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sabato 30 giugno 2012

COLDIRETTI: DAL 1 LUGLIO 2012 SCATTA L’OBBLIGO DEL MARCHIO U.E. SUI PRODOTTI BIOLOGICI COMUNITARI

Fonte: Coldiretti Ferrara Attenzione al nuovo logo che identifica i prodotti certificati biologici preconfezionati nella U.E. I consigli per i consumatori. Dal primo luglio 2012 scatta l’obbligo del marchio comunitario per tutti gli alimenti biologici preconfezionati prodotti in Italia e negli altri Stati membri dell'Unione Europea che potranno così essere finalmente distinti da quelli importati da Paesi extracomunitari. Lo rende noto la Coldiretti che invita circa la metà degli italiani che acquistano biologico a verificare d'ora in poi sulle confezioni la presenza del logo biologico dell'UE, rappresentato dalla "foglia europea" con dodici stelle bianche su fondo verde brillante con al centro una cometa. Nel campo visivo del logo devono figurare anche il numero di codice dell'organismo di controllo e il luogo di produzione delle materie prime agricole. Il logo comunitario resta però facoltativo - precisa la Coldiretti - per i prodotti biologici non confezionati e per quelli importati mentre continueranno ad essere ammessi, insieme al marchio UE, altri loghi nazionali, regionali o privati. Con un aumento annuale degli acquisti del 9 per cento nel primo bimestre del 2012 il fatturato dei prodotti biologici in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato passando - sottolinea la Coldiretti - da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre tre miliardi di euro attuali ed è quindi importante - sottolinea la Coldiretti - garantire la trasparenza dell’informazione anche alla luce di un aumento delle importazioni da paesi extracomunitari ottenute con standard diversi da quelli comunitari. L’Italia puo’ contare sul maggior numero europeo di imprese biologiche. Al primo gennaio del 2011 in Italia gli operatori del settore biologico sono 47663 mentre la superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risulta - continua la Coldiretti - pari a 1113742 ettari, con un incremento rispetto all'anno precedente dello 0,6 per cento. Per questo di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici è necessario - sottolinea la Coldiretti - introdurre al piu’ presto un marchio per il biologico italiano che possa rendere facilmente riconoscibile la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato. In attesa che questo avvenga il consiglio della Coldiretti è quello di acquistare i prodotti biologici direttamente nelle aziende, nelle botteghe e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che garantiscono l’origine nazionale degli alimenti in vendita. Lo scopo principe del nuovo logo, definito "Logo di produzione biologica dell'Unione europea" dal Reg. CE n. 271/2010, è quello di fornire visibilità ai cibi e alle bevande biologiche, unitamente ad un sistema di garanzie che sia effettivamente percepito dai consumatori, e che può essere sintetizzato come segue: almeno il 95% degli ingredienti agricoli sono stati prodotti con metodo biologico; solo in questo caso può comparire la parola "biologico" o una sua abbreviazione nella denominazione di vendita del prodotto; il prodotto è conforme anche alle regole del sistema di controllo e certificazione, approvato da ogni singolo Stato membro; il prodotto proviene direttamente dal produttore (se sfuso) o è preparato in una confezione sigillata; il prodotto porta il nome del produttore, del preparatore o del venditore ed il numero del codice dell'organismo di certificazione che ha effettuato il controllo dell'ultima operazione prima dell'immissione in vendita. Solo in Italia - conclude la Coldiretti - il legislatore nazionale ha disposto che i prodotti ottenuti in Italia debbano recare altre indicazioni aggiuntive. In particolare, il codice di controllo deve essere preceduto dalla dicitura "Organismo di controllo autorizzato dal MiPAAF"; deve essere inoltre indicato il numero di codice attribuito dall'OdC all'operatore "Operatore controllato n. xxxx".

venerdì 29 giugno 2012

COLDIRETTI: GIOVEDI’ 5 LUGLIO AL PALALOTTOMATICA DI ROMA L’ASSEMBLEA NAZIONALE DELL’ORGANIZZAZIONE

Fonte: Coldiretti Ferrara Torna la grande convention dedicata ai temi dell’agricoltura e della società italiana raccontati in diretta dai soci della prima organizzazione agricola; saranno presenti oltre quindicimila soci da tutte le regioni italiane. Ferrara pronta all’appuntamento. Giovedì 5 luglio con inizio alle ore 9,30 al Palalottomatica di Roma Eur si svolgerà l’Assemblea Nazionale della Coldiretti con la relazione del presidente Sergio Marini alla presenza di quindicimila coltivatori italiani provenienti dalle campagne di tutte le regioni e province. All’Assemblea sono invitati i maggiori esponenti del mondo accademico, rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere. Al centro dei lavori c’è il Made in Italy con i suoi primati economici, ambientali e sociali, per evidenziarne il contributo positivo che può offrire alla crescita sostenibile, in un difficile momento di crisi. Un patrimonio del Paese le cui potenzialità dipendono anche dalla capacità del sistema Italia di sostenere la competitività delle imprese. Con questo obiettivo è stata elaborata la prima analisi sull’efficacia della politica italiana e comunitaria nell’ultima legislatura, alla vigilia della pausa estiva che aprirà di fatto la campagna elettorale. Sono previsti tra gli altri gli interventi di Mons. Mariano Crociata segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, di Gianni Alemanno sindaco di Roma, di Carlo Petrini presidente internazionale di Slow Food, del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania. La ripresa dell’economia dipende molto anche dal mercato interno e per questo nella giornata di diffusione dei dati Istat sui consumi delle famiglie sarà presentata l’Indagine Coldiretti/Swg su “Come cambiano la spesa e le vacanze degli italiani”, con l’inaugurazione nell’ambito dell’Assemblea del “Salone scaccia crisi”.

COLDIRETTI: + 21,2% I DANNI DA STORNI NEI CAMPI DELL’EMILIA-ROMAGNA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Sostegno di Coldiretti alla richiesta della Regione di caccia in deroga, misura necessaria per fronteggiare gravi danni alle coltivazioni che non vengono adeguatamente risarciti. Tonello “non possono pagare solo gli agricoltori”.

Nel 2011 i danni da storno nei campi dell’Emilia Romagna sono aumentati del 21,2%, passando dai 198 mila euro del 2010 a 240 mila euro del 2011. Lo rende noto Coldiretti Emilia Romagna, esprimendo apprezzamento per il documento che l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha presentato alla Conferenza delle Regioni perché venga attuata da subito la caccia in deroga a questo volatile e perché venga inserito al più presto dall’Unione europea tra le specie cacciabili, senza aspettare il 2015. Il problema della caccia allo storno – spiega Coldiretti – scaturisce da un direttiva comunitaria che lo inserisce tra le specie in estinzione in alcune parti d’Europa e solo dopo il 2015 è previsto il reinserimento tra le specie cacciabili. E’ un provvedimento che comprende anche l’Italia, dove però lo storno non solo non è a rischio, ma è in costante crescita, al punto da minacciare la biodiversità, proprio a causa dei danni ambientali che sta provocando. Tra l’altro questo volatile – afferma Coldiretti – colpisce in particolare colture ad alto valore aggiunto e ad alta manodopera, come i frutteti e vigneti, mettendo a rischio il reddito delle imprese e l’occupazione. Le imprese agricole – spiega Coldiretti – sono penalizzate da due fattori: il primo è la difficoltà di contenere la sempre più rapida diffusione di questi uccelli, che si contano ormai in termini di milioni di esemplari; il secondo è la difficoltà ad ottenere i risarcimenti dagli enti pubblici, che hanno ancora tempi lunghi. Quello dei danni alle colture agricole da animali selvatici è un problema da affrontare concretamente – sostiene Coldiretti – e bene ha fatto Rabboni a sollevare nel documento della Conferenza delle Regioni anche la necessità di una definizione del calendario di caccia a livello nazionale e la questione della caccia di selezione agli ungulati (in particolare i cinghiali) su terreni innevati. E’ incomprensibile – sostiene Coldiretti - che sulla neve sia permesso cacciare sulle Alpi e non invece sugli Appennini: è un divieto che ha portato ad una presenza eccessiva di animali in territori con agricoltura ad alta specializzazione. “Se è vero che mantenere sul territorio un numero di animali adeguatamente sostenibile è interesse di tutta la collettività – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – è altrettanto vero che il loro sostentamento pesa oggi solo sulle aziende agricole che ne subiscono i danni in termini di colture distrutte e di redditi azzerati. Non è possibile che l’imprenditore agricolo si accolli tutti i costi delle perdite aziendali. Se la fauna selvatica è un bene per tutta la collettività non può essere un costo che pesa solo sulle spalle degli agricoltori. Per questo condividiamo anche la richiesta dell’assessore Rabboni di dare attuazione in tempi brevi alle norme della legge finanziaria del 2001 che stabiliva a partire dal 2004 di trasferire alle Regioni il 50% degli introiti della licenza di ‘porto fucile’ per la realizzazione dei programmi di gestione faunistico-ambientale”

MINGUZZI (FRUITIMPRESE E.R.): “L’OI PERA GRANDE RISULTATO. ADESSO AVANTI CON UN CATASTO ATTENDIBILE E CON PROMOZIONI UNITARIE SUI NUOVI MERCATI”


FONTE: FruitImprese Emilia Romagna

La nascita dell’Organizzazione Interprofessionale della pera (OI) è davvero “una svolta attesa da anni dal comparto frutticolo dell’Emilia Romagna, come ha detto l’assessore regionale Rabboni”. Così Giancarlo Minguzzi, presidente di FruitImprese Emilia Romagna, l’associazione  che riunisce le imprese private dell’ortofrutta (1milione di tonnellate di prodotto lavorato all’anno, 700 milioni di fatturato e 60% di export) commenta l’insediamento del Comitato promotore e la firma dell’intesa per la nascita dell'OI Pera, prevista per il prossimo settembre. Di particolare rilievo – aggiunge Minguzzi – “l’adesione al progetto di praticamente tutta la filiera, dalle Organizzazioni professionali agricole alle più importanti Op (Organizzazioni Produttori), dal mondo produttivo privato alle organizzazioni di rappresentanza dei mercati generali e della distribuzione, oltre che dell’industria di trasformazione privata e cooperativa”.
FruitImprese Emilia Romagna evidenzia due aspetti: l’OI dovrà fare chiarezza sulle superfici coltivate e quindi sulle quantità prodotte. “Sembra incredibile, ma nonostante la diffusione esponenziale di tecnologie informatiche, non disponiamo di un catasto realistico del comparto pera, dell’Abate in particolare. Questa è davvero una priorità da raggiungere nel minor tempo possibile. Poi l’OI Pera dovrà favorire importanti concentrazioni di prodotto in offerta per avere la possibilità, attraverso promozioni unitarie, di fare conoscere le pere Abate nei paesi Oltremare, dove si aprono mercati promettenti. Resto comunque convinto che il vero salto di qualità si farà solo quando si strutturerà un efficiente coordinamento commerciale che potrà interloquire ad armi pari con la Gdo”. Il nostro apprezzamento va all’impegno dell’assessore regionale Rabboni  e del coordinatore del Tavolo Pera, Mario Tamanti, per i risultati conseguiti con forza e determinazione in tempi relativamente brevi.     
Usciamo da una campagna pere 2011 davvero penalizzante per una delle eccellenze della nostra frutticoltura. “L’OI Pera non si occupa di prezzi e di scelte commerciali – conclude Minguzzi - però è uno strumento importante per dare alla filiera un unico tavolo di confronto e consentire decisioni condivise in ordine alla programmazione della produzione e l’autoregolamentazione dell’immissione del prodotto sul mercato. Da qui può decollare una nuova più incisiva fase di valorizzazione della pera Abate sia in Italia che all'estero”.

