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martedì 31 gennaio 2012

COLDIRETTI: DAL DECRETO SEMPLIFICAZIONI NOVITA’ E CHIARIMENTI PER LE AZIENDE AGRICOLE: RIFIUTI, BOSCHETTI, VENDITA DIRETTA, FASCICOLO ELETTRONICO

Fonte: Coldiretti

Confermata l’intenzione di semplificare gli adempimenti per documentare i rapporti con la pubblica amministrazione, chiariti i termini per i vincoli agroambientali ed il ritorno alla coltivazione degli ex boschetti, esonero dagli adempimenti di trasporto per i rifiuti in ambito aziendale. Vendita diretta itinerante immediata.

Anche le aziende agricole sono interessate dal cosiddetto decreto “semplifica Italia”, ovvero le norme individuate dal governo Monti per tentare di far ripartire l’economia italiana facilitando una serie di attività ed adempimenti per cittadini ed imprese, nonché i rapporti all’interno della pubblica amministrazione a tutti i livelli.
Sono diversi i punti che hanno a che fare con le imprese agricole, alcuni in particolare risolvono questioni spinose, emerse anche nel nostro territorio nei mesi scorsi.
In particolare viene chiusa la questione delle superfici destinate a misure agroambientali (i cosiddetti boschetti) che dopo il periodo di impegno previsto (dieci o venti anni) potranno tornare a coltivazioni agrarie, superando i vincoli delle norme forestali.
Altrettanto importante la precisazione sul trasporto di rifiuti all’interno dell’ambito aziendale senza ricorrere a ditte esterne.
Snelliti i tempi per l’attività di vendita diretta in forma itinerante, che potrà avvenire immediatamente dalla data di comunicazione al comune sede dell’azienda agricola e non più decorsi trenta giorni, così come vengono semplificate le nome sulle assunzioni di operai stagionali.
Ribadita l’importanza e la necessità di costituire il fascicolo elettronico delle imprese agricole, entro il quale sarà possibile reperire tutta la documentazione necessaria ai rapporti con le diverse amministrazioni pubbliche, si costituirà anche un registro delle imprese di pesca e dei pescatori, sempre in forma elettronica.
Al via infine anche le procedure per l’individuazione dei terreni pubblici che potranno essere oggetto di alienazione, con priorità e prelazione a favore dei giovani imprenditori agricoli.
“Si tratta di provvedimenti interessanti – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello – che da un lato riportano a ragionevolezza alcune questioni che si erano irrigidite sulla base di interpretazioni da noi sempre ritenute non pertinenti, e mi riferisco alla vicenda degli interventi agro ambientali, che di fatto espropriavano, pur in presenza di un “contratto” i terreni destinati a boschetti e rinaturalizzazioni, e che ora tornano, correttamente, nella disponibilità dell’imprenditore anche per altri tipi di coltivazioni, ma anche del trasporto di rifiuti agricoli nell’ambito aziendale e della ordinaria attività di coltivazione e di utilizzo di mezzi tecnici, dove pur essendo palese il tipo di attività svolta, l’intervento del governo toglie di torno possibili, ancorché fuori luogo, interpretazioni penalizzanti per le nostre imprese. Anche gli altri provvedimenti sembrano ispirati al buon senso ed alla non duplicazione di adempimenti nei confronti della pubblica amministrazione e quindi ben venga ogni riduzione di tempo ed oneri relativi”.

La pera abate fetel dell ' emilia romagna protagonista in Germania



FONTE: CSO

Al via un piano di comunicazione della Pera Abate in Germania realizzato da CSO che coinvolgerà media,ristoranti e buyers della Grande Distribuzione con gran finale a Fruitlogistica in Piazza Italia il 9 Febbraio

In questa annata di produzione record per la pera Abate Fetel italiana, ci voleva una novità per far conoscere ed apprezzare meglio la varietà più pregiata dell’offerta italiana in un mercato come quello tedesco che rappresenta ancora oltre il 41% del nostro export.

Per questo i Soci di CSO, attraverso il Progetto Fruitness, specificamente studiato per promuovere in Germania, Austria, Polonia, Regno Unito e Svezia i consumi di frutta, hanno sollecitato la realizzazione di una campagna di comunicazione che avrà un impatto importante sui consumatori e buyers tedeschi.

La campagna che coinvolge AFE, Apoconerpo con le businnes unit Alegra e Naturitalia,

Apofruit, CICO, Europfruit,Granfruttazani, Minguzzi, Orogel, e Pempa Corer culminerà a Fruitlogistica Berlino dal 7 febbraio dove vedremo la regina delle pere italiane svettare nel piazzale antistante l'ingresso sud della fiera più importante del mondo per il settore, rappresentata da un gonfiabile di 7 metri.

Saranno inoltre occupati altri spazi pubblicitari all’ ingresso principale della fiera e, Piazza Italia, lo stand collettivo gestito da CSO, ospiterà il 9 Febbraio dalle 16.30 un’ evento a invito per gli operatori e i giornalisti tedeschi e internazionali, tutto dedicato alla pera Abate Fetel.

Da gennaio inoltre una selezione di ristoranti berlinesi hanno inserito la pera Abate Fetel IGP nei menu proposti e distribuito materiali informativi.

Sempre da Gennaio per proseguire anche nel mese di febbraio, le principali testate giornalistiche web dedicate all’alimentazione sono state coinvolte coinvolte in una campagna banner tutta dedicata all’ Abate Fetel.

I giornalisti più influenti del settore in Germania, hanno ricevuto in questi giorni in redazione una confezione omaggio di Pere Abate Fetel igp dell’ Emilia Romagna accompagnata da una scheda descrittiva, ricette e gadget .

L’ Abate Fetel è , come noto, la varietà di pere più coltivata in Italia dove, con 380.000 tonnellate prodotte rappresenta oggi quasi il 100% delle Pere Abate prodotte in Europa

La produzione di Pere Abate è concentrata in Emilia Romagna che ha ottenuto il riconoscimento di IGP dall’ Unione Europea nel lontano 1998.

Oggi, l’ elevata produzione e il calo dei consumi in tutta Europa ha spinto i produttori organizzati ad individuare tutti gli strumenti per promuovere un prodotto da considerare tra i più pregiati della gamma non solo nazionale.

lunedì 30 gennaio 2012

CELEBRATI A ROMA I 150 ANNI DELLA BONIFICA NELL’UNITA’ D’ITALIA

FONTE: Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni

MASSIMO GARGANO (Presidente Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni – A.N.B.I.)

“IERI CON LE BRACCIA ED I BADILI, OGGI MA SOPRATTUTTO DOMANI CON L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, LA BONIFICA UNISCE L’ITALIA”

In questo momento di rinnovata visibilità per autonomismi mai sopiti e lontani dagli interessi del Paese, i consorzi di bonifica celebrano il loro fondamentale contributo alla costruzione della Nazione, ricandidandosi ad essere parte importante nel nuovo modello di sviluppo del Paese.

Lo afferma Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, in occasione dell’evento celebrativo “Bonifica idraulica, impianti e reti irrigue: da 150 anni insieme all’Italia”, organizzato a Roma dal Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali e dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

La Bonifica – prosegue Gargano – ha contribuito non solo a recuperare suolo coltivabile al Paese, ma anche a superare, attraverso l’irrigazione, gli squilibri fra Nord e Sud. Oggi, questo rapporto con il territorio è quantomai centrale, perché agricoltura ed agroalimentare, così come storia e cultura, sono patrimoni inclonabili e non delocalizzabili nell’epoca della globalizzazione. Determinante, però, è che l’agricoltore continui a presidiare il territorio; per questo, la moderna funzione dei consorzi di bonifica ora è rappresentata dal progetto nazionale Irriframe, innovativo sistema per l’ottimizzazione d’uso della risorsa irrigua, che all’antica funzione di coesione del Paese (da Nord a Sud) abbina la moderna risposta alle necessità della competizione globale. In questa prospettiva – conclude il Presidente A.N.B.I. – esprimo grande soddisfazione per le prospettive di rinnovata collaborazione espresse dal Sottosegretario al Mi.P.A.A.F., Franco Braga, soprattutto nel campo della prevenzione idrogeologica. Il 15 febbraio, allorchè presenteremo il nuovo Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, sarà un ulteriore opportunità di confronto.

IMU: LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE DELL’EMILIA-ROMAGNA CHIEDONO UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE



FONTE: OOPP

Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Copagri hanno scritto all’ANCI regionale ed ai Comuni perché su avvalgano della facoltà di dimezzare la nuova tasse per le imprese agricole.
Coldiretti Ferrara lo ha già chiesto a dicembre ai 26 comuni ferraresi.

Promuovere un tavolo di concertazione tra tutte le amministrazioni comunali dell’Emilia Romagna sotto l’egida dell’Anci regionale per applicare in modo equo l’imposta municipale unica (Imu) sulle aziende agricole, che costituiscono il più importante presidio ambientale e alimentare sul territorio. A chiamare a raccolta i 347 Comuni della regione sono le organizzazioni agricole Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, fortemente preoccupate dall’impatto della nuova imposta sulle imprese agricole. Le organizzazioni hanno scritto al presidente dell’Anci Emilia Romagna, Daniele Manca, e a tutti i sindaci della regione, chiedendo di “applicare la facoltà di riduzione delle aliquote, prevista dalla norma a favore degli imprenditori agricoli, limitando al minimo l’imposizione nell’applicazione della fiscalità locale al settore, tenuto conto del ruolo multifunzionale dell’attività agricola”. Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri, nella lettera sottolineano che “ci è perfettamente chiara la grave situazione di difficoltà in cui versa l’intero Paese e quali siano i grandi sacrifici imposti ai cittadini italiani, così come è evidente la necessità improcrastinabile di reperire risorse in poco tempo usando la leva patrimoniale che ricade sui beni conosciuti. Tuttavia l’Imu – prosegue la lettera – si abbatte pesantemente sugli agricoltori, colpendo il ‘bene terra’ in quanto tale, non riconoscendone più il carattere di ruralità e la funzione di bene strumentale (ed indispensabile) all’esercizio dell’attività di impresa”. In sostanza le organizzazioni chiedono ai Comuni di dimezzare l’Imu per i fabbricati rurali e per i terreni agricoli. Senza un tale provvedimento il rischio è che migliaia di aziende agricole chiudano i battenti, con la conseguenza di perdere un importante presidio ambientale in zone difficili della regione.
La richiesta di applicazione in misura ridotta, facoltà già prevista dalla legge, è stata presentata anche a tutti i 26 comuni della provincia di Ferrara da Coldiretti, tra fine dicembre e gennaio, ed i dirigenti locali dell’organizzazione, unitamente ai rispettivi segretari di zona, hanno già incontrato molti sindaci per sollecitare la discussione sul provvedimento.
“E’ chiaro che la leva fiscale può essere applicata in modo da perseguire anche scopi di riconoscimento all’attività agricola – aggiunge il presidente provinciale, Mauro Tonello – da parte degli imprenditori e dei coltivatori diretti. E’ necessario che si differenzi il trattamento da parte di chi con il terreno lavora e vive, e chi lo utilizza per altri scopi. La richiesta di Coldiretti e delle altre organizzazioni agricole intende provocare la discussione riguardo la necessaria differenziazione tra imprese da una lato e coltivatori della domenica, hobbisti o speculatori dall’altra. Confidiamo che sia palese quanto il bene terra sia il fondamentale strumento di lavoro per gli agricoltori professionali e quindi quanto una tassazione non corretta possa contribuire – conclude Tonello – a mettere ancora più in difficoltà il settore, già alle prese con il caro gasolio e con la situazione economica ben nota a tutti”.

BALCANI, FIERAGRICOLA HUB STRATEGICO PER L’EXPORT IN RIPRESA IL MERCATO DELLE MACCHINE AGRICOLE

FONTE: FIERAGRICOLA

Dopo la frenata del 2009, le esportazioni italiane di macchine agricole hanno ripreso a crescere verso Slovenia, Serbia, Croazia, Bosnia-Erzegovina: un mercato che vale 62 milioni di euro e che nei prossimi 3-5 anni potrebbe raddoppiare gli attuali livelli. Il dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «Fieragricola riveste un ruolo strategico, per la posizione geografica ideale fra i distretti produttivi italiani e tutta l’area dei Balcani e dell’Europa Centro-Orientale».

