutela ambientale che tutto il mondo ci invidia. In questa occasione - continua Marini - voglio ringraziare i Ministri firmatari del decreto, la Conferenza delle regioni che ha approvato l’ordine del giorno a tutela della biodiversità ed i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari che alla Camera e al Senato hanno firmato una apposita mozione, ma anche tutti i movimenti e le associazioni che insieme a noi nella task force “Liberi da Ogm” senza ambiguità hanno combattuto in questi anni per difendere l’agricoltura dalle contaminazioni. Il decreto consente, finalmente, l’adozione - spiega la Coldiretti - di misure provvisorie di emergenza che si sostanziano nel divieto di coltivazione ai sensi dell’art. 34 del regolamento 1829/2003 e dell’art. 54 del regolamento 178/2002, inconformità con la procedura di cui all’art. 53 del regolamento 178/2002, in attesa che l’Unione europea intervenga con specifiche azioni entro 18 mesi dalla data di pubblicazione del provvedimento. L’Italia si allinea, pertanto, al quadro degli interventi assunti dal Ministro dell’agricoltura francese in data 16 marzo 2012 per impedire anche nel proprio territorio la messa a coltura del mais MON810. Sono recentissimi e allarmanti, infatti, i dati riportati dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) nel dossier che individua gli impatti della coltivazione del mais MON810 sulle popolazioni di lepidotteri e sugli imenotteri parassitoidi, così come preoccupanti risultano i rischi legati alla diffusione di parassiti secondari potenzialmente dannosi per altri tipi di colture. Un ulteriore studio condotto di recente dall’Istituto federale di tecnologia di Zurigo conferma i danni dellacoltivazione di OGM sulle larve di coccinella, soggette ad un rischio maggiore di mortalità.

sabato 20 luglio 2013

APICOLTURA, OLTRE DUE MILIONI DI EURO PER PROMUOVERE IL SETTORE. RABBONI: LE API SONO UN INDICATORE AMBIENTALE IMPORTANTE, BENE LO STOP ALL'USO DI NEONICOTINOIDI

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Oltre 2 milioni di euro dalla Regione a sostegno dell’apicoltura, una voce importante dell’agricoltura regionale, con oltre 6 mila operatori, 104 mila alveari, una produzione di miele stimata in circa 2.700 tonnellate per anno, circa il 12% di quella nazionale. E’ quanto prevede il Programma triennale 2014-2016 messo a punto dall’Assessorato regionale all’agricoltura e che ha ricevuto il via libera dell’Assemblea legislativa regionale. “L’apicoltura è una fonte di reddito, ma le api sono anche un indicatore importante della qualità ambientale di un territorio – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - ben venga dunque la decisione della Ue di vietare l’uso di insetticidi appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi, proprio perché considerati dannosi per le api. La Regione Emilia-Romagna è stata tra le prime a sollevare il problema e a chiedere un intervento in questa direzione allo Stato italiano. Ora con questo programma mettiamo in campo iniziative anche per promuovere il ripopolamento di questi preziosi insetti ”. Le risorse stanziate pari a 2 milioni e 121 mila euro serviranno a promuovere lo sviluppo dell’apicoltura, ma anche le attività di promozione e commercializzazione di miele, polline e pappa reale, prodotti che per le loro qualità nutrizionali e terapeutiche stanno incontrando un crescente attenzione da parte dei consumatori. Sono previste anche iniziative di ripopolamento dell’Apis mellifica, di assistenza tecnica agli apicoltori, di lotta alla varroasi (una malattia che colpisce questi insetti).

venerdì 19 luglio 2013

DAZI CINA, DE GIROLAMO: GOVERNO IN CAMPO AL FIANCO DELL’UE PER TUTELA DEL VINO EUROPEO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Il lavoro diplomatico per evitare che la Cina aumenti i dazi sul vino europeo è in pieno corso e il Governo italiano ha tra le sue priorità proprio la tutela del Made in Italy, da qualsiasi regione provenga. Proprio per questo abbiamo messo in campo un gruppo di lavoro ad hoc, che vede la collaborazione tra il Ministero dello Sviluppo Economico, quello degli Esteri e quello delle politiche agricole. Raccolgo la preoccupazione delle organizzazioni di settore, ma voglio ribadire che l’Italia farà fino in fondo la sua parte per concludere positivamente e con il dialogo questa situazione”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo ha commentato in merito alla questione dell’indagine antidumping cinese sul vino europeo e il minacciato rialzo dei dazi. “Siamo in costante contatto con la Commissione europea – ha proseguito il Ministro – per seguire le evoluzioni del negoziato, con la convinzione che quello vitivinicolo è un comparto da difendere senza se e senza ma. Auspico che il Governo della Repubblica popolare cinese chiuda quanto prima l’indagine, che a nostro parere non ha ragion d’essere in quanto mancano le premesse giuridiche. In questo momento la via del dialogo è l’unica strada da percorrere, anche se le nostre imprese si trovano già nella difficoltà di sostenere oneri e aggravi burocratici per la scelta della Cina”. Grazie alla collaborazione tra MISE, Mipaaf ed Organizzazioni di settore interessate, e grazie alla sensibilizzazione degli operatori da loro effettuata, oltre 1.200 aziende esportatrici (su 1.500) hanno compilato le schede proposte dall’autorità cinese in questa prima fase dell’indagine.

RIGASSIFICATORE DI PORTO VIRO, RABBONI SCRIVE AL MINISTRO DELL'AMBIENTE E CHIEDE MISURE A TUTELA DELL'AMBIENTE MARINO E DELL'ATTIVITÀ DI MOLLUSCHICOLTURA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Risolvere rapidamente i problemi legati al rigassificatore off-shore di Porto Viro, per garantire la tutela dell’ecosistema marino, della fauna ittica e in particolare dell’importante attività di molluschicoltura della zona, compresa tra le provincie di Rovigo e Ferrara. E’ quanto ha chiesto l’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Tiberio Rabboni al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, in vista della ormai prossima chiusura della procedura di valutazione di impatto ambientale. Tra le criticità evidenziate da Rabboni: l’aumento del cloro attivo all’interno dell’acqua utilizzata per il ciclo produttivo, la consistente diminuzione della temperatura dell’acqua di processo, la necessità di contenimento e recupero degli scarichi. Si tratta di effetti già evidenziati dalle amministrazioni locali e dalle associazioni di categoria della pesca, che lamentano conseguenze anche sulla risorsa ittica, e confermati recentemente anche da Arpa Emilia-Romagna. Nella lettera inviata oggi, Rabboni chiede al Ministro “la risoluzione delle problematiche evidenziate e la certezza che l’attività dell’impianto non possa in alcun contribuire ad alterare l’ecosistema marino e i cicli produttivi della fauna ittica”. Come ricorda l’Assessore regionale al Ministro “l’impianto di Porto Viro è collocato all’interno del Parco del Delta del Po, in un’area di grande valenza naturalistica e paesaggistica, dove si è sviluppata un’importantissima attività di molluschicoltura che interessa un notevole numero di addetti ed assume un valore economico particolarmente significativo”.