Da Inail 80 milioni per ricostruzione e sicurezza. Il commissario delegato Vasco Errani ha incontrato il presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto, Franco Lotito


FONTE: PROVINCIA DI FERRARA

Ottanta milioni per aiutare la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto e destinati alla sicurezza sul lavoro e quella sismica.
E’ il sostegno che Inail svilupperà in stretto raccordo con il commissario delegato Vasco Errani, anche in attuazione del decreto sviluppo, il quale prevede che il 35% delle risorse destinate dall’Istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro a progetti di investimento e formazione per la messa in sicurezza nei luoghi di lavoro, vada alla ricostruzione dei capannoni e degli impianti industriali delle zone dell’Emilia colpite dal sisma.
Il presidente del Consiglio di indirizzo e di vigilanza di Inail, Franco Lotito, ha incontrato nel palazzo della Regione Emilia-Romagna il commissario alla ricostruzione Vasco Errani, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive, Giancarlo Muzzarelli, e dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Vincenzo Colla, Giorgio Graziani e Gianfranco Martelli.
 “Questi fondi – ha ringraziato Errani - saranno prontamente impegnati sul fronte della sicurezza, che è l’obiettivo fondamentale che ci proponiamo di perseguire nella fase della ricostruzione”.

giovedì 28 giugno 2012

PERA, FIRMATA L'INTESA PER L'ORGANIZZAZIONE INTERPROFESSIONALE CHE NASCERÀ A SETTEMBRE. RABBONI: UN'INIZIATIVA IMPORTANTE A VANTAGGIO DI TUTTA LA FILIERA, CHE CI PERMETTERÀ DI VALORIZZARE LA PRODUZIONE E PREVENIRE FUTURE CRISI DI MERCATO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Bologna - Si è insediato ieri in Regione il Comitato promotore ed stata firmata l’intesa per la nascita dell’Organizzazione interprofessionale della pera, prevista per il prossimo settembre. Hanno dato l’adesione al progetto le organizzazioni professionali agricole Coldiretti, Confagricoltura e CIA, le più importanti Organizzazioni dei Produttori, diverse realtà produttive e le organizzazioni di rappresentanza del commercio privato, dei mercati generali e della distribuzione, oltre all’industria di trasformazione privata e cooperativa. “Dopo le gravi difficoltà dell’ultima campagna e i recenti eventi sismici che hanno colpito il cuore del bacino produttivo della pera, in pochi mesi si sono poste le basi per una svolta attesa da anni – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - con l'interprofessione sarà finalmente possibile programmare la produzione in relazione agli andamenti della domanda ed autoregolamentare l'immissione del prodotto sul mercato. Si potranno così prevenire o comunque contenere le crisi di mercato e valorizzare ulteriormente la qualità del prodotto sia in Italia che all'estero. Il nostro obiettivo insomma è quello di avviare una fase di positiva stabilizzazione a vantaggio di tutta la filiera, offrendo un esempio di agricoltura contrattualizzata valido per tutti i comparti agricoli regionali e nazionali." L’organismo interprofessionale della pera, il secondo che vede la luce in Emilia-Romagna dopo quello del pomodoro da industria, permetterà di condividere le regole di funzionamento dell’intera filiera e di dare in questo modo una risposta efficace alle difficoltà comuni a tutto il comparto ortofrutticolo e dovute essenzialmente a un eccessivo squilibrio tra un’offerta troppo parcellizzata e una domanda organizzata in pochi grandi gruppi d’acquisto. Tra i punti sostanziali dell’intesa, che è stata raggiunta con il supporto tecnico della Regione e del CSO, le iniziative di conoscenza della produzione, attraverso la realizzazione di un catasto delle superfici coltivate a pero e lo studio più approfondito dei costi di produzione; la definizione di regole condivise di produzione e di immissione sul mercato per migliorare il livello qualitativo e rendere più aderente l’offerta alla domanda; azioni di studio e supporto per fronteggiare le problematiche fitosanitarie, ma soprattutto per favorire l’eliminazione delle barriere di carattere fitosanitario all’export e l’armonizzazione delle normative sui residui di fitofarmaci. E’ previsto inoltre un forte impegno sulle attività di informazione, divulgazione e promozione per lo sviluppo di nuovi mercati. “L’Emilia-Romagna rappresenta oltre il 60% della produzione nazionale di pere, seguita a ruota dalla regione Veneto, e in quote minori da Lombardia e Piemonte. La nostra iniziativa – ha concluso Rabboni - è aperta anche agli operatori di quelle regioni. Sono certo che come istituzioni dobbiamo favorire un miglior funzionamento della filiera, in una logica di equilibrio tra le diverse componenti, per salvaguardare il valore che si crea sui nostri territori. Mi complimento con tutte le rappresentanze che hanno partecipato alla definizione del progetto, facendo prevalere la capacità di coesione e di innovazione. Un ringraziamento infine al consigliere delegato del Centro servizi ortofrutticoli Mario Tamanti che con particolare competenza ed impegno ha coordinato i lavori fino al risultato finale.” Il Comitato promotore che è stato istituito, è composto da 21 rappresentanti, 7 per ciascuna fase produttiva (produzione agricola, industria e commercio) che, in attesa della formale costituzione dell’organismo interprofessionale, fin dalla prossima settimana cominceranno a lavorare sugli obiettivi condivisi, per mettere a punto già sulla campagna in corso le prime azioni.

PRODUZIONE DI CERALI SOTTO LA MEDIA. QUALITÀ ECCELLENTE

Fonte: Ufficio Stampa Cia Ferrara  

Campagna cerealicola che si avvicina alla fine e non soddisfa gli agricoltori a livello di resa produttiva. Ma la qualità fa la storia della cerealicoltura ferrarese

Mancano pochi giorni alla conclusione della campagna cerealicola e la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara fa il punto sull’andamento quantitativo e qualitativo dei frumenti teneri e duri dei suoi associati sul territorio. La resa produttiva del tenero non soddisfa, in generale, gli imprenditori agricoli del Medio e Basso ferrarese dove si sono prodotti, in media, 50 quintali per ettaro. Questo risultato è dato da una forbice produttiva molto ampia – dai 35 ai 70 quintali per ettaro – che fa già parlare di rese a “macchia di leopardo”. Non molto soddisfacenti e con parametri anch’essi difformi tra le diverse zone, le produzioni di duro che si aggirano intorno ai 45 quintali per ettaro. Un po’ meglio è andata nelle zone dell’Alto ferrarese dove la media produttiva del grano tenero è di circa 65 quintali per ettaro e quella del duro di 55 quintali per ettaro. Se questi primi dati quantitativi non fanno certo parlare di una buona campagna cerealicola la qualità del grano è, invece, davvero sorprendente. I pesi specifici del frumento sono arrivati a punte di 88-89, una cifra che si può definire non solo ottima, ma storica. Sono diversi i fattori che hanno determinato una scarsa resa produttiva ed una qualità di questa portata. A livello agronomico, dopo un 2011 siccitoso che non è riuscito a mantenere le falde acquifere nella norma, è arrivato un 2012 altrettanto secco. La neve caduta in maniera difforme ed accompagnata a vento forte che ha creato cumuli non è servita a molto ed un marzo con precipitazioni quasi nulle ha reso inutili o quasi le concimazioni azotate. La carenza di azoto non ha dunque consentito al frumento in campo di gestire la crescita ed il caldo secco lo ha mandato in stress idrico. Da qui è derivata, appunto, una resa medio bassa ed una qualità – che il clima secco favorisce anche perché tiene lontane le malattie fungine – d’eccellenza. Sulla quantità di grano prodotta ha pesato però anche un fattore che sinora era sempre sembrato difficile associare a questo tipo di coltivazione: l’irrigazione. Il frumento – a differenza del mais – non è mai stato considerato un prodotto irrigabile ma si è visto, invece, soprattutto in questa campagna cerealicola, che l’irrigazione ha alzato molto le rese. Quelle aziende che sono riuscite ed hanno voluto irrigare sono state, dunque, decisamente premiate. Ora occorre attendere l’uscita del prezzo di mercato che sarà pagato agli agricoltori per i conferimenti di cereali. Al momento ci sono solo delle indiscrezioni, non supportate da parametri produttivi certi a livello nazionale ed internazionale. L’unico dato che si conosce è stato diffuso dall’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti) e riguarda il consumo mondiale di grano che si stima supererà nel 2012/2013 le produzioni di 7 milioni di tonnellate. Quindi si consumerà più grano di quello prodotto. Qualunque sarà il prezzo del frumento la Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara a nome dei suoi associati chiede che sia valorizzata e riconosciuta l’eccezionale qualità dei prodotti. Frumenti duri e teneri di questa qualità straordinaria devono essere pagati di più perché per le aziende di trasformazione sono preziosi. Peso specifico e quantità di proteine di tale livello non possono essere ignorati e questi frumenti non possono essere quotati come gli altri. Un prezzo superiore consentirebbe alle imprese agricole di sopperire alle scarse produzioni e sarebbe un grande vantaggio per chi ritira e soprattutto commercializza i cereali. Un vantaggio che la Cia chiede che venga pagato.

mercoledì 27 giugno 2012

CON SAPORIDAMARE IL CIBO E’ SPETTACOLO, MA ANCHE SOLIDARIETA’

Fonte: Ufficio Stampa SaporiDaMare  

Al via dal 29 giugno la terza edizione del tour itinerante delle ’17 Perle del Ferrarese’

Fino al 7 ottobre oltre una quarantina di giornate di animazione fra Comacchio ed i Lidi. E, per ogni partecipante ai momenti conviviali, 5 euro ai terremotati della nostra provincia

