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lunedì 31 gennaio 2011

ORTOFRUTTA, DALL'EMILIA-ROMAGNA LE RICHIESTE PER LA NUOVA PAC

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: una posizione unitaria dell'Italia per avere dalla Ue risposte adeguate alle difficoltà del settore. De Castro: fare gioco di squadra. Dalla Pac al nostro paese 6,3 miliardi di euro all'anno.

Bologna - Reciprocità di regole qualitative, commerciali e fitosanitarie tra i paesi europei ed extraeuropei; un ruolo più forte delle Organizzazioni dei produttori anche su scala transnazionale per governare meglio l’offerta sui mercati; reti protettive per affrontare le crisi di mercato attraverso fondi mutualistici e possibilità di ritiro delle produzioni eccedentarie; trasparenza e nuovi strumenti contrattuali nei rapporti con la grande distribuzione; una politica più incisiva per contrastare il calo generalizzato dei consumi domestici di frutta e verdura. Sono queste le richieste a sostegno del comparto ortofrutticolo che arrivano dall’Emilia-Romagna, in vista della definizione della nuova politica agricola comune 2014-2020. A formularle è stato oggi a Bologna l’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni che ha aperto i lavori del convegno “Nuova Pac ed ortofrutta: la posizione italiana” organizzato dalla Regione Emilia-Romagna.
“Nonostante i forti investimenti in qualità e innovazione, l’ortofrutta italiana ed emiliano-romagnola continua a soffrire di una bassa redditività - ha sottolineato Rabboni - Vogliamo che nella nuova Pac ci sia una risposta adeguata alle difficoltà di questo importante comparto. Perché ciò accada occorre però che l’Italia definisca proposte chiare e di alto profilo, con una posizione unitaria e condivisa nei confronti dell’Unione europea”. Di “gioco di squadra” ha parlato anche il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo de Castro. “E’ importante – ha detto, ricordando che dalla politica agricola comune arrivano all’Italia ogni anno 6,3 miliardi di euro - cercare di mettere insieme Stato, Regioni e noi parlamentari europei per cercare di difendere quella che oggi è la più importante politica dell’Unione europea sia in termini di risorse finanziare che di impatto economico sociale. Bisogna rafforzare il principio di una Pac che non serve solo agli agricoltori ma a tutti i cittadini europei e costruire un percorso che veda l’Italia protagonista”. Con una PLV pari a circa 1, 1 miliardi di euro, pari al 30% del totale regionale, l’Emilia-Romagna è una delle regioni forti dell’ortofrutta europeo. Una realtà che in questi anni ha fortemente investito in qualità e organizzazione con 14 mila aziende, pari al 50% del totale, organizzate in OP, una produzione integrata che ha raggiunto i 96 mila ettari e un biologico in forte crescita. In Emilia-Romagna hanno le loro radici alcuni grandi gruppi ortofrutticoli, leader a livello nazionale e internazionale e ogni anno si tiene, a Cesena, il Macfrut, la più importante manifestazione fieristica del settore a livello nazionale e la seconda in Europa. Al convegno sono intervenuti anche Mario Catania del Ministero delle politiche agricole, i rappresentanti nazionali di Coldiretti, Confagricotura, Cia, Copagri, Legacoop agroalimentare, Confcooperative Fedagri, e delle principali Unioni di prodotto

venerdì 28 gennaio 2011

EX ZUCCHERIFICIO DI BONDENO, SIGLATO L'ACCORDO PER LA REALIZZAZIONE DEL PASTIFICIO.

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

L'assessore Rabboni: "Una nuova azienda che darà occupazione ai lavoratori dell'ex zuccherificio e creerà nuove prospettive per il territorio".

Bologna – E’ stato siglato oggi in Regione l’accordo per la riconversione dell’ex zuccherificio di Bondeno, in provincia di Ferrara. Il testo conferma le indicazioni emerse nella riunione dello scorso 18 gennaio: sarà realizzato uno stabilimento per la produzione di pasta fresca, piatti pronti e pizza.

L’accordo puntualizza gli impegni di tutte le parti, e in particolare prevede che i lavoratori dell’ex zuccherificio restino alle dipendenze di Finbieticola fino all’avvio delle attività nel nuovo impianto produttivo. Per l’avvio dei lavori si prevede di ottenere le autorizzazioni entro il 31 agosto, e saranno necessari circa 24 mesi di cantiere.

“Con la firma dell’accordo – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni - parte il conto alla rovescia per la realizzazione di questa nuova attività manifatturiera, che darà uno sbocco occupazionale ai lavoratori dell’ex zuccherificio ma non solo, perché si daranno prospettive certe di lavoro a giovani e adulti del territorio. Vigileremo sullo stato di avanzamento dei lavori, l’accordo prevede che ogni sei mesi la Regione convochi una riunione verificare lo stato di attuazione”.

All’incontro odierno erano presenti, oltre all’assessore Rabboni, il presidente di Finbieticola Guido Vivarelli Colonna, la presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra, il sindaco di Bondeno Alan Fabbri, il presidente di Sipro Gianluca Vitarelli, i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati di categoria.

IL COPA-COGECA EVIDENZIA LA NECESSITÀ DI UNA PAC DINAMICA PER RISPONDERE ALLA DOMANDA ALIMENTARE CRESCENTE IN OCCASIONE DI UN'AUDIZIONE ALL'UE

Fonte: Copa - Cogeca


Di fronte all'estrema volatilità dei mercati e alla domanda alimentare crescente, i dirigenti agricoli dell'UE hanno sottolineato oggi, in occasione di un'audizione, la necessità di disporre di una politica agricola comune dinamica, che mantenga la capacità di produzione e la posizione competitiva degli agricoltori europei.
Intervenendo all'audizione al Parlamento europeo, Padraig Walshe, Presidente del Copa, ha dichiarato: "Il mercato non è mai stato così volatile. Allo stesso tempo, la domanda alimentare mondiale dovrebbe però più che raddoppiare entro il 2050. È quindi essenziale una PAC forte, incentrata sul rafforzamento del ruolo economico degli agricoltori che consiste nel fornire prodotti alimentari e servizi. I pagamenti diretti per gli agricoltori attivi e le misure destinate alla gestione del mercato sono di primaria importanza per assicurare la stabilità ai 13,4 milioni
di agricoltori e ai 500 milioni di consumatori dell'UE".
Ha poi aggiunto: "È anche indispensabile la politica comunitaria di sviluppo rurale per mantenere i 28 milioni di posti di lavoro nelle zone rurali. Tuttavia, riteniamo che occorra aggiungere una quarta priorità alla politica rurale, vale a dire la promozione di imprese agricole e di organizzazioni di produttori più competitive e più redditizie che percepiscano maggiori introiti dal mercato. Sono essenziali anche i pagamenti destinati alle zone svantaggiate al fine di mantenere l'occupazione nelle aree rurali ed è indispensabile che rimangano nel secondo pilastro della PAC. In aggiunta, un ulteriore inverdimento della PAC, come suggerito dalla Commissione, non deve minare la posizione competitiva del settore agroalimentare europeo o mettere a repentaglio la capacità produttiva degli agricoltori europei. Ciò è inaccettabile tanto più che l'UE è già molto più avanzata rispetto ad altri paesi in termini di inverdimento della sua agricoltura, il che colloca gli agricoltori europei in una condizione di svantaggio competitivo".
Paolo Bruni, Presidente della Cogeca, ha insistito sul fatto che gli introiti ricavati dal mercato subiscono una costante erosione e che i piani della Commissione per la futura PAC non contemplano delle misure necessarie a garantire un corretto funzionamento della filiera alimentare. "Per assicurare che gli agricoltori ricavino dal mercato una parte più cospicua del loro reddito, occorre consolidare la loro posizione e quella delle loro cooperative nella catena alimentare. Il modo migliore per conseguire tale scopo consiste nel rivedere le norme europee in materia di concorrenza per consentire alle organizzazioni di produttori, come le cooperative, di
crescere di dimensioni e di scala, aumentando la loro competitività e contribuendo a ripristinare l’equilibrio nella filiera alimentare. Abbiamo bisogno anche di mercati a termine sicuri per aiutare gli agricoltori e le cooperative agricole a proteggersi dai rischi".
Il Presidente della Cogeca ha dichiarato in conclusione che è fondamentale che la PAC disponga di un bilancio europeo forte per garantire un settore agroalimentare dinamico negli anni a venire".

MASSIMO GARGANO (A.N.B.I.): ANNUNCIATO A NOVARA UN CONGRESSO INTERNAZIONALE PER IL PROSSIMO LUGLIO

Fonte: Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni)


“CALCOLEREMO IL VALORE ECONOMICO DELLA FUNZIONE AMBIENTALE SVOLTA DALL’IRRIGAZIONE. L’AGRICOLTURA NON SPRECA L’ACQUA ED I CAMPI NON SONO LA CAUSA BENSI’ LE VITTIME DI INQUINAMENTI CREATI ALTROVE”

“Non è sufficiente ribattere puntualmente, ma bisogna dare una risposta di sistema a chi, per evidente pregiudizio culturale o non conoscenza, insiste nell’accusare l’agricoltura di consumare troppa acqua. La stiamo approntando e, insieme alle Organizzazioni Professionali Agricole e ad autorevoli rappresentanti del sistema territoriale, nonchè con l’ausilio scientifico del mondo accademico, daremo un valore al beneficio ambientale apportato dall’irrigazione e che è ben rappresentato da almeno due questioni di grande importanza per il futuro della stessa vita, quali la ricarica delle falde acquifere ed il contrasto alla loro salinizzazione.”

Lo afferma Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, annunciando a Novara, in occasione della Conferenza Organizzativa dei consorzi di Piemonte e Lombardia, l’organizzazione di un Congresso Internazionale per l’inizio del mese di luglio a Roma.

“Va anche ricordato – prosegue Gargano - che dalla disponibilità irrigua dipende l’84% di quel made in Italy agroalimentare indicato, da una recente ricerca, come il secondo motivo, dopo il patrimonio artistico e territoriale, per il quale un turista sceglie di soggiornare in Italia. Non è certo l’agricoltura – attacca il Presidente A.N.B.I. - a minare la qualità dell’acqua, anzi sono i campi a rischiare di essere vittime di inquinamenti derivati da altri settori produttivi!”

In campagna per altro, grazie all’innovazione tecnologica ed al miglioramento delle pratiche agronomiche, è notevolmente diminuito l’utilizzo della risorsa idrica; ciò risponde alla richiesta delle imprese di migliorare la competitività nel mercato delle produzioni agricole e poi - ribadisce Gargano - l’ acqua in agricoltura viene usata e non consumata, perché restituita integra allo stesso ambiente, dal quale viene prelevata.

“I consorzi di bonifica – insiste il Presidente A.N.B.I. – sono, da sempre, alfieri di quella necessaria sensibilità verso le tematiche idriche, oggi indotta da recenti e ripetuti eventi climatici talvolta anche disastrosi; ne è ulteriore prova il progetto Irriframe, di cui è in fase di avvio la concreta attuazione: attraverso un sistema informatico, che combinerà più fattori, ciascun agricoltore riceverà via sms o sul computer, precise indicazioni sulle modalità e le tempistiche irrigue al fine di ottimizzare l’uso dell’acqua. Accanto alla gestione dell’irrigazione va anche evidenziata la costante attività dei consorzi nella salvaguardia idrogeologica del territorio, per la quale - conclude Gargano - va incentivata, soprattutto in un momento di scarse risorse economiche, la collaborazione con i Comuni, avendo come base la convenzione in essere tra A.N.B.I. ed A.N.C.I.”

mercoledì 26 gennaio 2011

DOP e IGP - Le Regioni europee presentano le loro proposte di modifica al "pacchetto qualità".

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Rabboni: "da Ciolos e De Castro un primo positivo riscontro. E' un buon inizio". Tra le richieste: dare ai Consorzi la possibilità di regolare la produzione di fronte a crisi di mercato.