UE-CINA, AGRINSIEME: “INACCETTABILE RITORSIONE DAZI SU VINO”. LE ORGANIZZAZIONI SCRIVONO AL GOVERNO

Fonte: Confagricoltura

Agrinsieme - coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari - si è rivolta al governo per sottoporgli la delicata questione dell’apertura, da parte delle Autorità di Pechino, di un'indagine anti-dumping e di un'indagine anti-sussidi sull'importazione dei vini europei in Cina. In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Letta e ai ministri dello Sviluppo economico Zanonato, delle Politiche agricole De Girolamo, degli Affari Esteri Bonino e degli Affari europei Moavero - e firmata anche da Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini - i presidenti di Agrinsieme chiedono un forte impegno politico per scongiurare questa eventualità. Per le Organizzazioni sarebbe fondamentale, in questo senso, innanzitutto procedere ad una risoluzione amichevole dell’ indagine UE sui pannelli solari cinesi che, come noto, rappresenta la causa scatenante dell'apertura di quella cinese sul vino europeo. “E’ inaccettabile – scrivono - che un settore importante per l'UE come quello vitivinicolo si trovi a scontare le ritorsioni relative ad un altro settore, e ancora più inaccettabile sarebbe una risoluzione a senso unico, che preservi da eventuali dazi i pannelli solari prodotti dalla Cina, senza un analogo trattamento per i prodotti vitivinicoli europei”. Agrinsieme ricorda la grande rilevanza del settore vitivinicolo per il nostro Paese, sia in termini economici, con un'incidenza del 20% rispetto all'intero export agroalimentare, sia in termini sociali, con 650.000 imprese e 1.200.000 occupati nel comparto. E poiché il mercato cinese è notoriamente uno di quelli con maggiori prospettive di sviluppo, risulta evidente l'enorme danno economico-sociale che deriverebbe all'Italia, e all'Europa tutta, nel caso di decisione da parte delle Autorità cinesi di imporre dei dazi sull'importazione di vini dall'UE. Poiché purtroppo in questa fase non è possibile dare per scontata una risoluzione amichevole della questione, è comunque necessario, a parere di Agrinsieme, che il nostro Paese si attrezzi per affrontare le procedure aperte dalle Autorità cinesi. In questo senso, il ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con quello delle Politiche Agricole e con le Organizzazioni di rappresentanza della filiera vitivinicola, si è già immediatamente e concretamente attivato nell'assistere le aziende esportatrici per la fase della registrazione richiesta dalla Cina. Tuttavia, a questa fase ne seguirà un'altra, molto più impegnativa dal punto di vista economico, perché alcune aziende verranno selezionate nel campione da indagare e dovranno sostenere spese legali che non sarebbe giusto imputare solo a loro. Per questo le Organizzazioni chiedono al Governo un impegno e un sostegno economico, che permetta di coprire queste spese, individuando uno Studio legale unico. Infatti, l'esito finale dell'indagine su tali aziende, non potrà che ricadere sull'intero settore vitivinicolo, e dunque, sull'intera economia del nostro Paese.  

Agrinsieme è il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare.

CONTROLLI ALIMENTARI, CONFAGRICOLTURA: I PRODOTTI AGRICOLI ITALIANI ALTAMENTE SICURI

Fonte: Confagricoltura

“L’agricoltura italiana fornisce prodotti di alta qualità e di elevata sicurezza alimentare”. Lo sostiene Confagricoltura commentando i dati della Relazione annuale al Piano Nazionale Integrato (PNI) per il 2012, che fornisce un panorama completo delle attività svolte da tutte le componenti del sistema dei controlli ufficiali, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi generali della legislazione alimentare. Solo il 3,7% delle irregolarità su scala nazionale – osserva Confagricoltura – è riferibile alla produzione primaria e, di esse, solo lo 0,24% è causato da problemi di sicurezza alimentare dei prodotti. La maggior parte delle irregolarità sono dovute a carenze di natura amministrativa. Anche i dati riferiti alla presenza dei residui di agro farmaci nei prodotti ortofrutticoli devono rassicurare i consumatori. Infatti, ben il 99,5% dei campioni di ortofrutticoli sono risultati in regola, così come i prodotti di origine animale che sono risultati regolari per oltre il 99%. “Se si confrontano i dati relativi al 2011 con quelli degli anni precedenti, risulta evidente - sottolinea Confagricoltura - come la percentuale di irregolarità negli ortofrutticoli abbia subito un progressivo decremento, più incisivo negli ultimi dieci anni, passando da 5,6% del 1993 a 0,5% del 2011. Risultati superiori alla media di campioni irregolari europea che è del 2,6% (contro lo 0,5% italiano). Tale risultato positivo è attribuibile alle attività di controllo dello Stato e ad una sempre maggiore consapevolezza degli operatori agricoli nell’impiego dei prodotti fitosanitari e medicinali animali”. Una parte dei prodotti esaminati sono di origine biologica. Su un totale di 397 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino , baby food, e altri prodotti, solo 1 ha presentato residui al di sopra dei limiti stabiliti dal Regolamento CE 396/2005.