 “Il Cibo e lo Spettacolo, anzi il Cibo è Spettacolo”. Così Mauro Spadoni, il promotore di SaporiDaMare, ha presentato la terza edizione del tour di valorizzazione delle 17 Perle enogastronomiche ferraresi, anche quest’anno reso possibile grazie al contributo di Comune di Comacchio, Provincia e Camera di Commercio di Ferrara, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e la collaborazione di una vastissima platea di associazioni, consorzi, istituzioni e imprese operanti nel settore agroalimentare e della promozione turistica. Da venerdì 29 giugno, con la ‘Cena-Evento’ ospitata nella suggestiva cornice della sala dei fuochi alla Manifattura dei Marinati di Comacchio – dove la musica del Tom Sheret e Luca di Luzio Quartett incontrerà le specialità agroalimentari locali (il menu prevede Bocconcini di Anguilla di Comacchio marinata; Polentina morbida con Acquadelle dell’Adriatico fritte; Zappetta di Vongole di Goro con fagioli cannellini; Risottino Carnaroli di Jolanda mantecato al Ghiozzo (Gò); Anguilla di Comacchio avvolta da filetto di branzino alle erbe aromatiche in ‘cartoccio’ di pasta Fillo; Zuppa inglese classica con confettura di visciole, accompagnati da vini e distillati delle aziende socie del Consorzio Tutela Vini Bosco Eliceo presentati dai sommelier Gabriella Rossi e Renzo Cervi – info 345 5684017) – la buona tavola ed il buon bere saranno in passerella. Con un susseguirsi di oltre una quarantina di giornate di iniziative ed appuntamenti che fino al 7 ottobre coinvolgeranno non soltanto la città dei Trepponti ed i sette Lidi ma anche i Comuni non solo limitrofi alla costa ferrarese. “Una grande vetrina per il ‘made in Fe’ enogastronomico – ha sottolineato Spadoni – della quale, oltre all’estrema ampiezza nel patrimonio di prodotti e professionalità settoriali coinvolte, mi piace rimarcare l’impegno all’integrazione e sinergizzazione fra il nostro tour itinerante con molteplici e qualificatissime vetrine promozionali e di animazione turistica, non soltanto di ambito locale”. Ecco allora gli ormai consolidati e confermatissimi connubi con l’evento-contenitore regionale “Emilia Romagna è Un Mare di Sapori” e “Calici di Stelle”, kermesse nazionale di Città del Vino e Movimento Turismo del Vino nell’ambito del quale il 10 agosto Comacchio ospiterà il banco d’assaggio ai vini ‘di sabbia’ d’Italia, e quelli al debutto, come “CinemaDivino” – rassegna di film in cantina – Agri@tour, il salone nazionale dell’agriturismo di Arezzo al quale approderà la realtà vincitrice del “Festival della Cucina Contadina” e le escursioni serali in motonave promosse da Po Delta Tourism-Navi del Delta “Sogni d’Acqua”. E ancora, la collaborazione con la Condotta di Ferrara di Slow Food per le cena a tema “Prove Tecniche di Alleanza” dedicate ai Presidi Slow Food – locali e non – e l’abbinamento fra specialità tipiche e nuovi prodotti del ‘made in Fe’ agroalimentare. Che, dopo il fortunatissimo vernissage al Vinitaly di Verona, vedrà nelle “Divagazioni Culinarie Estensi” uno chef assolutamente d’eccezione come Andy Luotto cucinare il CousCous della Bia. “Un’attenzione assolutamente centrale, come da consolidata tradizione – ha continuato il promotore di SaporiDaMare – grazie anche alla collaborazione con Campagna Amica Coldiretti sarà riservata al turismo familiare, da sempre pilastro della nostra industria dell’ospitalità, ed in particolare ai più piccoli: con i laboratori “La mia Merenda Sana, Locale e Stagionale” e “Mani in Pasta”, gli aperitivi di “Comacchio Forever: i Turisti raccontano” e le animazioni e preparazioni gustose del “Teatro di Fattoria”. Come pure – ha insistito Spadoni – ribadiremo l’impegno a sostenere la tradizione, senza però trascurare ricerca e sviluppo di nuovi accostamenti e abbinamenti”. Ecco allora, accanto alla conferma del gioco-concorso fra esercizi ristorativi “La Nostra Cucina e i Suoi Vini” e delle “Cene con Delitto…Gastronomico” nelle quali i commensali debbono indovinare – fra le pietanze – l’ingrediente ‘intruso’, la calendarizzazione di nuovi appuntamenti come “Jazz&Food a tutta birra” nel quale si mixeranno musica, cucina e birra, tutti rigorosamente ‘made in Fe’; “Riso&Risate: Il Cibo è Magia”, che fonderanno il cereale d’acqua alla comicità e “Fascino, Emozioni&Sapori del Delta”, durante il quale si abbineranno fotografia, prodotti alimentari e vini provenienti dal Parco del Delta del Po. Mentre, per gli appassionati della bicicletta, accanto alle mini-escursioni con agriaperitivo di Spiaggia&Sapori, Bici&…., fittissimo è il cartellone di appuntamenti con le CicloScampagnate dei Sapori. Che – in concomitanza con le principali sagre e feste enogastronomiche dell’estate (dalla Vongola di Goro alle Giornate del Riso di Jolanda di Savoia dalla fiera dell’Aglio di Voghiera e del Vino di Bosco a San Giuseppe, fino alle autunnali Sagre del Radicchio di Bosco Mesola e dell’Anguilla di Comacchio) – proporranno ciclopasseggiate a ritmo slow alla scoperta dell’arte, dell’ambiente ma – anche e soprattutto – dei luoghi di produzione, trasformazione e, naturalmente, degustazione dei principali prodotti tipici e stagionali delle nostre campagne e valli. “Ma quest’anno – ha concluso Mauro Spadoni – accanto all’animazione ed intrattenimento delle vacanze nei confronti dei graditissimi ospiti della nostra costa, non potevamo trascurare l’esigenza – anzi l’urgenza – di qualche gesto d’attenzione e solidarietà nei confronti di quanti, in questo momento, sono alle prese con mille problemi e difficoltà. Perciò, oltre a destinare – insieme ai nostri partner – cinque euro a partecipante sull’incasso dei momenti conviviali organizzati direttamente, per il 9 agosto abbiamo calendarizzato, nell’ambito delle cene dedicate ai Presidi Slow Food, una ‘serata speciale’ nel corso della quale - in cucina - mi piacerebbe poter avere l’onore di ospitare e lavorare fianco a fianco con colleghi-chef della nostra provincia che hanno subito danni dal terremoto”. Il programma completo delle iniziative di SaporiDaMare 2012 – contenuto in una cartoguida dai prossimi giorni in distribuzione gratuita in uffici di informazione turistica, strutture ricettive e stabilimenti balneari di tutta la costa ferrarese – è consultabile sul sito ufficiale della manifestazione www.saporidamare.it, dove sono anche pubblicati i pacchetti-vacanze ‘Sorriso Tipico’ Speciale SaporiDaMare appositamente predisposti dalla Link Tours di Ferrara.

martedì 26 giugno 2012

OLIO, CONFAGRICOLTURA: “EVITATA L’ENNESIMA TRUFFA A DANNO DEI CONSUMATORI E DEI PRODUTTORI”. BENE I CONTROLLI.

Fonte: Confagricoltura L’indagine della Procura della Repubblica di Siena che, con un’azione congiunta tra ICQRF e Guardia di Finanza, ha portato all’accertamento dell’ennesima frode nel settore oleario, evitando una colossale truffa a danno dei consumatori e dei produttori.” E’ questo il commento di Confagricoltura al sequestro, reso noto oggi, che ha interessato oltre 80 mila quintali di falso olio extravergine d’oliva, di cui più di 43.000 di extravergine ottenuto dalla miscelazione con materie prime di categoria inferiore, oli di oliva lampanti e vergini in particolare e oltre 38.000 quintali di olio extravergine di oliva dichiarato 100% italiano, ottenuto dalla miscelazione di prodotti di origine spagnola e greca, venduto a numerose ditte imbottigliatrici. “E’ una chiara dimostrazione - sostiene Confagricoltura - dell’importanza dei controlli effettuati su tutto il territorio a difesa di una delle produzioni più rappresentative della qualità della produzione agroalimentare italiana.” “Fatti come questo – continua l’Organizzazione agricola – che falsano il rapporto tra qualità e prezzo, non giovano al settore e vanificano gli sforzi profusi dalle aziende virtuose, che investono in qualità e promozione, e che subiscono la concorrenza di operatori senza scrupoli, che distruggono anni di lavoro e l’immagine dell’intera produzione agroalimentare italiana.

COMMERCIO AL DETTAGLIO, CONFAGRICOLTURA: “PER GLI ALIMENTARI MAI COSI’ MALE DA UNDICI ANNI. ORA SI RISPARMIA ANCHE SUL FOOD”

Fonte: Confagricoltura

Ad aprile 2012, rispetto ad aprile 2011, le vendite di prodotti alimentari sono diminuite del 6,1%, quelle di prodotti non alimentari del 7,1%. Nei primi quattro mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, le vendite degli alimenti registrano una flessione dello 0,2% e quelle di beni non alimentari del 2,2%. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dai Istat sul commercio al dettaglio diffusi oggi. “Non andava così male da oltre undici anni – osserva Confagricoltura -. Il calo delle vendite dei prodotti alimentari si è avuto sia nella GDO (-4,5% ad aprile), sia nei negozi (-8,7%) ed ha interessato anche i discount che invece, nei mesi precedenti, avevano avuto risultati positivi (tanto è vero che nel quadrimestre hanno registrato un aumento delle vendite dell’1,4%); segno che la crisi fa sentire pesantemente i suoi effetti”. Confagricoltura ha chiesto più volte di riequilibrare i rapporti tra le varie componenti della filiera. Il settore agricolo, che è l’anello più debole, è quello maggiormente penalizzato nei momenti di difficoltà come l’attuale. Tanto è vero che Ismea segnala, a maggio, una ulteriore riduzione dello 0,2% dei prezzi all’origine su base mensile.

COLDIRETTI: 6 ITALIANI SU 10 TAGLIANO SPESA. GIU’ CARNE E FRUTTA

Fonte: Coldiretti Ferrara  

Crollo delle vendite per la prima volta anche nei discount alimentari (-3%).

La crisi ha tagliato la spesa di sei italiani su dieci (61 per cento) che hanno modificato al risparmio i propri comportamenti di acquisto confrontando con piu’ attenzione i prezzi nel momento di riempire il carrello, ma anche riducendo gli acquisti come meno frutta (-3 per cento), vino (-2 per cento) o carne di maiale (-2 per cento) in tavola. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Swg sulla base dei dati Istat relativi al commercio al dettaglio che evidenziano una caduta del 6,1 per cento del comparto alimentare ad aprile rispetto allo stesso mese 2011 che e' la piu' forte almeno da gennaio 2001. A crollare per la prima volta nel corso dell’anno - sottolinea la Coldiretti - sono anche le vendite nei discount alimentari (-3 per cento) oltre a quelle nella grande distribuzione mentre drammatica è la situazione nei piccoli negozi (-8,7 per cento). Il 59 per cento degli italiani va alla ricerca delle offerte 3 x 2 in misura maggiore rispetto al passato per effetto della crisi che di fatto - sottolinea la Coldiretti - hanno ridotto lo spreco di cibo nel 57 per cento dei casi anche riducendo le dosi acquistate (31 per cento). A crescere sono solo i modelli di spesa alternativa, dalle vendite porta a porta ai gruppi di acquisto solidale (Gas) fino alla spesa a chilometri zero direttamente dal produttore in netta controtendenza rispetto alle difficoltà del dettaglio tradizionale. Secondo una analisi della Coldiretti dalla quale parallelamente agli acquisti a domicilio aumenta anche chi preferisce fare la spesa direttamente dai produttori nelle aziende agricole o nei mercati di campagna amica dove hanno fatto la spesa oltre 9 milioni di italiani in un anno. Una tendenza positiva - sottolinea la Coldiretti - come quella registrata dalla vendita del cibo a domicilio che ha chiuso il 2011 con un aumento del giro d'affari del 3,4 per cento rispetto al 2010, assestandosi oltre 223 milioni di euro. Sono inoltre diventati oltre 800 - conclude la Coldiretti - i gruppi di acquisto solidale (Gas) strutturati presenti lungo tutto il territorio nazionale anche se una maggiore concentrazione si segnala in Lombardia, Toscana, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

IL CROLLO DELLA SPESA ALIMENTARE DEGLI ITALIANI   
             
Negozi su piccole superfici: - 8,7 per cento (2012/2011)
Grande distribuzione (ipermercati e supermercati): - 4,5 per cento
Discount alimentari : - 3 per cento    
                          
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat sul commercio al dettaglio ad aprile

FRODI, CATANIA: SEQUESTRATI 80 MILA QUINTALI DI FALSO OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA 100% ITALIANO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “L’efficace collaborazione tra gli organismi di controllo dello Stato ha impedito una truffa di straordinarie dimensioni ai danni dei nostri consumatori, portando al sequestro di oltre 80 mila quintali di falso olio extravergine ‘Made in Italy”. Una nuova dimostrazione dell’importanza dei controlli effettuati su tutto il territorio a difesa di una delle produzioni più rappresentative della qualità della produzione agroalimentare italiana”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato i risultati dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Siena e denominata operazione “Arbequino”. L’attività, condotta per il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dal Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), in collaborazione con la Guardia di Finanza di Siena, ha portato al sequestro di 43.239,34 quintali di olio extravergine di oliva ottenuto dalla illecita miscelazione con materie prime di categoria inferiore, quali oli di oliva lampanti e vergini aventi caratteristiche qualitative di scarso pregio. Senza questo intervento i responsabili della frode avrebbero commercializzato questo prodotto falsificandone la categoria qualitativa, con un grave danno per i consumatori e per la leale concorrenza. Nel corso dell’indagine gli inquirenti hanno inoltre sequestrato 38.501,52 quintali di olio extravergine di oliva (dichiarato 100% Italiano) ottenuto dalla miscelazione di prodotti di origine spagnola e greca, venduto a numerose ditte imbottigliatrici ad un prezzo assolutamente in linea con le aspettative del mercato nazionale, producendo, anche in questo caso, l’effetto falsato tra qualità e prezzo. L’indagine della Procura della Repubblica di Siena ha consentito, grazie all’attività dell’ICQRF e della Guardia di Finanza, l’accertamento una frode molto estesa nel settore oleario che coinvolge diversi paesi del bacino del Mediterraneo. L’attività, inoltre, ha portato il Tribunale di Siena all’emissione di 6 ordini di custodia cautelare a carico degli indagati coinvolti.