Bologna - “Le proposte di modifica al pacchetto qualità che ho illustrato anche a nome delle altre Regioni europee hanno ottenuto un primo positivo riscontro. In particolare da parte del Commissario all’agricoltura Dacian Ciolos per quanto riguarda la protezione extra Ue dei prodotti Dop e Igp, e del presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro sul rafforzamento del ruolo dei Consorzi di tutela. E’ un buon inizio. Altri incontri seguiranno per approfondire il confronto su questi temi di grande importanza per l’agricoltura di molti paesi europei”. Così Tiberio Rabboni assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna e presidente di Arepo, l’associazione delle Regioni europee dei prodotti d’origine, ha commentato l’incontro svoltosi ieri a Bruxelles per discutere il “pacchetto qualità “ adottato dalla Commissione europea nel dicembre scorso. Tre in particolare le proposte avanzate da Rabboni: dare ai Consorzi di tutela la possibilità di regolare la produzione dei prodotti DOP e IGP di fronte a crisi di mercato, prevedere l’indicazione d’origine facoltativa per i prodotti di montagna, stringere accordi internazionali per combattere l’agropirateria anche fuori dai confini della Ue.
Il “pacchetto qualità” rappresenta la nuova proposta di regolamento europeo per disegnare il futuro dei prodotti DOP e IGP. Tale proposta dovrà, al termine di un fase di confronto e di discussione, essere approvata dalla Commissione e dal Parlamento europeo. Rabboni, che ha espresso apprezzamento per l’impianto complessivo del “pacchetto”, ha ricordato l’importanza che i prodotti DOP e IGP rivestono per molte Regioni europee. Non solo da un punto di vista economico, ma anche sociale, ambientale e identitario per il forte legame che queste produzioni hanno con il territorio d’origine.
Arepo riunisce 28 regioni europee, che rappresentano il 40% dei quasi mille prodotti Dop e Igp della UE. Nell’incontro di ieri le Regioni di Arepo hanno presentato e offerto in degustazione il meglio della loro produzione.

COPA-COGECA: UN ULTERIORE INVERDIMENTO DELLA PAC NON DEVE MINARE LA POSIZIONE COMPETITIVA DEGLI AGRICOLTORI

Fonte: Copa­-Cogeca

Durante una riunione di alto livello con la Presidenza ungherese, il Copa-Cogeca ha attirato l'attenzione sul fatto che un ulteriore inverdimento della politica agricola comune (PAC) non deve minare la posizione competitiva del settore agroalimentare europeo o mettere a repentaglio la capacità produttiva degli agricoltori europei.

Nell'incontro a Bruxelles con il Ministro ungherese dell'agricoltura, il sig. Fazekas, il Presidente della Cogeca, Paolo Bruni, ha insistito sul fatto che: "L'UE si è già spinta davanti ad altri paesi nel rendere più ecologica la propria agricoltura. Ciò ha aumentato enormemente i suoi costi ed eroso la sua competitività. Ora la Commissione sta suggerendo ulteriori misure che aumenteranno ancora di più i costi sostenuti dagli agricoltori. Questa situazione è inaccettabile specialmente dal momento che gli agricoltori devono aumentare il loro potenziale produttivo per poter rispondere alla domanda mondiale che, secondo le previsioni, dovrebbe raddoppiare entro il 2050. Di conseguenza, un ulteriore inverdimento della PAC sarà preso in considerazione a una condizione: che le misure non indeboliscano ulteriormente la nostra posizione competitiva né riducano la nostra capacità produttiva. Per questa ragione desideriamo analizzare come la PAC può promuovere la crescita verde attraverso l'innovazione." Il presente comunicato si iscrive nel quadro del dibattito sulle proposte della Commissione condotto oggi dai ministri europei dell'agricoltura a Bruxelles.

Il sig. Bruni ha anche avvisato che i piani della Commissione sono sprovvisti di misure concrete indispensabili per consolidare la posizione degli agricoltori europei nella catena alimentare. "Attualmente, gli agricoltori ricevono soltanto una frazione del prezzo di vendita al dettaglio. Una maniera di garantire che ricevano una parte più equa del prezzo consiste nel concentrare l'offerta tramite le organizzazioni di produttori, come le cooperative. Le regole europee della concorrenza devono pertanto essere adattate onde consentire loro di crescere di dimensioni e di scala, aumentando in tal modo la loro competitività, migliorando il funzionamento della filiera alimentare e garantendo un settore agroalimentare dinamico in grado di offrire servizi e prodotti alimentari ai 500 milioni di consumatori. Sono altresì indispensabili dei rapporti contrattuali più giusti", ha dichiarato.

Inoltre, il Segretario generale del Copa-Cogeca, Pekka Pesonen, ha sollecitato il sig. Fazekas ad agire immediatamente per contribuire a risolvere la situazione drammatica in cui versa il settore europeo della carne suina. Egli ha ricordato che il settore è in crisi ormai da tre anni e le previsioni indicano che questa situazione continuerà. "Di conseguenza, la Commissione deve intervenire immediatamente attivando l'aiuto all'ammasso privato per le carni suine onde contribuire a risollevare la difficile situazione di mercato".

IL CDR PRESENTERÀ ALLA PLENARIA SOLUZIONI LOCALI PER AGRICOLTURA, PROTEZIONE DELL'AMBIENTE MARINO E COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA

Fonte: Comitato della Regioni (Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'UE)

È compito delle regioni e delle città trasformare gli obiettivi europei in azione concreta sul campo. Il modo in cui il legislatore UE può sfruttare al meglio quest'esperienza concreta sarà il tema centrale della sessione plenaria del Comitato delle regioni il 27 e 28 gennaio 2011. I responsabili politici regionali e locali dell'UE convenuti a Bruxelles presenteranno soluzioni per rendere più efficaci la politica agricola comune, la politica marittima e la cooperazione transfrontaliera. Alla presenza della Presidente del CdR Mercedes Bresso, essi discuteranno le proposte sul tavolo con i commissari europei Dacian Cioloş (responsabile di Agricoltura e sviluppo rurale) e Maria Damanaki (Affari marittimi e pesca), oltre che con il ministro di Stato Bence Rétvári in rappresentanza della presidenza ungherese dell'UE.

Il commissario Cioloş, nuovamente ospite di una sessione plenaria del CdR, esporrà i piani dell'esecutivo dell'UE per la politica agricola comune (PAC) dopo il 2013. Cioloş assisterà anche all'adozione di un parere di prospettiva sul tema I sistemi agroalimentari locali, che egli stesso aveva chiesto al Comitato nel 2010 e che sarà presentato dalla relatrice Lenie Dwarshuis (NL/ALDE). Nel parere la relatrice, che è membro della giunta provinciale dell'Olanda meridionale, illustra il ruolo cruciale degli enti regionali e locali nell'aiutare gli agricoltori e i produttori di derrate alimentari a vendere localmente i loro prodotti, con benefici per l'economia e l'ambiente. Inoltre, in un parere elaborato da Ossi Martikainen (FI/ALDE), il CdR chiederà che gli aiuti alimentari agli indigenti continuino a far parte della PAC. Dal canto suo, la commissaria Damanaki interverrà alla plenaria prima dell'adozione di un parere sul tema Sviluppo di una politica marittima integrata e conoscenze oceanografiche 2010, che sostiene le proposte della Commissione europea avvertendo però che in questo settore gli enti regionali e locali devono essere consultati in modo più regolare e sistematico.

Gli enti regionali e locali inoltre devono cooperare direttamente per dare risultati ai cittadini, ad esempio per fornire congiuntamente servizi pubblici nelle regioni di frontiera. Al riguardo, nel 2006 l'UE ha creato lo strumento giuridico del Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) per ridurre al minimo le formalità burocratiche associate ai progetti di cooperazione di questo genere. Questo nuovo strumento ha avuto un avvio promettente: 16 GECT già costituiti e più di 20 in corso di creazione in tutta Europa. La revisione del quadro normativo GECT, in programma per quest'anno, darà l'opportunità di semplificare ulteriormente le procedure. Alberto Núñez Feijóo (ES/PPE), presidente della Galizia e relatore del parere in materia, presenterà alla sessione plenaria delle proposte di miglioramento per il settore. Parallelamente, il CdR lancerà una piattaforma di sostegno per i GECT esistenti e futuri e per tutte le parti interessate.


Infine, i membri del CdR daranno inizio alla loro collaborazione con la presidenza ungherese del Consiglio UE, in un dibattito con Bence Rétvári, ministro del governo ungherese con delega alla Funzione pubblica e alla giustizia. Il ministro coglierà l'occasione per spiegare in che modo la presidenza ungherese intenda avvalersi del contributo degli enti regionali e locali per raggiungere gli obiettivi che si è prefissa. Per tutto il semestre di presidenza dell'Ungheria il CdR organizzerà, in collaborazione con la presidenza stessa e con gli enti territoriali, vari incontri politici il cui calendario è consultabile nell'opuscolo preparato per gli enti regionali e locali.

Per ulteriori informazioni:

- ordine del giorno della sessione plenaria

- programma per i mezzi d'informazione

- sintesi dei pareri che verranno adottati

I dibattiti saranno trasmessi in diretta sul sito www.cor.europa.eu dalle ore 15.00 alle ore 21.00 di giovedì 27 gennaio e dalle ore 9.00 alle ore 13.00 di venerdì 28 febbraio.

Sito web del CdR: www.cor.europa.eu

lunedì 24 gennaio 2011

Energia pulita dai campi, al via il Piano di azione regionale per le agro energie

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Sei azioni, 9 milioni di euro, prestiti agevolati dalle banche, per promuovere il biogas e il fotovoltaico . Rabboni: vogliamo portare questa opportunità alla piccola e media impresa agricola.

Bologna - Sei azioni – dall’informazione all’assistenza tecnica; dai contributi in conto capitale ai crediti agevolati delle banche, allo snellimento delle procedure di autorizzazione e di allacciamento- per sostenere la produzione di energia verde dai campi. Riducendo l’utilizzo di combustibili fossili, contrastando l’effetto serra e fornendo un reddito integrativo alle aziende agricole.
Parte il Piano regionale per lo sviluppo delle agro energie, un Piano che da qui a quattro anni si dà due obiettivi importanti: incrementare di 100 MW la produzione di biogas da reflui zootecnici e scarti delle coltivazioni e di 400 MW la produzione di energia e calore attraverso il fotovoltaico. Dunque complessivamente 500 MW, partendo da un produzione di biogas e fotovoltaico agricolo che oggi si aggira sui 33 MW. “E’ un Piano ambizioso – ha detto oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Ci proponiamo infatti di utilizzare in prevalenza risorse già esistenti in agricoltura e non ancora utilizzate: i 14 milioni 500 mila metri quadrati dei tetti delle aziende agricole potenzialmente idonei al fotovoltaico e, per il biogas, le oltre 17 milioni 600 mila tonnellate cui ammonta in Emilia-Romagna la produzione di reflui zootecnici e scarti della lavorazione agricola. “ “Oggi le tariffe previste per la produzione di energia elettrica sono particolarmente vantaggiose – ha aggiunto Rabboni - noi vogliamo portare questa opportunità dove veramente fa la differenza e cioè alla piccola e media impresa agricola. Per questo abbiamo dato il via a questo Piano di azione”
Proprio per informare le imprese agricole, il Piano prevede innanzi tutto un programma di incontri tecnici in tutte le province, rivolti espressamente agli imprenditori agricoli. Verrà attivato anche uno sportello informativo on line, cui si potrà accedere attraverso il numero verde 800662200 o l’e-mail urp@regione.emilia-romagna.it per le prime informazioni di base. In programma anche servizi di formazione tecnica e consulenza professionale acquistabili a condizioni di particolare favore tramite voucher, utilizzando il “Catalogo verde” regionale, consultabile sul sito: www.ermesagricoltura.it.
Il Piano prevede inoltre la semplificazione e la velocizzazione degli adempimenti burocratici. Per fare questo la Regione ha fissato procedure omogenee su tutto il territorio regionale e un programma di seminari informativi con i tecnici comunali e provinciali che devono autorizzare la realizzazione degli impianti. Procedure più veloci sono previste anche per gli allacciamenti dei nuovi impianti alla rete nazionale. A tale scopo la Regione sta procedendo in questi giorni a un’intesa con Enel e i principali distributori operanti in Emilia-Romagna.