giovedì 18 luglio 2013

PAC, DE GIROLAMO: GRANDE OCCASIONE DA NON MANCARE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Una risposta efficace alla crisi che stiamo vivendo viene dalla terra. La nostra agricoltura si è confermata, nonostante le difficoltà che ha dovuto attraversare, un elemento fondamentale per l’economia italiana. Ora dobbiamo usare al meglio la Politica agricola comune perché è un’occasione che non possiamo perdere per il futuro non solo del comparto, ma di tutto il Paese. Per questo c’è bisogno del contributo e dell’impegno di tutti, delle organizzazioni, delle Regioni e del Parlamento. Per vincere le sfide che abbiamo di fronte serve un gioco di squadra, basato sul dialogo e la concertazione”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo durante l’incontro organizzato da Agrinsieme, ‘Dalla Politica agricola comune alla Politica agricola nazionale: le proposte di Agrinsieme nel dialogo tra Stato e Regioni’, che si è svolto questa mattina a Roma. “Considero i miei veri interlocutori gli agricoltori, a loro dobbiamo dare risposte concrete ed efficaci, evitando che si ripetano errori commessi in passato. Se abbiamo chiaro questo obiettivo – ha sostenuto De Girolamo - non potremmo essere sviati da un quadro di instabilità e incertezza, nel quale ad avere la meglio sono sempre i mediocri. Invece ad essere premiati devono essere gli onesti e in Italia e nella nostra agricoltura ce ne sono tanti. A breve convocherò un tavolo con le Regioni per confrontarci insieme sulla Pac e da settembre visiterò i territori di tutto il Paese per ascoltare e vedere le diverse realtà che ci sono, con la convinzione che la Pac debba dare soluzioni adeguate a tutti i nostri imprenditori”. “Le sfide che ci troviamo ad affrontare sono tante, dai Programmi di sviluppo rurale all’innovazione. Dobbiamo vincerle, dando grande impulso anche all’internazionalizzazione del Made in Italy agroalimentare. Per questa ragione – ha dichiarato il Ministro - ho voluto la presenza delle organizzazioni di categoria nella Cabina di Regia per l’Italia internazionale”. “Sarà istituito anche un tavolo tecnico permanente al Ministero che deve unire il mondo agricolo, quello della trasformazione e quello della distribuzione. Si deve abbandonare – ha affermato il Ministro - una mentalità ristretta, che guarda al proprio orticello, ma anzi avere uno sguardo che sappia comprendere tutto, perché solo così possiamo andare nella direzione più giusta”.

ENTRO LUGLIO I BANDI GAC PER SPENDERE LE RISORSE DEL FONDO EUROPEO DELLA PESCA

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Quattro bandi saranno pubblicati dalla Provincia entro la fine di luglio, praticamente come capofila del Gac, ossia il gruppo di azione costiera che raggruppa al suo interno soggetti pubblici e privati dei territori ferrarese e ravennate. Ne fanno parte i Comuni di Goro, Comacchio, Ravenna e Cervia, le Province di Ferrara e Ravenna, oltre alle associazioni di categoria del mondo della pesca. Compito dei Gac è di far confluire le risorse del Fondo europeo per la Pesca (Fep), nell’ambito della programmazione 2007-2013, alle realtà imprenditoriali del settore e in questo caso, come precisato dalla presidente della Provincia Marcella Zappaterra, si parla di “fondi consistenti per la riqualificazione delle attività e dei mestieri”. Ad 1,2 milioni, infatti, ammontano le risorse a disposizione del Ferrarese, come ricordato dall’assessore ai Fondi strutturali Davide Nardini, “che devono interamente – ha detto - andare a sostenere le imprese del settore”. Il primo bando, da 140mila euro di cui 56mila di contributo, è legato all’attività di pescaturismo. L’obiettivo è di favorire la riqualificazione delle imbarcazioni con impiego di attrezzature e impianti, per consentire la combinazione del turismo con la pesca. Il secondo riguarda la Sacca di Goro e prevede un contributo di 81mila euro per una spesa di 135mila, con la finalità di introdurre sistemi tecnologici (telesorveglianza e internet). Collegare i pescatori direttamente e a chilometro zero con il sistema della ristorazione, è la scommessa del terzo bando che, mettendo a disposizione 78mila euro di contributo pari al 60 per cento della spesa complessiva di 130mila, intende costituire una vera e propria filiera ittica. Infine si parla di studi e progetti per migliorare i servizi nella pesca e nell’acquacoltura, nell’ultimo bando in fase di pubblicazione. Ad esempio sarà sondata la possibilità di ampliare la produzione dei molluschi con la coltura delle ostriche. In questo caso 51mila sono gli euro di contributo, rispetto ad una spesa complessiva di 85mila. Una volta pubblicati, i bandi rimangono aperti fino al 30 settembre, dopodiché la Provincia si riserva una ventina di giorni per stilare le graduatorie. Per far conoscere il più possibile queste nuove opportunità di finanziamento sono stati organizzati quattro incontri pubblici nelle quattro marinerie coinvolte. Per il Ferrarese gli appuntamenti sono per martedì 30 luglio alle 17 nella sala del Consiglio del Comune di Goro e per giovedì 1 agosto alla stessa ora nella sala consiliare del Comune di Comacchio. Altri bandi saranno pubblicati a settembre. La regola per i Gac, infatti, è che chi non riesce a pubblicare i bandi si gioca la possibilità di beneficiare dei contributi europei destinati al settore. In Italia i Gac si sono costituiti nel 2012 e sono una quarantina in tutto. Rispetto ad altri contesti, quello nazionale è in ritardo nella costituzione dei gruppi di azione costiera e ora è loro compito cercare di recuperare il tempo perso procedendo alla pubblicazione dei bandi a ritmo serrato, per non perdere l’opportunità delle risorse europee. Maggiori informazioni all’indirizzo: http://www.provincia.fe.it/sito?nav=881 .

GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE CONTRO LA PESCA ABUSIVA NEL PARCO DEL DELTA DEL PO

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Nel corso di due servizi di vigilanza coordinati dal Comando di Polizia provinciale a tutela delle norme sulla fauna ittica, l’ecosistema acquatico e la pesca, con particolare riguardo alla tutela del novellame, una pattuglia di Guardie giurate ecologiche di Ferrara, a bordo di un’imbarcazione, ha recuperato sette cogolli. “Gli attrezzi, vietati per legge, che occupavano gran parte del corso d’acqua e creavano una trappola micidiale per i pesci – spiega il comandante della Polizia provinciale Claudio Castagnoli - sono stati rinvenuti nelle acque del canale Foce a circa 150 metri dal punto posto all’ingresso delle saline di Comacchio ed in altri canali adduttori alle Valli di Comacchio e tutto il pesce all’interno è stato immediatamente liberato”. Le reti abusive avevano maglie di misura inferiore a quella prescritta, non erano segnalate ed erano prive di qualsiasi contrassegno di identificazione. Alcuni cogolli, per le pessime condizioni, sono andati distrutti nel recupero, mentre uno è stato sottoposto a sequestro amministrativo e consegnato all’ente di gestione per i parchi e la biodiversità – Delta del Po di Comacchio, a disposizione dell’autorità procedente. “Rivolgo un particolare ringraziamento alle guardie ecologiche – prosegue il comandante Castagnoli – per l’impegno profuso in questa faticosa attività, tesa a tutelare i pescatori onesti e contrastare coloro che non comprendono che la cattura con mezzi vietati, spesso di pesce sotto misura, crea un danno all’intero ecosistema e quindi a tutti noi”.

mercoledì 17 luglio 2013

FERMO PESCA. DA TRIESTE A RIMINI SCATTA DAL 22 LUGLIO FINO ALL'1 SETTEMBRE. RABBONI: ACCOLTE LE NOSTRE RICHIESTE PER UN'APPLICAZIONE DIFFERENZIATA

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Trovare rapidamente le risorse per la cassa integrazione 2013. Indennizzi: sbloccati quelli 2012, dalla Regione 800 mila euro per il 2013.