IL COMITATO DI COORDINAMENTO PROVINCIALE FORNISCE I DATI DELLA SITUAZIONE POST SISMA DEI SETTE COMUNI MAGGIORMENTE COLPITI AGGIORNATI AL 25 GIUGNO

Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

 I numeri sono aggiornati al 25 giugno e il Comitato di Coordinamento Provinciale li ha comunicati alla Direzione del Dipartimento comando e controllo della Protezione civile di Bologna. Si tratta delle cifre relative al numero delle persone tuttora ospitate nei campi di accoglienza allestiti dopo le due scosse di terremoto del 20 e 29 maggio scorsi, a quanti alloggiano negli alberghi messi a disposizione e alla quantità dei sopralluoghi chiesti ed eseguiti nelle abitazioni. Partendo dal primo dato, 41 persone sono ospitate nel campo sportivo di Alberone e 549 nel Centro Santa Liberata nel territorio centese. Nel comune di Sant’Agostino sono 45 gli ospiti del Pala Reno e 186 nel Centro sportivo San Carlo. Passando a Vigarano Mainarda, si contano alla data del 25 giugno 63 persone nel Pala Vigarano. Sono inoltre 30 le persone ospitate alla scuola media di Bondeno, 27 nel campo sportivo di Pilastri e 19 nei vagoni allestiti nello scalo merci della stessa località matildea. Nel comune capoluogo sono tre le strutture allestite per accogliere coloro che hanno dovuto lasciare la casa per motivi di sicurezza: il complesso di Darsena City, che conta 133 persone, la casa senza frontiere, con 8 ospiti, e l’Ostello di Ferrara con 4 persone. In tutto, quindi, 1.105 le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni e attualmente ospitate nei campi allestiti. Il secondo dato, quello delle persone ospiti nelle strutture alberghiere del territorio, racconta di 81 persone provenienti dal Centese, 59 di Mirabello, 124 di Bondeno, 44 di Sant’Agostino, 31 di Poggio Renatico, 5 di Vigarano e 58 di Ferrara, per un totale di 402. Venendo ai sopralluoghi, a 23.889 ammontano le domande presentate nei sette comuni maggiormente colpiti dal sisma: Bondeno (4.124), Cento (6.314), Ferrara (7.576), Mirabello (1.364), Poggio Renatico (1.481), Sant’Agostino (1.683) e Vigarano (1.347). Di queste, sono complessivamente 7.058 le istanze con scheda AeDES, ossia le abitazioni che hanno riportato danni seri e certificati. Rispetto alle domande, poi, 4.115 sono i sopralluoghi nel frattempo eseguiti nei sette comuni (1.024 a Bondeno, 537 a Cento, 716 a Ferrara, 385 a Mirabello, 421 a Poggio Renatico, 626 a Sant’Agostino e 406 a Vigarano) e 2.943 sono quelli ancora da effettuare (640 a Bondeno, 733 a Cento, 1.220 a Ferrara, 88 a Mirabello, 28 a Poggio Renatico, 119 a Sant’Agostino e 115 a Vigarano). La Provincia, inoltre ha chiesto al Dipartimento comando e controllo della Protezione civile regionale 323mila euro, che l’amministrazione ha già speso subito dopo le scosse sismiche di maggio in lavori di messa in sicurezza del Castello Estense (uffici e percorso museale), viabilità provinciale, scuole e il Cup. “Naturalmente – precisa la presidente della Provincia Marcella Zappaterra – si tratta di numeri in continua evoluzione, perché nel frattempo stiamo producendo ogni sforzo per ridurre al minimo indispensabile la permanenza nei campi e favorire il più possibile il ritorno delle famiglie nelle loro abitazioni o, in subordine, una sistemazione più confortevole negli alberghi. Sarà nostra cura tenere aggiornati i dati del Centro Provinciale e comunicarli in modo regolare per un’informazione completa e trasparente sulla complessa fase di gestione del dopo sisma”.

SICUREZZA SUL LAVORO, CONFAGRICOLTURA: “DIMINUISCONO GLI INFORTUNI NEL SETTORE AGRICOLO, MA NON BASTA. E’ FONDAMENTALE PUNTARE SU NORME FACILMENTE APPLICABILI E PREVENZIONE”

Fonte: Confagricoltura

“Il settore agricolo ha iniziato un percorso virtuoso a partire dal 2001 che ha portato negli ultimi dieci anni ad una diminuzione degli infortuni di quasi il 40%. Evitando enfasi eccessive, si può trarre un bilancio positivo su un settore che da diversi anni sta puntando sempre più alla sicurezza alimentare, alla qualità dei prodotti, senza trascurare gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente e degli operatori che lavorano nel settore”. Lo ha detto il componente della Giunta di Confagricoltura Marco Pasetto che è intervenuto oggi pomeriggio alla “Giornata nazionale di studio sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro” presso il Senato. “In undici anni – ha ricordato Pasetto - si è passati da 80.532 infortuni a 50.121 (-24,8%); per quanto riguarda gli infortuni mortali, sempre nello stesso periodo, si è passati da 159 a 115 (-27,7%), anche se per essi è difficile individuare un trend chiaro perché da un anno all’altro vi sono forti variazioni. Il settore agricolo con le aziende professionali è in linea con gli indirizzi strategici della Commissione di una riduzione degli infortuni del 25%”. “Nello stesso tempo è un settore molto diversificato, con una presenza notevole di piccole imprese, di coadiuvanti familiari, di addetti con età elevata, di ‘hobbisti’ dove si registra il maggior numero di infortuni. Bisogna quindi concentrare gli sforzi in questi ambiti per diminuire gli incidenti sul lavoro – ha concluso il rappresentante di Confagricoltura -. Vanno previste norme facilmente applicabili all’agricoltura e va promossa, in modo incisivo e capillare, la cultura della prevenzione”.

lunedì 25 giugno 2012

CONSORZIO DI BONIFICA PIANURA DI FERRARA: SITUAZIONE IMPIANTI DERIVAZIONE E SCOLO

Fonte: Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

 Si conferma, dopo le verifiche avvenute in seguito ai diversi eventi sismici, che tutte le strutture di derivazione e scolo del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara sono in piena efficienza. Per quanto riguarda le derivazioni irrigue si sta procedendo alla massima fornitura in rapporto alla capacità degli impianti stessi, compresi gli apporti dell’impianto Sussidiario Pilastresi (Consorzio Burana) e dell’impianto Palantone (Consorzio CER). L’andamento anomalo delle temperature, associato ad una insufficiente riserva idrica dei terreni, sta determinando segni di stress nelle colture. Si invitano pertanto gli utenti alla massima collaborazione affinché le manovre messe in atto dal personale del Consorzio permettano di ripartire nella maniera più utile l’attuale disponibilità idrica. L’abbassamento dei livelli idrometrici nel fiume Po, molto consistente nei giorni scorsi, è elemento di preoccupazione in quanto, se dovesse perdurare, potrebbe verificarsi fuori servizio di impianti a noi limitrofi. Per quanto riguarda il territorio servito dal sistema Pilastresi (Boicelli, Volano, Primaro, Navigabile) sono in pieno svolgimento i lavori di completamento del nuovo impianto di derivazione presso Pontelagoscuro della potenzialità di 12 m3/sec, costruito proprio per contrastare le situazioni di eccezionale magra del fiume Po; l’obiettivo è quello di riuscire ad attivare in tempi brevissimi tale nuovo impianto.

VINO, CATANIA: AZIONI ICQRF A TUTELA DEL SETTORE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “Esprimo tutto il mio apprezzamento per l’azione condotta dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari. Questa nuova operazione, effettuata in un settore particolarmente importante per il nostro agroalimentare come quello vitivinicolo, dimostra l’utilità e l’efficacia dei controlli a tutela delle nostre produzioni e dei consumatori”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato l’operazione condotta nei giorni scorsi dagli uffici di Roma dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, congiuntamente alla Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro amministrativo, presso uno stabilimento enologico in provincia di Roma, di circa 18.000 litri di vino di varie tipologie (DOP, IGP, da tavola, spumante) in quanto nel dispositivo di etichettatura era assente o non leggibile l’indicazione obbligatoria del numero di lotto. Inoltre, presso lo stesso operatore, sono stati posti sotto sequestro circa 13.000 litri di mosto concentrato rettificato detenuto “in nero”, in quanto privo della prevista giustificazione contabile.

venerdì 22 giugno 2012

APPROVAZIONE "PACCHETTO QUALITÀ", RABBONI: UN RISULTATO MOLTO IMPORTANTE A TUTELA DELLA MIGLIORE PRODUZIONE EUROPEA. TRA LE NOVITÀ: STRUMENTI PIÙ EFFICACI CONTRO LA PIRATERIA AGROALIMENTARE, "MARCHI D'AREA" IN ETICHETTA E LA DICITURA "PRODOTTO DI MONTAGNA"

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

 “Si tratta di un risultato molto importante a tutela delle produzioni di qualità europee: prodotti Dop, Igp, tipici e tradizionali che rappresentano non solo una significativa voce economica per l’agricoltura di tanti paesi Ue, ma che costituiscono anche un patrimonio unico da un punto di vista culturale, storico e ambientale. Tutelando questi prodotti tuteliamo anche il meglio della nostra agricoltura, difendiamo i nostri territori e le nostre tradizioni agricole." Così Tiberio Rabboni, assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna e presidente di Arepo, l’associazione che riunisce le Regioni europee dei prodotti a denominazione d’origine, commenta l’approvazione del “pacchetto qualità” da parte del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo. Tra i punti più qualificanti del pacchetto, secondo Rabboni “il rafforzamento degli strumenti per combattere la piaga della pirateria agroalimentare, la possibilità di prevedere nell’etichetta dei prodotti Dop e Igp marchi d’area a riconoscimento del territorio d’origine e il via libera all’introduzione facoltativa della dicitura ‘prodotto di montagna’ che permetterà di valorizzare i prodotti di alcune delle aree più svantaggiate d’Europa”. “Su questi temi Arepo si è lungamente impegnata – ha concluso Rabboni - ma oggi il mio ringraziamento va in particolare al Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo De Castro, che ha avuto un ruolo determinante nel non facile cammino del pacchetto qualità. Resta il rammarico per lo stralcio e l’inserimento nella discussione generale della Pac della richiesta di regolamentazione dei volumi produttivi dei prodotti a qualità certificata, al pari di quello che è già previsto per il lattiero-caseario. Ora l’impegno di noi tutti dovrà concentrarsi su quest’altro importante obiettivo e più in generale sull’insieme degli strumenti di supporto alle produzioni di qualità della futura Pac”.

PAC, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “CONFIDIAMO NEL RUOLO DEL PARLAMENTO EUROPEO.”

Fonte: Confagricoltura

"Siamo nel pieno del negoziato sulla riforma della Pac e stiamo toccando con mano cosa la "codecisione" varata con il Trattato di Lisbona può significare per i processi istituzionali che disegneranno la Pac di domani". Lo ha detto il presidente della Confagricoltura Mario Guidi, intervenendo all'assemblea degli agricoltori di Vercelli. In questi giorni i relatori dell'Europarlamento hanno reso note le proposte di parere sulle bozze di regolamento della Commissione. "Come Confagricoltura abbiamo notevoli aspettative da questo negoziato - ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - perche' le imprese agricole italiane hanno bisogno della riforma, ma non certo della riforma prefigurata dalla Commissione europea. Una Pac con meno risorse - per l'Europa e per l'Italia - selettiva a danno delle aziende di maggiore dimensione e con appesantimenti gestionali travisati da misure ambientali di "inverdimento" di cui non si avverte la necessità e dagli effetti poco coerenti e poco misurabili. Senza contare quanto poco attenta essa sia alle esigenze del mercato e della ordinata gestione degli squilibri domanda/offerta. "Ringraziamo il presidente della commissione Agricoltura dell'Europarlamento, Paolo De Castro, per l'impegno finora profuso - ha concluso Guidi - e confidiamo nel suo lavoro e in quello degli altri europarlamentari italiani per cambiare decisamente registro a questa impostazione. Il ruolo di Strasburgo può davvero essere importante nel capovolgere certi orientamenti politici che sembrano dati per acquisiti. Ed anche nel convincere i ministri degli Stati membri - che sembrano più timidi nelle istanze di cambiamento - a fare davvero un gioco di squadra per il bene dell'agricoltura europea. Il momento a Bruxelles è oltremodo delicato ma non si può abdicare alla prima e più rilevante politica messa in comune dai Paesi; ne va della sopravvivenza stessa delle nostre imprese e dei nostri territori."