Verona, 30 gennaio 2012. L’area Balcanica mette la freccia e innesca la ripresa nelle importazioni di macchine agricole italiane. Secondo i dati elaborati da FederUnacoma (la Federazione dei costruttori di macchine agricole, aderente a Confindustria) sulla base dei rilevamenti Istat, il 2011 ha visto una ripresa delle nostre esportazioni verso questa area. Nel periodo gennaio-settembre 2011 – questo emerge dalle informazioni elaborate all’associazione presieduta da Massimo Goldoni per Fieragricola, in programma a Veronafiere dal 2 al 5 febbraio prossimi (www.fieragricola.it) – l’export di macchine agricole e trattrici italiane verso Slovenia, Serbia, Croazia e Bosnia-Erzegovina ha raggiunto un valore pari a 62 milioni di euro, in netto incremento rispetto allo stesso periodo 2010. A guidare la classifica dei Paesi balcanici è la Slovenia, con 30,1 milioni di euro (+9,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010), seguita da Croazia (18,6 milioni di euro, +35,8 per cento), Serbia (10,7 milioni di euro, +39,1 per cento su gennaio-settembre 2010), e Bosnia-Erzegovina (2,5 milioni di euro, +27,8 per cento).

In termini assoluti, l’export verso l’area dell’ex Jugoslavia incide per il 2 per cento del totale del flusso italiano di trattrici e mezzi agricoli oltre confine, che al settembre 2011 ammontava ad oltre 3 miliardi di euro complessivi.

Il picco più elevato delle esportazioni italiane verso i Balcani è stato raggiunto nel 2008, con un aggregato a valore di quasi 127 milioni di euro. Nei prossimi 3-5 anni, anche grazie ai recenti sviluppi del referendum che porterà la Croazia nell’Unione europea, l’export delle macchine e trattrici agricole Made in Italy potrebbe – secondo l’osservatorio di Fieragricola – crescere notevolmente fino anche a raddoppiare rispetto agli attuali livelli.

«In questo scenario – osserva il direttore generale di Veronafere, Giovanni Mantovani – Fieragricola riveste un ruolo strategico, per la posizione geografica che la rende un hub ideale fra i distretti produttivi dell’agrimeccanica e tutta l’area dei Balcani e dell’Europa Centro-Orientale».

CIOLOS: OBIETTIVI DELLA PAC DEL 1962 ANCORA ATTUALI DAL GREENING UNA SPINTA ALL’OCCUPAZIONE AGRICOLA

FONTE: FIERAGRICOLA

E sui prezzi delle commodities l’Unione europea prevede per il 2012 che i listini saranno stabili nel breve periodo, mentre sul lungo periodo la domanda crescerà più velocemente della disponibilità di prodotto. Così il trend probabilmente si tradurrà in prezzi più alti rispetto alla media.

Verona, 27 gennaio 2012. Il ruolo della Pac dopo 50 anni dalla nascita della Politica agricola comune, il rapporto fra la Pac e il Farm Bill statunitense, la difficoltà di avere un sistema di tassazione comune per gli Stati Membri dell’Ue, l’opportunità del greening sul fronte dell’occupazione in agricoltura.

In una intervista con l’Ufficio stampa di Fieragricola – Veronafiere, il Commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale, Dacian Cioloş, parla della proposta di riforma della Pac post 2013.

Fieragricola è la più importante manifestazione italiana dedicata all’agricoltura, in programma a Verona dal 2 al 5 febbraio (www.fieragricola.it). E proprio alla riforma della Pac sarà dedicato il convegno inaugurale (giovedì 2 febbraio, ore 11, Auditorium Verdi), al quale parteciperanno – fra gli altri – il direttore generale della Commissione Agricoltura, José Manuel Silva Rodrìguez e il ministro italiano alle Politiche agricole, Mario Catania.

Di seguito l’intervista.

Commissario Cioloş, nel 1962 gli obiettivi della Politica agricola comune (Pac) erano: aumentare la produzione, migliorare le condizioni di vita della popolazione rurale, dare stabilità ai mercati, garantire la sicurezza alimentare e assicurare prezzi accessibili per il consumatore. Cinquant’anni dopo, quali di questi obiettivi sono stati raggiunti?

«Tutti sono stati raggiunti, ma la maggior parte di questi sono rilevanti anche per il futuro. Infatti, dobbiamo attivarci per una migliore gestione delle risorse, in un’ottica sostenibile.

La Pac ha avuto un ruolo importante, sostenendo in maniera trainante lo sviluppo di un progetto europeo. Ad esempio, la maggior parte delle famiglie nel 1962 spendeva il 30 per cento del proprio reddito per il cibo. Adesso la spesa alimentare delle famiglie è crollata al 15 per cento circa. Così, la Pac del futuro dovrà guardare avanti e adattarsi alle nuove sfide che ci attendono».

Il prossimo febbraio il Governo Usa discuterà del Farm Bill. Secondo lei la Pac dovrà tenere presente anche quanto avverrà negli Stati Uniti?

«Dovremo fare attenzione al risultato del Farm Bill, ma le priorità della Pac sono connesse alla produzione europea e a sostenere sistemi che sono disaccoppiati dalla produzione, piuttosto che aspetti collegati con l’export. Così, il rapporto fra Farmi Bill e Pac sarà meno significativo rispetto al passato».

Recentemente, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha comunicato che si prevedono 100mila nuovi giovani agricoltori (tra i 20 e i 30 anni) di qui a pochi anni. Quali sono le previsioni per l’Unione europea?

«E’ difficile fare previsioni precise su come si svilupperà il comparto nei prossimi anni. Ma è chiaro che in Europa dobbiamo fare di più per incoraggiare i giovani agricoltori a rimanere nel settore. Questo perché al momento soltanto il 7 per cento degli agricoltori europei sono al di sotto dei 35 anni, mentre due terzi sono sopra i 55 anni. È anche sulla scorta di questa fotografia che abbiamo dedicato maggiore attenzione ai giovani nella proposta di riforma della Pac. E soprattutto, abbiamo previsto misure per alleviare il peso finanziario nella fase di start-up».

Agricoltura e competitività. Commissario Cioloş, ritiene che gli Stati Membri dell’Unione europea debbano arrivare ad avere un regime fiscale comune, per poter fare agricoltura partendo da medesimi costi di produzione?

«Questa è una questione estremamente complessa. Ci saranno sempre differenze fra gli Stati e le regioni dell’Ue sui costi del lavoro, sui costi contributivi e su altri aspetti produttivi. Sul regime fiscale, stiamo cercando di avere un coordinamento migliore fra Stati Membri, ma certamente i tassi e le tariffe non saranno armonizzati fra gli Stati comunitari»

Mercato e prezzi. Nei giorni scorsi il neo direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, ha annunciato che si prevede una flessione, nel 2012, dei listini delle principali commodities agricole. Cosa ipotizza la Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’Ue per il 2012?

«Prevediamo che i prezzi saranno stabili nel breve periodo, mentre in un’ottica di tempo più lunga, la domanda crescerà più velocemente della disponibilità di materie prime. Così, il trend probabilmente sarà quello di avere prezzi più alti della media».

Il greening, così come proposto dalla Commissione Agricoltura Ue, non piace molto agli agricoltori. Riguardo all’agricoltura italiana, come pensa ad esempio si possa applicare il greening a Montalcino? Non ritiene che possa avere ripercussioni negative sulla redditività?

«Dunque, il greening è diverso dal set aside, introdotto dalla riforma Mac Sharry nel 1992, con lo scopo di ridurre la produzione. Adesso, abbiamo bisogno di più cibo e più sicurezza alimentare. Allo stesso tempo, dobbiamo proteggere l’ambiente e produrre in modo sostenibile. Se applicato a tutti gli agricoltori, il greening potrebbe avere un effetto massiccio in tutta l’Ue».

I contoterzisti contribuiscono ad un’agricoltura sempre più in outsourcing: ritiene che debbano accedere ai finanziamenti della Pac previsti dal Secondo pilastri?

«Tutti gli aspetti del nostro prossimo Sviluppo rurale saranno discussi nei negoziati per la riforma della Pac. Ma credo che i contoterzisti possano avere i requisiti per accedere agli investimenti, ai piani agro ambientali, e, naturalmente, per progetti innovativi. Dipenderà dalla loro qualifica e da come i programmi di sviluppo rurale verranno implementati».

venerdì 27 gennaio 2012

I BOSCHETTI AZIENDALI POTRANNO RIDIVENTARE AREE AGRICOLE. GLI AGRICOLTORI POTRANNO TRASPORTARE ENTRO L'AZIENDA AGRICOLA I CONTENITORI DI FITOFARMACI

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

LE DUE NOVITÀ CONTENUTE DEL DECRETO SULLA SEMPLIFICAZIONE APPROVATO OGGI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI. RABBONI: DUE PROBLEMI CHE QUESTA REGIONE AVEVA SEGNALATO DA TEMPO. IL MIO APPREZZAMENTO PER L'OPERATO DEL MINISTRO CATANIA

Bologna - Le aree boscate – i cosiddetti “boschetti” - realizzate dagli agricoltori in applicazione delle misure agro ambientali del Piano regionale di sviluppo rurale, potranno esser ripristinate, decorso il termine previsto, come terreni agricoli a tutti gli effetti. Inoltre gli agricoltori potranno finalmente trasportare con i propri mezzi aziendali i contenitori vuoti di fitofarmaci all’interno dell’azienda agricola, senza dover ricorrere a ditte specializzate. Sono le due importanti novità per il mondo agricolo contenute nel decreto legge sulla semplificazione approvato oggi dal Consiglio dei Ministri. “Vengono accolte due richieste da tempo avanzate da questa Regione al precedente Governo– commenta l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – voglio cogliere l’occasione per esprimere il mio apprezzamento al Ministro Mario Catania, per l’attenzione e per la capacità di intervento su questioni che da tempo attendevano una soluzione.” Per quanto riguarda i “boschetti aziendali” Rabboni parla di una situazione paradossle che finalmente è stata risolta e che di fatto espropriava gli agricoltori del loro diritto di coltivazione. Le misure agro ambientali del PSR prevedono che, per motivi di riequilibrio naturale, un’ area agricola possa per un periodo di tempo che va dai 10 ai 20 anni essere trasformata in superficie boscata, con la possibilità, al termine del contratto agro ambientale, di essere di nuovo coltivata. Tale possibilità in Italia era di fatto annullata dalla vigente legge sulla forestazione che stabilisce che qualsiasi superficie boscata di ampiezza maggiore ai 2 mila mq non può più essere riconvertita. In Emilia-Romagna attualmente sono oltre 3 mila gli ettari di superficie agricola adibita a “boschetti”, molti dei quali prossimi alla scadenza. Per quanto riguarda invece il trasporto dei contenitori vuoti di fitofarmaci, il decreto legge sulla semplificazione stabilisce che possano essere trasportati dagli stessi agricoltori, senza ricorrere a ditte esterne, purché entro i confini aziendali in un raggio di 10 chilometri

COLDIRETTI: E’ INIZIATO CON LA SCUOLA PRIMARIA DI BERRA IL PERCORSO DI EDUCAZIONE ALLA CAMPAGNA AMICA NELLE SCUOLE FERRARESI PER L’ANNO 2011/2012


Fonte: Coldiretti Ferrara

Oltre 1.500 ragazzi della scuola primaria saranno coinvolti nel progetto di educazione e sensibilizzazione svolto da Coldiretti Ferrara nel mondo della scuola della nostra provincia. Tema portante “La merenda, sana, locale e stagionale”, con lezioni in classe, laboratori e concorso a premi.