Gli incentivi economici
Grazie al Piano regionale di sviluppo rurale, nel 2011 sono in arrivo per promuovere le agroenergie risorse pari a 9 milioni di euro. Verranno erogate attraverso un bando in uscita ad aprile e il contributo previsto coprirà fino al 50% del costo dell’intervento sia per il biogas che per il fotovoltaico con un massimo di 200 mila euro per impianto. Per la parte dell’intervento a carico dell’imprenditore agricolo sono previste forme di prestiti a tassi agevolati da parte del sistema bancario.
Per l’imprenditore agricolo che deciderà di realizzare impianti per il biogas o fotovoltaici vi sono poi i vantaggi legati alle tariffe per la produzione di energia elettrica.
Per chi realizza impianti per la produzione di biogas fino ad 1 MW di energia, questa viene ripagata dal GSE con la cosiddetta “tariffa onnicomprensiva”, al prezzo complessivo di 0,28 centesimi per KW. Per gli impianti fotovoltaici valgono invece le norme del “conto energia” con tariffe diverse a seconda dei casi e che arrivano fino a 0,40 centesimi per KW prodotto

Gli obiettivi del Piano
I sottoprodotti e le deiezioni zootecniche (liquami di bovini, suini e pollina delle galline) ammontano in Emilia-Romagna a oltre 17 milioni 600 mila tonnellate. E’ questa la materia prima che dovrà prioritariamente alimentare gli impianti a biogas previsti dal Piano di azione, per produrre energia elettrica, calore, ma anche – questa la novità – biometano. Incrementando di 100 MW, pari al 75% della disponibilità regionale di reflui e sottoprodotti, la produzione di biogas in Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda il fotovoltaico la Regione punta a incrementare di 400 MW la produzione di energia elettrica e calore, di cui 200 MW tramite impianti sui tetti (pari al 20% dei circa 14 milioni 500 mila metri quadrati cui ammonta la superficie dei tetti delle aziende agricole potenzialmente idonei) e altrettanti attraverso impianti a terra. Per quest’ultimo tipo di impianti varranno i limiti previsti dalla recente delibera regionale e dalla normativa nazionale a tutela della attività agricola, che deve rimanere attività prevalente, e del paesaggio: non più di 200 KW di potenza per singolo impianto aumentabile di 10KW per ogni ettaro di terreno posseduto, fino a un massimo di 1 MW.

venerdì 21 gennaio 2011

Analisi dei parametri chimico-fisici delle acque nelle centraline di proprietà della Provincia dicembre 2010

FONTE: AGENDA 21 FERRARA

L'U.O.S. Acque e Monitoraggio Ambientale ha pubblicato i risultati delle analisi dei parametri chimico-fisici delle acque nelle centraline di proprietà della Provincia. I valori registrati nel mese di dicembre sono disponibili attraverso il seguente link.

http://www.provincia.fe.it/sito?nav=317&doc=130F7A8C06CF2152C125781E0041DBAA

Dalla Regione 9 milioni di euro per favorire la qualificazione ambientale ed energetica del sistema produttivo

FONTE: AGENDA 21 FERRARA

Nove milioni di euro per favorire la rimozione dell’amianto, la coibentazione e l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici, più un milione per la sola sostituzione dei tetti di amianto. Sono questi gli obiettivi del bando, finanziato con risorse provenienti dal POR FESR e regionali, per la concessione di contributi alle piccole e medie imprese emiliano-romagnole. Il provvedimento è stato proposto congiuntamente dall’assessore alle Attività produttive e Piano energetico, Gian Carlo Muzzarelli, e dall’assessore all’Ambiente Sabrina Freda.

Le domande di contributo dovranno essere compilate esclusivamente tramite una specifica applicazione web, le cui modalità di accesso e di utilizzo saranno rese disponibili, almeno dieci giorni prima dell’apertura dei termini per la presentazione delle stesse, sul sito della Regione Emilia-Romagna ai seguenti indirizzi: http://emiliaromagna.si-impresa.it, http://fesr.regione.emilia-romagna.it e www.ermesambiente.it.
La trasmissione delle domande di contributo, tramite posta elettronica certificata e trasmissione della copia cartacea per raccomandata, dovrà essere effettuata, pena la non ammissibilità delle stesse, nel periodo intercorrente tra il 1° aprile 2011 e il 2 maggio 2011, entro le ore 16.
Il contributo è rivolto esclusivamente alle piccole e medie imprese emiliano-romagnole aventi sede legale e/o operativa nel territorio dell’Emilia-Romagna e non potrà essere superiore a 150mila euro per ciascun beneficiario. Alla valutazione tecnica delle domande di contributo provvederà un nucleo di valutazione composto da collaboratori appartenenti all’assessorato Attività produttive e dell’assessorato Ambiente.

Macfrut: appuntamento a ottobre 2011

FONTE: MACFRUT

Parole d'ordine della 28° edizione dell'importante rassegna dedicata all'intera filiera ortofrutticola: innovazione, internazionalizzazione e nuovi modi di consumare frutta e verdura
macfrut-2010-convegno-verde.jpg Un momento del ricco programma convegnistico di Macfrut 2010

Macfrut 2011 si terrà negli spazi espositivi di Cesena Fiera da mercoledì 5 a venerdì 7 ottobre.

La 28° edizione della maggior rassegna del bacino del Mediterraneo dedicata all'intera filiera ortofrutticola, si è ormai consolidata nell'appuntamento autunnale. Tanto che la scorsa edizione fece registrare un +5% di espositori, specialmente esteri, e +1% di visitatori qualificati (con un incremento del +3% dall'estero).

Macfrut si propone, anche per il 2011, come punto di riferimento di tutta l'ortofrutticoltura (dalle sementi agli imballaggi) rivestendo il ruolo di spazio espositivo e di occasione di business, oltre a mantenere un alto livello di momento di incontro e confronto internazionale per l'elaborazione e la definizione delle prospettive del settore.

Le 'parole d'ordine' per il 2011 saranno: innovazione, internazionalizzazione e maggior attenzione ai nuovi modi di consumare frutta e verdura.

L'ortofrutticoltura ha un ruolo importante per l'alimentazione a livello mondiale, e più i Paesi e le aree geo-politiche si evolvono economicamente, più si incrementa la domanda di ortaggi e frutta. Nel secolo scorso lo si è notato nei Paesi dell'Est (oggi la Russia è un importante nodo per l'export) e in quelli dell'America Latina, e in questo primo decennio è 'esplosa' la domanda interna cinese ed indiana. Inoltre sono emersi in qualità di Paesi produttori quelli della sponda africana del bacino mediterraneo.

Se si considera la sola produzione di frutta si nota che a livello mondiale è passata da 477 milioni di tonnellate dei primi anni 2000 ai 588 milioni di tonnellate del 2009 (+24%). La crescita riguarda soprattutto l'Asia, che oggi rappresenta il 50% della produzione frutticola mondiale, mentre l'Europa rappresenta il 13%.

Gli stessi consumi stanno cambiando: banane e kiwi diventano le principali voci degli scambi internazionali; avanza la richiesta di prodotti salutari e certificati, come il biologico; cresce a ritmi impensabili la richiesta di IV gamma e V gamma.

L'Italia è la maggiore produttrice di frutta e verdura in Europa (25% del totale), mentre, con il 2% della produzione mondiale, si attesta al sesto posto dopo colossi quali la Cina (37% del totale) India (10%), USA (4%) Brasile e Turchia (entrambi 3%).

L'ortofrutta italiana, con un volume di oltre 31 milioni di tonnellate, realizza un fatturato complessivo di poco più di 22 miliardi di euro, cui ha concorso il forte export (3,1 miliardi di euro), dimostrando così tutta la capacità dell'ortofrutta di essere un veicolo del Made in Italy.

L'ortofrutta rappresenta una voce importante nella spesa delle famiglie italiane: 14 miliardi di euro per acquistare 8,4 milioni di tonnellate di ortofrutta. E' il dato annuale risultato dell'Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane, uno strumento di cui Macfrut si è dotato per fornire ad operatori ed esperti rilevazioni mensili degli andamenti negli acquisti.

A Macfrut si danno appuntamento operatori da tutto il mondo per fare il punto sull'andamento del mercato e sulle ultime novità della produzione. Il programma della manifestazione si articola anche in vari convegni che affrontano ad alto livello, con relatori ed esperti internazionali, alcuni degli aspetti più rilevanti del momento, con l'ottica di fornire elementi di comprensione e di attività per gli addetti ai lavori e per gli operatori.

Grande attenzione è dedicata ai nuovi modi di consumare frutta e verdura. Accanto ai tradizionali prodotti freschi e surgelati, infatti, largo spazio è riservato ai prodotti di IV e V gamma: a Macfrut si potrà scoprire come saranno la frutta e la verdura che mangeremo nel prossimo futuro e le tendenze che si stanno imponendo sul mercato.

Fra gli oltre 700 espositori della rassegna, oltre ai leader mondiali dell'intera filiera ortofrutticola, saranno presenti anche la grande distribuzione moderna italiana ed internazionale, le imprese della IV e V gamma le aziende sementiere i trasformatori e le aziende della 'catena del freddo', senza trascurare il Biologico e le proposte di educazione alimentare per le scuole.

Macfrut proseguirà nella valorizzazione dell'innovazione, che deve essere di prodotto e di processo. A questo proposito si terrà la seconda edizione dell'Oscar Macfrut.

Macfrut punterà ancor più decisamente ad una presenza di operatori esteri (dai produttori alla Gdo). E si sono visti già dei risultati alla recente rassegna egiziana, dove la trasferta di Macfrut (con un suo stand) ha reso possibile verificare la forte propensione di operatori e imprese a voler partecipare all'edizione 2011. Non a caso Macfrut, in Egitto, viene vista come rassegna di solida reputazione per la sua capacità di far incontrare le aziende e di affrontare le tematiche più attuali.

L'etichettatura è legge in Italia, con riserva per l'Europa

FONTE: http://agronotizie.imagelinenetwork.com
AUTORE: Angelo Di Mambro


Via libera della Camera al disegno di legge per i prodotti alimentari. Galan: 'Passo importante verso i consumatori'. Dongo, Federalimentare: 'La disciplina sulle etichette alimentari è materia di competenza del relatore comunitario'. E Bruxelles chiede chiarimenti

La commissione agricoltura della Camera ha dato il via libera finale al disegno di legge sull'etichettatura (qui il testo non definitivo in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale) dei prodotti alimentari.

Un provvedimento di nove articoli il cui fulcro è l'obbligatorietà dell'indicazione in etichetta del luogo di origine o di provenienza dei prodotti agroalimentari. Per i prodotti non trasformati andrà indicato il luogo di produzione, per quelli trasformati, oltre alla provenienza della materia prima, va riportato anche il luogo dove è avvenuta l'ultima trasformazione. Andrà segnalato inoltre l'eventuale impiego nella filiera di organismi geneticamente modificati.

La pubblicità dovrà consentire al consumatore di capire la provenienza del prodotto e sarà considerata ingannevole quella che evoca il made in Italy senza contenere materie prime italiane. Il tutto diventerà operativo solo dopo il varo di decreti applicativi interministeriali, che conterranno l'elenco dei prodotti da sottoporre a etichettatura, primi della lista carni suine e prodotti lattiero-caseari.

In Parlamento la soddisfazione è bipartisan, le confederazioni agricole e le associazioni dei consumatori esultano. Il ministro Galan, che ha portato a termine l'iter "dell'unica legge approvata all'unanimità in questa legislatura", è raggiante: "E' un importante passo verso la completa e chiara informazione ai consumatori – ha detto l'ex governatore del Veneto – e spero possa essere un deciso segnale all’Europa in direzione della vera tracciabilità dei prodotti alimentari".

Già, l'Europa. Dove si discute da anni su quali siano le indicazioni più opportune da riportare sulle confezioni dei cibi e dove la legge appena approvata potrebbe essere contestata.
"E' un copione che già conosciamo – spiega a Agronotizie Dario Dongo, avvocato e responsabile delle politiche regolative di Federalimentare – si ripeterà la vicenda dell'articolo 1 bis della legge 204 del 2004, che provava a rendere obbligatoria l'indicazione di origine in etichetta e poi è stato censurato dalla Commissione europea. La disciplina sulle etichette dei prodotti alimentari, sulla presentazione e sulla pubblicità – conclude Dongo - è materia di competenza del relatore comunitario perché ha attinenza con il trattato di libera circolazione delle merci nel mercato unico europeo".

"Con la nostra legge – rivendica Galan - abbiamo affermato il principio di ordine generale in linea con gli orientamenti comunitari. Individueremo poi filiera per filiera le regole da trasmettere alla Commissione Europea".

Che le nuove regole passino o meno il giudizio di Bruxelles – e onde evitare che nel mercato continentale e globale le aziende italiane siano le sole a essere obbligate all'indicazione di origine - nei prossimi mesi si dovrà giocoforza rivolgere un'attenzione supplementare alle istituzioni europee.