Risicoltura ferrarese in profondo rosso


FONTE: CIA FERRARA

Prezzi abbattuti del 50% e varietà colturali che rischiano, anche per l’annata 2012, di rimanere nei magazzini dei produttori ferraresi. Mentre in campagna le risaie godono davvero di buona salute

FERRARA – 22 giugno 2012 - E’ un anno difficilissimo per la risicoltura ferrarese. Le quotazioni di mercato delle principali varietà che l’anno scorso viaggiavano tranquillamente sui 50-60 euro al quintale arrivano a costare esattamente la metà. Parliamo dell’Arborio per il quale sono offerti attualmente 24-25 euro, del Carnaroli a 35 euro e del Baldo che, dopo due mesi in discesa sta risalendo – per un aumento delle esportazioni in Turchia – ed arriva anch’esso a circa 35 euro. In questo clima che fa partire in salita la nuova campagna risicola Massimo Piva - presidente del Gruppo Interesse Economico Cereali della Cia Emilia-Romagna e risicoltore di Jolanda di Savoia – fa il punto sul mercato e sull’andamento agronomico della coltura.
«Le risaie del basso ferrarese – spiega Piva – hanno un aspetto ottimo e le loro condizioni sono migliori rispetto agli anni scorsi. Le semine sono state buone anche se un le temperature rigide di inizio primavera hanno causato un ritardo nei diserbi. Per quello che riguarda le superfici dedicate a riso nel 2011 gli ettari coltivati nel ferrarese sono stati 10.000 e per quest’anno la Bonifica ha fatto una stima provvisoria di 1000-1500 ettari in meno. L’Ente Nazionale risi, invece, non ha ancora estratto i dati per la nostra zona ma, a livello nazionale, ha previsto un calo di 10.000 ettari a fronte dei 250.000 dell’anno scorso.
Difficile fare, al momento, una previsione produttiva corretta perché si attende la delicata fase della fioritura di fine luglio fino a metà agosto. Siamo comunque ottimisti sull’andamento climatico e sulla buona resa delle nostre risaie. I problemi sono decisamente altrove». Se le risaie sono, infatti, in condizioni ottimali e si spera in una buona resa produttiva, il problema dei prezzi è davvero grave.
«Il precipitare dei prezzi del 2011-2012 – continua Piva - è dovuto a due fattori principali. Il primo è sicuramente imputabile alla scelta varietale effettuata dai coltivatori del novarese e del vercellese che l’anno scorso hanno seminato varietà per il mercato interno e non per l’estero. Non più, dunque, Risi Tondi e Indica ma i Superfini come Arborio, Carnaroli e Baldo, gli stessi prodotti nella zona di Ferrara. Questo ha creato delle eccedenze che il nostro mercato – dove c’è stato anche un generale calo dei consumi di riso – non è riuscito ad assorbire.
L’altro fattore che ha contributo all’abbattimento dei prezzi ed alle eccedenze nei magazzini è il problema della registrazione delle varietà del riso al Ministero delle Politiche Agricole. Fino a due anni fa venivano commercializzate come Arborio, una serie di varietà di Superfino considerate affini ed approvate ed iscritte all’Ente Nazionale Sementi Elette (Ense). Poi, nel 2011 è scoppiato il caso della registrazione al Ministero, che ha stilato una vera e propria griglia dei risi consentiti e di quelli che non potevano essere commercializzati come varietà alternative. Da quel momento in poi chi aveva in campagna ad esempio il Volano – ora registrato - non poteva più venderlo come affine all’Arborio. Stesso discorso per il Carnaroli o per le varietà del Baldo. Attualmente sono in corso di registrazione altre varietà di risi affini – come l’Ulisse - a quelle principali ma se alcune di quelle maggiormente coltivate a Ferrara non dovessero rientrare nella lista ministeriale sarebbero seri problemi per il commercio del riso e per i suoi produttori.
Massimo Piva conclude le sue considerazioni sull’andamento del mercato con una considerazione ed un appello: «Al momento l’unico modo per ottenere buoni prezzi e smaltire le eccedenze è quello di trovare nuovi canali esteri di commercializzazione. Ai risicoltori di Ferrara che come me sono in condizioni difficili dico: non svilite il prodotto. Questo significa non lasciarsi andare alla forte tentazione di svendere il riso in eccedenza. So che vedere il magazzino pieno ed avere tra qualche mese il prodotto nuovo da vendere anch’esso è difficile. Ma se si cede al gioco del ribasso il mercato seguirà la tendenza e allora sarà davvero arduo coprire i costi di produzione e fare reddito con la risicoltura».

giovedì 21 giugno 2012

CATANIA: BENE SOSTEGNO UE A PRODUTTORI DANNEGGIATI DA AVIARIA (1999-2003)

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “Voglio esprimere la mia soddisfazione per l’approvazione, da parte del Comitato di Gestione OCM unica, di un progetto di regolamento che prevede un sostegno per i produttori italiani danneggiati dall’influenza aviaria tra il 1999 e il 2003. Una decisione che pone fine a un errore compiuto dalla Commissione Ue a danno del nostro Paese”. Lo ha dichiarato il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, commentando l’esito del Comitato di Gestione OCM unica che si è tenuto oggi. La misura approvata prevede un cofinanziamento per un ammontare complessivo di 3.412.176 euro. La Commissione europea ha dovuto predisporre il provvedimento a seguito della sentenza della Corte di giustizia emessa lo scorso 17 gennaio. Il governo italiano si era, infatti, rivolto alla Corte per porre fine alla violazione del principio di non discriminazione commesso dalla Commissione a danno dell’Italia per aver accolto parzialmente le richieste di sostegno del nostro mercato, accogliendo favorevolmente soltanto quelle relative al settore delle uova ed ignorando quelle riguardanti il settore del pollame.

PREZZO LATTE, CONFAGRICOLTURA: “L’ACCORDO LOMBARDO CONSENTE AGLI ALLEVATORI DI PROGRAMMARE LA PRODUZIONE”

Fonte: Confagricoltura

Le Organizzazioni professionali lombarde hanno sottoscritto con Italatte, società del Gruppo Lactalis Italia, l’accordo per la cessione del prezzo del latte che, per i prossimi quattro mesi, sarà di 38 centesimi al litro (36 per le consegne di aprile-maggio, ma con un prezzo medio per i primi nove mesi dell’anno di 38,46 centesimi al litro). Lo rende noto Confagricoltura che ritiene che “il prezzo definito rappresenti un punto di incontro che dà modo agli allevatori di programmare la produzione nei prossimi mesi”. “In uno scenario economico caratterizzato da volatilità, instabilità e senza un prezzo di riferimento - osserva Confagricoltura - i produttori avevano bisogno di un segnale preciso che ponesse un freno alla caduta progressiva delle quotazioni e scongiurasse le incertezze”. Confagricoltura infine auspica che “il miglioramento della situazione commerciale possa favorire l’avvio di rinnovati rapporti con Lactalis, leader italiano nei formaggi freschi”.

CONFAGRICOLTURA:”LA CONFEDERAZIONE GENERALE BIETICOLTORI STRUMENTO EFFICACE DI RAPPRESENTANZA E DI RILANCIO DEL SETTORE”

Fonte: Confagricoltura

 “Abbiamo fortemente voluto la nascita della Confederazione Generale dei Bieticoltori Italiani per dare al settore bieticolo uno strumento efficace per affrontare le nuove sfide che si apriranno dal 2014 con la riforma della Politica Agricola Comune, dopo la pesante ristrutturazione che ha riguardato sia l’industria saccarifera, sia i bieticoltori tra il 2006 e il 2011”. Questo il commento di Confagricoltura in occasione della presentazione della nuova struttura che sancisce l’alleanza tra ANB e CNB, le due principali associazioni che operano nel settore della bieticoltura italiana. Le prospettive del settore sono state analizzate da Mario Guidi (presidente ANB) e Alessandro Mincone (presidente CNB), assieme a Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento e Tiberio Rabboni, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna. In particolare, la CGBI assumerà la rappresentanza unitaria dei 20.000 soci delle due associazioni nel confronto interprofessionale con l’industria e razionalizzerà le attività di servizio presso gli zuccherifici, evitando duplicazioni e riducendo i costi. “Oggi, con una quota di sole 500.000 tonnellate, a fronte di un consumo di oltre 1.600.000, l’Italia è diventata fortemente dipendente dalle importazioni intracomunitarie, che a loro volta scontano la crescente volatilità del prezzo mondiale dello zucchero – osserva Confagricoltura -. Con la fine dei sostegni accordati temporaneamente alla bieticoltura italiana, dopo la rinuncia a due terzi della quota zucchero nazionale, si sentiva fortemente l’esigenza di dare maggior peso alla bieticoltura italiana”. “Da Paese esportatore di zucchero fino a 6 anni fa, l’Italia è, infatti, oggi importatore netto di questa commodity strategica per la sicurezza alimentare – ricorda l’Organizzazione degli imprenditori agricoli -. La scommessa della nuova Confederazione Generale dei Bieticoltori Italiani è quella riuscire a ricompattare la filiera bieticolo-saccarifera nazionale, affinché la barbabietola da zucchero continui a rappresentare un’opportunità economica valida per i produttori, tra le colture arabili”.

BIETICOLTURA, NASCE A BOLOGNA LA CGBI (CONFEDERAZIONE GENERALE DEI BIETICOLTORI ITALIANI)

Fonte: Anb Media Service

 Le due principali associazioni del settore, ANB e CNB, hanno ufficialmente definito l’integrazione della rappresentanza e dei servizi, con l’obiettivo di migliorare il reddito delle imprese agricole associate. La nuova Confederazione rappresenta oltre l’80% dei bieticoltori aderenti alle associazioni.

ANB e CNB, le due principali associazioni che operano nel settore della bieticoltura italiana, hanno costituito oggi la Confederazione generale dei bieticoltori italiani (CGBI). L’obiettivo è quello di affrontare una nuova sfida sulla competitività della filiera bieticolo-saccarifera nel nostro Paese, allo scopo di migliorare il reddito delle imprese agricole associate e valorizzare il patrimonio storico e di esperienza dei due enti. CGBI assumerà la rappresentanza generale in tutte le sedi comunitarie, nazionali e internazionali del comparto economico della bieticoltura e degli interessi dei bieticoltori soci delle due organizzazioni; stipulerà gli accordi interprofessionali e si farà carico dei controlli di laboratorio delle bietole dei soci negli zuccherifici destinatari delle forniture. In un momento delicato per l'economia del Paese, ANB (Associazione nazionale bieticoltori) e CNB (Consorzio nazionale bieticoltori) sono consapevoli che occorre superare tutti gli ostacoli per garantire agli operatori economici del settore la massima efficacia dell'azione di rappresentanza e la massima efficienza nell'erogazione dei servizi per le aziende associate. "Dopo gli anni difficili del post riforma OCM zucchero, che ha rivoluzionato il settore bieticolo-saccarifero - dichiara Mario Guidi, presidente di ANB - abbiamo l'obbligo di aggregare le energie positive, per consentire ad una filiera storicamente ben organizzata di avere certezze nella creazione di valore per gli agricoltori. Dobbiamo semplificare la rappresentanza anche per non dare alibi ai nostri interlocutori, e per essere più incisivi nella difesa degli interessi del mondo bieticolo.". "Il settore bieticolo - sostiene Alessandro Mincone, presidente del CNB - oggi può camminare con le proprie gambe grazie al lavoro e agli investimenti cospicui delle industrie saccarifere e delle Associazioni. Queste ultime infatti hanno contribuito alla stabilizzazione del prezzo delle barbabietole, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti. CNB ha promosso un progetto, condiviso dall'ANB e dalle industrie, finalizzato alla costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che hanno più che triplicato il valore delle polpe surpressate di spettanza dei bieticoltori. I risultati ottenuti, ancora in fase di consolidamento, sono stati possibili grazie alle sinergie tra le associazioni che a questo punto dobbiamo rafforzare"- ANB e CNB hanno fatto la storia della bieticoltura ed oggi, ancora una volta, mostrano di essere sensibili ai mutamenti e si mettono assieme per scrivere un’altra pagina della bieticoltura italiana, superando le vecchie e anacronistiche divisioni. Le due Associazioni rappresentano insieme oltre l'80% dei bieticoltori aderenti alle varie Associazioni bieticole italiane.