“Vedo con soddisfazione che sono state accolte le richieste che questa Regione aveva avanzato, insieme alle associazioni di categoria e alle altre Regione dell’Alto Adriatico per un’applicazione differenziata del fermo pesca biologico, una misura necessaria per contrastare l’impoverimento del nostro mare e garantire l’equilibrio delle risorse ittiche”. Così l’assessore regionale all’agricoltura e pesca Tiberio Rabboni sul decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che ha fissato le date per il fermo pesca biologico 2013. Per l’area che va da Trieste a Rimini andrà dal 22 luglio al primo settembre. Per garantire gli indennizzi agli armatori la Regione mette a disposizione circa 800 mila delle proprie risorse FEP, il Fondo europeo per la pesca. Contemporaneamente la Commissione europea ha sbloccato i rimborsi all’Italia, che consentiranno all’Emilia-Romagna di pagare anche il fermo pesca 2012. Resta invece ancora aperta la questione della cassa integrazione per i marittimi imbarcati. Dopo lo stanziamento a livello nazionale delle risorse per garantire la copertura della Cig 2012, “l’auspicio – sottolinea Rabboni - è che si possano rapidamente trovare anche le risorse necessarie per la completa copertura della cassa integrazione 2013”.

COLDIRETTI: OCCORRONO INTERVENTI IMMEDIATI PER I DANNI ALLE IMPRESE AGRICOLE DA FAUNA SELVATICA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Coldiretti esprime soddisfazione per la risoluzione della commissione agricoltura della Camera che impegna il Governo ad attuare monitoraggio e verifica di un fenomeno che ha ricadute importanti sulle attività agricole e sull’equilibrio ecologico ed ambientale.

Il problema dei danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica o inselvatichita è stato al centro della seduta della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, che, nell’evidenziare come sia necessaria l’attuazione dei piani di gestione messi già a punto dall’Ispra, ha impegnato il Governo ad attuare interventi di verifica e quantificazione del danno in collaborazione con le Regioni. La risoluzione è dovuta al fatto che le criticità determinate dai danni causati all’agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita hanno assunto dimensioni notevoli e già nel corso della XVI legislatura la Commissione Agricoltura ha svolto una specifica indagine conoscitiva alla quale è seguito l’esame di proposte di legge a riguardo. Il fenomeno è da ritenere una vera e propria emergenza. Inoltre, si è verificato un incremento della frequenza degli attacchi da parte di lupi e altri canidi selvatici ad allevamenti di ovini che hanno a loro volta generato l’inasprimento della tensione sociale. Secondo l’Ispra i lupi si sono riadattati a vivere in zone a grande vocazione rurale e densamente popolate. Essi sono protetti dalla direttiva 92/43/CE (direttiva Habitat) che però non comprende gli altri canidi selvatici o gli esemplari ibridi: questo pone problemi di natura legale, tecnica e scientifica. La risoluzione di questo problema ricade sotto la responsabilità nazionale ed europea in modo da rendere più adeguato il quadro normativo di riferimento, introdurre strumenti più idonei a garantire l’equilibrio tra presenza della fauna selvatica protetta e delle attività economiche essenziali per la produzione di alimenti. Questa risoluzione, pertanto, impegna il Governo a proseguire iniziative di monitoraggio, studio e ricerca per individuare una strategia di sistema su scala nazionale, e ad affidare all’Ispra il compito di definire un protocollo operativo e una banca dati sui danni arrecati alle attività agricole e zootecniche. Bisogna poi concordare con le Regioni le modalità di gestione operativa per portare l’entità dei danni al di sotto di una soglia disopportazione fisiologica riconducendoli nei limiti del normale rischio di impresa e garantendo gli introiti economici e il funzionamento regolare degli ecosistemi. Serve inoltre promuovere misure di prevenzione e sostegno promuovendo bandi per investimenti non produttivi destinati ad interventi strutturali, ed adoperarsi nell’ambito della Pac 2014-2020 per l’inserimento di una misura per la prevenzione dei danni e per il cofinanziamento di strumenti di gestione del rischio (assicurazioni). Ancora la risoluzione chiede di predisporre una procedura di verifica e di quantificazione dei danni attraverso: procedura standard di raccolta dati; personale specializzato per l’accertamento del danno; programma di erogazione di fondi per la conservazione dei grandi carnivori. E’ anche necessario assicurare l’integrità della specie e dell’identità genetica del lupo e contestualmente la tutela delle attività agricole, dare seguito, recepire e formalizzare i piani di gestione dell’ISPRA con apposito atto, intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni locali per ridurre il randagismo e per stanziare risorse per l’applicazione della legge 281 del 1991 (tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo) e prevedere il commissariamento delle regioni che non la applicano, assumere in sede europea iniziative per adeguare il quadro normativo alle esigenze dell’agricoltura italiana. Coldiretti condivide i contenuti della risoluzione ed auspica che ciò si traduca al più presto in interventi a favore dell’agricoltura che da anni sta subendo ingiustamente le conseguenze di un’inefficiente gestione della tutela della fauna selvatica sul territorio. E’ evidente, infatti, che le imprese agricole non sono tenute in alcun modo a dover sopportare perdite di reddito a causa della presenza di cinghiali ed altri animali nelle aree rurali dal momento che la tutela ambientale deve comunque conciliarsi con l’esercizio dell’attività d’impresa.

COLDIRETTI: SULL’USO SOSTENIBILI DEGLI AGROFARMACI NECESSARIE SEMPLIFICAZIONI

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Regioni e Coldiretti d’accordo sul documento di Osservazioni al PAN per la redazione di misure che evitino complicazioni burocratiche ed oneri aggiuntivi per le imprese.