Al Parlamento di Strasburgo, chiamato alla seconda lettura delle nuove norme sull'etichettatura, e a Palazzo Berlaymont a Bruxelles, dove ha sede la Commissione, che dovrà varare gli atti delegati del pacchetto qualità.

"Nell'ultimo anno – racconta Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura dell'Europarlamento - il Parlamento ha già introdotto, con l'approvazione in prima lettura del Regolamento sulle informazioni alimentari ai consumatori, l'indicazione obbligatoria dell'origine in etichetta. Ma questa importante novità ha registrato una battuta d'arresto a dicembre, quando il Consiglio dei ministri della Salute ha limitato le categorie di prodotti cui l'obbligo era stato esteso".

L'assemblea di Strasburgo può intervenire in seconda lettura, ma è necessaria la maggioranza qualificata. Particolare importante, sull'etichetta degli alimenti a condurre il gioco in Europa sono i responsabili per la salute pubblica, non quelli per l'agricoltura.

In tal senso il "pacchetto qualità" - che prevede l’ipotesi di atti delegati della Commissione che estendano l’obbligatorietà dell’indicazione geografica in etichetta a tutte le tipologie di prodotti - potrebbe essere una strada praticabile per dare una risposta "agricola" alla delicata questione della fornitura di informazioni alimentari ai consumatori.

Intanto, Frederic Vincent, portavoce del commissario alla Salute, ha fatto sapere che la Commissione europea intende "chiedere chiarimenti" all'Italia sulla legge approvata. Bruxelles avanza dubbi sulla conformità con le norme comunitarie per quanto riguarda, in particolare, i prodotti trasformati. "La legge italiana - ha detto Vincent - va oltre le posizioni europee. Chiederemo informazioni per capire se la legge italiana è compatibile con le regole europee".

RIUNIONI ZONALI CONFAGRICOLTURA FERRARA

FONTE: CONFAGRICOLTURA FERRARA

Tante le ombre che gravano sull’agricoltura italiana e ferrarese.
In base alle prime stime Eurostat i redditi pro-capite degli agricoltori europei nel 2010 sono aumentati di oltre il 12% mentre quelli degli agricoltori italiani sono diminuiti. A Ferrara, probabilmente e per fortuna, mediamente meno che altrove per la tenuta di alcuni comparti. Resta il fatto che i nostri redditi sono del 17% circa inferiori a quelli di cinque anni fa. Questi dati dimostrano in maniera netta quanto l’agricoltura italiana sia più vulnerabile e meno competitiva di quella europea. Se non si arresta questa caduta, il futuro dell’intero settore è a rischio.
In tutto il mondo l’agricoltura è tornata ad essere una componente decisiva per lo sviluppo economico. Deve esserlo anche in Italia. Il problema è che le aziende sono gravate da troppi costi e restrizioni. Il Ministro delle Politiche Agricole e più in generale il Governo hanno adottato dei provvedimenti settoriali che hanno avuto effetti positivi. Ora si tratta, però, di mettere insieme un disegno complessivo di riforme.
Confagricoltura, con il Progetto “Futuro Fertile” illustrato dal Presidente Federico Vecchioni anche in occasione della Assemblea Generale dei Soci della Confagricoltura ferrarese del luglio scorso, ha già presentato 30 proposte di semplificazione legislativa e altre 30 di abrogazione di norme dannose. Inoltre, si sta lavorando per costruire una grande alleanza tra mondo dell’agricoltura, industrie della trasformazione e grande distribuzione, nella consapevolezza che quando si debbono difendere gli interessi dell’intera filiera, che vale il 15,7% del Pil, le imprese si trovano di fronte agli stessi costi e vincoli normativi.
La riforma della Pac è il primo tra gli argomenti di spicco con cui Confagricoltura si accinge ad intraprendere il nuovo anno. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ribadirà la necessità dell’invarianza del bilancio agricolo, misura necessaria per garantire una Pac che permetta alle imprese italiane di rimanere competitive.
Tutto quanto precede, come altri temi di stretta attualità trattati dai Capi Servizio di Confagricoltura Ferrara, saranno oggetto di approfondimento da parte del Presidente Nicola Gherardi nelle Riunioni Zonali che si svolgeranno nelle seguenti date:
- Martedì 25 gennaio, ore 9.30 – Sala 2000, V.le Matteotti, Bondeno;
- Mercoledì 26 gennaio, ore 9.30 – Sala Comunale P.zza Pertini n.2, Consandolo;
- Giovedì 27 gennaio, ore 9.30 – Circolo Amici, V.le Verdi n.7, Tresigallo;
- Giovedì 27 gennaio, ore 16 – Sala Rossa, Palazzo del Governatore, Piazza Guercino n. 39, Cento;
- Venerdì 28 gennaio, ore 16 – Sala Torre (dietro il Municipio), Via Roma, Copparo;
- Lunedì 31 gennaio, ore 9.30 – Sede Centrale Confagricoltura Ferrara, Via Bologna n. 637/b, Chiesuol del Fosso.

giovedì 20 gennaio 2011

Energia pulita dai campi, al via il Piano di azione regionale per le agroenergie

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

9 milioni di euro, formazione e assistenza tecnica per promuovere il biogas e il fotovoltaico

Un vero e proprio Piano di azione regionale per dare un contributo significativo alla produzione di energia pulita dai campi, puntando in particolare su biogas e fotovoltaico. Formazione, assistenza tecnica, snellimento delle procedure, ma anche 9 milioni di euro di contributi del Piano di sviluppo rurale. Questi alcuni degli interventi previsti.
La conferenza stampa dell’assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni si svolgerà lunedì 24 gennaio alle ore 11,30 a Bologna (sala stampa Giunta, viale Aldo Moro 52 – 12° piano).

MADE IN ITALY: APPROVATO DDL ETICHETTATURA OBBLIGATORIA



FONTE: COLDIRETTI

TONELLO “CON ETICHETTATURA STOP AI FALSI PRODOTTI ITALIANI”
Il Presidente di Coldiretti Ferrara ricorda i dieci anni di battaglie, quasi sempre solitarie, per arrivare a questo obiettivo, per qualcuno impossibile, per altri scomodo.

Una grande festa in Piazza Montecitorio, organizzata da Coldiretti, ha salutato l’approvazione del decreto legge sull’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine dei prodotti alimentari.
“Si conclude così – commenta Mauro Tonello – una vicenda che è durata dieci anni, a partire dal primo caso di mucca pazza nel gennaio del 2001 , che portò all’obbligo di etichettatura per la carne bovina. L’approvazione del decreto corona l’impegno di Coldiretti che in questi dieci anni si è sempre battuta per la trasparenza di ciò che i consumatori portano sulla tavola, per garantire una sicurezza alimentare messa a dura prova dalle emergenze sanitarie che si sono susseguite in questi anni. Ricordo il grande impegno posto proprio nelle piazze ferraresi da Coldiretti con il Patto con il consumatore del dicembre 2000 e le migliaia di firme raccolte negli anni successivi per la legge sull’etichettatura e la difesa delle nostre produzioni, una maggiore trasparenza ed un nuovo modello di sviluppo per il settore. Tutte questioni sulle quali abbiamo sempre raccolto il gradimento dei cittadini ma anche molte contrarietà ed irrisioni da parte di chi invoca a piè sospinto l’unità del cosiddetto mondo agricolo. In attesa di quell’unità non avremmo oggi un bel niente da festeggiare”.

Secondo le anticipazioni del rapporto Coldiretti/Eurispes, divulgate in occasione dell’approvazione definitiva della legge salva Made in Italy, circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un valore di 51 miliardi di euro di fatturato, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, in quanto la legislazione, sino ad oggi, lo consentiva, nonostante in realtà esse potessero provenire da qualsiasi punto del pianeta. Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano - riferisce la Coldiretti - due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
”L’approvazione della legge – continua Tonello – pone fine ad un grave inganno nei confronti dei produttori italiani e dei consumatori che attribuiscono grande importanza alla provenienza degli alimenti: per quasi un italiano su quattro (23 per cento) il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio e due italiani su tre (65 per cento) che sono disponibili a pagare dal 10 per cento in su, secondo l’indagine Coldiretti-Swg”.
La fiducia nel Made in Italy rispetto al prodotto straniero è del 91 per cento per gli alimenti, del 66 per cento per i vestiti, del 55 per cento nei mobili, del 49 per cento per la cosmetica, del 39 per gli utensili, del 26 per auto e motorini e del 18 per l’elettronica e cresce nel 2010 in tutti i settori. La superiorità del Made in Italy alimentare è attribuita al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli.

La fiducia accordata alle produzioni agricole italiane è giustificata dal primato nei controlli con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010. Tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si è aggiunta l’attività degli organismi privati, sono stati effettuati nel 2010 - ricorda Coldiretti - oltre un milione di controlli sul Made in Italy, a garanzia delle imprese e dei consumatori.
“Abbiamo già raccolto il consenso dei 27 Paesi della UE per estendere l’etichettara a tutti i tipi di carne, quindi siamo confortati nella nostra azione – conclude Tonello – che deve essere quella di portare l’esperienza italiana nell’ambito europeo, superando inerzie di anni di fronte alle continue emergenze alimentari ed alla richiesta dei cittadini di più sicurezza e più trasparenza. Anche a costo di aprire un contenzioso sulla nuova legge nazionale, con la quale si ribadisce che almeno in questo caso l’Italia e la filiera agricola italiana, sono un passo avanti a tutti e quindi ci sono le condizioni per portare valore aggiunto al settore e confermare la fiducia dei consumatori nel made in Italy agro alimentare”.

mercoledì 19 gennaio 2011

INNOVAZIONE E RICERCA, DALLA REGIONE 3,5 MILIONI DI EURO. LE DOMANDE ENTRO IL 15 MARZO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa

Rabboni: un'opportunità concreta per ridurre i costi e conquistare nuovi spazi di mercato.

Bologna - Fare squadra per innovare. Ammontano a 3 milioni 500 mila euro le risorse che la Regione mette a disposizione per sostenere progetti in campo agricolo e agroalimentare, che coinvolgano imprese di produzione, trasformazione e commercializzazione in partnership con soggetti pubblici e/o privati, impegnati nel campo della ricerca e sperimentazione.
Le risorse sono quelle della misura 124 del Piano regionale di sviluppo rurale, il contributo arriva al 70% dell’importo e il termine per la presentazione delle domande sono le ore 13.00 di martedì 15 marzo 2011. “Con questo bando - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - vogliamo offrire un'opportunità concreta di innovazione alle imprese che per questa via puntano a ridurre i costi e a conquistare nuovi spazi di mercato. Il settore agricolo soffre di una bassa redditività che può essere contrastata anche e sopratutto attraverso l'innovazione. Purtroppo le condizioni della finanza pubblica italiana e le recenti scelte di Governo limitano drammaticamente le risorse disponibili a questo scopo. Per questo abbiamo deciso di attivare questo bando ed eventuali altri futuri. Credo che per le imprese possa risultare particolarmente interessante la possibilità di essere finanziate fino al 70% dell'importo del progetto."
In particolare potranno essere finanziati progetti per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie che abbiamo ricadute commerciali, logistiche o organizzative. Potranno partecipare al bando anche interventi in campo ambientale per la riduzione di gas serra, per sviluppare colture in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici, per il risparmio idrico. In ogni caso i progetti dovranno essere compresi tra i 50 mila e 400 mila euro ed essere di tipo “precompetitivo” relativi cioè alle fasi di studio, progettazione e sviluppo di prototipi necessari alla successiva attività di produzione.
Le domande devono arrivare al “Servizio ricerca, innovazione e promozione del sistema agroalimentare” della Direzione regionale all’agricoltura, in via della Fiera 8, 40127 – Bologna.
Per informazioni sulle modalità di compilazione : www.ermesagricoltura.it sezione “sportello dell’agricoltore” alla pagina “bandi e scadenze”.