E’ partito oggi, venerdì 27 gennaio, il percorso educativo di Coldiretti Ferrara con le scuole del territorio all'insegna della merenda sana, locale e tradizionale. Il primo incontro si è svolto con i ragazzi della scuola primaria “Montessori” di Berra, che sono stati stimolati alla conoscenza dei fondamentali elementi della corretta nutrizione, soprattutto in relazione alla stagionalità ed alla territorialità delle produzioni agroalimentari.
Attraverso poi alcune attività interattive con i ragazzi (dalla ricerca della frutta di stagione e di quella senza stagione, perché non italiana, alla caccia all'etichetta ed agli ingredienti) si è proposta una riflessione su alimenti e salubrità degli stessi.
La costruzione di un calendario della frutta di stagione che aiuti a distinguere i momenti in cui sono presenti i nostri prodotti agricoli locali, e la merenda “buona” e “cattiva” sono stati gli strumenti principali con i quali interagire con i ragazzi e presentare la complessità ma anche il fascino del mondo dei campi e degli alimenti.
Alle classi vengono forniti strumenti per approfondire le tematiche e poter partecipare al concorso che verte sulla elaborazione della ricetta il piu' possibile originale e corretta per una merenda "sana" e legata ai nostri prodotti.
All’incontro berrese, che ha interessato i ragazzi di tutto i ciclo, dalla prima alla quinta, hanno preso parte oltre agli animatori di Campagna Amica Coldiretti Ferrara, anche il presidente di Sezione, Gabriele Stabili ed il segretario di zona, Paolo Ferrozzi.

COLDIRETTI: NEI PUNTI VENDITA CAMPAGNA AMICA DI FERRARA SCONTO PER FRUTTA E VERDURA CONTRO LE SPECULAZIONI.



FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 nei punti Campagna Amica di Via Canapa e di Via Garibaldi frutta e verdura con lo sconto del 10% .

Per aiutare a combattere le speculazioni in un momento di difficoltà per i consumatori, il Punto Campagna Amica di via Canapa, 72 e di Via Garibaldi 1 a Ferrara, applicherà a tutti i clienti, domani venerdì 27 gennaio, sabato 28, e nel punto vendita di Via Garibaldi aperto anche domenica mattina, 29 gennaio, il 10% di sconto su frutta e la verdura.

L'iniziativa rientra nell’operazione “Coraggio Italia” che Coldiretti sta portando avanti in tutta Italia toccando le principali città (Roma, Bologna, Venezia, Napoli, Torino e molti altri capoluoghi di provincia) per far fronte ai disagi causati dal blocco che ha ormai causato un danno economico di 150 milioni per l’agroalimentare Made in Italy coinvolgendo ogni giorno circa 50mila tonnellate di prodotti alimentari deperibili i quali rischiano di essere buttati perché rimangono fermi nei camion, nei campi, nelle stalle e nei magazzini delle industrie e dei mercati generali.

Secondo Coldiretti ogni giorno viaggiano su camion e tir circa 525mila tonnellate di prodotti agricoli e alimentari dei quali poco meno del 10 per cento sono deperibili e se non riprende la circolazione sono a rischio le ultime scorte. Già adesso mancano molti prodotti e si registrano speculazioni al consumo sui prezzi che per alcuni ortaggi sono aumentati anche del 40 per cento. La situazione piu’ difficile – precisa la Coldiretti - si rileva nella grande distribuzione dove i rifornimenti si realizzano attraverso i Tir mentre migliori sono le condizioni dei mercati rionali e di quelli degli agricoltori di Campagna Amica dove le forniture vengono trasportate in piccoli mezzi e sono locali e i prezzi sono calmierati. Al danno economico immediato va aggiunta - sottolinea la Coldiretti - la perdita di credibilità con la grande distribuzione europea pronta a sostituire il prodotto Made in Italy con quello proveniente da Paesi come la Spagna nell’ortofrutta o dall’Olanda per i fiori, diretti concorrenti della produzione italiana. Ovunque - conclude Coldiretti - si segnala un preoccupante calo degli ordinativi dall’estero e un aumento delle difficoltà per gli agricoltori che oltre alla perdita per il prodotto deprezzato o svenduto sono costretti ad accollarsi anche il costo dello smaltimento dei prodotti non piu’ commercializzabili.

CONVEGNO 30 gennaio 2012 “Nuove logiche produttive per l'Agricoltura Ferrarese: Sperimentazioni e Prospettive”

FONTE: FONDAZIONE NAVARRA

Convegno roganizzato presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Agrario “F.lli Navarra” di Malborghetto di Boara, a partire dalle ore 9.00, da PARCAGRI (Parco Scientifico per le Tecnologie Agroindustriali) e AGRIUNIFE (Centro di Ateneo per l’Agricoltura di Pianura dell’Università di Ferrara).
L’obbiettivo è presentare le ricerche che gli organizzatori hanno prodotto negli ultimi anni per supportare gli agricoltori ferraresi

L'agricoltura ferrarese, infatti, vive un periodo di forte ridimensionamento di obiettivi per le colture da reddito e di grande incertezza sul futuro delle produzioni, anche nell’ottica dei cambiamenti imminenti delle direttive comunitarie sulle politiche agrarie. A questo stato di cose si deve aggiungere la debole presenza sul territorio di un tessuto di aziende agro-industriali di trasformazione e il ridotto numero di specie agrarie coltivate, con il conseguente condizionamento di una attività produttiva tradizionalmente poco diversificata. Da qui la necessità, percepita da imprenditori agricoli e da operatori del settore, di collaborare con l’Università per scongiurare una pericolosa stratificazione verso il basso della capacità di invenzione produttiva da un lato, e dall’altro per promuovere la capacità dell'agricoltore di essere al passo con l’innovazione scientifica e tecnologica.

In questo scenario, l'attuazione di questo progetto di ricerca specificatamente vocato alle problematiche agricole ha costituito un primo passaggio di integrazione e di raccordo tra la ricerca teorica universitaria, e la ricerca applicata come tipica espressione del mondo produttivo.
Con questa mission, dal 2008 l’attività di ricerca applicata si è concentrata sui progetti del Contratto di Programma ministeriale di Ricerca di base nel settore agricolo e agro-alimentare per la qualificazione dell'agricoltura di pianura, che, ad oggi prevede molteplici macro-aree di ricerca: la produzione di oli vegetali per la produzione di energia elettrica e termica (in collaborazione con Turbec); il recupero di colture tipiche del territorio ferrarese con nuove prospettive di utilizzo e/o riutilizzo (arachide, canapa, brassica); la valorizzazione degli scarti di produzione del pomodoro (in collaborazione con Conserve Italia); lo studio di metodi innovativi di difesa contro le patologie vegetali fungine; lo studio dell’inserimento di nuove colture da reddito nel ferrarese (in collaborazione con Agripharma).

Denominatore comune di tutte le ricerche è stata la particolare rilevanza data agli aspetti concreti dell’agricoltura e della coltivazione delle specie agrarie. I risultati oggi giungono a conclusione e a disseminazione verso il mondo agricolo per riflessioni produttive e come futuro modello di sperimentazione integrata. Con questi studi è iniziata una collaborazione tra territorio e Università, che continuerà con Terra&AcquaTech, il Laboratorio del Tecnopolo di Ferrara che si occuperà di rendere sostenibili le risorse di acqua e di suolo, e in questo contesto, l’agricoltura ferrarese ha sicuramente ancora molto da dire.

Eventuali approfondimenti ed ulteriori informazioni sono reperibili sul sito di AgriUnife: www.unife.it/centro/agricoltura-pianura

giovedì 26 gennaio 2012

BLOCCO TIR, CONFAGRICOLTURA: “CROLLATE DEL 40% LE CONSEGNE DI PRODOTTI DEPERIBILI"

Fonte: Confagricoltura

I LAVORATORI AGRICOLI HANNO GIA’ PERSO RETRIBUZIONI PER 30 MILIONI DI EURO”.

La conferma delle gravissime perdite che l’agricoltura sta subendo dallo sciopero degli autotrasportatori arriva dai dati raccolti da Confagricoltura nel settore della distribuzione: si stima che, a livello nazionale, venga consegnato ai punti vendita della GDO circa il 60% del quantitativo medio abituale di prodotti deperibili, come carne, ortofrutta, formaggi.

In altre parole un calo del 40% dovuto ai blocchi stradali di questi giorni, che impedivano agli agricoltori di trasferire le loro produzioni dalle aziende ai mercati e, in molti casi, anche alle aree di stoccaggio dotate di celle frigorifere.

Mancate vendite e mancati guadagni che si ripercuotono direttamente sulle imprese agricole, la cui produzione sta deperendo fino a dover essere distrutta, oltretutto con gravi problemi e costi di smaltimento.

Inoltre, a causa di questa situazione, sono sospese molte attività che impegnano manodopera stagionale, come la maggior parte delle operazioni di raccolta. Un fatto che ha gravi ripercussioni sui lavoratori: Confagricoltura infatti stima che, dall’inizio dei blocco dei Tir, la perdita complessiva superi le 500 mila giornate di lavoro, pari a 30 milioni di euro di retribuzione, più di 3 milioni al giorno.

mercoledì 25 gennaio 2012

SEMENTI, FIRMATO il 25 GENNAIO A BOLOGNA IL PRIMO ACCORDO DI FILIERA DEL COMPARTO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

L'assessore Rabboni: "Lo porterò all'attenzione delle altre Regioni e del Ministero delle Politiche agricole"

Bologna - Un’intesa per rafforzare le relazioni nel comparto delle sementi, anche in funzione della riforma della Politica agricola comune.
E’ quella che è stata firmata oggi a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna, da Assosementi in rappresentanza delle aziende sementiere e dal Coams, il consorzio delle organizzazioni di agricoltori moltiplicatori di sementi, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni e con la partecipazione delle organizzazioni professionali e cooperative agricole. “Quest’intesa costituisce un modello di relazioni positive tra le due componenti fondamentali del comparto sementiero – ha sottolineato Rabboni - non solo perché qualifica ulteriormente la produzione emiliano-romagnola, ma anche perché offre alle altre regioni italiane un esempio virtuoso da condividere per lo sviluppo del comparto e delle sementi di qualità. Per questo, accogliendo l’invito dei firmatari, la porterò all’attenzione dei colleghi delle altre Regioni con la richiesta di pervenire ad una condivisione con il Ministero delle Politiche agricole”.

L’ accordo, il primo raggiunto in questo settore in Italia, punta a sviluppare una maggiore integrazione tra i diversi attori della filiera, individuando alcuni elementi che dovranno caratterizzare i rapporti contrattuali tra aziende sementiere e agricoltori moltiplicatori di sementi: dalla presenza di un contratto sottoscritto tra le parti all’impegno a rispettare determinati disciplinari colturali, fino all’individuazione dei parametri qualitativi e di mercato su cui sarà conteggiato il prezzo di liquidazione del seme conferito. All’intesa è previsto seguano accordi o contratti quadro di settore (ad esempio per le sementi di foraggere o di cereali), da cui poi dovranno scaturire i singoli accordi di moltiplicazione tra le aziende sementiere e gli agricoltori.

“Siamo molti lieti di essere riusciti a raggiungere quest’intesa – sottolinea Paolo Marchesini, presidente di Assosementi – non tanto per gli aspetti di regolazione dei rapporti fra le parti in materia di moltiplicazione delle sementi, che per certe specie con bietola da zucchero, riso ed ortive siamo leader in Europa, quanto per l’importante segnale che il mondo sementiero lancia al mondo politico ed istituzionale sul ruolo fondamentale che ricerca varietale, produzione e commercio delle sementi rivestono per il mondo agricolo e l’agro-alimentare italiano”.

Per il presidente Coams Giovanni Laffi, “la sottoscrizione dell’intesa rappresenta un momento importante nella regolazione dei rapporti tra le parti, in quanto individua elementi certi per programmazione delle moltiplicazioni e la determinazione dei prezzi di liquidazione. Ora il confronto dovrà trasferirsi sulla definizione degli accordi di settore per dare ai moltiplicatori uno strumento effettivo di contrattazione”.