CACCIA E DANNI ALL'AGRICOLTURA, RABBONI: DAL MINISTRO CATANIA UN IMPEGNO IMPORTANTE AD AFFRONTARE I NUMEROSI PROBLEMI APERTI. NELL'ATTESA BISOGNA FARE TUTTO IL POSSIBILE PER PROTEGGERE LE PRODUZIONI.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia di Informazione e Comunicazione

Linee guida nazionali per le cacce in deroga, compresa quella allo storno; il recepimento della direttiva "uccelli" dell'Unione europea per chiudere la procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia; l’accelerazione della revisione delle specie protette nel nostro paese. Ma, anche, stesse regole venatorie nelle aree alpine e appenniniche per la caccia agli ungulati e il coordinamento su base nazionale dei calendari venatori regionali. Sono le richieste che gli assessori regionali all’agricoltura, su sollecitazione dell'Emilia-Romagna, hanno avanzato ieri a Roma al ministro Mario Catania in occasione di un incontro sui numerosi problemi aperti nella gestione faunistica venatoria e in particolare sui danni all’agricoltura da parte di specie protette come gli storni. "Abbiamo illustrato al ministro una situazione paradossale e non più giustificabile – spiega l’assessore emiliano-romagnolo Tiberio Rabboni - da un lato gli agricoltori ci chiedono pressantemente di tutelare le loro produzioni dai danni provocati dagli storni e più in generale da una fauna selvatica che in alcune realtà territoriali risulta particolarmente e pericolosamente numerosa; dall'altro le nostre possibilità di intervento sono costantemente contrastate e neutralizzate da una normativa nazionale incompleta e contraddittoria che lascia spazio alle interpretazioni soggettive, ai ricorsi amministrativi, alle infrazioni europee e al conflitto permanente. Per questo abbiamo sollecitato il Governo su una serie di provvedimenti attesi da tempo”. "Dal ministro Mario Catania - continua Rabboni – è arrivato un impegno importante a predisporre per le prossime settimane una proposta legislativa su una parte rilevante degli argomenti denunciati e ad avviare su di essa il necessario confronto con le Regioni e con i diversi portatori di interesse. Diamo atto al ministro di senso di responsabilità e di disponibilità ed attendiamo fiduciosi i testi anche se, non certo per responsabilità dell'attuale ministro l'attesa dura ormai da molti anni”. Nel frattempo, secondo Rabboni, bisogna mettere in atto tutte le iniziative che a normativa invariata possono contribuire a ridurre i danni agricoli. “Invitiamo pertanto le Province ad adottare da subito adeguati e mirati piani di controllo degli storni a difesa della frutta estiva – ha sottolineato - contemporaneamente ci attiveremo per una delibera regionale sulla caccia allo storno, in deroga ai divieti europei, analoga a quella dello scorso anno che, diversamente da quanto avvenuto in altre Regioni italiane, non è stata nè impugnata, nè ritirata."

CALDO KILLER PER L’AGRICOLTURA

Fonte: Cia Ferrara  

Le alte temperature di questi giorni e la difficoltà di raggiungere con l’irrigazione tutta la superficie aziendale stanno danneggiando le principali colture del ferrarese

Caldo secco e difficoltà a raggiungere con l’irrigazione tutti gli ettari coltivati. La Confederazione Italiana Agricoltori di Ferrara lancia l’allarme su quella che sta diventando, di ora in ora, una vera e propria emergenza che rischia di mettere in ginocchio centinaia di ettari coltivati nel ferrarese. «Alcune colture, in tutto il territorio provinciale di Ferrara, si stanno letteralmente seccando – ha detto Lorenzo Boldrini, presidente provinciale di Cia Ferrara – a causa del caldo improvviso e dell’aria secca che soffia sui campi coltivati. La soluzione esiste e sarebbe ovviamente quella di irrigare diffusamente – ha aggiunto Boldrini – ma proprio quello dell’irrigazione sta diventando il vero problema. Non tutte le imprese agricole dispongono, infatti, di impianti moderni a diffusione capillare e non riescono dunque a garantire la completa somministrazione di acqua su tutta l’estensione aziendale, con conseguenze davvero disastrose. La siccità sta colpendo le colture principali su tutto il territorio, ed è particolarmente grave in quelle zone, perlopiù a sud della provincia, dove si sono registrate scarsissime precipitazioni inverno-primaverili che non hanno riempito le falde. La Cia di Ferrara – ha concluso Boldrini - sta monitorando costantemente la situazione e le difficoltà di irrigazione riscontrate sulle diverse varietà colturali. Preoccupano anche le vaste superfici coltivate a mais, coltura che si trova ora nella delicata fase della fioritura ed avrebbe grande necessità d’acqua per continuare il ciclo vegetativo ed assicurare i raccolti di agosto e settembre».

mercoledì 20 giugno 2012

RIO+20, CONFAGRICOLTURA: “IMPRESE AGRICOLE ALL’AVANGUARDIA NELLA CRESCITA SOSTENIBILE”

Fonte: Confagricoltura

“L’agricoltura italiana non solo è pronta a raccogliere la sfida dello sviluppo sostenibile, ma ha già raggiunto importanti risultati, assicurando una presenza costante sul territorio di imprese che generano reddito ed occupazione con la produzione di alimenti sani e sicuri, nel rispetto dell’ambiente e della salute umana.” Lo ricorda Confagricoltura nella giornata in cui si apre il vertice Rio+20 sullo sviluppo sostenibile. I progressi degli ultimi anni sono indicativi in tal senso. Gli agricoltori italiani, ad esempio dal 2000 al 2010 hanno ridotto l’utilizzo di anticrittogamici del 18% e di insetticidi di oltre il 20%. Non solo, in coerenza con le direttive europee, sempre dal 2000 al 2010, hanno diminuito del 37,5% l’uso di concimi minerali di sintesi, privilegiando la concimazione organica. Inoltre, l’agricoltura ha contenuto le proprie emissioni di gas serra negli ultimi quindici anni del 16%, contro una media degli altri settori del 6% ed un aumento nei trasporti, nel residenziale e nel terziario. Infine, l’agricoltura contribuisce all’assorbimento di CO2 con i normali processi produttivi e con lo sviluppo delle agroenergie, che determinano un risparmio diretto di fonti energetiche. “Non vi è dubbio, dunque – continua Confagricoltura - che l’agricoltura garantisce un contributo in termini di crescita sostenibile, che va a beneficio della collettività. E in tale senso il settore è pienamente coerente con gli orientamenti europei. L’incoerenza, semmai, è quella di alcune politiche che minano la sopravvivenza stessa del settore, con il rischio di perdere il suo contributo essenziale agli obiettivi di Europa 2020.” “Occorre – conclude Confagricoltura – non una politica della sostenibilità in agricoltura, ma per la sostenibilità in agricoltura. Che significa investire nel settore, consentendo ad un sempre maggior numero di imprese agricole di raggiungere dimensioni sufficienti, produrre e competere sul mercato; non solo sul piano della qualità, ma anche dei prezzi. Sviluppare e favorire ricerca e innovazione che, anche nella difesa dell’ambiente, sono fondamentali.”

TERREMOTO, CONFAGRICOLTURA: “PER LE AZIENDE DANNEGGIATE AGEVOLAZIONI IN MATERIA DI IVA”

Fonte: Confagricoltura

 “Servono risposte concrete e tempestive per le imprese colpite dagli eventi sismici. In tale ottica Confagricoltura ha chiesto appositi interventi agevolativi in materia di Iva, per favorire il ripristino, la ristrutturazione e la costruzione dei fabbricati e degli altri beni strumentali distrutti o danneggiati dal terremoto”. Gli agricoltori chiedono risposte immediate ed efficaci e l’intervento sull’Iva può essere un primo utile strumento per un’economia che ha subito danni al patrimonio aziendale (impianti, strutture e macchinari) per circa 800 milioni di euro. “L'intervento sollecitato consiste – spiega Confagricoltura - nel riconoscere agli agricoltori, che applicano il regime speciale Iva, la detrazione o il rimborso dell’imposta sull'acquisto dei beni e servizi relativi a questi interventi”. “La misura poi – aggiunge l’Organizzazione agricola - andrà implementata con la sospensione delle norme che riguardano la rettifica della detrazione, in caso di passaggio dal regime ordinario a quello speciale”. Questi interventi dovrebbero, a parere di Confagricoltura, avere una durata almeno biennale, con l’applicazione delle opportune garanzie per il riconoscimento dei danni effettivi.

IMU, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): L’IMPOSTA E’ RADDOPPIATA. IL GOVERNO MANTENGA LA PROMESSA DELLA RIDUZIONE DELL’ALIQUOTA

Fonte: Confagricoltura

L’Imu è stata un salasso anche per il mondo agricolo. Confagricoltura commenta i primi dati sugli anticipi versati dai produttori sui terreni e sui fabbricati; mentre per gli immobili rurali non accatastati il versamento sarà in una unica soluzione entro il 17 dicembre. Confagricoltura ha evidenziato un esempio concreto: un’azienda risicola di Pavia di circa 50 ettari che pagava di Ici 3.588,23 euro, paga come Imu 7.272,16 euro, ovvero 3.683,92 euro in più (+103%). “Personalmente – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – per la mia azienda ho versato come acconto Imu terreni esattamente il doppio di quanto versavo di Ici”. “Attendiamo le stime ufficiali sull’Imu agricola, ma siamo convinti che il gettito, come avevamo previsto, vada abbondantemente al di là della cifra complessiva preventivata dal governo. Quindi – ha sollecitato il presidente di Confagricoltura - va rispettata la promessa della riduzione dell’aliquota.”