EX ZUCCHERIFICIO DI BONDENO, RABBONI: VERSO LA REALIZZAZIONE DI UN IMPORTANTE INVESTIMENTO ANTICRISI NEL SETTORE ALIMENTARE. IL 28 FIRMA DELL'ACCORDO

Fonte: Giunta Regionale - Agenzia Informazione e Ufficio Stampa


Bologna - "E’ una buona proposta, che in tempo di crisi offre al territorio un’ importante prospettiva occupazionale e produttiva e rafforza la vocazione agroalimentare della provincia e della regione. Ora è importante che il 28 gennaio si sottoscriva il nuovo Accordo di riconversione e si osservi una rigorosa tempistica di avvio ed esecuzione dei lavori”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni commenta oggi la nuova proposta per la riconversione dell’ex zuccherificio di Bondeno nel ferrarese, che prevede la realizzazione di uno stabilimento per la produzione di pasta fresca, piatti pronti, pizza. “Gli investitori– sottolinea tra l’altro Rabboni - prevedono che il nuovo impianto possa acquisire materie prime dalle filiere agricole locali e dare lavoro a circa 300 persone. Si tratta dunque di una iniziativa di grande valore perché oltre a rioccupare i dipendenti dell’ex zuccherificio creerà nuova occupazione per giovani ed adulti, ed offrirà nuove possibilità di sbocco alle produzioni agricole del territorio. Il nuovo pastificio rafforzerà inoltre la vocazione del nostro territorio all’agroalimentare, settore trainante la ripresa economica e l’export regionale.”
Nella riunione svoltasi ieri presso la sede della Regione - cui hanno partecipato oltre a Rabboni l’assessore della Provincia di Ferrara Davide Nardini, il sindaco di Bondeno Alan Fabbri, Guido Vivarelli Colonna di Finbieticola, Fabrizio Panziera e Franco Lelli di Progenal (insieme a Finbieticola la società che realizzerà l'intervento), Alessandro Bruni del'Università di Ferrara, i rappresentanti dei Sindacati e della Camera di Commercio - è stato firmato un verbale propedeutico. L’accordo vero e proprio verrà sottoscritto il 28 gennaio. In questa data verranno anche definite puntualmente le modalità e i tempi di riassunzione dei 16 lavoratori che sono ancora alle dipendenze di Finbieticola. Il precedente accordo prevedeva la realizzazione, nell’area dell’ex zuccherificio, di una centrale a biomasse

martedì 18 gennaio 2011

BtoBIO EXPO: “Consumi alimentari BIO in Italia: crescita in tutte le regioni”

FONTE: www.btobio.it

Secondo gli ultimi rilevamenti disponibili (Panel continuativo Ismea/Nielsen), i consumi alimentari di prodotti biologici confezionati crescono in ogni area geografica italiana. Il commento di Sergio Rossi, con un accenno agli scandali alimentari di questi giorni.

“Il principio fondamentale dell’alimentazione biologica – continua ROSSI - è l’offerta al consumatore di prodotti sicuri, gustosi e genuini nel rispetto dell’uomo, dell’ambiente e degli animali. La produzione biologica ha, tra i propri valori aggiunti, quello della fiducia degli acquirenti e del minor impatto ambientale possibile.

“I prodotti certificati ‘bio’ garantiscono le procedure adottate dall’intera filiera, dai produttori e dai trasformatori fino ai consumatori: sono sinonimo di qualità, freschezza, naturalezza, perché gli standard richiesti eliminano additivi chimici nei processi di produzione agricola, trasformazione, lavorazione e conservazione e impongono agli allevatori un tipo di allevamento più sano e genuino. Le medesime disposizioni sono adottate per i prodotti importati: non a caso, ma sono considerazioni ancora in attesa di dati certi, in questi ultimi giorni gli scandali alimentari hanno fatto sì che – come afferma Coldiretti – sia cresciuto il consumo dell’alimentare BIO (protagonista in queste ore di un vero e proprio boom in Germania), proprio per una ulteriore esigenza e garanzia di sicurezza. È stato rilevato in questi giorni che in Germania, dove il mercato del biologico vale 5,8 miliardi di Euro (2009) e conta oltre 31.000 addetti, quasi un terzo dei consumatori tedeschi non ha fiducia nei prodotti convenzionali e acquista solo biologico. Con ricadute positive anche per l’Italia, Paese leader europeo nella produzione di uova biologiche, il cui export verso la Germania – secondo le stime di FederBio – è aumentato del 70%”.

Andamento Italia

“Il confronto tra l’andamento gennaio-ottobre 2009 e i primi 10 mesi del 2010 indica che gli acquisti di prodotti bio per il consumo domestico sono cresciuti del 12,1%” - commenta Sergio Rossi, ad di Fiere e Comunicazioni, organizzatore della nuova fiera professionale BtoBIO EXPO dedicata al biologico certificato.

Si registra quindi un ulteriore miglioramento del comparto biologico sia in termini di maggiori consumi sia, in molti casi, in termini di una più equilibrata distribuzione del valore lungo la filiera.

Sul fronte dei consumi domestici, l’ortofrutta fresca e trasformata ha segnato un incremento del 5% nel periodo gennaio-novembre 2010, con un peso sul totale degli acquisti di biologico confezionato pari al 21,7%.

In riferimento invece ai principali prodotti ortofrutticoli freschi e sfusi (il cui prezzo è aumentato meno rispetto agli omologhi convenzionali), a fronte di un incremento complessivo del 6,3%, si registra un discreto aumento per le mele (+16,2%), le zucchine (+12,1%) e soprattutto le melanzane (+79,4%). Anche pane e sostituti, biscotti, dolciumi, snack ecc., registrano aumenti del volume di vendita domestica tra il 13 e il 19%.

Riguardo ai confronti con il convenzionale, i prezzi al consumo di yogurt e latte fresco bio hanno registrato un andamento in maggiore flessione rispetto ai corrispondenti prodotti non bio, mentre gli oli vegetali sono rimasti stabili come prezzo. Continua la corsa all’acquisto di uova bio (+7,7% sull’analogo periodo 2009).

L’aumento dei consumi domestici di prodotti confezionati è costante, ed è così composto (gen-nov 2010 vs gen-nov 2009):

Nord Ovest: +9,7%

Nord Est: + 18,5%

Centro e Sardegna +5%

Sud e Sicilia: + 23,3%

L’aumento molto significativo di Sud e Sicilia, però, si associa a un peso sul totale dei consumi BIO dell’8,2%, mentre Centro e Sardegna ‘valgono’ il 20,2% del totale, il 29,5% il Nord Est e il 42,2% il Nord Ovest.

Il focus sui canali distributivi (negozi specializzati esclusi), sempre secondo i dati Ismea, evidenzia l’ottima performance degli acquisti BIO negli Ipermercati (% sui dati in valore) rispetto ai primi 11 mesi del 2009:

Ipermercati, +22%

Supermercati +1,6%

Negozi Tradizionali +42,5%

Superette +25%

Hard Discount +15,6%

Terremerse partecipa alla fiera “Marca” a Bologna

FONTE: TERREMERSE

Il 19 e 20 gennaio sarà presente con i prodotti a marchio Comacar e Pempacorer

Per il secondo anno consecutivo Terremerse parteciperà a Marca – Private Label Conference and Exhibition, l’evento in programma il 19 e 20 gennaio al centro fieristico di Bologna (Padiglione 25, Stand C54). Si tratta di una manifestazione, unica nel panorama fieristico internazionale, rivolta al mondo della marca commerciale di eccellenza che può vantare il coinvolgimento delle principali insegne della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e della DO (Distribuzione Organizzata).
La Cooperativa sarà presente con alcuni dei suoi prodotti d’eccellenza: carni scelte, insaccati freschi e stagionati a marchio Comacar, prodotti con metodi innovativi, salvaguardando la tipicità della tradizione romagnola, frutta e prodotti orticoli commercializzati dall’O.P. Pempacorer.
Nei due giorni bolognesi Terremerse incontrerà i più qualificati buyer della GDO e della DO, operatori import-export, grossisti e distributori con l’obiettivo di rafforzare la presenza dei propri prodotti/marchi sui mercati nazionali e internazionali, in un’ottica di costante sviluppo e affermazione dell’attività che Terremerse svolge da anni nel settore dell’agroalimentare di qualità.

COLDIRETTI: DALLA REGIONE ATTRAVERSO I CONSORZI FIDI RISORSE PER RIDURRE IL COSTO DEL DENARO

FONTE: COLDIRETTI FERRARA

Entro il 21 marzo si possono presentare domande “de minimis” per prestiti di conduzione aziendale con abbattimento del tasso di interesse. A disposizione 1.7000.000 euro per tutta la Regione: priorità per giovani e zone svantaggiate.

La Regione Emilia-Romagna ha deliberato un programma di interventi per l’accesso al credito di conduzione (durata massima di 12 mesi per anticipazione delle spese colturali dell’annata 2011) per la corrente campagna agraria, le cui domande dovranno essere presentate al massimo entro il prossimo 21 marzo al Consorzio Agrifidi Ferrara.
Le risorse ammontano ad 1.700.000 euro e saranno ripartite tra i diversi Consorzi Fidi sulla base delle richieste pervenute dai rispettivi soci ed in riferimento alle priorità stabilite per la formazione della graduatoria regionale che darà modo di effettuare poi il riparto per province.
Si dovrà utilizzare apposita modulistica, sulla quale indicare anche gli eventuali contributi percepiti in regime “de minimis” negli ultimi tre anni. In base al piano colturale aziendale i prestiti dovranno essere compresi tra un minimo di 6.000 ed un massimo di 150.000 euro.

L’intervento regionale si esplicita nella riduzione di 1,80 punti percentuali sul tasso di interesse convenzionato praticato dagli istituto di credito ai soci dei confidi agricoli ed erogato sotto forma di contributo posticipato secondo la graduatoria che premia in particolare i giovani con azienda in zona svantaggiata, le aziende in zone svantaggiate, i giovani con aziende in aree non svantaggiate ed infine tutte le altre tipologie di aziende. Altro criterio utilizzato per la graduatoria sarà quello della data e ora di protocollo della domanda al Consorzio Fidi, per cui è bene provvedere al più presto alla presentazione della domanda viste le risorse disponibili.
Presso tutti gli uffici Coldiretti Ferrara e con i tecnici di riferimento di Credit Agri e possibile avere ulteriori chiarimenti e predisporre le domande da inviare ad Agrifidi.

Sicurezza sul lavoro in agricoltura, Rabboni su click day Inail: fugare ogni dubbio sulla correttezza delle procedure informatiche

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Data 14/01/2011

“Quanto denunciato da Cia, Confagricoltura e Copagri va preso sul serio e Inail deve fugare ogni dubbio circa la correttezza delle procedure informatiche predisposte. Per questo scriverò ai vertici dell’Istituto chiedendo chiarimenti”. Così l’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni ha dichiarato a proposito del “click day” del 12 gennaio scorso, previsto dall’Inail per l’assegnazione alle aziende agricole di contributi per la sicurezza sul lavoro. “Le aziende e i lavoratori agricoli sono tra i più esposti al rischio di infortuni – ha aggiunto Rabboni – e discriminazioni nei loro riguardi sarebbero inaccettabili”.

mercoledì 5 gennaio 2011

Cereali Emilia Romagna, bilancio della raccolta cerealicola e previsioni per lo sviluppo dell’Organizzazione di Produttori.

FONTE: O.P. CEREALI EMILIA ROMAGNA

San Giorgio in Piano, 04 gennaio 2011

Se il periodo di fine anno rappresenta per tutti una fase di bilancio, per l’O.P. Cereali Emilia Romagna, avente come soci i Consorzi di Forlì-Cesena-Rimini, Bologna-Modena e le cooperative Padenna, Progeo e Terremerse, è il momento della valutazione della raccolta annuale ed in particolare sul periodo autunno-inverno e la relativa programmazione delle produzioni.

L'annata, come già anticipato nel medio periodo, è stata caratterizzata da un andamento stagionale particolarmente avverso, prima con un eccesso di precipitazioni sia piovose che nevose poi le coltivazioni hanno fortemente risentito della situazione climatica caratterizzata in estate da temperature elevate, vento precipitazione alterne ma intense.

La campagna di raccolta per l’O.P. ha registrato produzioni medio-basse, dalle 4,5 alle 6 ton medie di grano tenero fino alle 3,5 – 5,5 ton del grano duro

Solo alcune varietà come il Blasco, hanno maggiormente resistito agli agenti atmosferici con produzione di 5 – 6 ton/ha, accompagnate mediamente da un alto livello di PHL sempre sopra 80, con punte anche di 85-86 e con un discreto tenore proteico attorno al 13. Mediamente si è registrata una alta incidenza di Bianconato.

Bene si è distinta la varietà Bologna, con discrete produzioni di 5,5 – 6,5 ton/ha, con buoni PHL da 79 a 81 e discreti tenori proteici con valori attestati attorno al 13.