I rapporti fra ditte ed agricoltori-moltiplicatori di sementi vantano in Emilia-Romagna importanti precedenti: il 15 luglio 1985 è stato sottoscritto, anche in quel caso promosso dalla Regione, il primo contratto tipo di coltivazione per le sementi orticole, mentre il 15 giugno 1991 è stato ufficializzato il primo accordo di moltiplicazione per la bietola portaseme. Nella campagna 2011 sono stati moltiplicati in Emilia-Romagna poco più di 4.600 ettari di bietola da zucchero da seme, mentre gli ettari destinati complessivamente a colture orticole raggiungono in Italia i 15.000 ettari. Larga parte di queste sementi vengono esportate, per un valore che per il 2010 è stato superiore a 75 milioni di euro.

SCIOPERO TIR, DOSSIER CONFAGRICOLTURA AL MINISTRO DELL’INTERNO: “IN SICILIA PERDITA SECCA PER 500 MILIONI EURO. IN FUMO SALARI PER 3 MILIONI"

Fonte: Confagricoltura

70 MILA TONNELLATE DI ORTOFRUTTA AL MACERO

“Da Torino, a Napoli, a Palermo scaffali vuoti per i rifornimenti di frutta, verdura, latte, fiori che, per lo sciopero dei Tir, non arrivano a destinazione. Da un lato problemi di approvvigionamenti da parte di mercati, supermarket e negozi, dall’altro le aziende agricole che stanno distruggendo i loro prodotti andati a male”. Confagricoltura - che ha attivato una task force per monitorare l’emergenza provocata dalla protesta degli autotrasportatori – sta facendo costantemente il punto.


La situazione più grave è indubbiamente quella siciliana che dal 15 gennaio sta subendo i contraccolpi del blocco dei Tir. Dal dossier inviato da Confagricoltura Sicilia al ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri emerge la totale paralisi di tutte le attività agricole e ad esse connesse (coltivazione, allevamento, raccolta, lavorazione, approvvigionamento, coordinamento e trasporto nei mercati ed alla distribuzione). L’Organizzazione stima, solo nell’Isola, una perdita secca dell’ordine di 500 milioni di euro. Al conto vanno poi aggiunte le giornate di lavoro perse dagli operai agricoli e dell’industria agroalimentare che si sono dovute fermare per mancanza di materia prima. Solo il 10% dei lavoratori agricoli ha trovato un impiego con una perdita, in Sicilia, di 50 mila giornate lavorative e una perdita di salari per circa 3 milioni di euro.


I dati dei prodotti persi in Sicilia è impressionante: 3 milioni di litri di latte nell’area vocata del ragusano, 35 mila tonnellate di ortaggi altrettanti di agrumi, 200 tonnellate di pollame con l’impossibilità del ritiro degli animali maturi e delle uova, nel comparto floricolo 10 milioni di steli non inoltrati alla distribuzione.


“Il Paese sembra sull'orlo di una crisi di nervi, proprio nel momento in cui bisogna avere i nervi saldi - commenta il presidente della Confagricoltura Mario Guidi -. Dalla politica devono però arrivare risposte efficaci, perché questa situazione cessi immediatamente".

SCIOPERO TIR, GIUNTA CONFAGRICOLTURA: “LA FILIERA AGROALIMENTARE VERSO IL COLLASSO, PREZZI AL CONSUMO +15%; INACCETTABILE GUERRA TRA POVERI

Fonte: Confagricoltura

“Basta scioperi! Il Paese è fragile, l’agricoltura in ginocchio e tutta la filiera agroalimentare rischia il collasso”. L’appello per un rapido ritorno alla piena normalità viene dalla Giunta di Confagricoltura che oggi si è riunita per valutare l’emergenza ‘sciopero Tir’.

La situazione - fa presente Confagricoltura che sta monitorando costantemente gli avvenimenti attraverso le sue sedi territoriali - resta difficilissima con blocchi in molte zone d’Italia e con la Sicilia sotto assedio da una settimana che, con 500 Tir ogni giorno che non circolano, è sempre isolata e non riceve adeguati approvvigionamenti.

“In Calabria - spiega Confagricoltura - il latte munto non può essere consegnato; milioni di litri di cui è impossibile anche lo smaltimento come rifiuti. Problemi anche nell’approvvigionarsi dei mezzi di produzione; in Emilia Romagna cominciano a scarseggiare nelle stalle i mangimi necessari per l’alimentazione del bestiame”.

“Da un lato mercati senza prodotti, dall’altro gli agricoltori costretti a distruggere i loro beni deperibili. Sulle piazze del Nord Italia raggiungibili dai competitor stranieri – sottolinea Confagricoltura - le produzioni ortofrutticole siciliane e meridionali sono state rimpiazzate da quelle spagnole con aumenti dei prezzi al consumo del 15%”.

“Anche gli agricoltori - commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - rifiutano una imposizione come l’Imu che è eccessiva e non esiteremo nella difesa delle loro imprese, ma basta con le guerre tra poveri. Cosa trasporteranno i Tir quando le nostre aziende e l’intera filiera saranno costretti a chiudere?”.

martedì 24 gennaio 2012

SCIOPERO TIR, CONFAGRICOLTURA: L’AGRICOLTURA SICILIANA IN GINOCCHIO CONTA I DANNI A CENTINAIA DI MILIONI. RENDERE SUBITO OPERATIVE LE MISURE PROMESSE

Fonte: Confagricoltura

“Abbiamo assistito a situazioni inaccettabili di prevaricazione, agli agricoltori è stato impedito anche di porre prodotti nelle celle frigorifere e di trasportare con propri mezzi i prodotti. La notizia che il governo ha assicurato alla Ue che assumerà tutte le misure necessarie a porre fine ai blocchi degli autotrasportatori, giunge quanto mai opportuna. Un intervento immediato e risolutivo non poteva essere più rinviato per restituire alla maggioranza dei cittadini e degli agricoltori il diritto al lavoro e la fine di gravissimi disagi”. Lo sottolinea Confagricoltura, in relazione allo sciopero dei Tir che ha vissuto una tragica giornata segnata da un incidente mortale tra i manifestanti.

“La dissennata protesta dell’autotrasporto si è riverberata prevalentemente sulle imprese agricole, soprattutto nel Meridione ed in particolare in Sicilia per troppo tempo sottoposta ad un assedio dall’interno – sottolinea Confagricoltura -. Cinque giorni di agitazione hanno fatto perdere nell’Isola ortofrutta e latte per centinaia di milioni di euro. L’agricoltura siciliana è allo stremo”.

Confagricoltura ha attivato un’unità di crisi per fronteggiare la nuova emergenza, quella relativa alla protesta degli autotrasportatori, sta raccogliendo in tempo reale i dati dal territorio e monitorando l’evolversi della situazione. Di ora in ora, infatti, gli effetti del blocco appaiono sempre più gravi. Nelle aree del Meridione e della Sicilia interessate dai blocchi, mediamente vengono prodotte ogni giorno generi alimentari per un valore di circa 34 milioni di euro, che in gran parte vanno perduti.

A ciò – conclude l’Organizzazione - si aggiungono gli effetti occupazionali. La raccolta, la preparazione alla vendita e le forniture sono interrotte da oltre una settimana, determinando, sino ad ora, la perdita di oltre 500 mila giornate di lavoro equivalenti a 30 milioni di euro di retribuzione.

PESCA, CATANIA: 6 MILIONI DI EURO PER SVILUPPO DEL SETTORE, CONVENZIONI, ASSISTENZA TECNICA E AGEVOLAZIONI PER L’ACCESSO AL CREDITO

Fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

“Abbiamo destinato i rientri dei mutui concessi, nell’ambito del credito peschereccio, a iniziative per lo sviluppo del settore attraverso convenzioni, assistenza tecnica e agevolazioni per l’accesso al credito. Tutto ciò in un quadro di procedure semplificate e trasparenti”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha commentato questa mattina, durante la conferenza stampa in cui ha illustrato il ‘pacchetto agroalimentare’ inserito nel decreto liberalizzazioni, i contenuti della misura per la pesca che prevede l’attivazione di convenzioni per lo sviluppo della filiera ittica.
“Sono stati così indirizzati circa 6 milioni di euro allo sviluppo del settore. Il Ministero sta inoltre lavorando – ha aggiunto Catania - per definire delle misure che consentano di attivare la spesa dei fondi già assegnati alla pesca, per arricchire il pacchetto di interventi per la crescita del comparto”.
“La pesca italiana – ha concluso il Ministro - è parte della pesca europea. Non esistono dunque margini per modificare i regolamenti comunitari, ipotizzando deroghe di varia natura. Invito perciò tutti i soggetti interessati a non farsi promotori di proposte che possano generare aspettative ingiustificate nei nostri pescatori. Voglio infine confermare anche in questa circostanza il mio impegno per condurre un negoziato leale e serrato nell’ambito della Riforma della Politica comune della pesca (PCP), affinché la pesca italiana, nelle nostre Regioni e nel Mediterraneo, trovi nuove energie per il suo futuro e per la tutela delle risorse biologiche, senza le quali non esisterebbe”.

MERCATO DEL LAVORO: AVVISO COMUNE DELLE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE, COOPERATIVE E SINDACATI DEI LAVORATORI PER NUOVE REGOLE.

Fonte: CONFAGRICOLTURA, COLDIRETTI, CIA, FEDAGRI-CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP-AGROALIMENTARE, AGCI-AGRITAL, FLAI-CGIL, FAI-CISL E UILA-UIL

Il documento all'attenzione del Governo

Contestualmente all’apertura del confronto tra Governo e Parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro, le Organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro e dei lavoratori agricoli (Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare, Agci-Agrital, Flai.Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil) hanno sottoscritto un avviso comune in materia di lavoro e previdenza, che è stato inviato al presidente del Consiglio Monti e ai ministri per il Welfare Fornero, per le Politiche agricole Catania e per lo Sviluppo economico Passera, con una richiesta di incontro.

L’intesa - che dà seguito alle buone relazioni sindacali che caratterizzano il settore primario – contiene importanti proposte in materia di semplificazione amministrativa e burocratica, e indicazioni per ridurre la pressione fiscale e contributiva sul lavoro, soprattutto per chi opera in zone che attualmente non usufruiscono di alcun tipo di agevolazione.

Importanti anche le proposte finalizzate a proseguire l’azione di contrasto al lavoro sommerso, irregolare e fittizio, nonché a definire interventi mirati a salvaguardare i livelli occupazionali e a favorire una migliore occupazione nel settore agricolo.

Inoltre, sulla base dell’accordo, le Organizzazioni dei datori di lavoro e dei sindacati ritengono necessario intervenire sulle rigidità burocratiche che rendono difficile l’assunzione di lavoratori extracomunitari e stagionali.

L’Avviso comune sottolinea anche l’importanza di rendere più trasparente il mercato del lavoro in agricoltura e di migliorare il sistema di tutele in favore dei lavoratori del settore.

Ne conseguono soluzioni, quali quelle individuate nel documento, per restituire alla previdenza agricola l’importanza e la dignità che merita, anche mediante una più pertinente organizzazione delle funzioni all’interno dell’Inps, oggi molto carente e spesso problematica. Occorre, peraltro, risolvere alcune criticità interpretative che hanno generato un ingente contenzioso amministrativo e giurisdizionale.

Le Organizzazioni firmatarie hanno chiesto al Governo un incontro con l’auspicio che le sollecitazioni che arrivano in modo congiunto dal mondo agricolo vengano raccolte e tradotte presto in provvedimenti attuativi di carattere legislativo o amministrativo.

AGRICOLTURA E GRANDE DISTRIBUZIONE, RABBONI ESPRIME APPREZZAMENTO PER LE PROPOSTE CONTENUTE NEL DECRETO LIBERALIZZAZIONI.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

"Accolte alcune proposte che questa Regione da tempo sostiene".