Il documento delle Regioni, presentato nei giorni scorsi alle organizzazioni professionali agricole, evidenzia quanto sostenuto da Coldiretti e, cioè, l’impostazione restrittiva dell’attuale schema di Piano che rischia di procurare oneri economici e appesantimenti burocratici a danno delle imprese agricole, mettendole in una situazione di svantaggio concorrenzialerispetto alle imprese di altri Stati membri i cui Piani nazionali, sono, diversamente, ispirati al principio della massima semplificazione come è emerso da uno studio presentato nell’ambito della Giornate fitopatologiche 2013 presso l’università di Bologna. In particolare, Coldiretti condivide la richiesta di individuare puntualmente le risorse finanziarie necessarie per l’attuazione delle misure e l’attivazione di un sistema di incentivi per le imprese agricole da prevedere nell’ambito della programmazione dei Piani di Sviluppo Rurale per il periodo 2013 – 2020. A tale proposito appare opportuno recuperare, come è stato correttamente evidenziato dalle Regioni nel corso della riunione del 18 giugno scorso, le risorse finanziarie derivanti dalla tassa sui fitofarmaci riscossa ai sensi dell’art. 59 della l. 23 dicembre 1999, n. 488 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2000). Coldiretti ha espresso, quindi, apprezzamento per il documento che è stato consegnato il 3 luglio scorso, dalle Regioni al Ministro delle Politiche Agricole, come posizione ufficiale di tutti gli assessorati all’agricoltura chiedendo una riformulazione del Piano nazionale nell’ottica di allinearsi a quanto previsto dagli altri Stati membri dell’Ue come indicato da Coldiretti in occasione della consultazione pubblica indetta sullo schema di Piano nazionale nel mese di gennaio. Del resto la richiesta di semplificazione del Piano nasce da un dato certo: l’Italia è attualmente il paese che al momento garantisce, nel mondo, i miglioriparametri di sicurezza nell’uso dei fitofarmaci. Il nostro paese ha anticipato di diversi anni quanto oggi previsto dalla legislazione comunitaria per l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Secondo gliultimi dati Istat nel decennio 2001-2011 la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo è diminuita complessivamente di 5.346 tonnellate (-3,6 per cento). Considerando il livello di tossicità, la quantità di prodotti molto tossici e tossici si è ridotta del 27,4 per cento, quella dei prodotti. In confronto, ci sono paesi con una rilevante cultura ambientalista come laDanimarca che registrano un +35 per cento nell’uso di fitofarmaci negli ultimi anni. Inoltre, nel quarto Rapporto annuale sui residui dei fitosanitari in Europa , elaborato dall’Efsa si legge che a livello comunitario i Limiti Massimi di Residui (Lmr) dei fitosanitari rimangono estremamente bassi. Oltre 77.000 campioni (aumento del 13,4 per cento rispetto all’anno precedente) di oltre 550 alimenti, su 982 fitosanitari: queste le misure del piano. L’Italia è in vetta alla classifica, con solo lo 0,3 per cento dei campioni oltre tale limite. Ovviamente ciò è il risultato della professionalità con la quale le imprese agricole italiane impiegano la chimica in agricoltura grazie ad un processo di continuo di formazione ed aggiornamento incentivato anche dalle misure agroambientali della Pac e dai regolamenti comunitari in materia di sicurezza alimentare nonché dalla legislazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Coldiretti e le Regioni condividono, quindi, l’obiettivo di migliorare il sistema attuale rafforzando la formazione e l’aggiornamento degli operatori professionali e non che impiegano tali prodotti, ma escludendo misure inutilmente restrittive che penalizzano l’agricoltura italiana che attualmente presenta già elevati standard di sicurezza sul piano ambientale e della tutela della salute umana.

FALSO MADE IN ITALY, DE GIROLAMO: INTERPOL HA BLOCCATO COMMERCIALIZZAZIONE “WINE KIT” NEL REGNO UNITO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali  

Prima operazione di cooperazione internazionale di polizia per la tutela dei prodotti di qualità

La lotta al falso Made in Italy ha ottenuto un risultato molto positivo, grazie ad un’operazione di cooperazione di polizia internazionale, sollecitata dai NAC dei Carabinieri con il supporto del Ministero degli Interni, che ha bloccato la vendita del wine-kit nel Regno Unito. È la prima volta infatti che la battaglia al falso Made in Italy va oltre la tutela commerciale, assumendo rilevanza sul piano della cooperazione di polizia internazionale. “È un risultato straordinario – commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo – e ringrazio i NAC per il grande lavoro svolto in questi mesi nell’attuazione di questa operazione. Con la cessazione delle vendite di prodotti non conformi, è stata di fatto riconosciuta la frode nei confronti dei consumatori inglesi. Un grande punto a favore della battaglia per la tutela del Made in Italy, una ricchezza e una risorsa preziosissima per il nostro Paese, che continuerò a difendere con tutte le forze e i mezzi a disposizione. Posso garantire che questo è un primo e fondamentale passo, e che cercheremo di estendere la cooperazione internazionale a tutti i Paesi in cui il problema del falso è noto”. La frode del wine kit è stata spesso oggetto di attenzione anche in passato degli organi di informazione e Associazioni di categoria. Si tratta di un preparato solubile in acqua che nella presentazione e pubblicità veniva assimilato al vino, e in particolare ad alcuni vini a Denominazione di Origine Protetta e Indicazione Geografica Protetta, tra i quali le DOP “Chianti”, “Barolo”, “Valpolicella” e “Montepulciano d’Abruzzo”, e altri prodotti con specifico disciplinare di produzione in definite aree geografiche, quali l’Avola IGP. Il prodotto non è chiaramente conforme ai disciplinari di produzione del vino, né tanto meno a quello rappresentato dalle denominazioni usurpate.

PESCHE/NETTARINE, POCO PRODOTTO. MINGUZZI : “FINORA PREZZI BUONI PERO’ ATTENZIONE A NON FARE AUTOGOL”

Fonte: Fruitimprese Emilia - Romagna

E' entrata nel vivo la campagna di pesche e nettarine con le produzioni del Nord, in particolare della Romagna. Sul mercato si stanno facendo apprezzare le varietà di pesche Royal Glory e le nettarine Big Top che presentano buona pezzatura, ottima qualità e prezzi ancora buoni per i produttori. Le condizioni climatiche legate ad una primavera lunga, fredda e piovosa hanno condizionato tutta la campagna della frutta estiva 2013 provocando consistenti cali di produzione prima di ciliegie e albicocche , poi di pesche e nettarine. Per queste ultime – dice Giancarlo Minguzzi, presidente della OP Minguzzi Spa di Alfonsine (RA) e presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna (l’associazione che riunisce le imprese private regionali dell’ortofrutta, che lavorano 1 milione di tonnellate di prodotto all’anno, per 700 milioni di fatturato e il 60% di export)- “la campagna è iniziata già dalla metà di giugno con le precoci e anche se i calibri non erano sostenuti (il freddo primaverile ha fatto sì che non c'é stato abbastanza tempo fra la fioritura e la raccolta ), ciò non ha influito troppo sui prezzi che sono stati ottimi, a scapito però di una minore quantità raccolta, almeno il 20% in meno del 2012 ”. I prezzi alla produzione alla metà di luglio continuano ad essere sostenuti anche se dai primi del mese si è registrato un calo sensibile di 15-20 centesimi al chilo. “Non vanno sottovalutati elementi di rischio come il massiccio arrivo sul mercato delle produzioni di altre regioni del Nord che potrebbero indurre i grandi buyer della Gdo italiana ed europea a giocare sui prezzi per abbassarli ulteriormente. Come FruitImprese facciamo appello a tutti gli addetti ai lavori, in particolare ai responsabili commerciali delle imprese, perché si collabori al fine di garantire una tenuta dei prezzi, poiché – ripeto – ci sono tutte le condizioni favorevoli per una buona campagna perché le quantità raccolte sono nettamente inferiori alle previsioni, per cui non si giustificherebbero ulteriori cali”. Le buone notizie che arrivano dal fronte export “sono confortanti, però solo se farà caldo in tutta Europa potremo, a bilancio, chiudere i conti di una campagna finalmente positiva”.