Rese decisamente deludenti si sono registrate nei grani teneri con una raccolta media da 3 a 5 ton/ha ed in qualche caso con “punte” a 6 ton/ha, con livelli di PHL da 76 a 79, con tenori proteici mediamente da 12,5 a 13,5.

La raccolta autunno-invernale ha fatto registrare un buon andamento portando il valore generale della produzione dei cereali della O.P. e dei Consorzi che fanno capo all’O.P. Cereali Emilia Romagna, ad oltre 490 mila ton di cereali a paglia e quasi 100 mila ton. per i cereali autunnali, con un buona raccolta di Sorgo e del Mais ottime rese/ha hanno ridotto l’incidenza del calo delle superfici.

Per la Soia a fronte di un incremento degli investimenti, stimabile in un 20%, si è registrato un buon livello produttivo, con rese in certi casi anche superiori alle 5,5 ton/ha.

Il Presidente Raimondo Ricci Bitti ha espresso soddisfazione per la chiusura della raccolta cerealicola e la speranza, per il prossimo anno, che la fiducia accordata da molte aziende all’Organizzazione di Produttori, da lui presieduta, possa diffondersi verso altre società.

I dati significativi del lavoro sviluppato in questi anni, con un aumento qualitativo delle produzioni, potendo contare sullo sbocco certo del mercato con i contratti di filiera, e grazie il progressivo abbandono del metodo del conto deposito in favore del metodo di conferimento, hanno portato vantaggi immediati per le aziende socie dell’O.P..

Nonostante le difficoltà esistenti nel settore e la crisi generale dei mercati Ricci Bitti - guarda al futuro con fiducia, ribadendo la necessità di allargare la base sociale dell’O.P. per contrastare fenomeni di speculazione da parte della clientela, sostenendo fermamente che gli Enti pubblici debbano intervenire con adeguati strumenti, non solo legislativi, per superare le mancanze strutturali del mercato nazionale.

Un invito particolare lo rivolge all’industria, nella piena convinzione che i rapporti diretti con i produttori possano garantire ai consumatori un prodotto di qualità ad un giusto prezzo per tutti, perché non ci può essere un mercato equo senza contrattazione efficace e preordinata e non si può pretendere un costo del grano inferiore rispetto ai costi di produzione.

Le aziende, in questi anni, con enormi sacrifici, continuano a produrre un prodotto di qualità e anche le recenti raccolte forniscono dati positivi sia i termini qualitativi che quantitativi, ma le Organizzazione di Produttori, non possono accontentarsi delle vendite del periodo, proprio per il loro compito istituzionale e sociale intendono programmare il futuro confrontandosi con tutta la filiera per il miglioramento delle produzioni italiane e O.P. Cereali Emilia Romagna confida nel consolidamento delle posizioni degli associati sul mercato.

CONFAGRICOLTURA SU COMMODITIES: LA DOMANDA SUPERA L’OFFERTA DI CEREALI, GRANO, LATTE E ZUCCHERO.

FONTE: CONFAGRICOLTURA

IL PREZZO LO FA IL MERCATO MONDIALE CON VARIAZIONI DEL 20%

L’aumento della domanda mondiale di beni alimentari sta superando l’offerta. Per molte commodities, in cui in Italia si è deficitari, sarà inevitabile una volatilità dei prezzi (con variazioni dei prezzi all’origine anche del 20% in aumento o in diminuzione) che metterà in difficoltà i produttori ma anche i consumatori. Lo sottolinea Confagricoltura che evidenzia come gli unici comparti alimentari in cui si è autosufficienti nel nostro Paese siano quelli di ortofrutta e vino che, guarda caso, sono quelli che fanno da traino dell’export del made in Italy alimentare (affermando lo “style Italia”).

Per le principali commodities (cereali, carni, latte, zucchero) in Italia si è dipendenti dal mercato globale. Rapportando la produzione nazionale al consumo nazionale emerge che il 20% dei cereali manca all’appello facendo così lievitare l’import (il 50% del grano che si consuma). Cosi come manca circa il 10% del latte alimentare (ed il 25-35% di burro e formaggi), il 30% della carne suina, il 40% della carne bovina e ben il 70% dello zucchero e della soia. Ma c’è anche la produzione di olio di oliva che non arriva all’80% dei consumi.

“Si profila uno scenario che potrebbe scoraggiare invece che incentivare gli investimenti in agricoltura perché non ci sarebbero certezze, ma solo volatilità – commenta Confagricoltura -. Quindi, per non perdere l’appuntamento col mercato e riuscire a soddisfare i maggiori consumi occorre invece sostenere il settore agricolo in uno sforzo di crescita”.

Sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli: “L’agricoltura deve poter investire di più, aumentare il potenziale produttivo anche con misure finalizzate ad accrescere la dimensione economica dell’impresa, con la ricerca, l’innovazione di processo e di prodotto; deve riuscire a ridurre i costi a favore degli operatori. E bisogna creare le condizioni per un mercato ordinato e con regole certe. In questo panorama la politica agricola, comunitaria e nazionale, è essenziale”.

CONFAGRICOLTURA: I PREZZI DEGLI ALIMENTARI NEL 2010 HANNO CONTRIBUITO A CONTENERE L’INFLAZIONE

FONTE: CONFAGRICOLTURA

“Aumento dei prezzi dei generi alimentari per maltempo e caro-feste? Si può ben dire che gli allarmi, espressi da alcuni nei giorni scorsi, non hanno fondamento. La filiera agroalimentare, e l’agricoltura in particolare, nonostante un ritocco in rialzo nell’ultimo mese comunque inferiore alla media complessiva, hanno dato e continuano a dare un contributo al contenimento dell’inflazione”. Lo sottolinea Confagricoltura analizzando gli indici provvisori dei prezzi al consumo di dicembre, diffusi oggi dall’Istat.

Infatti, osserva Confagricoltura, i prezzi dei beni alimentari a dicembre sono aumentati, rispetto a novembre, dello 0,3%, mentre l’indice generale è cresciuto dello 0,4%; e si tenga presente che l’aumento tendenziale (dicembre 2010 su dicembre 2009) è stato per gli alimentari dello 0,9%, ma l’indice generale è cresciuto dell’1,9%.

“Se questi dati provvisori saranno confermati - rileva Confagricoltura - secondo le nostre stime la dinamica dei prezzi di alimentari e bevande nel 2010 sarà decisamente più contenuta di quella di tutti gli altri prodotti e servizi (+0,17% contro +1,53% rispetto al 2009)”.

Conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli: “Resta da affrontare in futuro il problema dell’aumento della domanda mondiale di beni alimentari che potrebbe spingere in alto i prezzi delle materie prime e quindi dei derivati. Tutti fenomeni che dovrebbero far puntare l’attenzione sull’agricoltura e sull’importanza strategica di questo settore”.

martedì 4 gennaio 2011

SISTRI: UNIMA SODDISFATTA PER PROROGA

FONTE: UNIMA

U.N.I.M.A. (Unione Nazionali Imprese di Meccanizzazione Agricola) accoglie con soddisfazione la proroga, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale N. 302 del 28 Dicembre 2010, dell'entrata a regime del Sistri (Sistema di tracciabilità informatica dei rifiuti).

«Come già sostenuto in passato, – ha commentato il presidente di U.N.I.M.A., Aproniano Tassinari – condividiamo pienamente le finalità del Sistri e apprezziamo la sua filosofia di base improntata sulla semplificazione amministrativa, ma riteniamo che proprio per la sua semplicità, nella sua attuale formulazione il testo male si adatti a risolvere un problema complesso come quello della gestione dei rifiuti.
Data la conclamata indisponibilità – denunciata da UNIMA nel mese di luglio - dei dispositivi necessari, delle norme tecniche e di tutto quanto indispensabile perché il sistema entrasse a regime, era facile prevedere che le aziende interessate non potessero farsi trovare pronte all’appuntamento di fine anno.
Sfruttando al meglio il tempo concesso da questa proroga - conclude Tassinari - si potrebbe forse arrivare a scrivere il capitolo finale della questione; come organizzazione di rappresentanza degli agromeccanici tuttavia, non possiamo non continuare a condannare la scelta delle istituzioni di intervenire sui sistemi gestionali delle imprese, con rilevanti oneri economici e burocratici a loro carico, piuttosto che fornire semplicemente le sole funzionalità relative alla tracciabilità. Rimane inoltre in sospeso il destino dei contributi già pagati dalle aziende nel 2010 per un servizio mai erogato e che dovrebbero essere, a rigor di logica, oggetto di rimborso».

lunedì 3 gennaio 2011

Agricoltura. Dai produttori regionali 5.700 tonnellate di prodotto per gli indigenti nel 2010.

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Rabboni: "Dove c'è organizzazione c'è solidarietà. All'Europa chiediamo di proseguire queste esperienze"

Bologna - Le Organizzazioni dei produttori ortofrutticoli dell’Emilia-Romagna hanno destinato nel periodo gennaio-novembre 2010 circa 5.700 tonnellate di prodotto alla distribuzione gratuita per le persone indigenti attraverso gli enti benefici accreditati sotto il controllo della Regione e degli enti di vigilanza. “E’ una esperienza che per volumi di prodotto e tipologie ortofrutticole non ha eguali in Italia”, ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni. “Dobbiamo essere grati al Banco Alimentare e alla Caritas Diocesana che, attraverso le loro vaste reti solidali, offrono a tante persone in difficoltà la possibilità di consumare frutta e verdure di ottima qualità. Nello stesso tempo - ha sottolineato l’assessore -dobbiamo essere grati ai produttori ortofrutticoli che, decidendo di operare commercialmente in modo organizzato, hanno reso concretamente possibile questa opportunità”.
In particolare si è tratto di 22 prodotti ortofrutticoli - tra cui cipolle, melanzane, zucchine, kiwi, mele, pere, pesche, nettarine e susine - che, con caratteristiche qualitative adatte alla commercializzazione, sono state ritirate nel corso dell’anno dal mercato per eccedenza di offerta. Il ritiro di prodotto dal mercato per destinarlo alle persone indigenti è possibile solo per le imprese associate in Organizzazioni di produttori. “In Italia gli ortofrutticoltori organizzati sono purtroppo meno del 30%”, ha aggiunto Rabboni. “In Emilia-Romagna, invece, rappresentano più del 50% e qui, inoltre, hanno sede grandi organizzazioni di prodotto con filiali in tutta Italia che commercializzano tutta la gamma dei prodotti compresi quelli tipici del Mezzogiorno. Dunque dove c’è organizzazione c’è sicuramente più valore per i produttori e c’è anche uno spazio prezioso per la solidarietà verso chi è più in difficoltà. Anche per questo chiediamo alla nuova Politica agricola europea post 2013 di sostenere con più impegno l’agricoltura che si organizza e di rafforzare, o quanto meno confermare, queste opportunità di ritiro dal mercato delle produzioni eccedenti a favore dei consumatori indigenti”.
I ritiri per quantitativi massimi predeterminati sono indennizzati alle Organizzazioni dei produttori dall’Unione europea nell’ambito dell’organizzazione comune di mercato (Ocm) del settore. L’assessorato all’Agricoltura della Regione, da parte sua, interviene per assicurare a tutte le parti interessate l’accesso a questa opportunità, le corrette relazioni tra chi offre e chi utilizza e il rispetto delle finalità benefiche dell’intervento. Infine, la distribuzione a che ha bisogno (molte migliaia di persone anche in Emilia-Romagna) avviene attraverso le reti della solidarietà afferenti al “Banco Alimentare” e alla “Caritas Diocesana”.

PIANI DI SVILUPPO RURALE: CONFAGRICOLTURA SODDISFATTA PER L’OBIETTIVO RAGGIUNTO DI NON PERDERE LE RISORSE EUROPEE

FONTE: CONFAGRICOLTURA

Confagricoltura accoglie con soddisfazione l’annuncio del ministro per le Politiche agricole Galan che l’obiettivo che ci si era dati, evitare il disimpegno automatico delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea per i piani di sviluppo rurale, è stato praticamente raggiunto.

“Eravamo fortemente preoccupati che risorse indispensabili andassero perse, mentre era di assoluta priorità che venissero spese nella loro completezza. Le imprese agricole hanno bisogno di investire, di rinnovarsi, di innovare le tecniche colturali ed aziendali. Lo avevamo anche sottolineato nell’incontro promosso con gli assessori regionali a giugno scorso”.