Bologna - Forte apprezzamento e sostegno al ministro dell'agricoltura Mario Catania che nel corso di una conferenza stampa ha illustrato le norme sui rapporti commerciali nelle filiere agroalimentari contenute nel DL liberalizzazioni, sono stati espressi dall'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni. "Vediamo accolte alcune delle proposte che come Regione Emilia-Romagna da tempo sosteniamo in tema di rapporti con la moderna distribuzione - ha detto Rabboni - e che ancora la settimana scorsa abbiamo illustrato alla Commissione Agricoltura. Come ha giustamente sottolineato il Ministro non si tratta di misure contro la Grande Distribuzione, ma di norme che fissano regole di trasparenza ed equità indispensabili per una crescita comune delle diverse componenti della filiera e a garanzia del consumatore." Tra i punti illustrati dal ministro Catania, Rabboni considera di particolare interesse quelli relativi all'obbligo della forma scritta per i contratti che abbiano ad oggetto la cessione di beni agricoli ed alimentari; il divieto di comportamenti sleali nei rapporti di filiera; la fissazione del termine di pagamento a 60 giorni per le cessioni di prodotti alimentari non deteriorabili, ridotto a 30 giorni per quelli deteriorabili; la previsione di sanzioni amministrative fino a 500mila euro nel caso di non rispetto delle norme previste. "Finalmente un Governo e un Ministro che affrontano una delle principali criticità dell'agroalimentare italiano, fonte di ricorrenti difficoltà per le aziende agricole, tradizionale anello debole della filiera. Naturalmente non faremo mancare in sede di Conferenza Stato-Regioni le nostre osservazioni e proposte integrative. E' comunque importante che il tema sia stato posto".

COLDIRETTI: I GIOVANI POSSONO CONTARE SU CREDITAGRI. DALL’ASSEMBLEA SEGNALI DI ATTENZIONE PER GLI INVESTIMENTI E LE NECESSITA’ DELLE IMPRESE.



Fonte: Coldiretti Ferrara

Una affollatissima sala conferenze ha salutato in Camera di Commercio l’assemblea provinciale dei Giovani di Coldiretti. CreditAgri snodo concreto ed operativo per l’accesso al credito, la valutazione d’impresa e la concessione di garanzie per il mondo agricolo. Già operativi a Ferrara.

Sono iniziate ieri, lunedì 23 gennaio da Ferrara, con oltre 100 presenti, le assemblee dei Giovani di Coldiretti, imprenditori che stanno rivolgendo le proprie attività in direzioni nuove e più attive rispetto alle altre imprese “senior” e che possono contare su strumenti di affiancamento e sostegno dedicati proprio a loro.
E’ quanto emerso dai lavori dell’assemblea di Giovani Impresa Ferrara che ha voluto fortemente mettere al centro dell’attenzione il tema del credito e delle garanzie per le imprese agricole che vogliono crescere, diversificare, investire.
Caratteristiche tipiche dei giovani, che a livello regionale sono circa 6.000, un decimo delle quali (610) ferraresi, e che secondo i dati del censimento ISTAT dell’agricoltura 2010, mediamente, possiedono una superficie superiore del 70% rispetto alla media regionale rilevata dal censimento agricolo 2010 (23,44 ettari contro il 14,63) e un fatturato più elevato del 79% della media e il 55% di occupati in più.
“I giovani – osserva Sergio Gulinelli, delegato provinciale di Giovani Impresa Ferrara – stanno spingendo le loro imprese verso una più elevata capacità competitiva e una maggiore innovazione. Secondo le nostre rilevazioni il 78% delle imprese guidate da giovani investe sul miglioramento dei prodotti aziendali e l’80% per presidiare il mercato punta a nuove formule commerciali, come la vendita diretta e la multifunzionalità. Abbiamo però bisogno di supporto e di strumenti efficaci, al passo con i tempi e quindi più rapidi nelle risposte, che si tratti di garanzie per l’accesso al credito, che di procedimenti per acquisire terreni, che di finanziamento di progetti di miglioramento aziendale e di investimento.”
Sostegno e soddisfazione per la nutrita presenza di giovani è stata espressa anche dai rappresentanti delle istituzioni presenti, dalla senatrice Bertuzzi, alla presidente della provincia di Ferrara, Zappaterra, al neo assessore all’agricoltura, Calderoni (che ha esordito sottolineando la necessità di difendere le nostre produzioni, anche dall’assalto del falso made in Italy, condividendo la battaglia di Coldiretti sul caso SIMEST), all’assessore Marescotti, in rappresentanza del Comune di Ferrara.
La relazione di Gulinelli ha toccato lo spirito delle imprese giovani, evidenziando le tante difficoltà che nel settore agricolo rendono difficile iniziare l’attività, soprattutto per chi proviene da altre esperienze e non ha capitali propri o di famiglia con i quali dare garanzia al sistema bancario o per riuscire ad accedere al sistema dei PSR.
E CreditAgri, realtà fortemente voluta da Coldiretti, per voce del responsabile per l’Emilia-Romagna, Nolletti e del presidente nazionale, Piazza, ha confermato la propria disponibilità nell’essere a fianco delle imprese, in particolare di giovani imprenditori, per valutare progetti, comprenderne la sostenibilità e mettere a disposizione attraverso prodotti specifici e le circa 150 convenzioni territoriali con banche sia di rilievo nazionale che locale, le soluzioni più opportune, affiancate da un sistema di garanzie tagliate su misura ed un monitoraggio di periodo per massimizzare l’investimento.
Riprendendo le fila del ragionamento, dopo che l’assessore regionale all’agricoltura Rabboni ha evidenziato il buon numero di azioni attivate all’interno del PSR, a favore di giovani imprenditori sino a 40 anni (dall’insediamento, agli investimenti, alla formazione), il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello ha rimarcato i grandi cambiamenti del settore agricolo, anche sotto il versante culturale, e la necessità di adeguare gli strumenti a tempi più veloci, dove spesso le imprese devono rispondere alle sollecitazioni ed alle opportunità in tempo reale e non possono permettersi di attendere mesi o anni da parte del pubblico. Un pubblico che deve farsi carico di migliorare le proprie performance nei confronti delle imprese, proseguendo sulla via della semplificazione e su servizi di valore concreto, in una visione che sia più d’impresa che di burocrazia, svecchiando metodi e situazioni che ancora pesano sulle attività. Un richiamo anche concreto, ad esempio sulle norme per i rifiuti di origine agricola, sulle delibere in difesa del vero made in Italy, sulle banche locali che ancora non sono entrate pienamente nell’attività di CreditAgri e sono state sollecitate ad un ruolo diverso e più attivo.

SCIOPERO TIR, PER L’AGRICOLTURA UN COLPO MICIDIALE: TONNELLATE DI PRODOTTI RISCHIANO DI FINIRE AL MACERO, CON DANNI PER DECINE DI MILIONI DI EURO

Fonte: Cia Ferrara

La Cia, pur capendo le ragioni della protesta, chiede senso di responsabilità da parte di tutti. Occorre al più presto una soluzione per evitare nuovi problemi sia al settore primario che ai consumatori.

“Siamo molto preoccupati per le conseguenze dello sciopero dei tir sull’agricoltura. Il lungo fermo degli autotrasportatori in Sicilia ha già messo in ginocchio l’intera l’economia agricola regionale, con danni per quasi 60 milioni di euro. Ora l’espandersi della protesta in tutt’Italia può davvero dare un colpo mortale al settore primario, già provato dalle misure della manovra che colpiscono gli agricoltori con una sorta di patrimoniale in campo”.
Lo afferma Lorenzo Boldrini presidente della Cia di Ferrara, in merito al dilagare della mobilitazione dei tir.
“Vogliamo evitare pericolose contrapposizioni tra autotrasportatori e produttori, ma l’agricoltura italiana ha già pagato un conto molto salato per questi giorni di blocco della circolazione -ricorda Boldrini-. Gli agricoltori siciliani sono stati costretti a far marcire sui campi tonnellate di prodotti altamente deperibili, come frutta e verdura, oltre a buttare litri e litri di latte fresco andato a male. Se non si ripristina al più presto la normalità nel comparto dell’autotrasporto, la situazione dei produttori non potrà che peggiorare, non riuscendo più a stoccare i prodotti né a consegnare le merci rispettando tempi e contratti di filiera.”
“Per questo, pur capendo le ragioni della protesta – sottolinea Boldrini - riteniamo indispensabile che la vertenza, apertasi subito dopo l’aumento delle accise sui carburanti, trovi al più presto una giusta ricomposizione. D’altra parte sono gli agricoltori a subire per primi gli effetti del “caro-gasolio”, necessario non solo per il riscaldamento delle serre ma anche per l’alimentazione dei mezzi meccanici.”
Insomma, adesso serve senso di responsabilità da parte di tutti.
“Occorre un pronto chiarimento tra governo e autotrasportatori, così da evitare nuovi problemi non solo al disastrato settore primario -conclude il presidente Cia - ma anche ai consumatori finali, cha a breve potrebbero trovare supermercati vuoti e prezzi alle stelle. A pagare, quindi, sarebbero ancora una volta i più deboli, rappresentanti di quell’economia reale flagellata da una crisi finanziaria di cui non hanno colpe.”

BLOCCO TIR, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): "BISOGNA TORNARE SUBITO ALLA NORMALITA’ MA LE AUTORITA’ INTERVENGANO EFFICACEMENTE NEL MERITO DELLE QUESTIONI"

Fonte: Confagricoltura

“Le modalità della protesta degli autotrasportatori sono inaccettabili, anche se possiamo comprenderne i motivi. Un'azione così radicale ha messo in ginocchio un settore come quello agricolo già durissimamente provato dalla congiuntura. E questo l'Italia non se lo può permettere”. Cosi il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, interviene sul dilagare a macchia d'olio dei blocchi operati dagli autotrasportatori in sette regioni italiane.

“Gli agricoltori, dal blocco dei Tir in atto, stanno subendo una tripla penalizzazione – sottolinea Mario Guidi - i nostri prodotti, deperibili, non possono essere stoccati; non abbiamo potuto rispettare i contratti di fornitura, sottoscritti all’estero ed in Italia, con i buyer e la grande distribuzione che quindi si approvvigionano all’estero; per produrre subiamo il caro-carburanti come gli autotrasportatori”.

LE CONGRATULAZIONI DI CONFAGRICOLTURA A PAOLO DE CASTRO PER LA RICONFERMA A PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA

Fonte: Confagricoltura

Confagricoltura ha accolto con viva soddisfazione la riconferma per acclamazione di Paolo De Castro a presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo.

«L’on. De Castro - ha commentato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - è competente e conosce bene i problemi del settore agricolo, cosa che gli viene riconosciuta da tutte le varie componenti dell’Europarlamento. Il suo impegno fattivo e concreto, la sua azione accorta ed equilibrata sono indispensabili per una nuova politica europea per l’agricoltura che soddisfi le necessità e le attese del settore primario».

lunedì 23 gennaio 2012

PARLAMENTO UE: DE CASTRO RIELETTO PRESIDENTE COMMISSIONE AGRICOLTURA


Fonte: Redazione di Agreste

Bruxelles - Paolo de Castro e' stato rieletto per acclamazione presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo. Il suo mandato durera' fino al termine della legislatura. "Ringrazio i colleghi per la fiducia conferitami - ha dichiarato de Castro subito dopo il voto - fiducia che va nel segno
della continuita' di impegno e lavoro a sostegno dell'agricoltura europea". "Durante il mandato - ha proseguito de Castro - lavoreremo in una fase delicata caratterizzata dal negoziato sulla riforma della politica agricola comune. Una prova importante che ci carica di responsabilita' e ci pone innanzi alle nuove sfide di un'agricoltura che sta ridisegnando i propri scenari futuri. Il mio impegno - ha concluso de Castro - sara' orientato a continuare a far valere una voce unica e decisa del Parlamento europeo per la tutela degli agricoltori e dei cittadini europei".