martedì 16 luglio 2013

TERREMOTO, DALLA REGIONE 4 MILIONI DI EURO PER LA RICERCA E L'INNOVAZIONE. LE DOMANDE ENTRO IL 12 AGOSTO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione  

Rabboni: vogliamo aumentare la redditività e la competitività delle principali filiere agroalimentari dell'area

Più forti e competitivi dopo il terremoto grazie anche alla ricerca e all’ innovazione.Con questo obiettivo la Regione Emilia-Romagna ha approvato un bando che stanzia risorse per 4 milioni di euro destinati a sostenere progetti di innovazione delle produzioni agroalimentari di maggiore importanza dell’area colpita dal sisma. Tra gli altri: vino, ortofrutta, cereali,pomodoro da industria, parmigiano reggiano, allevamento. “Vogliamo accompagnare lo sforzo della ricostruzione in agricoltura con un attivo sostegno allo sviluppo della competitività e della redditività delle principali filiere agroalimentari dei comuni del sisma. Per questo oltre ai 65 milioni destinati a cofinanziare nei prossimi mesi investimenti aziendali e allo stanziamento delle settimane scorse per abbattere il costo del credito d’esercizio abbiamo deciso di finanziare progetti di ricerca applicata e di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti agricoli ed agroalimentari. Come sanno bene gli imprenditori del settore l’innovazione può fare la differenza – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – sia sul mercato che nei bilanci aziendali. Anche in questo caso, si tratta di risorse vincolate al territorio del sisma che la Giunta regionale ha messo a disposizione con la recente manovra di assestamento di bilancio “. Il bando, che scade il 12 agosto prossimo, è rivolto a Università, enti di ricerca pubblici e provati, sia nazionali che esteri, ma anche ad aziende agricole, cooperative di trasformazione e commercializzazione e consorzi. Le scosse di terremoto del 20 e 29 maggio 2012 hanno colpito severamente il settore agricolo regionale e hanno interessato quasi 14 mila aziende agricole (il 18,7% del totale regionale) e oltre 1.200 allevamenti (10% del totale). I danni specifici per il settore agricolo e quello agro-industriale sono stati valutati in oltre 2,3 miliardi di euro. Il bando regionale prevede contributi fino al 90% dell’investimento previsto, per progetti, della durata massima di 24 mesi, che potranno essere di studio e ricerca o di sperimentazione e che dovranno comunque prevedere anche attività dimostrative e di primo trasferimento.
 Info: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/azienda-agricola/temi/ricerca-innovazione/bandi-innovazione

ESTATE 2013: AGRITURISMO DECISAMENTE MEGLIO DEGLI ALTRI SETTORI “ALBERGHIERI”, MA GLI IMPRENDITORI AGRICOLI ALZANO LA GUARDIA

Fonte: Confagricoltura  

Cosimo Melacca, Presidente di Agriturist: “Nonostante la crisi economica l’agriturismo, attraverso le capacità imprenditoriali degli agricoltori e la multifunzionalità, si dimostra forte. Ma ha bisogno di più promozione, sburocratizzazione e riduzione delle tasse in quanto preserva il territorio”.

L’agriturismo, grazie alla qualità dell’offerta e ai prezzi attenti al momento economico che stiamo vivendo, conferma di soffrire meno degli altri settori del turismo: la flessione, per questa estate 2013, è nettamente inferiore alle altre attività “alberghiere”. Sceglierà la vacanza “in fattoria”, secondo una elaborazione di Agriturist su dati dell’Osservatorio Nazionale per il Turismo, poco più di un milione di persone (-3% rispetto al 2012); la durata media dei soggiorni sarà di 4 giorni, in leggera flessione a confronto dello scorso anno. Andrà invece peggio - rileva Agriturist - per il complesso del turismo. Diversi sondaggi prevedono che questa estate andranno in vacanza solo 26-28 milioni di italiani, 5-6 milioni meno dello scorso anno (-18%); potrebbero, in parte, salvarci gli stranieri, che l’estate scorsa sono cresciuti del 4%, ma è ancora tutto da dimostrare. Molte perplessità da parte del presidente di Agriturist sulle politiche per il turismo del governo Letta in quanto, pur dichiarando buoni propositi, non ha ancora messo in atto nessuna iniziativa concreta, dimostrando attraverso il “far nulla” di non percepire lo stato di sofferenza di chi tutti i giorni, con il proprio impegno e le proprie economie, lotta per gestire la crisi, di certo non creata dalle imprese agricole. Oltretutto l’agriturismo è assente nella presentazione dell’offerta turistica italiana all’estero ed è pressoché introvabile nel portale www.italia.it dove, misteriosamente, è trattato come sottocategoria del turismo itinerante”. “Le aziende agrituristiche - conclude Melacca - sono tartassate da controlli, obblighi e limitazioni che garantiscono la connessione dell’accoglienza con l’attività agricola. Occorre che a questi handicap corrisponda un sistema di agevolazioni e semplificazioni che permetta loro di essere competitive, tenendo anche conto del prezioso contributo che danno al presidio e alla tutela del territorio. Così come è necessario che non ci siano strutture extralberghiere che operano senza regole e controlli”.