Ha sottolineato Confagricoltura: “Si è dimostrato che Ministero, Regioni, Agea, facendo sistema, sono riusciti a raggiungere quei risultati che, solo poco tempo fa, sembravano quasi impossibili”.

“Bisognerà proseguire sulla stessa strada, con analoga determinazione – ha concluso l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - nella gestione programmatica e nelle successive fasi di erogazione. Non dimentichiamo che nel 2011 dovremo raggiungere analoghi obiettivi di spesa e ci sarà ulteriormente bisogno del massimo sforzo comune, soprattutto nella semplificazione delle procedure”.

COLDIRETTI: IN EMILIA-ROMAGNA CRESCE LA PLV AGRICOLA MA CALANO I REDDITI DEGLI AGRICOLTORI

FONTE: COLDIRETTI

Secondo le prime stime di Coldiretti cresce il valore della produzione rispetto all’anno precedente (+ 5,5%), ma i costi di produzione frenano i redditi.
La produzione lorda vendibile (Plv) dell’Emilia Romagna torna a crescere. Dopo il crollo del 10% dello scorso anno, nel 2010 il valore della produzione agricola regionale è risalita di 5,5 punti percentuali, passando da 3.700 ad oltre 3.900 milioni.
Il dato è di Coldiretti Emilia Romagna, secondo cui la crescita del valore è dovuta per buona parte ad una diminuzione generalizzata delle produzioni, in particolare nel settore ortofrutticolo. Tuttavia, l’aumento dei prezzi – commenta l’organizzazione agricola – non sempre ha compensato il calo delle produzioni, per cui i bilanci delle singole imprese agricole sono in sofferenza.
A trainare la crescita della Plv regionale, secondo i dati di Coldiretti, è stato il settore dei cereali, seguito dalla frutta e, in minor misura, dalle colture industriali. Per i cereali, determinante è stata la situazione internazionale. La siccità in molti Paesi produttori, accompagnata dagli incendi che hanno tagliato del 38% il raccolto cerealicolo in Russia, ha spinto in alto i prezzi. Per la frutta, l’andamento meteorologico di fine primavera-inizio estate ha portato ad un ritardo della raccolta e ad una minore produzione che, grazie soprattutto ad una aumentata domanda estera, ha in parte determinato un incremento dei prezzi alla produzione. Sul fronte delle colture industriali è un’annata da dimenticare per il pomodoro e poco esaltante per la barbabietola da zucchero, che ha pagato il maltempo primaverile ed estivo. Per i vini le prime stime dicono che la produzione è leggermente diminuita, la qualità è ottima e si spera che possa spuntare buoni prezzi.
La Plv zootecnica si attesta sui 1.700 milioni di Euro, rimanendo sostanzialmente stabile grazie soprattutto ai buoni risultati del Parmigiano Reggiano nell’ultimo anno. Negli allevamenti pesano però il forte aumento del costo dei mangimi, che ha superato in un anno il 13%, e la ripartizione del valore lungo la filiera, con il 50% del prezzo finale della carne che va alla distribuzione, il 15% alla trasformazione, il 10% alla macellazione e solo il 13% resta all’allevatore.
“Lo squilibrio della ripartizione del valore tra i soggetti della filiera è oggi un dei problemi cruciali dell’agricoltura – afferma il presidente regionale di Coldiretti, Mauro Tonello – perché il prezzo pagato alla produzione è ormai svincolato dai reali andamenti di mercato e dalla domanda finale. Infatti, la diminuzione dei prezzi all’origine non porta quasi mai ad una diminuzione dei prezzi al consumo e, viceversa, aumenti di prezzo al consumo non significano un aumento all’origine. Addirittura, in molti settori, l’agricoltore viene remunerato con prezzi uguali a quelli di dieci anni fa, come nel caso delle carni bovine e suine, mentre nello stesso periodo i costi per le aziende sono aumentati del 25%”.
Solo nell’ultimo anno – rileva Coldiretti Emilia Romagna – i costi di produzione sono aumentati mediamente del 4%, con una differenziazione per settore che vede l’aumento maggiore dei costi per gli allevamenti (+9,7%). Tra i rincari maggiori che pesano sul bilancio degli agricoltori, si segnalano i costi energetici, con aumenti superiori al 5% sia per l’energia elettrica, sia per i carburanti.
L’erosione costante del reddito agricolo – commenta Coldiretti – ha portato nel decennio appena trascorso alla chiusura di moltissime aziende agricole. Nel registro delle imprese dell’Unioncamere regionale nel 2000 erano iscritte 87 mila aziende agricole, diventate 69 mila nel 2009: con un saldo negativo di 18 mila aziende.
“E’ per far fronte a questa situazione – afferma Tonello – che gli imprenditori agricoli si stanno organizzando per accorciare la filiera. Nell’ultimo anno in Emilia Romagna hanno operato 5.100 aziende agricole che fanno vendita diretta (erano 4.600 l’anno precedente), mentre sono già 90 i farmers market che portano direttamente ai consumatori delle città i prodotti della campagna. Intanto – prosegue il presidente regionale di Coldiretti – in un settore importante come quello dei cereali per stabilizzare il mercato è nata “Fits – Filiera italiana trading seminativi”, la più grande società europea di trading dei cereali di proprietà degli agricoltori”.
La società – spiega Coldiretti – ha il compito di gestire oltre 20 milioni di quintali di prodotto tra grano duro destinato alla produzione di pasta, grano tenero per il pane, girasole e soia, esclusivamente di origine italiana e garantiti non Ogm. Fits, che è partecipata da 18 Consorzi Agrari, 4 cooperative, 2 organizzazioni dei produttori, una società di servizi di Legacoop e Consorzi Agrari d’Italia, ha il compito di gestire la contrattualistica nella coltivazione e nella commercializzazione dei seminativi prodotti in tutto il Paese. Tra i promotori della nuova società ci sono soggetti importanti dell’agricoltura emiliano romagnola come i consorzi agrari di Piacenza, Reggio Emilia, Bologna-Modena, Ravenna e Forlì-Cesena, le cooperative di Legacoop, Terremerse e Progeo, l’organizzazione di produttori Cereali Emilia-Romagna. E’ una scelta fondamentale per realizzare una “Filiera Agricola tutta Italiana” e dare più forza ai produttori agricoli e alle loro aziende.

I dati produttivi 2010
L’analisi della Plv dell’Emilia Romagna nel 2010 vede un aumento complessivo del 33% del valore dei cereali, con un risultato produttivo in forte aumento per il mais (+7,7%) e il sorgo (+16,2%), in leggero aumento il frumento duro (+1,94%), in calo per il frumento tenero (–2,9%) e l’orzo (–14,8%). La Plv frutticola è aumentata del 13%, grazie al traino della domanda estera (mentre i consumi interni sono rimasti stazionari) e ad una minore produzione. A parte l’aumento di albicocche (+2,2%) e ciliegie (+27%) la restante produzione frutticola è risultata in calo: mele (–3,6%), pere (–5,72%), pesche (–2%) nettarine (–2,3%), susine (–6,8%) e kiwi (–34,4%). In calo anche cocomeri (–14,7%) e fragole (–13,2%); stabili i meloni.
Nel settore zootecnico i buoni risultati del Parmigiano Reggiano, non bastano a far fronte agli aumenti dei costi che ha toccato nell’ultimo anno il 13,3% per gli allevamenti bovini, l’11,8% per gli ovini e il 6,3% per i suini. Quest’ultimo è senz’altro il settore più in crisi anche a causa di prezzi alla produzione inferiori del 2% a quelli di dieci anni fa.

COLDIRETTI: MAGGIORANZA IN CORSORZI DI BONIFICA DELL’EMILIA-ROMAGNA

FONTE: COLDIRETTI

Premiato l’impegno ed il progetto Coldiretti che al termine della maratona elettorale conquista 76 consiglieri in tutta la regione (+ 16%). Un ringraziamento a tutti i cittadini elettori.

Di fronte al rincorrersi delle emergenze la vittoria con la maggioranza dei consiglieri sostenuti dalla Coldiretti nei Consorzi di Bonifica dell’Emilia Romagna al termine dei rinnovi è una importante garanzia di impegno per la difesa del territorio. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che con 76 eletti la rappresentanza della Coldiretti nei consigli è aumentata del 16 per cento e quella extragricola dell’8 per cento mentre è calata del 24 per cento quella delle altre rappresentanze agricole. Sul totale di 184 consiglieri eletti il 40 per cento è stato infatti sostenuto dalla Coldiretti, il 30 per cento dalle altre organizzazioni agricole e il 30 per cento da quelle extragricole. Un sincero ringraziamento va a tanti cittadini che hanno avuto fiducia con il loro voto all’impegno della Coldiretti per una gestione rispettosa di uno sviluppo sostenibile del territorio.

PREZZI AGRICOLI: DA MALTEMPO E GELO NESSUNA SPECULAZIONE. CONFAGRICOLTURA RISPONDE ALLE PREOCCUPAZIONI SUL RINCARO DELLA BORSA DELLA SPESA

FONTE: CONFAGRICOLTURA

Rispondendo ad una lettera al direttore pubblicata oggi (28/12/2010) sul Corriere della Sera “Prodotti agricoli rincari in arrivo?” in cui si lamenta il ciclico e continuo aumento dei prezzi degli ortofrutticoli “giustificato” o dal troppo caldo o dal troppo freddo, Confagricoltura ricorda che da sempre il clima è un fattore che incide sull’offerta di prodotti agricoli e, di conseguenza, può determinare variazioni dei prezzi, anche provocando rincari, ovviamente nei limiti della ragionevolezza, delle oscillazioni della domanda e con meccanismi che comunque niente hanno a che vedere con azioni di carattere speculativo.

Più recentemente Confagricoltura ha anche puntato l’attenzione su un altro fattore, che potrebbe spingere in alto i prezzi delle materie prime: l’aumento della domanda mondiale di beni alimentari. Tutti fenomeni che dovrebbero far puntare l’attenzione sull’agricoltura e sull’importanza strategica di questo settore di cui troppo spesso ci si dimentica.

In ogni caso, rimarca l’Organizzazione agricola, alcuni dati indicano che siamo per ora lontani da livelli di emergenza o di attenzione e consentono di rassicurare il lettore de “Il Corriere”. La dinamica dei prezzi degli alimentari, negli ultimi dodici mesi, è stata decisamente più contenuta di quella di tutti gli altri prodotti e servizi acquistati dagli italiani (+0,1% rispetto a +1,5%), con una sostanziale stasi negli 11 mesi del corrente anno. Per ortaggi e frutta i prezzi all’origine (indice Ismea dei prezzi alla produzione) nel 2010 sono calati rispettivamente nell’ordine del 3,6% e dell’1,5%

Ciò dimostra come il settore agricolo, nel nostro Paese, abbia sempre più bisogno di meno allarmismo e di più politiche che favoriscano la produttività e la competitività delle imprese. Questo anche a favore dei consumatori.

RINCARI PREZZI AGRICOLI: IN VISTA UNA NUOVA FIAMMATA

FONTE: CONFAGRICOLTURA FERRARA

“Nei prossimi mesi ci potranno essere rincari sul fronte dei prezzi agricoli, per i quali si può prevedere anche una fase di elevata volatilità, con variazioni in più o in meno persino nell’ordine del 20%” – avverte Nicola Gherardi, Presidente di Confagricoltura Ferrara.

Ad individuare il rischio-rincari, che finirebbe inevitabilmente, almeno in parte, di ricadere sui portafogli degli italiani, già assottigliati in questi giorni causa il forte rincaro dei prezzi dei carburanti, è uno studio elaborato da Confagricoltura sulla base di un’analisi dei dati forniti dal Ministero all’agricoltura Usa e dall’Ocse-Fao su grandi commodity come cereali, zucchero e carni.

Le proiezioni a breve-medio termine sulla domanda di questi prodotti sui mercati mondiali sono di crescita, mentre la situazione attuale dell’offerta di cereali e carni è sostanzialmente allineata ai consumi, anzi per il frumento sarà necessario attingere alle scorte a causa della scarsa produzione di quest’anno, con una resa a Ferrara inferiore del 25% rispetto all’annata precedente. Anche per il 2011 in provincia si teme un calo produttivo in termini assoluti dal momento che per l’avverso andamento climatico dei mesi scorsi non è stato possibile seminare a frumento circa il 30% delle superfici programmate.