COLDIRETTI: LE GIOVANI IMPRESE SI ATTREZZANO PER BATTERE LA CRISI. FONDAMENTALE L’ACCESSO AL CREDITO



FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Ferrara, lunedì 23 gennaio alle 10.00 Giovani Impresa Coldiretti in assemblea presenta il quadro dell’imprenditoria giovanile e le risposte di CreditAgri sul credito.

Le imprese agricole guidate da giovani sono tra le più vitali dell’agricoltura emiliano romagnola e ferrarese. E’ quanto risulta da una indagine di Giovani Impresa dell’Emilia Romagna, l’associazione dei giovani di Coldiretti che da lunedì 23 gennaio darà il via alle assemblee territoriali in preparazione all’assemblea nazionale, partendo proprio da Ferrara.
Le quasi 6.000 imprese agricole dell’Emilia Romagna guidate da giovani con meno di 40 anni (a Ferrara sono circa 610, su un totale rilevato di 7.293) – rileva Coldiretti – possiedono mediamente una superficie superiore del 70% rispetto alla media regionale rilevata dal censimento agricolo 2010 (23,44 ettari contro il 14,63) e un fatturato più elevato del 79% della media e il 55% di occupati in più.
“I giovani – continua Coldiretti – stanno spingendo le loro imprese verso una più elevata capacità competitiva e una maggiore innovazione. Secondo le nostre rilevazioni il 78% delle imprese guidate da giovani investe sul miglioramento dei prodotti aziendali e l’80% per presidiare il mercato punta a nuove formule commerciali, come la vendita diretta e la multifunzionalità. Abbiamo però bisogno di supporto e di strumenti efficaci, al passo con i tempi e quindi più rapidi nelle risposte, che si tratti di garanzie per l’accesso al credito, che di procedimenti per acquisire terreni, che di finanziamento di progetti di miglioramento aziendale e di investimento. Per questo come Giovani Coldiretti vogliamo far conoscere quello che la nostra organizzazione può mettere a disposizione delle imprese - conclude Sergio Gulinelli, delegato provinciale di Giovani Impresa Ferrara - in un concetto di rete di supporto alle nostre capacità di innovazione e di progettazione per il futuro delle imprese agricole, dove sempre più si impone la necessità di essere in grado di cogliere le opportunità e di cambiare l’assetto aziendale anche molto rapidamente”.

COLDIRETTI: I SOCI DELLA ZONA DI MESOLA IN ASSEMBLEA

FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Lunedì 23 alle 20,30 alla Sala Civica di Bosco Mesola l¹incontro con i soci
per affrontare le problematiche del settore .

Continua il ciclo di incontro su tutto il territorio provinciale di
Coldiretti con la propria base associativa per confrontarsi sulle principali
questioni del settore agricolo ed impostare, anche con i suggerimenti e le
proposte dei propri soci, l¹attività sindacale e di azione per il nuovo
anno, che non si presenta facile ma che l¹organizzazione agricola intende
affrontare in modo costruttivo, evidenziando i problemi ma anche le
possibili soluzioni.
La prossima assemblea territoriale è quella di Bosco Mesola, in programma
lunedì 23 gennaio, alla Sala Civica alle 20,30.
I temi in programma riguardano l¹analisi delle principali direttrici che
riguardano l¹economia agricola, sia a livello nazionale che locale, a
partire dalla crisi dell¹ortofrutta, di particolare interesse in una delle
aree più dinamiche della nostra provincia, dal forum internazionale di
Cernobbio sull¹agroalimentare, alle ipotesi sul tavolo per la nuova politica
agricola comune (PAC), per finire con aggiornamenti sullo smaltimento dei
rifiuti di origine agricola a Ferrara, la nuova legge regionale su
semplificazioni e controlli in agricoltura, i provvedimenti che toccano il
settore derivanti dalla manovra del governo di fine anno.
Saranno presenti il presidente provinciale e vice presidente nazionale di
Coldiretti, Mauro Tonello, il direttore Luigi Zapponi, il segretario di
Zona, Franca Maccapani, oltre ai dirigenti locali dell¹organizzazione.

FONDI PER LO ZUCCHERO, IL PRESIDENTE DI ANB GUIDI

FONTE: ANB

“I 35 MILIONI SBLOCCATI DAL CIPE PRIMO IMPORTANTE SEGNALE DELLA VOLONTA’ DI MANTENERE LE PROMESSE FATTE AI BIETICOLTORI”

“La delibera del Cipe che sblocca i fondi destinati al settore bieticolo-saccarifero per la campagna bieticola 2009-2010 è un primo importante segnale della volontà di rispettare le promesse fatte a suo tempo ai bieticoltori, alle imprese ed ai lavoratori dell’intera filiera bieticola”.
Questo il commento del Presidente di ANB, Mario Guidi, alla notizia che è stata definita una prima assegnazione di 35 milioni di euro a copertura dell’aiuto nazionale previsto per la campagna bieticola 2009-2010 dello zucchero.
“In questa direzione positiva – prosegue il presidente Guidi – ci auguriamo che giunga al più presto il successivo provvedimento destinato a coprire l’intero importo dell’aiuto anche per la campagna bieticola 2010-2011”.

ANGA-CONFAGRICOLTURA: “SENZA MISURE DI SVILUPPO IN AGRICOLTURA NON C’E’ FUTURO PER I GIOVANI”

FONTE: ANGA

“Governo e Parlamento devono avere coraggio e dimostrare, con un atto di responsabilità maggiore attenzione per chi vive di agricoltura: l’agroalimentare è il primo settore produttivo d’Italia. Fare cassa a colpi di tasse, genera un effetto recessivo, aumenta l’incertezza e distoglie l’attenzione da riforme che puntino su crescita e sviluppo, incoraggiando esportazione e consumi, dando ai giovani prospettive, futuro e occupazione”. Lo ha detto il presidente dei giovani di Confagricoltura, Nicola Motolese.

“Siamo preoccupati: la manovra ha messo a rischio la sopravvivenza del settore e, nonostante la boccata d’aria della proroga per l’accatastamento dei fabbricati rurali al 30 giugno, l’emergenza nelle campagne italiane aumenta sempre di più - continua Motolese -. Siamo costretti a pagare due volte gli aumenti, come cittadini e come agricoltori: un carico fiscale insostenibile, in totale assenza di misure per lo sviluppo del settore ”.

“Quella che abbiamo di fronte è una vera e propria patrimoniale agricola che graverà ben del 4,5% Pil globale, contro l’1,3% di media. Senza calcolare l’Imu sui fabbricati rurali, che tasserà di fatto i mezzi di produzione per le imprese agricole - conclude il presidente dell’Anga -. Si tratta, oltre alle abitazioni occupate, di 350 mila case non occupate, 1.100.000 stalle e ricoveri per animali, 1.380.000 fabbricati adibiti a depositi, magazzini, frantoi, stalle e ricoveri per macchine”.

RIUNIONI ZONALI 2012 DI CONFAGRICOLTURA FERRARA

FONTE: CONFAGRICOLTURA FERRARA

L’anno che si è appena concluso ha visto a Ferrara, in occasione della Assemblea Generale dei Soci svoltasi il 16 dicembre scorso, la presenza del Presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. Assemblea molto partecipata, tra cui numerosi rappresentanti delle Istituzioni, Autorità e rappresentanti delle altre Organizzazioni di categoria.

L’occasione è stata propizia per fare un giro d’orizzonte e mettere sotto la lente d’ingrandimento le tante ombre che, se non verranno presto dissolte, renderanno sempre più problematica la redditività e la continuità delle nostre imprese agricole.

Nelle stesse ore del varo della manovra economica da parte del governo Monti, Mario Guidi affermava che “il provvedimento, così com’è, brucia il 10% del valore aggiunto prodotto in agricoltura, innescando una vera emergenza sociale, oltre che economica”.

Giudizio, quindi, durissimo ed indice puntato, in particolare, sull’impostazione generale delle misure governative rispetto al settore agricolo, chiamato a nuovi pesanti oneri, ma estromesso da ogni possibile sostegno utile allo sviluppo produttivo ed occupazionale. Sottovalutando o ignorando, inoltre, che l’agroalimentare, come è stato giustamente ricordato in occasione della nostra Assemblea, è il primo settore produttivo d’Italia, con il rischio, quindi, di portare al collasso tutta l’economia, sia per l’aumento dei costi di produzione sia per il crollo dei consumi.

Occorre aggiungere che gli ulteriori sacrifici che ci vengono richiesti si sommano ad un quadro critico che ci portiamo dietro da anni, ad una globalizzazione non governata, ad una instabilità politica e decisionale per il settore che ha visto alternarsi al Ministero per le Politiche agricole tre ministri nel giro di dodici mesi.

Alla luce di quanto sopra è venuto, quindi, il momento per riflettere attentamente sul settore agricolo, su come esso si inserisca nel sistema economico complessivo e con quali risorse e quali prospettive le aziende agricole dovranno gestire questa fase, probabilmente di transizione, verso un nuovo assetto.

Il 2012 può quindi rappresentare un anno di svolta, perché tutti gli indicatori affermano che l’agricoltura, a livello globale, sarà il vero business del terzo millennio. Ed è in questo contesto che l’Organizzazione degli imprenditori agricoli dovrà sostenere un modello di azienda inserita nel mercato, pluriattiva, capace di diversificare le proprie produzioni, con flessibilità e capacità di adattamento alle condizioni instabili della politica e dei mercati.

Tutto quanto precede, come altri temi di stretta attualità, quali gli effetti economico-fiscali della manovra Monti, le proposte di riforma della Pac post 2013 ed il rinnovo del contratto provinciale di lavoro, saranno oggetto di approfondimento da parte del Presidente, Nicola Gherardi, del Direttore, Tiziano Artioli, e dei capi Servizio di Confagricoltura Ferrara.

Elenco Riunioni:

Martedì 24 gennaio ore 9,30 Sala 2000, Viale Matteotti - BONDENO

Mercoledì 25 gennaio ore 9,30 Sala Comunale, P.zza Pertini 2 – CONSANDOLO

Giovedì 26 gennaio ore 9,30 Circolo Amici, Viale Verdi 7 – TRESIGALLO

Giovedì 26 gennaio ore 16,00 Centro Pandurera, Via XXV Aprile n. 11 – CENTO

Venerdì 27 gennaio ore 9,30 Sala Conferenze Confagricoltura Ferrara, Via Bologna 637/b – CHIESUOL DEL FOSSO

Venerdì 27 gennaio ore 16,00 Sala Torre , Via Roma - COPPARO

MILLEPROROGHE, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “SE LA STRADA DEL CONFRONTO COSTRUTTIVO NON SERVE, RICORREREMO AD ALTRI PERCORSI”

FONTE: CONFAGRICOLTURA

“Il carico fiscale, insopportabile, sui fabbricati rurali, è rimasto invariato e continuano a non arrivare le misure per lo sviluppo dell’agricoltura. Non intendiamo morire senza difenderci”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi alla notizia del ritiro alla Camera dell’emendamento sull’Imu nell’ambito dell’esame del Milleproroghe.

“Abbiamo sollecitato più volte gli interventi necessari ed indicato, in modo dettagliato, gli interventi per la crescita – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - . Se la strada del confronto costruttivo non serve, ricorreremo ad altri percorsi”.

COLDIRETTI: GOVERNO NON PROVOCHI GLI AGRICOLTORI



FONTE: COLDIRETTI

Ferma reazione di Coldiretti sulla decisione del Governo nel decreto mille proroghe di non riconoscere un trattamento diversificato nel trattamento fiscale tra chi il terreno lo usa per vivere e lavorare e chi ne è solo proprietario.


Gli atteggiamenti come questi di oggi rischiano di essere letti come vere provocazioni nei confronti del mondo agricolo che in un momento così difficile sarebbe bene astenersi dal fare. E quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alla decisione del Governo, attraverso il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, di chiedere il ritiro dell’emendamento che prevedeva una differenziazione del trattamento fiscale di chi il terreno lo usa per vivere e lavorare. Un provvedimento - conclude Marini - a costo zero per lo Stato che riportava equità in una norma nata male e che aveva già avuto il via libera del Parlamento e dei Ministeri dell’economia e delle Politiche Agricole.
“Siamo stupiti della decisione, che speriamo sia frutto di una incomprensione e non della vera volontà di non tenere conto della necessità di una sostanziale differenza tra i veri agricoltori e gli agricoltori della domenica – sottolinea il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello – altrimenti il livello del confronto sui provvedimenti e sulle manovre potrebbe in breve cambiare”.