A LERIDA IN SPAGNA SI E' CONCLUSO IL 5° CONGRESSO MONDIALE DELLA PERA

Fonte: Cso

Si è concluso con successo il 5° Congresso mondiale della pera, organizzato da AREFLH l’Associazione delle Regioni Ortofrutticole Europee e da Afrucat l’Associazione delle imprese ortofrutticole di Catalonia. Al congresso hanno partecipato, nei due giorni di lavoro circa 200 fra produttori, tecnici, ed addetti alla commercializzazione delle organizzazioni dei produttori e delle imprese private. I partecipanti provenienti dai principali paesi produttori come Italia, Spagna, Francia, Belgio, Argentina e Sud Africa. Luciano Trentini Vice Presidente di AREFLH e Responsabile delle Relazioni esterne ed Europee di CSO insieme a Manel Simon Direttore Generale di Afrucat ed alle Autorità della Regione Catalogna e della Provincia di Lerida hanno inaugurato questo importante appuntamento che ritorna in Spagna dopo 5 anni , quando nel 2007 si tenne la prima edizione. Nei due giorni di lavori sono stati numerosi i temi trattati, in particolare nella prima giornata, dopo alcune visite ad importanti imprese produttrici di Blanquilla e Conference sono stati analizzati gli aspetti innovativi legati alle tematiche ambientali, sia della fase produttiva, che del post raccolta. Per l’Italia Marco Cestaro della Regione Emilia-Romagna ha portato la sua esperienza in merito a quanto la Regione mette in atto per la produzione ortofrutticola a basso impatto ambientale con una visione rispetto al futuro della Politica Agricola Comune che pone sempre più come prioritaria l'attenzione all'ambiente. Paolo Bertolini dell’Università di Bologna ha illustrato le ricerche ed i risultati ottenuti nella conservazione delle pere dopo il divieto dell’uso dell’etossichina. Dopo la presentazione dei dati sui costi di produzione effettuati da CSO, quest’anno si è voluto meglio conoscere l’andamento dei costi in Sud Africa ed in Argentina, due paesi che guardano con estremo interesse al mercato europeo. Nella seconda giornata sono stati analizzati i risultati negativi della campagna 2011 annata con buone produzioni in tutti i paesi europei ed in particolare in Italia dove la produzione ha toccatole 915.000 t. sancendo così la massima produzione in assoluto di pere degli ultimi 10 anni. I risultati economici sono stati negativi in molti paesi con prezzi pagati agli agricoltori, al di sotto del costo di produzione. Le prime stime presentate per la prossima campagna produttiva, per le varietà precoci, indicano una riduzione della produzione, causata da andamenti climatici avversi . Non si possono ancora fare, invece ipotesi produttive per le varietà medio-tardive e tardive anche se cascole importanti lasciano presagire, in generale, una riduzione della produzione a livello europeo. Tenuto conto che i consumi di pere flettono, si rafforza il fatto che l’Europa deve continuare ad esportare se si vogliono mantenere gli attuali investimenti produttivi e per non dovere gestire situazioni di crisi di mercato. Invece le barriere sanitarie poste in atto da paesi importatori, di fatto impediscono la libera circolazione delle nostre pere nel mondo. E’ quanto è stato evidenziato da Simona Rubbi del CSO che ha presentato la situazione generale per l'apertura dei nuovi mercati, riferendo, ad esempio, come la trattativa con gli Stati Uniti stia diventando estenuante ed al momento non si intravedano soluzioni in tempi brevi per portare sulla tavole dei consumatori americani le pere europee e soprattutto quelle italiane, che sembrano essere particolarmente gradite. Sulla situazione della gestione delle crisi Luciano Trentini ha illustrato ai presenti come l’AREFLH, da tempo, sia impegnata a difendere a Bruxelles i meccanismi di sostegno oggi in atto a favore dell’ortofrutta ma anche a cercare soluzioni ai problemi determinati dalle difficoltà di mercato e di sovrapproduzione . " In questi giorni - dichiara Luciano Trentini - la Commissione sta apportando correttivi al meccanismo di ritiro, in particolare si richiedono condizioni tali da garantire maggior sicurezza per i redditi dei produttori. Serve comunque - prosegue Trentini - una politica di promozione attiva per rilanciare i consumi che in Europa tendono a ridursi, 5,1 kg pro-capite nel triennio 2009.2011. In Italia sono state consumate 365.000 tonnellate nella campagna 2010/11 contro le 455.000 quelle del 2000/01. E' necessario aprire un dialogo più proficuo con i consumatori che debbono essere maggiormente informati sulle caratteristiche nutrizionali di questo frutto a basso contenuto calorico e ricco di sali minerali." Luciano Trentini esprime soddisfazione per i risultati ottenuti da Interpera 2012 sia per la eccellente organizzazione sia sotto l’aspetto scientifico. " I dati presentati - conclude Trentini - sono un patrimonio dal quale attingere per ottenere una pericoltura, sempre più competitiva. Per quanto riguarda il futuro di Interpera, Abbiamo ricevuto la proposta di realizzare l'edizione 2013 in uno dei paesi protutori dell'Emisfero Sud ma e' ancora tutto da definire.

ARRIVANO LE PESCHE E NETTARINE ITALIANE 2012: PRODUZIONI STABILI , BUON AVVIO PER IL SUD, QUALITA’ ECCELLENTE

Fonte: Cso

Si è tenuta nei giorni scorsi al CSO una riunione riservata ai Soci per analizzare la campagna pesche e nettarine 2012, alla luce delle previsioni di produzione e dell’andamento della prima fase commerciale concentrata sul prodotto del Sud Italia. Il panorama produttivo delle pesche e nettarine italiane nel 2012 vede una buona produzione per le regioni del Sud Italia, protagoniste in questo avvio di campagna di discrete performance commerciali, grazie anche al deficit produttivo delle aree più precoci della Spagna. La produzione del Nord Italia è prevista, al contrario, in calo rispetto allo scorso anno, pari al - 5% per le pesche e al – 4% per le nettarine. Il calendario di maturazione fra le diverse aree produttive italiane si mostra più in linea con le epoche normali di raccolta nel confronto con lo scorso anno, rispettando maggiormente la scalarità tipica tra le diverse aree produttive ed evitando così accumuli di disponibilità di prodotto. Complessivamente lo standard dell’offerta italiana di quest’anno possiede requisiti qualitativi molto buoni, grazie anche alla prolungata primavera ed alla buona insolazione nel periodo di marzo/ aprile in fase di ingrossamento dei frutti. Nell’insieme il 2012 vedrà una offerta di pesche simile a quella dell’anno scorso (+ 1% ) mentre per le nettarine l’offerta sarà a – 1% rispetto al 2011. Al di là della difficile congiuntura economica del momento e della preoccupazione del settore per la sempre maggiore complessità dei mercati sui quali indirizzare l’offerta, l’imperativo categorico è quello di incentivare i consumi di un prodotto che è il frutto dell’estate per eccellenza: oltre che ottimo integratore naturale di nutrienti, ideali per la stagione, le pesche e le nettarine italiane sono garantite, sicure e convenienti. Si ricorda che tutti i dati analitici relativi alle previsioni di produzione in Italia ed in Europa e le informazioni relative alla stima del calendario di raccolta dell’offerta nazionale sono disponibili sul sito del CSO per tutti i Soci e gli Abbonati.

martedì 19 giugno 2012

APOFRUIT: PRESENTATI I RISULTATI DEL BILANCIO 2011 ALL’ASSEMBLEA DEI SOCI

Fonte: Apofruit  

In leggero calo i ricavi pur in presenza di un aumento delle quantità vendute. Efficienza, qualità e politica di marca le chiavi dello sviluppo

L’Assemblea dei delegati della Cooperativa Apofruit Italia ha approvato martedì 19 giugno 2012 il bilancio relativo all’esercizio di gestione chiuso al 31 Dicembre 2011. I ricavi delle vendite di ortofrutta evidenziano un calo del -4% passando dai 170 milioni del 2010 ai 164 milioni del 2011, pur in presenza di un aumento delle quantità collocate sul mercato che, dalle 202.000 tonnellate del 2010 passano alle 217.000 tonnellate del 2011, siglando, dunque, un aumento pari al +7,4%. L’utile di gestione è stato pari a 180.000 euro. Il fatturato consolidato (la cooperativa consolida una serie di società operanti nel settore ortofrutticolo tra cui le più importanti sono Canova e Mediterraneo Group) evidenzia un valore delle produzione di 224 milioni di euro, in calo del 9% rispetto ai 246 milioni del 2010. Il patrimonio netto raggiunge i 103 milioni di euro, che pongono Apofruit tra le imprese più solide del settore. Il 92% delle quantità lavorate dalla cooperativa è conferito dai soci produttori mentre il restante 8% è frutto di acquisti, principalmente prodotto biologico che integra le produzioni dei soci. «L’annata 2011 – evidenzia il Presidente di Apofruit Italia Mirco Zanotti - è stata certamente una delle più difficili degli ultimi anni, caratterizzata principalmente da una produzione più abbondante in molte specie alla quale, però, ha corrisposto un generalizzato calo dei consumi. I dati del nostro bilancio ne sono la testimonianza più evidente: maggiori quantità conferite, meno fatturato e dunque, di contro, meno liquidazione ai soci. Continua da parte della cooperativa il massimo impegno per trasferire ai nostri soci il massimo delle risorse disponibili e metteremo in atto ogni possibile strategia per sostenere la produzione». Gruppo Apofruit Del Gruppo Apofruit - oltre alla cooperativa Apofruit Italia che presidia il conferimento e associa 3800 produttori, conta 12 stabilimenti sul territorio nazionale, occupa 180 dipendenti fissi e 2050 stagionali - fanno parte Mediterraneo Group srl consortile, braccio commerciale per i partner, Canova srl, trading per il biologico, che controlla altre 4 imprese specialiste nel settore del bio e Almaverde Bio Italia srl consortile, strumento per la politica di marca nel biologico. Ogni impresa ha una propria autonomia operativa e gestionale, ma tutte rispondono alle stesse logiche strategiche e all’obiettivo primario di valorizzare la produzione dei soci.

Previsioni delle produzioni peschicole per il 2012: selezionare verso il top della qualità


FONTE: TERREMERESE


L’Ad di Terremerse, Gilberto Minguzzi, fa il punto sul settore

Le previsioni di produzione Europea di pesche e nettarine si presentano abbondanti anche per la prossima estate, con le inevitabili conseguenze di mercato, a meno che non intervengano robuste azioni correttive di governo dell’offerta. Terremerse è impegnata, unitamente ad altre cooperative di Romagna, ad attivare misure di prevenzione del rischio e di riduzione del danno derivante da una nuova crisi.
L’Amministratore delegato di Terremerse, Gilberto Minguzzi, fa il punto sul settore.
«La brusca frenata dello sviluppo in Europa, che crea disoccupazione e ondate di allarme sui mercati finanziari non poteva non incidere sulla domanda di beni alimentari. Sono stati penalizzati i beni non di prima necessità e, soprattutto in mercati Europei di riferimento, come l’Inghilterra e la Germania, si sono spostate ulteriori quote di mercato dal segmento della qualità verso quello della pura convenienza di costo. Il nostro export ne ha risentito pesantemente e la riduzione dei nostri spazi di mercato all’estero ha poi determinato l’inflazione dell’offerta su quelli ancora disponibili.
A questi problemi bisogna dare risposte di programmazione. Molto si sta facendo da parte di Organizzazioni di Produttori, Governi regionali e nazionali. Sono importanti le azioni intraprese per inserire nella PAC e nell’OCM nuovi strumenti di protezione del reddito dei produttori, anche se queste giuste rivendicazioni impattano con la situazione assai critica della finanza europea. Il recente pronunciamento dell’Organismo di Interprofessione che dispone la sottrazione dal mercato delle partite di prodotto più scadenti (non immettere sul mercato la seconda categoria, ammettere i calibri D solo fino al 1 giugno e il C solo fino alla cultivar Amiga per le nettarine e Summer Rich per le pesche) compie un passo decisivo nella direzione giusta. Ora il pronunciamento dell’OI dev’essere ratificato dal Governo per assumere forza di legge e disporre i necessari controlli.
Il nodo principale da sciogliere è quello delle regole dell’offerta. La misura principe da mettere in campo sarebbe un programma di selezione e qualificazione dell’offerta, articolato in abbattimenti mirati delle varietà obsolete e reimpianti con varietà innovative, con quote definite per ciascun Stato membro, ad evitare che gli abbattimenti penalizzino un solo territorio.
Per consentire ai produttori di riscuotere un minimo di reddito, le strutture cooperative sostengono le liquidazioni dei prodotti conferiti, compreso anche quella parte di prodotto che non avrà mai riscontro di gradimento al consumo. Il risultato è che i mercati si ingolfano di prodotto scadente, non si remunerano i produttori e si creano perdite anche per le gestioni cooperative.
Noi riteniamo invece che se sarà necessario utilizzare risorse in funzione di sostegno, bisognerà farlo solo per quei segmenti di produzione che vale la pena promuovere, perché possono incontrare il favore dei consumatori e domani potranno sostenersi sul mercato con le proprie gambe.
La scelta della nostra cooperativa di posizionarsi sulle produzioni d’eccellenza, spingerà i soci ad adottare standard di potatura, diradamento, nutrizione e difesa, improntati al raggiungimento della miglior qualità. Questo comporterà una parziale riduzione di volumi d’offerta sul mercato, con una minore dispersione di costi su segmenti incapaci di generare valore.
Insomma si tratta di agire sia sul tasto della deterrenza verso le produzioni scadenti, sia su quello della promozione della qualità, per restituire forza all’azione di marketing delle OP, adottando una strategia che tenda a spostare la competizione verso i livelli alti di gamma, gli unici dove si può tentare di ricomporre la forbice fra bisogni di reddito dei produttori e delle loro strutture associate e bisogni del consumatore, riattivando un circolo virtuoso.
Sia chiaro: non ci illudiamo di poter dare da soli una risposta definitiva, “fatta in casa”, alla crisi della frutticoltura. Per superare quella ci vuole il concorso di strumenti pubblici di programmazione e di aiuti. Ma con i poteri già disponibili alle OP si possono finalizzare correttamente i costi, in modo da sostenerne solo in corrispondenza di produzioni apprezzabili dal mercato, tagliando tutti quelli che ancora oggi si generano sulla scia di produzioni che non hanno alcuna prospettiva di mercato».