Questa “doppia velocità” è un problema, perché già entro due o tre anni l’aumento dei consumi potrà rendere necessario un aumento produttivo pari ad oltre 150 milioni di tonnellate di cereali (+7% rispetto alla produzione attuale) e 6 milioni di tonnellate oli vegetali (+4%). Per soddisfare la maggiore domanda di zucchero si dovrà, invece, aumentare la produzione del 10%, mentre la produzione di carni dovrà crescere addirittura del 16%, con picchi massimi del 25% in più per il pollame. E non è detto che raggiungere questo incremento dei livelli produttivi in linea con la domanda mondiale sia un processo automatico e privo di difficoltà.

“Per non perdere l’appuntamento col mercato e riuscire a soddisfare i maggiori consumi occorre impegnarsi di più in agricoltura - dice il Presidente degli imprenditori agricoli ferraresi - e serve investire di più, aumentando il potenziale produttivo anche con misure finalizzate ad accrescere la dimensione economica dell’impresa, con la ricerca, l’innovazione di processo e di prodotto, ma anche riducendo i costi a favore degli operatori e creando le condizioni per un mercato ordinato e con regole certe”.

“Nei primi dieci mesi dell’anno - aggiunge il Presidente di Confagricoltura Ferrara - l’export di prodotti agricoli è aumentato in valore di oltre il 20 per cento. Le esportazioni complessive del Paese sono cresciute nello stesso periodo per meno del 15%. E’ un fatto importante perché segnala quanto spazio ci sia per i nostri prodotti sui mercati esteri ancora da occupare”. In questo panorama la politica agricola, comunitaria e nazionale, diventa ancor più essenziale.

“Sul fronte dell’Unione Europea - ricorda Gherardi - si va alla quinta revisione in venti anni dell’assetto della Pac. E’ un percorso cui siamo preparati e che favoriamo, ma che va fatto con la necessaria gradualità e accortezza nei confronti di alcuni comparti tanto strategici quanto delicati dal punto di vista dell’equilibrio di mercato. Per quanto riguarda Ferrara temo che le decisioni che saranno assunte a Bruxelles si tradurranno in significative riduzioni di trasferimenti di fondi per i comparti del grano, mais, riso e pomodoro”.”.

“Sul fronte della politica agricola nazionale, invece, non dobbiamo nascondere una qualche soddisfazione per i risultati raggiunti negli ultimi tempi e, più recentemente, nelle ultime settimane con la manovra economica di fine anno. Ma dobbiamo avere la consapevolezza che si è trattato solo di un parziale recupero del terreno perduto negli anni passati”.

“Non si è ancor fatto nulla di più per le grandi sfide che ci attendono - avverte il Presidente - in primo luogo quelle della maggior produzione per fornire cibo a una popolazione mondiale in netta crescita, richiedono un più forte e rinnovato interesse per l’agricoltura. Un percorso che, in Italia, impone di ridisegnare l’assetto normativo che presiede al settore, come ha previsto e proposto Confagricoltura con il suo progetto “Futuro Fertile’”, illustrato dal Presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, nel luglio scorso a Ferrara in occasione di un’affollata assemblea alla presenza di Giancarlo Galan, da pochi giorni nominato Ministro delle Politiche Agricole”.

“Ma allo stesso tempo - conclude Nicola Gherardi - servono imprese trainanti, sin d’ora in grado di cogliere le opportunità di un mercato in crescita e di un’agricoltura sempre più centrale per l’economia ferrarese, nazionale e del Pianeta”.

Ex zuccherificio Sfir San Pietro in Casale - Firmato IL 23/12 a Bologna l'accordo di riconversione.

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Nel 2012 un polo per la produzione di energia rinnovabile. Rabboni: una concreta prospettiva occupazionale per tutti i lavoratori e di sviluppo dell'area

Bologna - Un polo per la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili dalla potenza complessiva non inferiore a 4 megawatt. E’ quanto verrà realizzato a San Pietro in Casale grazie all’accordo di riconversione dell’ex zuccherificio Sfir firmato oggi a Bologna da Regione, Provincia di Bologna, Comune di San Pietro in Casale, Sfir e organizzazioni sindacali.
Composto da impianti di diverse tecnologie, ciascuno dei quali comunque con potenza non superiore al megawatt, il polo dovrà essere operativo nei primi mesi del 2012, mentre entro la fine del 2011 dovranno essere completate le procedure di autorizzazione e avviata la costruzione. Il costo complessivo è di 10 milioni di euro, ma l’accordo prevede anche, in una seconda fase, la realizzazione nell’area dell’ex zuccherificio di un’attività manifatturiera per la produzione di componenti per impianti di produzione di energia rinnovabile.
Grazie a questo nuovo progetto industriale, la cui realizzazione sarà oggetto di una verifica mensile ad opera delle parti, potranno finalmente trovare uno sbocco occupazionale tutti i lavoratori in forza all’ex zuccherificio Sfir, che al momento sono 16.
“Dopo le incertezze seguite alla sospensione del precedente progetto per la realizzazione di contenitori alimentari biodegradabili - ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - con l’accordo odierno viene finalmente offerta una nuova concreta prospettiva occupazionale ai lavoratori che da molti anni attendono un’occupazione. E’ un risultato atteso e positivo che offre anche un'opportunità di sviluppo al territorio, scongiurando nel contempo il rischio di impatti negativi sull’ambiente grazie alla realizzazione di impianti di piccola taglia”.

Medesano, firmato in Regione l'accordo per la realizzazione di invasi ad uso irriguo per l'area del Parmigiano Reggiano.

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Rabboni: un esempio di sinergia tra pubblico e privato in linea con quanto previsto dalle disposizioni regionali per limitare l'uso delle risorse idriche

Bologna - Nel comune di Medesano (PR), verranno realizzati invasi ad uso irriguo - per una capacità complessiva di circa 2 milioni di metri cubi – per integrare nei mesi estivi le derivazioni dal fiume Taro e fornire acqua ad un’area , quella del comprensorio irriguo Sanvitale, caratterizzata da una rilevante presenza di prati stabili destinati all’alimentazione del bestiame da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano.
È quanto prevede l’accordo firmato oggi a Bologna tra Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Medesano e Consorzio della Bonifica Parmense.
La progressiva diminuzione delle disponibilità irrigue rischiava infatti di mettere in crisi, con pesanti ripercussioni economiche, una coltura di grande valore ambientale e storico ma particolarmente idroesigente, che nell’alta pianura reggiana e parmense viene praticata sin dal Medioevo. “E’ un esempio – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni - di concreta sinergia tra Enti pubblici e privati per la realizzazione di opere di grande interesse per la collettività. I quantitativi di inerti derivanti dallo scavo dei bacini sono previsti nel Piano infraregionale delle attività estrattive della Provincia di Parma e al termine dell’estrazione la cava sarà recuperata come invaso a fini irrigui con costi a carico dei cavatori. Gli Enti pubblici provvederanno alla sola realizzazione delle opere complementari quali la presa dal corso d’acqua nei periodi di piena e il collegamento e scarico nel canale irriguo. A lavori ultimati, il Consorzio della bonifica parmense assumerà la gestione degli invasi e garantirà la successiva manutenzione”.
L’accordo firmato oggi tiene conto di quanto previsto dalle politiche regionali in materia di contenimento del consumo della risorsa idrica. In particolare della necessità di non accentuare lo stress dei prelievi da falda e di annullare, entro il 2016, i prelievi in eccesso rispetto al minimo deflusso vitale stabilito per i corsi d’acqua appenninici.

TRACCIABILITA’ RIFIUTI. CONFAGRICOLTURA: BENE LA PROROGA PER UN APPROCCIO GRADUALE ALLE NOVITA’ INTRODOTTE DAL SISTRI

FONTE: CONFAGRICOLTURA

La proroga di cinque mesi del periodo transitorio di operatività del Sistri e del sistema sanzionatorio, annunciata dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, è stata accolta con soddisfazione da Confagricoltura.

“Così - sottolinea l’Organizzazione - si tiene conto degli oggettivi problemi riscontrati sul territorio, a pochi giorni dall’entrata in vigore delle sanzioni, prevista per il primo gennaio 2011; e si consente a tutto il sistema imprenditoriale di adeguarsi alle nuove complesse procedure e attuare gli interventi sul sistema informatico e gestionale indispensabili per operare nel rispetto delle disposizioni di legge”.

Per raggiungere questi obiettivi - prosegue Confagricoltura - sarà determinante il Comitato di indirizzo, con la partecipazione delle organizzazioni imprenditoriali, la cui istituzione è stata annunciata dal ministro dell’Ambiente, con il compito di verificare periodicamente lo stato di avanzamento del Sistri al fine di garantirne l'operatività entro la nuova data prevista.

Sottolinea l’Organizzazione degli imprenditori agricoli: “L’ulteriore periodo di tempo concesso per l‘adeguamento alle novità introdotte dal sistema di tracciabilità dei rifiuti, congiuntamente alle altre specifiche semplificazioni previste per il settore agricolo all’interno del decreto legislativo 205/10 che recepisce la direttiva rifiuti, recentemente pubblicato, consentirà, come sollecitato da Confagricoltura, una applicazione graduale del Sistri”.

D’altra parte le aziende agricole soggette al Sistri hanno riscontrato problemi analoghi alle altre attività imprenditoriali: ritardi nella distribuzione dei dispositivi Usb e nell'installazione delle black box, alcuni difetti strutturali nell'hardware e nel software, formazione degli operatori ancora insufficiente.

Tra le richieste specifiche avanzate da Confagricoltura al ministero dell’Ambiente, ci sono quelle di completare a livello territoriale una serie di attività; dalla sottoscrizione delle convenzioni per ottenere l’esenzione transitoria per le imprese agricole produttrici di rifiuti pericolosi fino a 100 kg/litro, alla definizione di specifici accordi di programma a livello provinciale volti a gestire in maniera ottimale e semplificata il sistema (su questo aspetto sono stati già avviati contatti con l’Unione delle Province d’Italia).

Barbabietola da zucchero, 1,5 milioni di euro a sostegno dei produttori che adotteranno tecniche di produzione "verdi".

FONTE: REGIONE EMILIA - ROMAGNA

Rabboni: "mantenere in attività il comparto bieticolo-saccarifero è un obiettivo prioritario per questa Regione". Il provvedimento nella legge di bilancio approvata ieri dall'Assemblea legislativa

Bologna - Ammontano a 1,5 milioni di euro le risorse in arrivo nel 2011 per il mantenimento della produzione bieticola sul territorio regionale. E’ quanto prevede un articolo della legge “finanziaria” regionale approvato ieri in Assemblea Legislativa. Le risorse stanziate sono destinate in particolare alle aziende agricole che adotteranno di tecniche di coltivazione e produzione che prevedano specifiche misure “agro-ambientali” e verranno erogate attraverso un bando che sarà emanato dalla Giunta regionale a febbraio.
“L’impegno della Regione – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - testimonia il notevole sforzo che viene fatto per mantenere una coltivazione che, dopo essere stata fortemente penalizzata dalla scellerata riforma comunitaria del settore, sta per affrontare un’annata particolarmente critica”. Nel 2011 infatti da un lato verranno a mancare gli aiuti previsti dalla riforma nel periodo transitorio, dall’altro non sarà pienamente a regime il sostegno previsto per il miglioramento della qualità, in quanto solo dal 2012 in poi verrà stanziato l’intero plafond di 19,7 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2011 di circa 5 milioni a livello nazionale.”
“Questo stanziamento – ha aggiunto Rabboni - concorre alla competitività dell’anello più debole della filiera, quello agricolo, che, nonostante i grandi progressi fatti dall’avvio della riforma nel 2006, potrebbe quest’anno non essere in grado di garantire il pieno approvvigionamento delle fabbriche, minando la sostenibilità dell’intero comparto e vanificando tutti gli sforzi finanziari, organizzativi e professionali che il comparto ha fatto negli ultimi anni per aumentare la competitività”.
“Mantenere in attività il comparto bieticolo-saccarifero – ha concluso Rabboni - è un obiettivo assolutamente prioritario per la Regione e dovrebbe esserlo anche per il nostro Governo. La sua scomparsa infatti non solo avrebbe pesanti costi sociali, ma danneggerebbe gravemente l’industria agroalimentare nazionale, rendendola completamente dipendente, per un prodotto strategico quale lo zucchero, dalle politiche commerciali dei produttori stranieri, anche extraeuropei.”