COLDIRETTI: TASSE ITALIANI FINANZIANO FALSO MADE IN ITALY E PORTANO VIA POSTI DI LAVORO E REDDITO



FONTE: COLDIRETTI

Finto pecorino di stato e salumi fasulli con fondi pubblici.

La produzione di pecorino e caciotta in Romania come la vendita all’estero di salame calabrese fatto però negli Stati Uniti sono state finanziate con le tasse degli italiani senza alcun beneficio per il Paese ma facendo anzi concorrenza sleale a tutte le produzioni tipiche espressione vere del territorio. E’ quanto emerge nella prima relazione sulla contraffazione e pirateria nell’agroalimentare elaborata dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sulla base dell’audizione del presidente della Coldiretti Sergio Marini. La Coldiretti ha avviato una mobilitazione sui finanziamenti accordati dalla finanziaria pubblica Simest a iniziative che danneggiano il Made in Italy. Un evidente caso di “utilizzo improprio di risorse pubbliche”, destinate alla produzione e distribuzione di prodotti alimentari nati all’estero, presentati come italiani, ma che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo del Paese. Un esempio concreto su dove colpire per evitare non solo che le risorse pubbliche vengano sprecate, ma che facciano addirittura danni al Made in Italy. La Coldiretti denuncia che l’attività della “Società italiana per le imprese all’Estero Simest s.p.a.”, società finanziaria controllata dal Ministero dello sviluppo economico si indirizza verso investimenti in attività di delocalizzazione che sottraggono colpevolmente opportunità di lavoro e occupazione al sistema Italia”. In sintesi, il Ministero dello Sviluppo, attraverso la Simest, sta finanziando imprese italiane per produrre e commercializzare all’estero prodotti che di italiano hanno solo il nome. Prodotti che nascono all’estero, con materia prima e manodopera estere. E’ il caso dell’azienda casearia Lactitalia che è partecipata da Simest al 29,5 per cento e produce in Romania formaggi con nomi italiani “Caciotta” e “Pecorino”, ma lo Stato italiano promuove le vendite all’estero del salame calabrese prodotto negli Stati Uniti e venduti a New York dalla salumeria Rosi del Gruppo Parmacotto. Per il presidente Sergio Marini non è politicamente, economicamente e moralmente accettabile che lo Stato, che rappresenta tutti i cittadini italiani, finanzi direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti alimentari che contaminano il valore del territori facendo concorrenza sleale a tutte le produzioni tipiche vere espressioni di quei territori. Di fronte a questa situazione la Coldiretti si pone due domande:

• Quali vantaggi traggono i cittadini italiani dal finanziamento pubblico di queste operazioni in termini occupazionali ed economici ?

• Anziché finanziare il ritorno delle imprese in Italia perchè lo Stato investe risorse pubbliche per finanziare produzioni all’estero ?

Su questo tema Coldiretti ha avviato nelle scorse settimane un’azione di sensibilizzazione con la richiesta ad istituzioni pubbliche (comuni, province, camere di commercio, consorzi di tutela) ed associazioni di cittadini e consumatori, di condividere la denuncia di Coldiretti affinchè il Governo intervenga con urgenza.
Anche l’assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna ha appoggiato la posizione di Coldiretti ed una prima interrogazione parlamentare è stata presentata per conoscere come il ministro per lo sviluppo economico voglia intervenire sulla questione, definita dall’Assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni “un caso di schizofrenia istituzionale”.

COLDIRETTI: CON STOP A FALSO AGROALIMENTARE TRIPLICA EXPORT E SI CREANO 300.000 POSTI DI LAVORO



FONTE: COLDIRETTI

I risultati della prima relazione parlamentare sulla contraffazione e pirateria dei prodotti agroalimentari italiani presentati nella sede Coldiretti. Identità made in Italy a rischio “tarocca menti” e frodi.
Le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare con una radicale azione di contrasto al falso Made in Italy E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini sulla base dei risultati della prima relazione sulla contraffazione e pirateria nell’agroalimentare elaborata dalla Commissione Parlamentare di inchiesta. Secondo l’analisi Coldiretti/Eurispes, per giungere ad un pareggio della bilancia commerciale del settore agroalimentare italiano, ad importazioni invariate, sarebbe sufficiente recuperare quote di mercato estero per un controvalore economico pari al 6,5 per cento dell’attuale volume d’affari del cosiddetto “Italian sounding”. Ad essere colpiti sono i prodotti piu’ rappresentativi dell’identità alimentare come è stato evidenziato dall’esposizione della Coldiretti sui casi piu’ eclatanti di pirateria alimentare divisi per regione. Se sul piano nazionale le recenti operazioni hanno scoperto falsa mozzarella di bufala dop, ma anche vino ed olio etichettati come doc e dop senza documenti di tracciabilità, a livello internazionale sono state scovate aberrazioni, dai pomodori San Marzano coltivati in Usa al “Parma salami” del Messico, dal Parmesao del Brasile allo Spicy thai pesto statunitense, dall’olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna al Chianti prodotto in California, ma anche una curiosa “mortadela” siciliana dal Brasile, un “salami calabrese” prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. Il comune denominatore degli esempi di imitazione e contraffazione di prodotti agroalimentari italiani è la spinta motivazionale da cui tali comportamenti traggono origine e si diffondono a livello globale. Tale spinta motivazionale consiste nell’opportunità, per un’azienda estera, di ottenere sul proprio mercato di riferimento un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, associando indebitamente ai propri prodotti valori riconosciuti ed apprezzati dai consumatori stranieri, come quelli del vero Made in Italy agroalimentare, in primis la qualità. Una concorrenza sleale nei confronti dei produttori nazionali con il rischio che, soprattutto nei Paesi emergenti come la Cina, si radichi tra i consumatori un falso Made in Italy che non ha nulla a che fare con il prodotto originale e che toglie invece spazio di mercato ai prodotti autentici.
Dopo il contrasto all’evasione fiscale è necessario quindi avviare anche la lotta alla contraffazione dalla quale possono venire fino a trecentomila nuovi posti di lavoro con il fatturato del falso Made in Italy che solo nell’agroalimentare ha raggiunto i 60 miliardi di euro. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei risultati della prima relazione sulla contraffazione e pirateria nell’agroalimentare elaborata dalla Commissione Parlamentare di inchiesta che è stata oggetto di un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro per le Politiche Agricole Mario Catania, il Procuratore Antimafia Pietro Grasso e il Presidente della Coldiretti Sergio Marini. “Il fatto che per effetto della falsificazione vengano sottratti all’agroalimentare nazionale ben 164 milioni di euro al giorno dimostra che il contrasto all’evasione fiscale, la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’ area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. La lotta alla contraffazione alimentare è considerata prioritaria dalla maggioranza dei cittadini anche rispetto ad altri settori come il tessile: le frodi a tavola sono le piu’ temute da sei italiani su dieci, secondo una indagine Coldiretti/Swg. Ai rischi per la salute si sommano i danni di immagine provocati al Made in Italy che nell’alimentare è il piu’ copiato a livello internazionale per i grandi risultati raggiunti sul piano della qualità

giovedì 19 gennaio 2012

QUOTE LATTE, CONFAGRICOLTURA: DAL TAR DEL LAZIO 30 SENTENZE IN UN MESE A FAVORE DI CHI HA RISPETTATO LE REGOLE

Fonte: Confagricoltura


“Solo in questo primo mese dell’anno sono più di trenta le sentenze del Tar del Lazio che hanno respinto gli ennesimi ricorsi contro le multe per il superamento delle quote latte ribadendo l’obbligo, per l’amministrazione, di applicare alla produzione italiana la regolamentazione comunitaria in materia.” Lo sottolinea con soddisfazione Confagricoltura.

Le ultime decisioni del Tribunale amministrativo del Lazio si aggiungono alle sempre più numerose sentenze analoghe, confermando le ragioni dei produttori – si legge in una nota dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli -, che si sono adeguati al regime comunitario, hanno acquistato quote produttive o, se eccedentari, si sono assoggettati, nei termini di legge, al pagamento del prelievo europeo.

“E’ questa una tappa di fondamentale importanza verso la regolarizzazione del mercato del latte, troppo a lungo pregiudicato da diffusi fenomeni di scarso rispetto e addirittura di voluta elusione delle regole – conclude Confagricoltura -. Le decisioni dei Tar evidenziano l’improrogabile necessità che l’amministrazione applichi le disposizioni normative previste dalla legge, in particolare la 33/2009, in materia sia di pagamento del prelievo sia di ritiro delle quote supplementari assegnate ai produttori che non hanno applicato la norma europea“.

CAMPAGNA BIETICOLA 2012: COPROB SIGLA L’ACCORDO INTERPROFESSIONALE CHE VALORIZZA LA CONTRATTAZIONE TRIENNALE DELLE BARBABIETOLE

Fonte: Coprob

Il prezzo di 46,60 euro a tonnellata e la volontà di sviluppare una relazione continuativa con i propri conferenti attraverso la contrattazione triennale costituiscono i punti principali dell’accordo siglato tra la Cooperativa con sede a Minerbio (BO) e le Associazioni Bieticole nazionali ANB e CNB.

Bologna, 19 gennaio 2012 – COPROB, l'unico produttore cooperativo italiano di zucchero e le associazioni bieticole ANB e CNB hanno sottoscritto l’accordo per la definizione del prezzo bietola per la prossima campagna bieticolo-saccarifera, pari a 46,60 euro a tonnellata per le barbabietole da zucchero prodotte nei bacini emiliano e veneto e conferite dai propri Soci e dalle aziende agricole non aderenti alla base sociale. Tale remunerazione è raggiunta grazie al valore di 2,50 euro a tonnellata riconosciuto all’assunzione dell’impegno di coltivazione triennale per gli anni 2012, 2013 e 2014. Si tratta di un passo importantissimo ed innovativo per il settore che ha come obiettivo principale quello di garantire all’intera filiera bieticolo-saccarifera la continuità di coltivazione della bietola e la garanzia nella produzione dello zucchero italiano. L’intesa rende possibile un riconoscimento di prezzo alla produzione bieticola senza precedenti cui si aggiungerà la remunerazione del ristorno, proprio della cooperativa e per i soci ad essa aderenti, in funzione dei risultati economici di COPROB ottenuti dalla vendita dello zucchero e dalla gestione aziendale.
“La sottoscrizione di questo accordo interprofessionale – afferma il Presidente di COPROB Claudio Gallerani – conferma lo straordinario impegno profuso dal Gruppo verso i propri Soci e
più in generale verso i bieticoltori del bacino emiliano e veneto e di conseguenza nei confronti del settore bieticolo-saccarifero nazionale. Si tratta di una firma che vuole garantire stabilità e continuità ad un settore che produce un terzo del fabbisogno nazionale di zucchero e che attende da tempo l’erogazione degli aiuti nazionali - pari a circa 86 milioni ed autorizzati dall’Unione Europea - per le campagne 2009 e 2010”.

COLDIRETTI: NEL DECRETO MILLEPROROGHE CONFERMATO L’ESONERO DEL “SISTRI” PER LE IMPRESE AGRICOLE

Fonte: Coldiretti Ferrara

L’intenso lavoro di semplificazione portato avanti da Coldiretti ha portato ad un altro risultato significativo. Salvaguardata e valorizzata l’esperienza ferrarese.