PCP, DE GIROLAMO: RISORSE COMUNITARIE PER IL 2014-2020 AMMONTERANNO A CIRCA 5,5 MLD. ITALIA NON SUBIRA’ RIDUZIONI

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Sulla base delle decisioni raggiunte ieri in sede di Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca della Ue, che si è tenuto a Bruxelles, ci sono tutte le premesse affinché l’Italia non subisca riduzioni nei trasferimenti delle risorse per il settore ittico nel periodo 2014-2020. Si tratta di un risultato molto importante, soprattutto per le nostre imprese di pesca che, a partire dal prossimo anno, dovranno affrontare le nuove sfide della Politica Comune della Pesca”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, commentando le decisioni prese a Bruxelles sui fondi da destinare a livello comunitario, nel periodo 2014-2020, al settore della pesca. Tra i criteri stabiliti per distribuire i fondi che saranno utilizzati, come richiesto dalla delegazione italiana, ci sarà il peso che la piccola pesca costiera rappresenta sul totale della flotta. Ciò è particolarmente importante per l’Italia, in quanto la percentuale di questo tipo di flotta sul totale è di oltre l’80%. “Le risorse stabilite in Europa – ha aggiunto il Ministro De Girolamo – ammonteranno a circa 5,5 miliardi, compresi gli incentivi per la raccolta dei dati scientifici e per i controlli. C’era il timore di subire una riduzione nello stanziamento, ma alla fine si è trovato l’accordo su una cifra in linea con quanto stanziato nel periodo 2007-2013, che ci fa ritenere che anche le somme che verranno destinate al nostro Paese non subiranno riduzioni in futuro. Queste cifre dovranno essere confermate nei prossimi mesi dal Trilogo tra Consiglio, Europarlamento e Commissione europea, ma siamo ottimisti”.

lunedì 15 luglio 2013

AGROENERGIE, CONFAGRICOLTURA: “CONCENTRARE L'ATTENZIONE SUI BIOCARBURANTI DI SECONDA E TERZA GENERAZIONE, CHE UTILIZZANO SOTTOPRODOTTI E RIFIUTI, SENZA DIMENTICARE QUANTO SI È GIÀ FATTO”

Fonte: Confagricoltura

La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato una serie di misure per la produzione sostenibile dei biocarburanti. Per Confagricoltura sono di notevole interesse nell’ottica di limitare il cambiamento di destinazione dei terreni nei Paesi del Terzo mondo e diminuire le emissioni di gas ad effetto serra. Secondo Confagricoltura occorre concentrare l’attenzione sullo sviluppo di nuove, tecnologie, come la seconda e terza generazione di biocarburanti, che utilizzano anche, e soprattutto, sottoprodotti e rifiuti. Ad avviso di Confagricoltura però “i problemi non si risolvono fissando solo restrizioni agli obiettivi sui biocarburanti di prima generazione ma incentivando la ricerca e l’innovazione e tenendo conto delle diverse realtà agricole ed industriali dei Paesi membri. D’altronde, nel breve periodo, i biocarburanti di seconda generazione potranno contribuire in modo limitato al raggiungimento degli obiettivi europei, dal momento che i sottoprodotti ed i rifiuti sono già inseriti in altre filiere industriali”. Peraltro va ricordato che i biocarburanti in Europa oggi sono prodotti nel rispetto di rigidi criteri finalizzati al rispetto della sostenibilità ambientale. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli fa presente poi che i cambiamenti repentini della normativa potrebbero produrre ingenti danni all’industria del settore; senza tener conto che oggi alcuni sottoprodotti dell’industria dei biocarburanti di prima generazione, come i panelli di soia e di girasole, svolgono un ruolo importante sul mercato delle proteine vegetali, di cui l’Unione europea è ampiamente deficitaria. Alla luce delle proposte approvate dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo e della attuale situazione italiana dei biocarburanti Confagricoltura auspica che venga finalmente sostenuto e promosso il biometano che utilizza per la sua produzione limitate superfici agricole, facendo largo utilizzo di biomasse che oggi non costituiscono reddito per gli agricoltori (colture di secondo raccolto, oppure prodotte su terreni marginali, effluenti zootecnici, sottoprodotti agricoli e industriali). Inoltre merita attenzione la proposta di incentivare ulteriormente lo sviluppo della mobilità elettrica.

INTERNAZIONALIZZAZIONE, GUIDI: “CON ‘DESTINAZIONE ITALIA’ IMBOCCATA LA STRADA GIUSTA. OCCORRE FAR CRESCERE L’EXPORT MA ANCHE ATTRARRE CAPITALI STRANIERI”

Fonte: Confagricoltura

“Il progetto ‘Destinazione Italia’ portato avanti attraverso la cabina di regia dell’internazionalizzazione - finalmente allargata alle Organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo – è una grande opportunità per rilanciare il made in Italy, che guarda all’Expo 2015 come ad un trampolino di lancio”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, che ha apprezzato le considerazioni espresse dal ministro degli Affari esteri Emma Bonino. “Finora ha imperato un atteggiamento bucolico – ha aggiunto Guidi - La campagna come astrazione, il km 0 e la difesa del brand italiano dalla colonizzazione straniera. Oggi finalmente si intende operare tenendo conto che la campagna è fatta di imprese che devono fare reddito, che danno occupazione, che puntano sull’export e si aggregano per competere attraverso le reti, con progetti su cui si cercano anche investitori stranieri per introdurre innovazioni di processo e di prodotto alla base di progetti concorrenziali. È tutto molto più concreto, aderente alla realtà ed alle prospettive, che vedono Expo 2015 non come un traguardo ma un punto di partenza”. “E’ il momento – ha concluso il presidente di Confagricoltura - di riconsiderare il ruolo degli investitori stranieri che possono dare nuove opportunità ai nostri brand e marchi, che favoriscono la loro diffusione sul mercato globale, tutte operazioni in sostanza che si traducono in occupazione, sviluppo, affermazione del made in Italy”.

A FERRARA RIPRENDONO LE SERATE SUI PREZZI DELLA FRUTTA

Fonte: Organizzazioni Professionali Agricole della Provincia di Ferrara

Ferrara: anche quest’anno a partire dal 10 luglio ed ogni mercoledì sera, ricominciano le riunioni dei produttori agricoli sui prezzi della frutta. Questi incontri, in passato, sono stati utili per valutare insieme agli imprenditori le proposte commerciali fatte in campagna, ma vengono fatti soprattutto per divulgare le proposte di prezzo che arrivano da commercianti e mediatori. E’ un’attività che coinvolge direttamente gli agricoltori e le associazioni agricole che organizzano con impegno questa attività di aggiornamento per il supporto alla vendita. Quest’anno le serate si arricchiscono con approfondimenti tematici utili ad aggiornare le aziende sui meccanismi di una filiera che talvolta è carente di chiarezza. Le associazioni agricole ferraresi, da tempo in seguito a questi incontri, danno informazioni direttamente tramite SMS e telefono, ma anche mediante tabelle e volantini in tutti i numerosi uffici presso le varie sedi della provincia. La presenza interessata degli agricoltori è significativa per un concreto confronto sulle voci di mercato e le offerte che vengono proposte in campagna. L’invito delle associazioni agricole a tutti i frutticoltori è quello di partecipare numerosi a questi incontri del mercoledì sera.  