lunedì 18 giugno 2012

LA TUTELA DELL’AMBIENTE RISCHIA DI ESSERE CANCELLATA DALL’ AGRICOLTURA EUROPEA

Fonte: UPBIO, Unione Nazionale Produttori Biologici e Biodinamici - FEDERBIO, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Società Italiana di Ecologia del Paesaggio, Fondo per l’Ambiente Italiano, Italia Nostra, LIPU, Birdlife Italia, Pro Natura, WWF Italia

Le Associazioni degli agricoltori biologici e biodinamici (UPBIO e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica), le Associazioni ambientaliste (FAI, LIPU, WWF, Italia Nostra, Pro Natura) e la Società Italiana di Ecologia del Paesaggio hanno inviato al Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, all’Assessore della Regione Puglia, Dario Stefano, in qualità di rappresentante della Conferenza delle Regioni sul tema agricoltura ed ai parlamentari delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato e del Parlamento Europeo una lettera aperta nella quale esprimono la loro preoccupazione per l’andamento del dibattito sulla riforma della PAC. Mentre a Rio de Janeiro si svolge il Summit mondiale dedicato alla green economy la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2014 – 2020 rischia di consegnarci un’agricoltura europea poco sostenibile per il clima e l’ambiente. Le indicazioni del Consiglio Europeo dell’Agricoltura del 15 maggio scorso prevedono infatti una drastica riduzione dell’applicazione del “greening”, l’insieme delle pratiche agricole ritenute necessarie per assicurare la conservazione della biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la tutela della qualità dell’acqua. Pratiche volontarie per le aziende agricole che, nella proposta della Commissione Europea, darebbero diritto per gli agricoltori virtuosi ad un premio economico supplementare del 30% del pagamento base previsto dal primo pilastro della PAC. Con il “greening” sarebbe finalmente introdotto nella PAC un riconoscimento economico direttamente connesso ai servizi ambientali che le aziende agricole possono fornire per la conservazione della natura e del paesaggio, per la riduzione dell’inquinamento da pesticidi e nitrati, per aumentare la capacità di adattamento degli agroecosistemi agli eventi estremi, siccità ed alluvioni, causati dal cambiamento climatico in atto. Le Associazioni che hanno sottoscritto l’appello inviato al Governo, alle Regioni ed ai parlamentari sottolineano che, se saranno approvate le proposte del Consiglio Europeo sostenute anche dal Governo italiano su pressione delle maggiori Organizzazioni Agricole, le aziende sotto i 10 ettari (in Italia il 25% della SAU, quasi 3 milioni di ettari, e l’81% delle aziende) non avranno da osservare alcun impegno per rispettare le regole del greening. Se poi tutte le colture arboree saranno esentate (anche i meleti intensivi del Trentino ed i frutteti della pianura padana) poco rimarrà della componente ambientale più importante dell’attuale riforma della PAC. Se si dovesse decidere inoltre di esentare le aziende fino a 15 ettari dalle rotazioni delle colture, la pratica agricola che prevede l’alternanza dei seminativi a cereali con le leguminose al fine di favorire una concimazione naturale dei suoli e ridurre l’utilizzo di concimi chimici, sarebbero escluse quasi il 90% delle aziende italiane da ogni obbligo ambientale. Se sarà infine approvato il criterio della rotazione tra due sole colture (pratica che sarebbe corretto chiamare avvicendamento piuttosto che rotazione delle colture) per le aziende fino a 50 ettari resterebbero solo il 3,5% delle aziende italiane a doversi impegnarsi realmente in azioni concrete per ottenere il premio previsto per le pratiche benefiche per il clima e per l'ambiente. A rischio anche l’obbligo di destinare il 7% della superficie delle aziende agricole alle aree d’interesse ecologico, considerato un obiettivo troppo ambizioso. Tuttavia il parere delle maggiori autorità scientifiche europee suggerisce che abbiamo bisogno di dedicare un minimo del 10% dei terreni agricoli alle esigenze ecologiche se si vuole assicurare una adeguata connettività biologica e resilienza degli ecosistemi in grado di assicurare nel medio e lungo termine la conservazione della biodiversità. Prevedere meno del 7% sarebbe disastroso e garantirebbe il fallimento degli obiettivi 2020 definiti dalla nuova Strategia europea per la biodiversità approvata dallo stesso Parlamento Europeo. Con queste prospettive risulta evidente il tentativo, in nome della sicurezza alimentare e della semplificazione amministrativa e burocratica, di mantenere in realtà sussidi perversi per pratiche agricole e zootecniche che continuano ad inquinare l'ambiente, a consumare la sostanza organica del terreno, a ridurre la biodiversità naturale. Le Associazioni degli agricoltori biologici e biodinamici, le Associazioni ambientaliste e la Società Italiana di Ecologia del Paesaggio chiedono invece al Governo italiano, in particolare al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania, ed ai parlamentari europei un impegno a sostenere con decisione e lungimiranza un “greening” autentico, che garantisca un premio economico adeguato alle sole aziende che attuano realmente pratiche agricole sostenibili ed efficaci per la conservazione della biodiversità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione efficiente delle risorse idriche, per un’agricoltura moderna in grado di essere con autorevolezza e credibilità parte integrante della green economy europea.

MINISTRO CATANIA INCONTRA MINISTRO FRANCESE LE FOLL, AL CENTRO DEL COLLOQUIO I NEGOZIATI SULLA PAC

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

A margine dei lavori del Consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura e della Pesca, in Lussemburgo, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha incontrato il Ministro per l’Agricoltura della Francia, Stéphane Le Foll. Al centro del colloquio i temi relativi allo stato dei negoziati sulla riforma della Politica agricole comune (PAC) e le principali problematiche del settore agricolo dei due Paesi. In particolare si è discusso dei criteri di ripartizione degli aiuti diretti tra gli Stati membri. Inoltre, il Ministro Catania ha posto il problema della prosecuzione delle misure sugli aiuti agli indigenti e ha richiamato l'attenzione del collega francese sulla questione dei diritti di impianto. Si è trattato del primo incontro del Ministro Catania con il nuovo Ministro francese.

OLIO, CATANIA: STRATEGIA COMUNE IN EUROPA PER MIGLIORARE E FAR CRESCERE IL SETTORE

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

 “Voglio esprimere tutta la mia soddisfazione per l’esito di quest’incontro che ha consentito di stabilire una strategia comune per tutto il comparto oleicolo dopo una crisi di mercato che dura da troppo tempo. Devo soprattutto rilevare che alcune di quelle che da sempre sono battaglie portate avanti dal nostro Paese, come l’etichettatura di origine, i parametri di qualità e i rafforzamenti dei controlli, sono ora condivise e sostenute dalla Commissione. Particolare rilevanza credo che abbiano anche la possibilità di usufruire dei programmi di sviluppo rurale e degli incentivi all’aggregazione dell’offerta”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, dopo aver partecipato a un incontro, presieduto dal Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Dacian Ciolos, insieme agli altri Ministri dei Paesi produttori, nel quale è stato concordato un piano d’azione per il settore dell’olio d’oliva dell’Unione europea. Nel corso della riunione – alla quale hanno partecipato, oltre all’Italia, il Portogallo, la Spagna, la Slovenia, la Francia, la Romania, la Grecia e Cipro – è stata esaminata la difficile situazione di mercato che in questi mesi colpisce il settore, non solo in Italia, ed è stato trovato un accordo su una strategia complessiva che consenta al comparto di fare un salto di qualità. Il piano condiviso si articola principalmente nei seguenti punti: Qualità e controlli: l’azione prevede il rafforzamento del sistema dei controlli e delle sanzioni. Sul versante della qualità il documento si muove nella direzione sempre auspicata dall’Italia, cioè quella per un miglioramento dei parametri obbligatori di qualità ai fini della commercializzazione e dell’autenticità degli oli di oliva vergini. In particolare, si intende accelerare sui dossier relativi ai parametri analitici (stigmastadieni, alchil esteri, determinazione di digliceridi e trigliceridi) che servono a garantire l’autenticità e la genuinità del prodotto e che evidenziano eventuali manipolazioni e contraffazioni negli oli di oliva vergini. È stata sottolineata l’importanza dell’etichettatura, per la quale si chiede di introdurre una maggiore grandezza dei caratteri e si punta a ottenere una maggiore visibilità delle informazioni obbligatorie, in primis per l’origine. Struttura della filiera: l’azione prevede il rafforzamento delle Organizzazioni di produttori e verranno analizzate nuove misure in tal senso sia nel I che nel II pilastro. Promozione: si punta a rafforzare l’attività di promozione rendendola più incisiva, attrattiva ed efficace. In questo contesto, potrà essere prevista la menzione dell’origine nazionale accanto a quella comunitaria. Uno spazio importante sarà riservato alle azioni nell’ambito dello sviluppo rurale nella nuova programmazione. Saranno possibili sottoprogrammi oleicoli che contribuiscano alla realizzazione delle priorità strutturali oltre agli obiettivi agroambientali, unitamente ad investimenti per la trasformazione, la commercializzazione e lo sviluppo dei prodotti agricoli.

BRUNI (COGECA) AL CONSIGLIO DEI MINISTRI AGRICOLI DELL'UNIONE EUROPEA: "INSERIRE SPECIFICA MISURA PER LA CRESCITA VERDE NELLA NUOVA POLITICA DI SVILUPPO RURALE"

Fonte: Cogeca

"Riconosciamo l'importanza delle tradizionali misure agroambientali ma il nuovo contesto internazionale richiede un approccio più articolato che tenga conto della crescente domanda alimentare e delle sue ripercussioni sulla capacità produttiva del comparto agroalimentare : per questa ragione riteniamo necessarie nuove misure che coniughino i benefici per l’ambiente e il cambiamento climatico con incentivi agli investimenti dei produttori agricoli e delle loro cooperative in grado di garantire maggiore efficienza per una crescita verde dell’economia europea » - lo ha dichiarato questa mattina Paolo Bruni - Presidente della Cogeca - in occasione dell'incontro svoltosi a Lussemburgo con Mette Gjerskov, Ministro danese dell'agricoltura e presidente di turno dell'UE, a margine della sessione del Consiglio dei ministri agricoli dei 27 Stati membri. « Per raggiungere tale obiettivo – ha proseguito Bruni – chiediamo l’inserimento nell’ambito della futura politica di sviluppo rurale di di una specifica misura per la crescita verde, specificamente legata al rispetto della quinta priorità dell'Unione, ovvero assicurare un uso efficiente delle risorse ed un'economia in grado di resistere agli effetti del cambiamento climatico, misura alla quale andrebbe destinata una percentuale di spesa minima per gli Stati membri ». Commentando infine il rapporto della Presidenza danese sull’evoluzione della discussione sulla riforma della PAC, Bruni « ha salutato con soddisfazione gli elementi di flessibilità sull’applicazione del greening e sulla definizione di agricoltore attivo che sembrano profilarsi anche grazie alle recenti aperture effettuate dal Commissario Ciolos » e ha ribadito il pieno appoggio del Copa-Cogeca alla richiesta di proroga del regime delle quote zucchero e di quello dei diritti d’impianto nel settore vino ». « Desidero infine esprimere un sentito ringraziamento alla presidente Gjerskov – ha concluso Bruni – per la fattiva collaborazione instaurata in questo semestre con la presidenza danese, collaborazione che confido potrà continuare anche nei prossimi mesi con la presidenza cipriota » .