Imprese agricole esonerate dal Sistri. L’intenso lavoro portato avanti da Coldiretti ha raggiunto un altro essenziale risultato sul piano della semplificazione: l'articolo 13 del decreto legge cosiddetto "milleproroghe" (decreto legge 29 dicembre 2011, n.216) conferma, fino al 2 luglio 2012, il regime di esonero dall'iscrizione al Sistri, il Sistema di tracciabilità dei rifiuti, per le imprese agricole che conferiscono fino a 100 kg l'anno di propri rifiuti a circuiti organizzati di raccolta (previsto dall’articolo 39, comma 9, del decreto legislativo 3 dicembre 2010, n.205) e sposta dal 9 febbraio 2012 al 2 aprile 2012 la data di avvio dell'operatività del sistema per diverse categorie di imprese tra cui quelle che producono rifiuti pericolosi e che hanno più di dieci dipendenti.
Per poter beneficiare del regime di esonero le imprese devono dimostrare la saltuarietà e l’occasionalità dei conferimenti di rifiuti che, sulla base dei chiarimenti contenuti nella norma di riferimento, sono: i trasporti di rifiuti pericolosi ad una piattaforma di conferimento, effettuati complessivamente per non più di quattro volte l’anno per quantitativi non eccedenti i trenta chilogrammi o trenta litri al giorno e, comunque, i cento chilogrammi o cento litri l’anno; i conferimenti, anche in un’unica soluzione, di rifiuti ad un circuito organizzato di raccolta per quantitativi non eccedenti i cento chilogrammi o cento litri all’anno.
Gli imprenditori agricoli, inoltre, devono conservare in azienda per cinque anni la copia della convenzione o del contratto di servizio stipulati con il gestore della piattaforma di conferimento o del circuito organizzato di raccolta.
Un sistema che richiama in molti aspetti l’esperienza in essere nella nostra provincia da molti anni, e che grazie ad un accordo di programma tra soggetti pubblici e privati, ha consentito sia di semplificare gli adempimenti, sia di raggiungere buoni risultati in termini di raccolta di rifiuti e quindi di corretto e sicuro smaltimento.

mercoledì 18 gennaio 2012

ORTOFRUTTA ESTIVA E GRANDE DISTRIBUZIONE, RABBONI: ANCHE IN ITALIA COME IN FRANCIA SERVONO RAPPORTI COMMERCIALI PIÙ EQUILIBRATI.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa


L'assessore emiliano-romagnolo illustra alla Commissione agricoltura della Camera una proposta per una legge nazionale.

Bologna - “Anche in Italia è urgente, come in Francia, una legge che regoli i rapporti tra i produttori ortofrutticoli e la grande distribuzione organizzata, per ristabilire pratiche commerciali più trasparenti e correggere una serie di squilibri, da tempo peraltro denunciati dalle stesse autorità nazionali ed europee di vigilanza, che penalizzano in modo ingiustificato la parte agricola.” Lo ha detto oggi a Roma l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni presentando alla Commissione Agricoltura della Camera, su invito del Presidente, on. Paolo Russo, una proposta per una legge italiana sui rapporti tra produttori di ortofrutta estiva e grande distribuzione. “L'elevato grado di deperibilità dell'ortofrutta estiva obbliga i produttori ad un’immediata collocazione del prodotto sul mercato. E' una condizione temporale che abbassa il potere negoziale degli agricoltori ed aumenta quello dei compratori, acuendo ulteriormente lo squilibrio che normalmente caratterizza i rapporti tra un'offerta agricola non particolarmente concentrata e una domanda agroalimentare concentrata per quasi il 50% in poche centrali d'acquisto nazionali. Occorre definire regole che ristabiliscano un rapporto più paritario, per garantire ai produttori il giusto reddito di impresa e ai consumatori il giusto prezzo.”

L’obbligo di contratti scritti, stop ad alcune pratiche commerciali come ribassi, ristorni o dilazioni
Tra i punti qualificanti della proposta illustrata da Rabboni, l’obbligo della contrattazione scritta nei passaggi di compravendita di ortaggi e frutta fresca consegnata sul territorio italiano, così da prevederne la quantità, le caratteristiche merceologiche e qualitative, i termini e i tempi di pagamento, le modalità di risoluzione e revisione del contratto, le cause di forza maggiore. Dovranno anche essere vietate alcune pratiche commerciali che attualmente danneggiano in modo particolare i produttori come ad esempio le rimesse o le dilazioni, i ribassi e i ristorni, l’addebito di spese non pertinenti, le vendite sottocosto. Andrà inoltre previsto l’obbligo di accordo sulle campagne promozionali. Secondo Rabboni si dovrà anche individuare il ruolo dell’Ente Pubblico, che potrà avere compiti di vigilanza e di sanzione.

COMMERCIO ESTERO, CONFAGRICOLTURA: “IL 2011 ANNO NERO PER L’EXPORT AGRICOLO. NON ANDAVA COSI’ MALE DAL 2005”

Fonte: Confagricoltura

“Il 2011 si profila una delle peggiori annate dell’export dei prodotti agricoli. Non andava così male dal 2005 (ad eccezione del 2009 che fu un anno particolare, di crisi mondiale)”. Lo sottolinea Confagricoltura sulla base dei dati sul commercio estero a novembre, diffusi oggi da Istat.

“In generale - evidenzia Confagricoltura - nei primi undici mesi del 2011 l’export agricolo registra una pessima performance crescendo del 3,4% quindi molto meno del 10,1% dell’alimentare e dell’11,9% dell’export complessivo; oltre tutto le importazioni agricole, da gennaio a novembre, sono aumentate del 18,9%”.

A novembre - ricorda la nota di Palazzo della Valle - c’è stata una nuova battuta d’arresto per l’export dei prodotti agricoli. Le vendite all’estero avevano cominciato a crescere ad ottobre, dopo i tre mesi estivi in diminuzione, ora sono ritornate in calo (-0,2%).

“Le esportazioni agricole, ed in particolare quelle dell’ortofrutta, stavano procedendo a gonfie vele nel primo trimestre dell’anno - commenta ancora Confagricoltura -; poi si è avuta la battuta d’arresto, soprattutto per l’allarme E.Coli in Germania, con ripercussioni notevoli, perdite di mercati, aumento delle importazioni, crollo delle quotazioni”.

“Dall’impasse dell’export stiamo uscendo a fatica, pur non avendo alcuna responsabilità per quanto avvenuto in Germania; ma vicende come quelle del blocco dei Tir in atto in Sicilia per la protesta degli autotrasportatori sono micidiali per il settore che deve riconquistare la piena fiducia dei mercati internazionali ”.

martedì 17 gennaio 2012

COLDIRETTI: IN REGIONE SONO GIA’ 148 GLI ENTI AL NOSTRO FIANCO CONTRO I FALSI DI STATO (14 A FERRARA)).

Fonte: Coldiretti Ferrara

Comuni, Camere di Commercio, Consorzi di tutela, associazioni dei consumatori, si sono espressi a favore della tutela del vero made in Italy e contro i prodotti fasulli che godono anche dei finanziamenti pubblici.

Un terzo dei comuni dell’Emilia Romagna ha aderito all’invito di Coldiretti regionale e si sono espressi a favore della tutela del made in Italy agroalimentare. Sono infatti 112 comuni e 4 province che hanno approvato un ordine del giorno per combattere la diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la loro vera origine e raggirano così i consumatori, che non hanno la possibilità di scegliere in modo consapevole. Ai comuni si sono aggiunti Camere di Commercio, Consorzi di Tutela, associazioni consumatori e ambientaliste, per un totale di 148 enti che in Emilia Romagna si sono espressi contro i “falsi di Stato” e chiedono di vigilare sull’attività della Simest, la società controllata dal ministero dello Sviluppo Economico, che finanzia produzioni ad imitazione di quelli tipici italiani, ma prodotti totalmente all’estero. Altri comuni ed altri enti – ricorda Coldiretti – hanno già annunciato che prenderanno delibere analoghe nei prossimi giorni.
Sulla vicenda Simest si era espresso prima di Natale già la Giunta regionale dell’Emilia Romagna che ha chiesto al Governo di introdurre “adeguati criteri per la valutazione dei progetti destinati a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, garantire la piena trasparenza dell’operato di Simest, potenziare le iniziative di contrasto alla contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani”.
A Ferrara, ad oggi, hanno deliberato a sostegno della posizione di Coldiretti, 11 comuni (anche attraverso una Unione dei Comuni), oltre al Consorzio dell’Aglio di Voghiera ed a Federconsumatori. Molte altre le amministrazioni che si apprestano ad esaminare l’ordine del giorno inoltrato in tutti i comuni della provincia, nonché all’amministrazione provinciale a fine 2011.
E’ evidente – sottolinea il presidente di Coldiretti Ferrara, Mauro Tonello – il danno che questi falsi prodotti italiani generano per le produzioni tipiche italiane, anche quelle del nostro territorio provinciale che vanta sia prodotti Dop (aglio di Voghiera) che Igp (pera e pesca, riso, asparagi, salumi, pane) che DOC e altri prodotti iscritti all’albo nazionale dei prodotti tipici. Gli alimenti prodotti all’estero traggono in inganno il consumatore circa la loro vera origine, danneggiando l’immagine delle produzioni tipiche italiane”.
Coldiretti ricorda che l’italian sounding, come viene definita la produzione di falsi alimenti che richiamano nei nomi e nei colori quelli italiani, ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro. Il dato è ancora più eclatante se pensiamo che il valore totale delle esportazioni agroalimentari italiane è pari a 28 miliardi di euro.

COLDIRETTI: RISCHIO SICCITA’ IN CAMPAGNA, QUASI A SECCO IL PO, ALLARME PER LE COLTURE E L’AMBIENTE

Fonte: Coldiretti Ferrara

Le piogge 2011 ai minimi storici secondo i dati ISAC-CNR, il Po in magra e falde dei terreni troppo basse. Rischiano i cereali e le colture arboree.

L’Emilia Romagna rischia di rimanere a secco per l’allarme siccità che è scattato dopo un 2011 con piogge ai minimi storici. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati Isac - Cnr che ha classificato il 2011 al terzo posto tra gli anni piu’ caldi degli ultimi 2 secoli. Il risultato più evidente - sottolinea la Coldiretti - è una magra straordinaria nel fiume Po, che se è già evidente nelle provincie emiliane tra non molto si manifesterà anche nella nostra provincia. Dopo la mancanza di precipitazioni che ha caratterizzato l’autunno scorso, anche il 2012 – continua Coldiretti - è stato fino ad ora segnato dall’assenza di pioggia o neve che sta provocando un allarme generalizzato sulla situazione dei principali bacini idrici e dei terreni.
A Piacenza, secondo i dati dl consorzio di Bonifica, la situazione delle risorse irrigue della provincia risulta essere nettamente al di sotto delle medie stagionali; infatti i livelli delle dighe di Mignano e di Molato, vere riserve idriche del territorio provinciale, sono rispettivamente a un quarto e a un decimo della media stagionale.
Nella zona di Parma il Po è ad un livello paragonabile a quello del periodo estivo, mentre nella diga di Ridracoli che garantisce la disponibilità idrica in tutta la Romagna ci sono solo 9,3 milioni di metri cubi di acqua, appena un terzo di quella presente normalmente in questo periodo.
La scarsità di precipitazioni ha fatto sì che anche nel ferrarese i terreni non abbiano una sufficiente riserva idrica nella falda, pericolosamente abbassatasi nel corso dei mesi passati. Se non arrivano presto precipitazioni, il risultato sarà che – sottolinea la Coldiretti – la situazione si aggraverà notevolmente con l’arrivo della primavera. Nelle campagne - conclude la Coldiretti - i terreni induriti dalla siccità rendono difficili e molto costose le tradizionali lavorazioni per la preparazione delle semine, con conseguenti aggravi di spesa per i carburanti necessari, ma a preoccupare è anche la disponibilità idrica per il fabbisogno dei cereali autunnali non appena inizierà la fase di radicazione più profonda, che non trovando disponibilità di acqua rischiano di morire, nonché l’irrigazione delle piante durante la fase di crescita primaverile estiva, sia per i frutteti che per le coltivazioni primaverili, dalle bietole al mais.