Argomenti informativi da discutere  
10 luglio: Presentazione del programma, delle novità e andamento produttivo drupacee  
17 luglio: Drupacee, mercato della Romagna e Veneto / Incontro con mediatori sulla filiera  
24 luglio: OI Pera (Rappresentanti associazioni)  
29 luglio: Incontro con Peritalia
31 luglio: Produzioni frutta 2013 (Cso)  
7 agosto: Art.62, offerte e pagamento

DE GIROLAMO: BRILLANTI I RISULTATI CONSEGUITI DAL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO GUARDIA COSTIERA NEL PRIMO SEMESTRE 2013

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Le operazioni condotte dal Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera nel primo semestre del 2013 confermano il lavoro importante e capillare che tutti i giorni le donne e gli uomini del Corpo prestano al servizio del nostro Paese. La loro attività di difesa e di tutela delle risorse biologiche dei nostri mari è fondamentale per la salvaguardia delle nostre coste e dei prodotti che il mare offre alle nostre tavole. Voglio esprimere il mio totale apprezzamento per i risultati conseguiti, che vedono l’aumento del 30 per cento del numero dei controlli. Le operazioni portate a termine ci hanno permesso di contrastare tutti quei fenomeni di illegalità e di irregolarità che avrebbero compromesso il lavoro onesto di tanti pescatori e di tutti gli operatori del settore”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo, ha commentato i risultati dell’azione operativa svolta dal Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera nel primo semestre del 2013. L’attività esplicata al fine del controllo e repressione dei fenomeni di illegalità nel settore della filiera della pesca, nell’evidenziare l’aumento del 30 % del numero dei controlli (confrontando i dati dello stesso periodo dell’anno 2012), ha registrato un interessante calo complessivo delle violazioni accertate presso i punti di sbarco e a mare, che mette in luce la tendenza da parte del pescatore professionale ad adeguarsi alle direttive ed evidenzia che l’opera di sensibilizzazione effettuata dal Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera ai fini della tutela del consumatore e degli operatori del settore ha dato i suoi frutti. Da una prima stima emerge il dato relativo alle inosservanze accertate presso i mercati ittici, grande distribuzione, ristorazione e pescherie, presumibilmente attinente al forte aumento di prodotto ittico non italiano, che mette in risalto le relative inadempienze in materia di etichettatura, tracciabilità, termini minimi di conservazione del prodotto. Si evidenziano le trasgressioni accertate in materia di tutela delle condizioni igienico-sanitarie, queste ultime principale obiettivo perseguito e volto a colpire il fenomeno di irregolarità a salvaguardia della salute del consumatore. Un’analisi di dettaglio dei dati a disposizione evidenzia come il numero di controlli eseguiti, 44.331, hanno portato all’elevazione di 2.216 sanzioni amministrative per un importo pari a Euro 3.761.099, mentre le sanzioni penali accertate sono state 464. L’attività del personale operante ha inoltre portato all’effettuazione di 1009 sequestri mirati a sottrarre alla disponibilità dei consumatori alimenti pericolosi per la salute pubblica.

COLDIRETTI, COLPO DA KO DEL MALTEMPO ANCHE NELLE CAMPAGNE FERRARESI CON VENTO E GRANDINE

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Le tempeste estive che hanno interessato tutta la penisola negli ultimi giorni, con danni ingenti per le colture agricole, non hanno risparmiato il ferrarese, ferendo in modo drammatico colture estensive ed orticole. Ora i conti dei danni.

Le tempeste estive, che con nubifragi e grandine hanno colpito a macchia di leopardo la penisola, hanno fatto salire ad oltre un miliardo il conto dei danni provocati all’agricoltura dall’andamento climatico anomalo del 2013, tra perdite e maggiori costi. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che state avviate le procedure per la richiesta della stato di calamità nei territori colpiti dall’ondata di maltempo che con manifestazioni improvvise e violente si è abbattuta dalla Lombardia all’Emilia Romagna, dopo aver colpito nei giorni scorsi numerose regioni, dal Veneto all’Umbria, fino alla Campania. In questa pazza estate interi raccolti sono stati spazzati via dalla furia del vento, dalla pioggia e dalla grandine ed il lavoro un intero anno degli agricoltori e delle loro famiglie - precisa la Coldiretti - è stato distrutto in pochi minuti per colpa di violente bufere accompagnate da grandine con chicchi di grandi dimensioni che hanno allagato campi, divelto tetti, serre e raso al suolo interi raccolti di mais, soia, cereali, foraggi, frutta e ortaggi come insalata, fagioli, peperoni e melanzane quasi pronti alla raccolta. La grandine - spiega la Coldiretti - e' la piu' temuta dagli agricoltori in questa stagione perche' provoca danni insanabili alle coltivazioni, con effetti economici ed occupazionali sulle raccolte estive della frutta e della vendemmia ma anche sull’andamento dei prezzi e sull’inflazione. Secondo le stime della Coldiretti l’’ultima ondata di maltempo, che ha colpito regioni leader nella produzione di frutta e verdura da destinare ai mercati nazionali ed esteri, segna un 2013 caratterizzato nelle campagne dal ripetersi di eventi estremi con sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi e intense ed una primavera estremamente piovosa soprattutto nelle regioni del nord. Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici con i quali è costretta a convivere l’agricoltura che a differenza delle attività industriali – conclude la Coldiretti - si svolge all’aria aperta ed è quindi soggetta alle bizzarrie del tempo, oltre alle difficoltà di mercato dovute alla crisi. E non mancano i problemi anche nel ferrarese, colpito a più riprese, tra giovedì scorso e sabato notte, con nubifragi che hanno rovesciato piogge come tifoni tropicali, accompagnate da forti venti che hanno divelto alberature, spezzato rami, danneggiato tetti e serre, e da grandine anche di grosse dimensioni, che ha letteralmente defogliato e distrutto intere coltivazioni: da campi di mais dei quali non è rimasto che il fusto, alle bietole del tutto senza foglie, a campi di pomodori rasati drammaticamente, a cocomeri e meloni in piena raccolta, traforati dai chicchi ghiacciati, come la soia, zucche, zucchini, le orticole in generale, e anche i frutteti non protetti dalle reti, nei quali la raccolta era ormai imminente o già iniziata , come per pesche e susine. Nei prossimi giorni, attraverso le denunce alle compagnie assicurative e tramite il consorzio fitosanitario di difesa, oltre che presso i nostri uffici, sarà possibile delineare l’entità dei danni, che si sono manifestati a macchia di leopardo un po’ in tutta la provincia, ma a quanto pare in particolare nelle vicinanze della città, tra Boara, Baura, Malborghetto, e poi verso il portuense, mentre nell’argentano i danni si era verificati già con il fortunale di giovedì notte.